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TESTA E MODIFICATORI
Per ciò che riguarda la posizione del soggetto si è visto che la quasi totalità delle lingue adotta la stessa strategia (il 97% antepone il S all'O), quindi un'analisi basata solo su questi parametri sarebbe destinata all'insuccesso... poniamo invece attenzione agli altri costituenti: V e O.
I principali parametri in correlazione con la loro posizione sono la presenza di preposizioni e posposizioni:
- Sintagma verbale VO, il verbo precede il suo complemento ed è alla testa
- Sintagma nominale nome genitivo testa - precede i propri complementi
- Sintagma adiposizionale proposizioni alla SX dei complementi
- Testa a destra OV posposizioni, genitivo nome, aggettivo nome etc turco- Sintagma verbale OV, la testa segue i modificatori
Sintagma nominale genitivo...
nome→Sintagma adiposizionale posposizioni→La Branching Direction Theory prevede però che in una lingua storico-naturale vi è una tendenza a collocare i costrutti di natura sintattica sempre prima o sempre dopo la testa. Entrambe le ipotesi quindi ricorrono a fattori interni per spiegare correlazioni tipologiche in ambito sintattico, spiegazione che può essere ricondotta alla tendenza all’economia che porta ogni lingua ad avere la maggior efficacia comunicativa riducendo al minimo la dotazione formale.
1.3 tipologia e morfologia
La tipologia morfologica presuppone l’azione di 2 parametri:
- indice di sintesi: numero di morfemi individuabili in una parola→indice di fusione: segmentabilità della parola stessa, difficoltà di individuare i morfemi
- la combinazione dei due indici permette di individuare 4 tipi di riferimento:
tipo isolante•indice di sintesi ha valore minimo, ogni parola tende ad essere morfemica ed esprime un solo significato,
Quindi esistono solo confini tra parole CINESE MANDARINO → tipo polisintetico • indice di sintesi ha valore massimo, nr elevato di morfemi, in una sola parola info che richiederebbero una frase ESCHIMESE, SIBERIANO → tipo agglutinante • indice di fusione con valori minimi, parola con + morfemi, corrispondenza tra livello di forma e contenuto tipo fusivo • indice di fusione con valori massimi, i confini tra morfemi perdono visibilità, la loro segmentazione ostica e non c'è corrispondenza tra livello di forma e contenuto le lingue indoeuropee hanno questo tipo di carattere indice di sintesi ha valori medio-bassi: la possibilità di far convergere + unità semantiche su un singolo morfema consente di ridurre il nr complessivo di morfemi all'interno della parola.
1.3.2. marcatura della dipendenza sulla testa VS sul modificatore Una seconda classificazione concerne la strategie morfologiche che le lingue adottano per codificare le relazioni di dipendenza.
Può essere espressa mediante dispositivi di natura sintattica (ordine costituenti) o con il ricorso ad afissi (strumenti di natura morfologica) che riguarda le lingue che marcano la relazione di dipendenza sulla testa. Si possono prevedere 3 tipi di riferimento: 1. Marcatura sulla testa, tipico delle lingue che collocano il V inizio frase dichiarativa. 2. Marcatura sulla dipendenza. 3. Sia sulla testa che sulla dipendenza. 1.4 Tipologia e fonologia Il TONO è una proprietà che caratterizza i suoni sonori, cioè i suoni che prevedono, nella loro articolazione, la vibrazione delle corde vocali. Tanto più elevata è la frequenza con cui vibrano le corde vocali, tanto più alto è il tono del suono prodotto. Ha valore distintivo per circa la metà delle lingue parlate oggi. È possibile, cioè, che due parole, con significato diverso, siano uguali in tutto a eccezione del tono. Lingue di questo tipo vengono definite lingue a toni.lingue tonali (il cinese mandarino distingue il significato delle parole a seconda del tono) 2L'unità a cui deve essere associato il tono e la funzione cui il tono deve assolvere si possono identificare in base a diversi parametri: 1. la distinzione più frequente è quella tra toni associati a vocali 2. meno usata quella tra toni associati a sillabe Alla funzione dei toni, la prima e più importante suddivisione è tra i toni che distinguono morfemi lessicali e quelli che distinguono invece morfemi con valore più specificamente grammaticale. 1.5 tipologia e lessico Quando le unità della fonologia paiono assolutamente refrattarie ad assecondare condizionamenti extrasistemici, tanto il lessico appare vulnerabile rispetto a perturbazioni provenienti dall'esterno. BERLIN E KAY hanno individuato undici colori che sembrano essere riconosciuti ed indicati allo stesso modo dai parlanti di oltre 100 lingue incluse nel campione. Queste undiciLe classi cromatiche paiono disporsi in una gerarchia organizzata in modo rigidamente implicazionale: vertice bianco/nero (se due parole) • rosso (se una terza) • giallo/verde (se quinta/sesta) • blu etc... • marrone • porpora/rosa - arancio/grigio. È impossibile che una lingua abbia i termini per il blu senza avere il giallo e verde... 1.6 non esistono tipi puri. Le lingue storico-naturali si caratterizzano come tipologicamente miste.
