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LINGUISTICA PRAGMATICA

La pragmatica linguistica è al confine fra linguistica generale e la riflessione più ampia della filosofia del linguaggio; studia l'uso e l'effetto del linguaggio, soprattutto di quello verbale. È lo studio dell'azione che compiamo attraverso la lingua e dell'agire comunicativo del linguaggio. Un libro importante, riguardo alla materia, è Austin 1962 How to do things with words. La pragmatica è il settore degli studi linguistici e semiotici che si occupa del rapporto fra segni ed utenti, ovvero dell'uso dei segni che ha sempre luogo in un contesto, secondo la Treccani. Il Cambridge Dictionary dice che è come il linguaggio è influenzato dalla situazione, come è usato per compiere azioni e studia il modo in cui le parole riescono ad esprimere cose differenti rispetto a quanto sembrano significare, quindi l'effetto del linguaggio verbale e lo scarto fra ciò che sembrano significare e ciò che effettivamente significano.significare e quello che significano davvero. Quindi, la pragmatica è l'analisi linguistica applicata alla comunicazione linguistica. Alcuni concetti di base: - Credenza: supposizione di verità, si suppone di trovarlo in pizzeria, che si possa avere un trancio farcito in quel posto, si basa su una serie di credenze. - Intenzione: il fine del vostro atto comunicativo, cioè avere un trancio farcito. - Progetto: strategia di atti per raggiungere il fine dell'intenzione. - Atto: richiesta che si sviluppa attraverso un'azione comunicativa. È un meccanismo che attuiamo sempre. L'effetto comunicativo è differente rispetto all'atto comunicativo. Do una informazione che in realtà è una richiesta. La semantica è il sistema di significati della lingua; la pragmatica si occupa delle relazioni tra i significati e le.lorointerpretazioni (effetti). A volte un ordine è più gentile di una richiesta, anche se a livello semantico è controintuitivo: Devi assolutamente venire stasera! Le relazioni di senso del linguaggio naturale sono spesso vaghe, per questo esiste la pragmatica. Esempio di Brasford e Johnson 1973: si parla di fare il bucato, ma non è FARE IL BUCATO deducibile dal contesto. Molte parole vaghe come procedura, cosa, La procedura è effettivamente abbastanza semplice. In primo luogo si dispongono attrezzatura, lavoro, materiali. Sarebbe bastato un solo elemento lessicale le cose in gruppi differenti. Naturalmente, può essere sufficiente un solo mucchio, a seconda di quanto c'è da fare. Se si deve andare da qualche altra parte per mancanza di attrezzature, quello è il prossimo passo, altrimenti si è messi non vago come indumenti o lavare per capire il senso autonomamente senza abbastanza bene. È importante non caricare

Troppe cose. Meglio fare poche cose che troppe per volta. Nell'immediato ciò può non sembrare importante tuttavia il paratesto del titolo. Questo esempio ci fa capire che la pragmatica può sorgere facilmente delle complicazioni. Un errore può essere davvero costoso. Da principio, l'intera procedura può sembrare complicata. Comunque in una certa parte essere riportata alla semantica. Presto diventerà solo un altro aspetto della vita. Nel futuro immediato non si intravede la fine della necessità di questo lavoro, ma non si può mai dire. Dopo che la procedura è completa, si devono di nuovo disporre i materiali in gruppi differenti, perché siano messi poi nel loro luogo appropriato. Infine, essi saranno di nuovo usati e tutto il ciclo riprenderà e sarà ripetuto. La Pragmatica è in bilico fra filosofia del linguaggio e linguistica applicata, affinché la comunicazione vada a buon

fine i parlanti devono presupporre di condividere delle credenze, ad esempio con una persona che non conosce la mia lingua non condivide le stesse credenze. La maggior parte della comunicazione umana segue questo principio di presupporre di condividere delle credenze, ad esempio sapere cosa è una finestra. Searle studia questo campo, cioè cosa significa capirsi e che non è scontato.

La pragmalinguistica ha due declinazioni: la macropragmatica si occupa di atti linguistici, la micropragmatica si occupa dell'analisi dell'enunciato.

Macropragmatica

Distinzione fondamentale fra atti constativi e performativi: i primi sono sottoposti ad un giudizio di verità o falsità, i secondi non sono sottoposti, quindi quando non descrivo la realtà. Noi possiamo vedere un atto linguistico in una tripla prospettiva: in base alla forma; in base alla struttura linguistica, semantica, una sintassi che possiamo descrivere; in base allo scopo (illocutivo) e un

effetto (perlocutivo). In base all'intenzione dell'enunciato l'atto illocutivo può essere assertivo (comunico, annuncio), direttivo (pregare, ordinare, consigliare), commissivi (minacciare), espressivi (ringraziare, salutare), dichiarativi (nominiamo, condanniamo). Con l'atto perlocutivo la forza è la corrispondenza con l'intenzione dell'atto illocutivo; con i verbi performativi la forza perlocutiva è massima.

Gli atti linguistici possono essere espliciti (spia lessicale che indica anche una espressione lessicale dell'atto linguistico ti ordino di darmi il telefono) ed impliciti (non c'è elemento lessicale espresso che indica che è un ordine Dammi il telefono), che sono una differenziazione di atti diretti. E poi ci sono gli atti indiretti, quindi quando non c'è corrispondenza fra forma locutiva e locuzione non sai quanto mi arrabbierò se non mi dai quel telefono.

