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2. L'INGLESE COME LINGUA FRANCA (ELF)
-ELF → contatto tra persone che non hanno in comune né la lingua né la cultura
→ una lingua di contatto usata da chi non spartisce una stessa prima lingua ma ne comprende una
medesima seconda
→ qualsiasi uso dell'inglese tra parlanti di lingue madri diverse
→ non ci sono parlanti nativi
-ricerca sviluppata negli ultimmi 15 anni → analisi dell'efficacia della comunicazione tra parlanti di
culture e lingue diverse
-aree di indagine: fonologia, grammatica e lessico, ricorso ai repertori plurilingue dei parlanti
-ricerca basata su VOICE ed ELFA.
-elementi comuni corrispindenti a semplificazione, ridondanza o chiarezza → naturale processo di
cambiamento della lingua accelerato dall'espansione di aprlanti e contesti d'uso.
-ELF → ambiti plurilingue → almeno tre codici coinvolti: L1 dei parlanti e inglese.
-code-switching → meccanismi di commutazione di codice, impiegati come parte naturale del
processo comunicativo.
-vengono coniati elementi lessicali ''inusuali''.
-ELF → incontro di lingue e culture diverse (ibridi e fluidi)
3. IMPLICAZIONI GLOTTODIDATTICHE
-moteplici implicazioni della pluralità dell'inglese
-ancora valido parlante nativo come riferimento? → spesso studenti apprendenti usano l'inglese
come lingua franca di comunicazione in ambiti diversi e sono si alearners che users → no approccio
monocentrico, ma pluricentrico.
3.1 PER UN APPROCCIO INTERCULTURALE
-insegnamento tradizionale dell'inglese basato su cultura e civiltà → 4F → food,fairs,folklore,facts
-ruolo importante di media e contatti personali per quanto riguarda le pre-conoscenze di cultura e
civiltà.
-necessario approccio più ampio su cultura e civiltà che vada al dilà dell'apprendente come turista.
-obiettivo primario → educazione alla diversità → glottodidassi che faccia riferimento a un
concetto allargato di cultura e comunicazione interculturale → coinvolgere e mettere in relazione
aspetti della propria cultura con le altre.
3.2 LIBRI DI TESTO, MATERIALI E RISORSE PER LA LINGUA INGLESE
-tradizionale privilegio della prospettiva anglofona, spesso stereotipata e convenzionale.
-ultimamente sono presi in considerazione elementi di riflessione sulla pluralità dell'inglese e
sull'esperienza degli apprendenti.
-libri di testo con attività didattiche e di riflessione.
-riferimenti a leggende, brani della tradizione letteraria in contesti diversi.
-rappresentazioni diversificate → riflessione su convivenza tra lingue e culture diverse → approccio
collegabile all'esperienza diretta, no astratta.
-Idea Project → materiali di lavoro raccolti e scaricabili dal sito con argomenti incentrati su
tematiche diverse per diversi livelli di competenza.
-Mirrors and Windows → attività con temi diversi e argomenti di conversazione potenzialmente
problematici a seconda delle culture.
-Autobiography of Intercultural Encounters → schede operative e attività di riflessione
3.3 LA VALENZA DEI PARTENARIATI INTERNAZIONALE TRA SCUOLE
-ruolo importante della mobilità internazionale in Europa → occasione di utilizzo di lingue straniere
- ELF-ICC → progetto dell'A.S 2009/10 in tre scuole primarie in Veneto → diverse fasi con
l'obiettivo di promuovere la lingua inglese e di attivare contesti di comunicazione in un'ottica
interculturale.
→ I FASE: ricognizione di esempi di lingua inglese nel paesaggio linguistico
→ II FASE: riflettere sui ruoli dell'inglese, anche con la presenza di alunni non italofoni →
confronto con altri alunni e corrispondenza cartacea e virtuale.
-lingua veicolare del progetto è stato unicamente l'inglese.
-partenariati linguistici → valido strumento di apertura alle realtà essterna della classe.
4. OSSERVAZIONI CONCLUSIVE
-evoluzioni dell'inglese → Englishes
-inglese come lingua franca di comunicazione tra appartenenti a lingue e culture diverse
-obiettivi dell'educazione linguistica allo sviluppo della comunicativa interculturale
-osservazione della propria ed altre culture.
CULTURA E CIVILTA': PROCESSI E PRODOTTI
Paolo Balboni, Università Ca' Foscari di Venezia
-scopo di cultura/civiltà nello studio tradizionale di una lingua
-anni '60 → globalizzazione → apprendere lingue per scopi comunicativi e non più culturali
-glottodidattica → diventa una teoria dell'insegnamento delle lingue-culture
-è impossibile insegnare una lingua come prodotto finito e lo è ancora di più per quanto riguarda la
cultura
1.CULTURA E CIVILTA'
-Lèvy-Strauss → è cultura tutto ciò che non è ''natura'' e le varie culture offrono modelli culturali
quali il modo di procurarsi, preparare e distribure il cibo, il modo di creare abitazioni e vestiti, le
regole di corteggiamento e cosi via.