L'inglese esibisce un ricco campionario di incongruenze e di contraddizioni tipologiche, si configura come una lingua VO. Nel sintagma nominale l'aggettivo precede sempre il nome (the black dog) in aperta contrapposizione con il principio soggiacente al tipo VO.
A quale tipo morfologico appartiene l'inglese? Viene spesso ascritto al tipo isolante, ogni parola è morfema e invariabile. Il plurale dei nomi e il comparativo degli aggettivi vengono realizzati con strategie di natura
storico-comparativa, in quanto la classificazione tipologica delle lingue tiene conto anche delle caratteristiche evolutive che le lingue hanno acquisito nel corso della loro storia.3. la classificazione genetica delle lingue, invece, si basa principalmente sulle relazioni di parentela tra le lingue, ovvero sulle somiglianze strutturali e lessicali che indicano un'origine comune. Questo tipo di classificazione può essere utilizzato anche per tracciare la storia delle lingue e le loro migrazioni nel corso dei secoli.4. infine, entrambi i settori della linguistica si occupano di studiare le variazioni linguistiche e le loro cause, sebbene con approcci diversi. La linguistica storico-comparativa si concentra sulle variazioni nel tempo, mentre la tipologia si occupa delle variazioni tra le lingue contemporanee. In conclusione, la classificazione tipologica e la classificazione genetica delle lingue sono due approcci complementari che si integrano reciprocamente nello studio delle lingue e delle loro caratteristiche.storico-comparativa. Per sancire l'esistenza di una tendenza tipologica più o meno generale, è necessario escludere che questi tratti siano la conseguenza di una comune filiazione genetica. La tipologia può supportare la classificazione genetica delle lingue e quindi la linguistica storico-comparativa per tre motivi: a. La tipologia può suggerire alla linguistica storico-comparativa una sorta di "gerarchia di pertinenza" di tratti linguistici nei processi di legami di parentela. b. La tipologia può contribuire ad avvalorare o smentire le ipotesi ricostruttive formulate dalla linguistica storico-comparativa. c. La classificazione tipologica può sostenere la classificazione genetica in aree geolinguistiche particolarmente intricate e l'assenza di un'adeguata documentazione scritta; sono le affinità di natura tipologica a dare l'input alle ipotesi ricostruttive della linguistica storico-comparativa.storico-comparativa.1.8 il ruolo della tipologia in una teoria del linguaggioLa tipologia può classificare tanto le lingue storico-naturali quanto singoli elementi delle lingue storico-naturali. Nel primo caso le singole lingue vengono classificate in virtù di proprietà strutturali condivise, nel secondo caso, viene proposta una classificazione tipologica di particolari strategie formali. In entrambi i casi rimane imprescindibile il metodo comparativo, non ha senso realizzare un'indagine tipologica basata su una sola lingua. Ciò non significa che non sia possibile tracciare un ritratto tipologico di una singola lingua.
La tipologia linguistica non può e non vuole essere una teoria generale del linguaggio, ma una tipologia del linguaggio ambisce a capire come funzioni il linguaggio inteso come capacità cognitiva e come esso si realizzi nelle lingue storico-naturali.
La tipologia si propone di individuare schemi e strutture ricorrenti a livello
interlinguistico, esplicitando i principi che ne giustifichino le correlazioni. Per trovare la spiegazione di fatti linguistici, la tipologia svolge uno sguardo sovente all'esterno del singolo sistema, tendono a privilegiare condizionamenti intrasistemici. In chiave tipologica è naturale attendersi che ogni segmento del sistema lingua obbedisca a un proprio principio organizzativo. Per riassumere: La tipologia linguistica si occupa essenzialmente della variazione interlinguistica sul piano sincronico, con l'obiettivo primario di rendere espliciti i limiti di quest'ultima. Lo strumento d'indagine privilegiato della tipologia linguistica è rappresentato dai tipi linguistici, insiemi di proprietà strutturali reciprocamente indipendenti, ma correlate in virtù dell'azione di un unico principio organizzativo soggiacente. I tipo sono modelli di descrizione linguistica, cioè entità astratte, non oggetti.
linguistici• esistenti nella concreta realtà linguistica. Le lingue storico-naturali, fatte salve pochissimeeccezioni, tendono dunque a essere tipologicamente miste.
2. Gli universali linguistici
Gli UNIVERSALI LINGUISTICI indicano proprietà o correlazioni di proprietà che si supponecontraddistinguano ogni lingua storico-naturale del presente come del passato.
La tipologia e la ricerca sugli universali paiono perseguire obiettivi diametralmente opposti, laprima si occupa della variazione interlinguistica; la seconda studia ciò che è comune a tutte lelingue.
I punti di contatto tra le due discipline sono molteplici, entrambe si collocano a livello sincronico;hanno un carattere descrittivo e non normativo né esplicativo; fotografano uno stato di cose :osservano che una specifica proprietà occorre in tutte le lingue storico-naturali; n&eac