Implicature conversazionali

E presupposizioni Grice 1957

Le implicature conversazionali e le presupposizioni sono concetti che prendono forma nella ricerca come strumenti di analisi. L'idea generale è che noi sempre diciamo di più di quanto diciamo. Le implicature possono essere convenzionali e conversazionali, nel primo caso è un inglese quindi è coraggioso si tratta di una credenza data per acquisita, è il meccanismo dei pregiudizi; nel secondo caso dovresti prendere un po' di sole si basa sul fatto che noi crediamo e l'altro crede quello che crediamo noi, quindi il parlante crede che sia pallido e starebbe meglio più abbronzato, quindi si basa su credenze legate al contesto comunicativo e al principio di cooperazione.

Le implicature anche se false non inficiano il valore di verità dell'enunciato nel suo complesso, resta vero che è inglese e coraggioso. Le presupposizioni se false inficiano il valore di verità dell'enunciato.

nel suo complesso. Presupposizioni ed implicature sono su un tessuto implicito, sono ciò che rende possibile comprendersi con un numero limitato di parole. I parlanti cooperano per comprendersi e si assume che anche l'altro cooperi. Grice definisce il principio di cooperazione: fornisci il tuo contributo alla conversazione così come è richiesto in quel momento dagli scopi o dall'orientamento del discorso in cui sei impegnato. Le Massime convenzionali: - di qualità: cerca di dare un contributo di informazioni vere, ed in particolare non dire cose che si ritengono false e non dire cose per cui non ha prove adeguate; - di relazione: sii pertinente; - massime di quantità: fai in modo che il contributo sia tanto informativo quanto richiesto dagli scopi dello scambio in corso, e non fornire un contributo più informativo del necessario; - massima di modo: sii perspicuo cioè evita oscurità, ambiguità, sii breve.

Procedi in modo ordinato. Queste massime si basano su delle infrazioni necessarie tanto quanto le massime per essere divertente, brillante, ironico, per mentire e creare suspense. Ad esempio, il collega non è pertinente ma intelligente, fornisce meno informazioni ma risulta brillante, da risposta intelligente e piacevole, questo funziona solo se entrambe le parti cooperano, cioè se si condivide lo stesso focus di conoscenza.

Givon, partendo dal presupposto che si possa comunicare solo a partire dalla condivisione delle conoscenze, propone una analisi di questa condivisione basata sul concetto di focalizzazione: quando si comunica con qualcuno c'è un focus generico (il parlante assume che l'ascoltatore condivida il complesso di facoltà inerenti alla comunicazione umana e linguistica in rapporto agli universali comunicativi), deittico (il parlante assume che l'ascoltatore condivida il contesto comunicativo cui fa riferimento il qui e ora della comunicazione),

discorsiva del testo fornito utilizzando i seguenti tag HTML:

discorsivo (condivida il contesto del discorso all'interno del quale avviene l'enunciazione).

Micropragmatica

La micropragmatica è la parte più impiegata in senso linguistico e principalmente analizza l'analisi della struttura dell'enunciato e di una produzione reale.

Le espressioni indicali (tu, qui, ieri, indicazioni del futuro e del passato relative) e anaforiche (questo, lui, l'altro) sono espressioni vaghe, disambiguate dal contesto dell'enunciazione, cambiano in base al contesto. Ci sono vari livelli di deissi: spaziale là, temporale domani, personale tu lo conosci, sociale egregio indicano la collocazione nella struttura sociale, testuale fin qui, da adesso.

Analisi dell'enunciato

L'enunciato dal punto di vista di analisi informativa della prospettiva dell'emittente: il tema è ciò di cui parlo (topic) e il rema sono le informazioni che do sul tema (comment). È possibile fare un'analisi

dell'enunciato anche nellaprospettiva del ricevente, spesso coincide con quella di tema e rema, dato è ciò che conosco, e nuovo ciò che nonconosco. Il concetto di marcatezza si basa sull'ipotesi che ci sia un ordine sintattico e pragmatico standard, la marcatezza è l'alterazione di questo ordine sintattico. La tipologia linguistica divide tutte le lingue del mondo in categorie in basea determinate caratteristica, ed una caratteristica importante è l'ordine dell'enunciato; in italiano l'ordine standard è soggetto verbo oggetto SVO ha un ordine tema rema, la parte più informativa è in fondo al discorso e ciò di cui siparla è all'inizio, di base. Però spesso l'ordine viene infranto e quindi applichiamo un ordine marcato cioè usiamoconfigurazioni sintattiche che modificano questo ordine per necessità informative del parlante. Abbiamo due intenzioni:ca dell'enfasi e della chiarezza comunicativa può influenzare la scelta tra focalizzazione e tematizzazione. La focalizzazione può essere ottenuta utilizzando l'elemento che si desidera mettere in risalto come soggetto della frase o posizionandolo all'inizio della frase. Ad esempio, "Il mio amico, ho visto ieri" mette in risalto il fatto che ho visto il mio amico. La tematizzazione, d'altra parte, può essere ottenuta posizionando l'argomento all'inizio della frase. Ad esempio, "Ieri ho visto il mio amico" mette in risalto il fatto che ho visto il mio amico, ma senza enfatizzarlo come nella focalizzazione. La scelta tra focalizzazione e tematizzazione dipende dal contesto e dall'obiettivo comunicativo.
Dettagli
A.A. 2020-2021
25 pagine
2 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valentinajanni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica applicata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Tamburini Fabio.