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Estratto del documento

Secondo Peyraube (1988), la lingua cinese si sarebbe evoluta secondo 9 tappe:

pre-archaic chinese: la lingua delle iscrizioni su ossa oracolari dal XIV

- al XI secolo a.C.;

early archaic chinese;

- late archaic chinese: la lingua dei classici letterari;

- pre-medieval chinese: espansione Han verso sud;

- early medieval chinese: formazione principali dialetti;

- late medieval chinese: distinzione cruciale dialetti del sud;

-

- pre-modern;

modern: dal 1840 al 1919;

- contemporary: dal 1919 ad oggi.

-

Secondo Wang (1980), la lingua cinese si sarebbe evoluta secondo 4 tappe:

cinese antico: fino al III secolo a.C. diviso in:

- cinese arcaico: databile solo grazie alle ossa oracolari usate prima a

- scopo divinatorio e successivamente per incidere brevi testi (4500

caratteri rinvenuti);

cinese pre-classico: niente più ossa oracolari per divinazione ma scritte

- 诗 经

su oggetti fusi in bronzo. Sono presenti anche lo “Shijing” (Classico

易 经 书 经

delle odi), “ Yijing” (Classico dei mutamenti) e “ Shujing”

(Classico dei documenti);

cinese classico: iscrizioni su pietre e giada, su listarelle di bambù e

- manoscritti in seta. Sono presenti anche Mengzi, Zuozhuan, Zhuangzi e

Xunzi.

cinese medio: dal IV al XII secolo a.C. diviso in:

- early chinese: formazione dialetti principali;

- late chinese: distinzione dialetti del sud.

- Entra in vigore il sistema di esame imperiale per il reclutamento dei

mandarini. 近 代 汉 语

cinese moderno: (“jindai hanyu”) dal XIII secolo a.C. al 1919

- diviso in:

pre-moderno;

- moderno propriamente detto.

- 现代汉语

cinese contemporaneo: (“xiandai hanyu”) dal 1919 ad oggi.

-

Caratteristiche tipologiche

La lingua cinese è monosillabica, isolante e tonale. Il cinese classico di base era

una lingua monosillabica ma conosceva già parole polisillabiche. Con il passare

del tempo le sillabe cinesi vanno incontro a un impoverimento fonologico che

porta a una perdita dei suoni consonantici (da 7 a 3) e quindi un aumento di

omofoni: ciò inevitabilmente porta a uno sviluppo del polisillabismo (infatti il

75% delle parole cinesi sono bisillabiche oggi).

Fonologia

Dal punto di vista fonologico le fasi del cinese vengono ricostruite con il

metodo di Karlgren, che dice che è possibile ricostruire due stadi della lingua:

cinese medio;

- cinese antico.

-

Dalla ricostruzione del cinese medio lo studioso di muove prima e dopo per

ricostruire le fasi precedenti e successive.

La ricostruzione del cinese medio si basa su:

切 韵

i dizionari in rime “ qieyun”, che presentano le rime dei caratteri

- divisi per tono, rima e omofonia.

- tavole di rime, presentate come griglie dove ci sono modo e luogo

articolatorio.

Tra le critiche ci sono Norman e Coblin che dicono: quale varietà parlata

attesta? Secondo loro Karlgren ha ritrovato solo le pronunce letterarie dei

caratteri.

La ricostruzione del cinese antico si basa su:

- il cinese medio;

诗经

le rime dello “shijing”;

- 切韵“

il sistema fonologico dello qieyun”.

-

Le caratteristiche del cinese antico sono:

- se due sillabe rimano in un componimento allora hanno la stessa finale;

- analisi dei componenti fonetici dei caratteri.

Ma si tratta di uno schema di opposizioni e distinzioni e non è proprio utile alla

ricostruzione completa del sistema fonologico.

Gli altri periodi ricostruiti sono chiamati: 中原音韵

mandarino antico: ricostruito sul “ zhongyuan yinyun” (“Rime

- 切 韵

delle Pianure Centrali”) che è più aderente al parlato rispetto al

“qieyun”;

periodi Ming e Qing: le fonti sono molto affidabili perché i missionari e i

- coreani le hanno redatte in scrittura alfabetica.

Studi recenti invece, portati avanti da Baxter e Sagart, (2014) considerando

dialetti più conservatori e prestiti in altre lingue, dicono che:

cinese antico: ha una presenza di opposizione tra sorde e sonore,

- un’assenza delle iniziali palatali retroflesse, presenza di alcune iniziali

labiovelari e un inventario semplice di vocali (massimo 6);

cinese medio: presenta una fase transitoria in cui c’è semplificazione

- della struttura sillabica e tonale e un passaggio al monosillabismo. Inoltre

sono presenti 6 finali consonantiche, semplificazioni di code di sillaba che

ha portato il tono ad avere valore distintivo, assenza dei nessi

consonantici e presenza di 4 toni;

mandarino antico: rispetto alle fasi precedenti ci sono più documenti e

- maggiormente accurati dai quali si deduce una semplificazione

fonologica significativa attraverso la perdita di alcune iniziali sonore, la

perdita di un tono (prima 5, ora 4).

La scrittura cinese

Fino a non molto tempo fa si pensava che la scrittura cinese si fosse sviluppata

in Cina per influenza diretta con la scrittura geroglifica egizia o cuneiforme

sumerica, quando ora in realtà possiamo dire con certezza che “l’invenzione”

della scrittura sia avvenuta in loco.

