Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 31
Riassunto esame Linguaggio e comunicazione giornalistica, prof. Donati, libro consigliato Dalla mano alla bocca, Corballis Pag. 1 Riassunto esame Linguaggio e comunicazione giornalistica, prof. Donati, libro consigliato Dalla mano alla bocca, Corballis Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguaggio e comunicazione giornalistica, prof. Donati, libro consigliato Dalla mano alla bocca, Corballis Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguaggio e comunicazione giornalistica, prof. Donati, libro consigliato Dalla mano alla bocca, Corballis Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguaggio e comunicazione giornalistica, prof. Donati, libro consigliato Dalla mano alla bocca, Corballis Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguaggio e comunicazione giornalistica, prof. Donati, libro consigliato Dalla mano alla bocca, Corballis Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguaggio e comunicazione giornalistica, prof. Donati, libro consigliato Dalla mano alla bocca, Corballis Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Linguaggio e comunicazione giornalistica, prof. Donati, libro consigliato Dalla mano alla bocca, Corballis Pag. 31
1 su 31
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Ma non sono capaci di generare delle regole per costruire una grammatica.

Pinker sostiene che un adattamento biologico specializzato è quello in cui le proprietà non

dipendono dall’intelligenza complessiva, ma l’adattamento cruciale potrebbe non essere stato il

linguaggio ma la capacità di pensare ricorsivamente e dunque di proiettarsi nella mente degli altri.

Altra caratteristica che consideriamo nostra è la cultura (l’insieme delle credenze, dei costumi e

delle pratiche). Tuttavia la cultura è anche degli uccelli o dei primati.

Andrew Whiten esaminando le differenze empiriche nelle comunità mostra come anche negli

animali si notino delle differenze strutturali in base all’appartenenza. Inoltre sembra anche che gli

scimpanzé genitori insegnino in modo differente in base alle culture.

Certo, la cultura umana è più varia e capace di trasmetterla, come il linguaggio che è parzialmente

culturale.

L’idea che il linguaggio derivi dai gesti nasce con Condillac nel 700 ma anche Darwin aveva

riconosciuto un ruolo importante ai gesti. Wundt parlò con importanza del linguaggio gestuale e la

sua analisi della comunicazione gestuale è notevolmente moderna. Secondo Wilhelm Wundt gli

umani condividono con gli animali molti gesti ma il grande passo che li ha differenziati è stato che

la specie umana ha imparato ad imitare arbitrariamente e quindi poi è scaturito il linguaggio.

Critchley disse che il gesto poteva essere il precursore del linguaggio ma poi finì per contraddirsi.

Gordon Hewes passò in rassegna questi stessi argomenti e gli diede forma moderna.

Stokoe è il responsabile della reintroduzione dell’American Sign Language come lingua ufficiale,

questi insieme ad Armstrong e Wilcox ha scritto che il linguaggio ha avuto origine dai gesti.

Capitolo 4 – Su due piedi

Il bipedalismo o andatura su due piedi è il nostro tratto principale perché grazie a questa

caratteristica le mani e le braccia si sono emancipate per la gestualità.

Sei milioni di anni fa esisteva una sola specie che poi si suddivise in due rami, poi uno di questi si

divise e diede origine agli scimpanzé e ai bonobo, l’altro invece agli uomini.

Questa specie formano la famiglia degli ominidi che in realtà sono classificabili in 7 generi.

Una di queste, quella degli Homo è cosi divisa:

Homo rudolfensis

Homo habilis

Homo ergaster

Homo erectus

Homo antecessor

Homo heidelbergensis

Homo neanderthalensis

Homo sapiens

Per quel che sappiamo tutti gli ominidi sono stati bipedi, scimpanzé, bonobo e gorilla possono

stare eretti ma preferiscono camminare sulle nocche (knuckle walking).

La creatura più antica l’Orrorin Rugensis era bipede e così molti altri. I primi ominidi pur essendo

bipedi avevano tratti comuni ai primati.

La maggior parte degli archeologi sostiene la TEORIA DELLA SAVANA ovvero ritiene che il

passaggio dalla foresta alla savana abbia portato questo mutamento bipede.

Stando eretti gli ominidi potevano esplorare la savana e cercarono cibo in spazi più aperti potendo

usare le mani per afferrare oggetti.

Nel 1995 l’archeologo Philip Tobias rifiutò l’ipotesi della savana e affermò che i fossili ritrovati

mostrano come gli ominidi per cercare cibo si siano spinti vicino ai corsi d’acqua (di cui le stesse

caverne sono testimonianza) e che si fossero spinti in aree boscoso prossime all’acqua. Pertanto

l’andatura bipede era necessaria per poter camminare in acqua riuscendo così ad allontanarsi.

I reperti mostrano comunque che gli ominidi erano soliti migrare perché sono stati ritrovati in

ambienti molto diversi.

