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La scrittura nelle antiche civiltà

L’unica eccezione è il geroglifico egiziano che riporta le consonanti. L’egiziano aveva una grammatica simile all’arabo, questo fece si che per inventare una loro scrittura, identificarono le consonanti, poiché si potevano avere parole con sole consonanti, ad esempio il segno per il pane corrispondeva ad una sola “t”.Tutte le altre volte che è stata inventata una lingua, è stato creato un sillabario, un esempio è Creta: la civiltà cretese ha sviluppato una cultura complessa, l’isola si trovò ad essere nel mezzo di traffici commerciali importantissimi quali quelli che dalla fenicia verso l’occidente. In cambio di manufatti, i commercianti davano materiali preziosi. Altra importante direttiva era quella che partiva dall’Egitto verso occidente. Creta, essendo un’isola, sviluppò una forte flotta, controllò le direttive commerciali da cui.

trasse ingenti guadagni. Le due città fondamentali sono Cnosso, a nord, e Festo, a sud, furono probabilmente in contrasto in certi periodi.

Su quest'isola c'è stata una concentrazione di risorse tale, tra 1800 e 1500 a.C., che si creò la necessità di ricorrere ad un sistema di scrittura. Il motivo per cui si ricorre ad un sistema di scrittura sono due: economico-contabile e propagandistico.

La paletta di Narmer è uno dei documenti più antichi in geroglifico egiziano, 60 cm di grandezza. Essa riporta simboli particolari: ha un'importanza storica fondamentale sia per la storia in senso stretto che per la storia della scrittura. Riporta illustrate delle scene particolari: momenti di dominio, risale alla prima dinastia, al 3100 ca a.C.

Sul lato c'è un personaggio stante, reca dei segni particolari quali la coda, la corona, ha una mazza sollevata e una mano poggiata sulla testa di un soggetto inginocchiato. La mazza serve da

Martello rispetto al piolo sulla testa del personaggio inginocchiato. Narmer è il personaggio in piedi, è un re, il primo del'alto e del basso Egitto: prima della prima dinastia l'Egitto era diviso, alto Egitto (sud) e basso Egitto (nord). Alto perché con montagne, basso perché pianeggiante, la zona del delta.

Manetone era uno storico del 300 a.C., dell'ultima dinastia, la 31°, racconta la storia degli antichi dell'Egitto, da un elenco di re con la rispettiva durata di regno. Questo suo elenco ha delle corrispondenze con la pergamena custodita al museo egizio di Torino. La divisione in dinastia la introduce Manetone, la divisione in 30 non è però corretta, probabilmente ci sono state famiglie sdoppiate, ma per convenzione viene accettata.

All'inizio dell'Egitto le fonti pongono lo stesso re: Menes, primo re che ha unificato i due regni. Questo fatto è avvenuto sicuramente, le fonti lo attestano, ma

La tavoletta di Narmer riporta eventi che si riferiscono all'unificazione, il problema è che il nome è un altro, Narmer appunto. I re dell'Egitto avevano però diversi nomi, uno di nascita, uno assunto al momento dell'incoronazione e altri durante il regno. Il nome assunto con l'incoronazione aveva un significato preciso, spesso in riferimento alla divinità da cui credevano di discendere. Il nome Narmer è scritto nel cartiglio sopra il disegno, il serek, che rinchiude uno dei nomi del faraone, scritto con due segni, lo scalpello e il pesce gatto, appunto Nar-mer. Questo significa che già nel 1300 a.C. si aveva già la scrittura con fonogrammi, inventati fin dal principio per scrivere i nomi propri. Il prigioniero inginocchiato ha il nome, non all'interno di un serek, Wash (arpione+vasca), più indietro è rappresentato un personaggio con i sandali del re e con una brocca d'acqua. Questo particolare

e gli attributi del re dimostrano che già in epoche remote si aveva un protocollo per venerare il re. Il personaggio con i sandali e la brocca riporta anch'egli il nome. Al di sotto sono rappresentati altri due sconfitti con il geroglifico indicante o il loro nome o il nome della città che governavano. Altro punto importante è il fatto che non è presente un testo che descriva il fatto rappresentato, ma è stata usata una pittografia, una pre-scrittura, molto simbolica, che rappresenta un falco poggiato su dei giunchi che emergono da un basamento, che rappresenta il delta, emerge, inoltre, una testa barbuta arpionata dal falco con un uncino: il personaggio rappresentato dal falco ha sottomesso il nemico che si nascondeva nella paludi del nord, quindi la conquista del sud ai danni del nord. Il segno del giunco, in geroglifici successivi indica il numero mille, in questo caso, ipoteticamente, indica il numero di prigionieri fatti, 6000 (6 giunchi). Nei

Geroglifici successivi: il falco serve per rappresentare il faraone, incarnazione di Orus, quindi si può ipotizzare che questo falco rappresenta il faraone del sud. La certezza che sia il sud a conquistare il nord, oltre che dalla storia, è data dalla corona indossata dal personaggio stante che appartiene ai re del sud.