I primi simboli grafici sono datati nel periodo compreso tra il VII e il II millennio

a.C., e sono simboli fatti su terrecotte: si tratta di segni geometrici che

probabilmente si riferiscono a dati o informazioni sul proprietario o artigiano di

tale strumento di terracotta. Con il passare del tempo questi simboli e quelli

trovati ad Anyang si fecero sempre più simili anche se il significato non è facile

da comprendere ma questo non ha mai significato che potesse trattarsi di

scrittura vera e propria; anzi, quasi sicuramente si trattava di simboli che

servivano per fissare dati e che comunque erano utilizzati a fini mnemonici.

Fino a quando questi simboli non vengono assegnati a delle parole che

designano un certo significato, non si può parlare di scrittura: serve che l’idea

venga veicolata in forma linguistica. Quindi il primo momento in cui è possibile

parlare di scritture è con le ossa oracolari in epoca Shang tra il XIII e il XI secolo

a.C. e possiamo dire, anche se approssimativamente che il livello di

maturazione della lingua in quel momento era abbastanza maturo e che quindi

al XIII secolo la scrittura già esisteva. Possiamo anche dire con certezza che,

册 典

grazie alla presenza di alcune parole tipo “ ce” (libro) o “ dian” (libro

sorretto da due mani), lo scopo di questo tipo di scrittura non fosse solo quello

rituale.

Classificazione della scrittura

说文解字

Con lo “ shuowenjiezi” di Xu Sheng abbiamo la prima suddivisione tra

文 字

caratteri semplici “ wen” e caratteri composti “ zi” e li distribuisce in 6

六书:

classi detti

simboli indicativi: rappresentano in modo astratto concetti e idee

- 三;

semplici tipo (文)

simboli imitatiti: rappresentano con immagini abbastanza realistiche

- 人;

cose, atti e concetti tipo (文)

composti fonetici: combinazione di due componenti uno di natura

- 扣

semantica e uno di natura fonetica tipo formato da “mano” che è la

parte semantica è “bocca” che è la parte fonetica e che insieme formano

la parola “abbottonare”; (字)

simboli associativi: combinazione di più elementi che evocano

- visivamente concetti più difficili rispetto ai simboli indicativi e imitativi

tipo (bosco) formato da “albero+albero”; (字)

estensioni semantiche: caratteri di natura ancora incerta che prima

- avevano un significato e ora ne hanno uno semanticamente vicino tipo il

carattere per “occhio” in seguito avrebbe significato anche “vedere”;

(classe a sé stante)

prestiti: caratteri usati per rappresentare qualcosa ma che poi

- serviranno per rappresentare un’altra cosa o concetto, semanticamente

象 像

lontano ma foneticamente vicino tipo “ elefante” si trasforma in

“immagine”. (classe a sé stante)

Evoluzione dei caratteri

L’evoluzione dei caratteri si sviluppa in tre fasi fondamentali:

primo stadio: stadio pittografico dove i segni sono regolarmente

- 文

associati ai nomi (fase degli o “caratteri semplici”);

secondo stadio: uso polivalente delle unità grafiche per rappresentare

- 象.

parole foneticamente uguali ad altre tipo Questo stadio provocò due

cose: prima pose un freno al proliferare dei caratteri nuovi ma poi si

presentò il problema che più parole diverse avevano uno stesso suono;

terzo stadio: si passò quindi ad una soluzione efficiente, cioè quella di

- aggiungere un elemento ausiliare (preso da elementi esistenti) vicino al

carattere che creava ambiguità. Ad esempio si passò da di “elefante” a

像 di “immagine”.

I dialetti cinesi

La situazione cinese appare abbastanza simile a quella italiana: i dialetti cinesi

汉语方言 non sono varietà diatopiche del cinese standard ma sono lingue sorelle

del cinese (come il francese e il rumeno con l’italiano). Kurpaska dice che la

scelta tra il termine “dialetto” e “lingua” porta ad una scissione sia al livello

politico che etnico.

La suddivisione tra dialetti del nord (uniformità) e del sud (più varietà) è stata

spiegata in termini geografici: i corsi d’acqua e le montagne non hanno favorito

l’interazione e gli scambi a sud, dove permangono aree, anche molto vicine,

con parlate del tutto diverse.

I dialetti cinesi sono numerosi:

Mandarino: lingua ufficiale nella RPC (普通话), Taiwan (国语) e Singapore

- (华语); 湘:

Xiang parlato nello Hunan ha tratti in comune con il mandarino e una

- presenza di 6 toni;

赣:

Gan parlato nello Jianxi presenta somiglianze con il gruppo Hakka e si

- distingue tra nord e sud;

吴:

Wu parlato nello Zhejiang, Jiangsu e Anhui e prende il nome dal regno

- di Wu, ne fa parte anche il dialetto di Shanghai. I tratti caratteristici sono

la persistenza di tratti fonologici di fasi precedenti, ampio uso del

raddoppiamento e presenza da 5 a 8 toni;

闽:

Min parlato nel Fujian e Guangdong è molto diversificato (9 gruppi) a

- causa della conformazione geografica e si divide in ovest ed est;

客 家

Kejia o Hakka : deriva forse dal dialetto Gan e tende al

- monosillabismo;

Yue : parlato nel Guangdong e Guangxi è caratterizzato da una forte

- identità del gruppo di parlanti cantonesi ed è l’unico dialetto che

presenta una tradizione letteraria a parte;

民:

Min rappresenta un gruppo particolare, derivato in un certo senso dal

- cinese antico.

La riforma della lingua

Dal II millennio a.C. la scr

Dettagli
A.A. 2018-2019
13 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-OR/21 Lingue e letterature della cina e dell'asia sud-orientale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gianlucacobucci330 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua cinese II e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Romagnoli Chiara.