-anni '50 → relativismo culturale → ogni cultura è degna di rispetto
-civiltà → modelli culturali più produttivi di altri che vanno a costituire la civiltà di un popolo →
attribuzione che può venire dall'esterno, ma conta l'attribuzione endogena → un popolo considera i
propri modelli culturali come parte costitutiva della propria identità, e li considera superiori a
modelli che definisce ''incivili''
-dicotomia cultura/cibiltà applicata all'insegnamento dell'italiano L2 → patrimonio di modelli
sulturali italiani vs. modelli di civiltà e cultura dell'immigrato → l'immigrato li può applicare in
pubblico e privato purchè entro certi limiti di civiltà italiana.
-se il modello dell'immigrato si scontra con quello italiano nasce un conflitto → es. infibulazione
-applicando il conflitto al'italiano L2, gli italiani dovranno riflettere e decidere quali sono i modelli
di civiltà e cultura a cui non sono disposti a rinunciare
-allo stesso modo, ogni studente deve chiedersi quale modello sia migliore del loro e quale invece
gioverebbe dal contatto con quello italiano.
2.PRODOTTO E PROCESSO
-libri e letture di cultura e civiltà → offrono prodotti, informazioni
-dal dopoguerra l'Italia ha cambiato molte volte background politico e non si possono fare
previsioni per il futuro → evoluzioni fondamentali
-l'insegnamento dell'inglese coe lingua franca non indica quali prodotti culturali presentare →
conviene insegnare agli studenti i processi di osservazione declinati sulla base della loro età e
sensibilità
-proposta di un modello di comunicazione interculturale che identifica 4 aree dove si hanno punti
critici quando l'interazione avviene tra appartenenti a più culture → se pensiamo all'osservazione
culturale si devono tenere di conto alcune variabili → Stato; Famiglia; Scuola; Città; Rapporto di
genere; Religione e reigiosità; ecc...
-esecuzione: si raccolgono dati e sservazioni per ogni voce dell'elenco. Poi l'insegnante revisiona il
compito e crea la versione definitiva.
GESTUALITA' E DIDATTICA DELLA SECONDA LINGUA
Pierangela Diadori, Università per Stranieri di Siena
-la comunicazione umana avviene attraverso il linguaggio ma anche attraverso un complesso
articolato reticolo di sistemi sensibili → tripla struttura di base:
→ linguistica: lessico e testualità
→ paralinguistica: ritmo, tmbro, intonazione, pause
→ cinesica: postura, sguardo e gestualità
-gestualità → manifestazione cinesica attraverso i movimenti delle mani, delle braccia e del volto
→ varietà di tassonomie → LIS, ambiti tecnici, movimenti del corpo che accompagnano
l'interazione spontanea.
-ogni cultura adotta un insieme convenzionale di gesti che si differenziano nello spazio e nel tempo
da quell di altre culture.
-categorizzazione di Ekman e Friesen (1969) → 5 tipi di gesti:
→ simbolici o emblemi: per accompagnare il discorso
→ illustratori: meno intenzionali rispetto agli emblemi, sottolineano l'enunciato
→ esternalizzatori: riflette le reazioni o attività mentali del soggetto
→ adattatori: attività o posizioni del corpo che fanno entrare in contatto le persone presenti nel
contesto
→ regolatori: gestiscono i turni nell'interazione
-6° categoria aggiunta daa Poyatos: manifestazioni emotive
-didattica della seconda lingua → fondamentali i gesti simbolici e illustratori → culturalmente
specifici e sottolineano quanto viene detto a parole
-mirroring → fenomeno che vede gli studenti dellaa seconda lingua adottare inconsapevolmente la
gestualità locale come riflesso dle processo di acquisizione. → il docente di L2 ha il compito di
gestire questa dimensione della comunicazione → gestualità nel parlato del docente di L2
→ sistemi gestuali della lingua/cultura obiettivo
→ problematiche derivanti da contatto fra sistemi gestuali diversi
1. LA GESTUALITA' NEL PARLATO DEL DOCENTE DI L2
-parlato del docente → elemento cruciale dell'input → parlato interattivo
-il docente calibra le proprie opzioni esressive verbali e non verbali, in relazione alla classe
-Steven Krashen → ipotesi dell'input comprensibile (1985) → importanza di valutare in che misura
il contesto linguistico nuovo può essere esplorato dall'apprendente → lo rendono comprensibile la
contestualizzazione extralinguistica e strutturazione linguistica
-acquisizione → input diventa intake → fondamentale la comprensione e l'elaborazione dell'input
-frequenza di gesti elevate nell'insegnamento di L2 → strategia di trasparenza, come l'innalzamento
del tono di voce
-3 macrofunzioni dell'uso di gesti da pare del docente:
→ facilitare la comprensione del lessio trmite gesti iconici
→ elicitare le risposte da parte degli studenti
→ fornire un feedback correttivo mediante la rappresentazione visiva della risposta giusta
Marion Tellier (2008) → gestes pédagogiques:
→ gesti d'informazione:
a)grammaticale → rendere visibili certe caratteristiche verbali della L2
b)lessicale → rappresentare visivamente il significato di parole o frasi difficili
c) fonologica → caratteristiche sonore della L2
→ gesti di animazione
→ gesti di valutazione
-corrispondenza con la LIS? → è una lingua a tutti gli effetti, ma alcuni docenti udìsano dei gesti
che corrispondono allo stesso significato nella lingua dei segni.
-effetto mirroring sugli studenti → legato all'attenzione focalizzata sulla gestualità del docente
→ eff