La seconda faccia è divisa in tre sottili, quello centrale, pittografico, rappresenta due leoni con un collo prolungato che formano un cerchio, un oggetto usato per pestare qualche sostanza sacra. Il disegno rappresenta due leoni che si guardano affrontandosi a simboleggiare lo scontro nord-sud. In basso è presente un'altra pittografia che rappresenta un toro, titolo del re che simboleggia la virilità e la forza, che a cornate abbatte le mura di una città. Sotto i piedi del toro viene calpestato il nemico. Questa pittografia ribadisce la lotta.

In alto c'è una scena chiara che rappresenta il re con la corona rossa.

dell'alto Egitto, il re è lo stesso, il sereklo dimostra, dietro è ancora presente il funzionario con i sandali e la brocca. Davanti è raffigurato un altro personaggio con un nome, ma non il nome personale, ma quello del titolo, ossia visir. Il re è il più alto, il visir ha una certa altezza, e il soggetto alle spalle del re anche. Più avanti rispetto al visir, sono presenti dei personaggi con degli stendardi che rappresentano le province principali del regno, più piccoli del re, del visire del funzionario. In alto sono presenti segni non ancora spiegati. Nell'ultima parte il re passa in rassegna i principi sconfitti decapitati, con la testa tra i piedi, il re è ancora raffigurato con il nome e il copricapo del nord. La raffigurazione ha elementi di scrittura, per scrivere i nomi, ed è descritta con pittografie altamente simboliche. Nelle epoche successive il faraone porterà entrambe le corone, del nord e del sud.

innestanteuna dentro l'altra. Il titolo del faraone sarà anche signore delle tue terre a sottolineare la divisione storica. Altro titolo importante era "colui che appartiene al giunco e all'ape", simboli totem del nord e del sud. Questatavoletta mostra il fatto che la scrittura in Egitto era nata per motivi propagandistici, non economici come invece accadde a Creta.

La mazza di Narmer, in avorio, presenta un disegno tutto attorno, con il re con la corona del regno conquistato seduto sotto un'edicola, protetto della divinità avvoltoio. Dietro di lui c'è il visir e il "maggiordomo", al di sotto i due portatori dei ventagli. Ciò che interessa è il fatto che sotto il re, che ha davanti a se tre capi con le braccia legate dietro la schiena, sono presenti una serie di simboli che rappresentano l'elenco del bottino fatto. Il sistema di numerazione egiziano è molto elementare,

Autori Sergio de Simone e Erika Giorgetti

un sistema addizionale, il nostro è posizionale. La scomodità del sistema è il fatto che bisogna ripetere i simboli per giungere al numero desiderato. Avevano però simboli per scrivere cifre molto alte, ad esempio l'indice per 10.000, il giunco fiorito per 1.000. Sotto il re c'è un elenco di oggetti con la numerazione: sono stati depredati 400.000 bovini, 1.420.000 caprini, 120.000 prigionieri, la mazza risale all'epoca di Narmer, è una sorta di lista contabile. Questo dimostra che la scrittura può essere nata sia per propaganda, ma anche per contabilità-economia, ma mancano le prove per stabilire per quale priorità sia stata inventata. A Creta non si hanno attestazioni di esigenze celebrative, ma solo contabili, le più antiche scritture cretesi risalgono a oltre il 2000 a.C.: esistono tre tipi di scritture con storie complesse, la geroglifica cretese, la lineare A e la lineare B. il nome delle scritture

È stato dato da Evans, sembra che ci sia una evoluzione grafica da una forma all'altra: il geroglifico cretese è il più antico, la lineare A è intermedia, la lineare B la più recente. C'è però un lungo periodo in cui due scritture coesistono in certi palazzi. Oggi si sa bene perché si è passati dalla lineare A alla lineare B, la lineare A trascriveva la lingua indigena di Creta, il greco dei nuovi invasori era trascritto in lineare B. La sicurezza di Creta era data dalla flotta che circondava l'isola, probabilmente per qualche episodio particolare la flotta non poté più assicurare la difesa dell'isola così i greci poterono invadere la regione impadronendosi della scrittura, modificandola, e del territorio. Molti segni tra lineare A e B si somigliano. Nonostante la scrittura lineare A sia stata decifrata, la lingua non è ancora comprensibile, mentre la lineare B è stata.

Decifrata e la lingua è stata identificata come il greco. La cosa che non si spiega bene è il passaggio da geroglifico a lineare A. I cretesi inizialmente hanno ideato una scrittura copiandola dalle scritture ideografiche del vicino oriente, però capirono che era possibile prescindere dagli ideogrammi riferendosi solo alle sillabe. Crearono così una scrittura nuova e non ne copiarono una già esistente, copiarono solo l'idea. Vennero così ideati dei sillabogrammi. Non c'è prova di un'invasione che possa aver provocato il passaggio da geroglifico a lineare A, c'è stata una riforma che portò a convivere due scritture sillabiche diverse: nel palazzo di Mallia sono presenti le due scritture, la geroglifica e la lineare A. La lineare B è stata trovata solo a Cnosso perché i greci distrussero tutti i palazzi, tranne questo, quindi probabilmente l'isola era prima una sorta di confederazione di

città stato. A Cnosso si insedia Wanax, il re greco da cui discendono i resuccessivi, che andranno poi a combattere a Troia, in particolare Didone. L’invasione avenne nel 1450 a.C.

La lineare B è stata decifrata da Ventris nel 1952 sulla base di osservazioni statistiche e pittografiche.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
22 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Menzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Facchetti Giulio.