Il lancio non è un’abilità solo umana, anche gli animali lo usano per il cibo o per difendersi. Mary

Marzke ha sostenuto che i cambiamenti della struttura corporea e la postura utili al miglioramento

nella precisione del lancio si possono far risalire al Preanthropus Africanus più di tre milioni di anni

fa. La struttura della mano è cambiata e la postura bipede ha fornito una leva ulteriore.

È possibile che anche certi dettagli della gamba abbiano a che fare più con il lanciare che con il

correre.

Forse il mutamento critico è avvenuto 2/3 milioni di anni fa quando la sopravvivenza iniziò a

dipendere dalla accolta del cibo che si trovava lontano da ambienti acquatici o boscosi e lanciare

era un ottimo modo per difendersi.

Paul Bingham ha sostenuto che la capacità di lanciare con precisione conferì l’abilità di uccidere a

distanza con profonde conseguenze.

William H. Calvin ha suggerito che il lancio ha aperto la strada al linguaggio. Le persone

solitamente lanciano con un braccio (destro) questo avrebbe portato alla coordinazione temporale

nell’emisfero cerebrale opposto, il sinistro. È possibile dunque che i primi ominidi abbiano

sviluppato un proto linguaggio e la comparsa del bipedalismo sia stata la spinta necessaria per

avviarci al linguaggio. Gli ominidi comunque hanno sviluppato un vero linguaggio grammaticale

con l’avvento del genere Homo.

Gli ominidi ci hanno lasciato un’andatura bipede. Probabilmente un brusco cambiamento di

temperatura trasformò gli ambienti boscosi e quelli acquatici, i mutamenti più rilevanti

comprendono un cervello più grande, lo sviluppo di tecnologie utensili, migrazioni dall’Africa e

processi mentali più avanzati.

Capitolo 5 – Diventare umani

Il bipedalismo può aver permesso una maggiore libertà nei gesti, mutamenti importanti tuttavia si

sono avuti solo a partire dagli Homo che probabilmente sono i primi ad aver utilizzato un

linguaggio più sofisticato. I primi membri del genere Homo sono stati tuttavia ritenuti appartenenti

ad un’altra specie.

Una delle nostre abilità è costruire attrezzi anche se ci riescono pure gli animali. Il primo chiaro

segno di progresso è stata la nascita di strumenti in pietra realizzati per fini specifici. Il genere

Homo rappresenta un passo importante nell’abbandonare la condizione di scimmia e progredire

verso l’uomo.

Le prime manifatture risalgono ad oggetti litici molto semplici ritrovati in Tanzania. I primi esempi di

stile li troviamo in Etiopia circa 2.5 milioni di anni fa. Gli utensili furono associati all’homo

rudolfensis. Gli utensili oldovani erano più progrediti e risalgono all’homo sapiens. La manifattura

acheuliana più sofisticata risale a 1.5 milioni di anni fa con l’homo erectus: grandi attrezzi, asce,

mannaie, picconi.

Una manifattura acheuliana sofisticata sono presenti anche in Europa e relative all’Homo

heidelbergensis. L’arrivo di questa specie è molto importante perché è il big bang dell’occupazione

dei territori europei da parte degli ominini.

La relazione fra linguaggio e utensili è da lungo tempo oggetto di speculazioni, alcuni hanno

ritenuto la presenza dei manufatti antecedente la comparsa del linguaggio o almeno del proto

linguaggio. Merlin Donald ha sostenuto che il linguaggio può essere nato semmai dalla

programmazione delle sequenze implicate in attività come l’uso e il lancio di utensili.

È più probabile che gli utensili siano il prodotto di sfide ambientali piuttosto che dell’abilità

linguistica in sé. L’idea dell’autore è che negli ultimi 2 milioni di anni sia andato emergendo un

linguaggio più sofisticato, accompagnato da processi di pensiero innovativi che sono legati allo

sviluppo di utensili più sofisticati. Questo linguaggio probabilmente era gestuale cosicché lo

sviluppo della manifattura possa essere addirittura stato inibito dall’uso delle mani nella

comunicazione. Ciò potrebbe spiegare perché la manifattura non ebbe la sua piena fioritura fino a

quando non sorse proprio il linguaggio.

Il genere homo ha comportato anche l’aumento della massa cerebrale. Probabilmente ciò è

correlato all’ambiente acquatico. Lo sviluppo del cervello dipende dall’accumulo di acido grasso

DHA che viene sintetizzato dall’organismo ma è presente soprattutto nel cibo e nel pesce.

Il DHA non fu una ragione sufficiente ma sicuramente parte del cambiamento dovuto anche ad una

maggiore durata dell’infanzia che ha permesso al cervello di svilupparsi poiché il linguaggio

richiede buona parte della corteccia di sinistra. Lo sviluppo di una grammatica ricorsiva può

dipendere da un’interazione tra apprendimento e crescita cerebrale.

Tutti questi cambiamenti si sono verificati circa due milioni di anni fa, questo perché il clima più

fresco, il territorio africano più aperto ha portato gli uomini ad acquisire uno stile di vita semi

acquatico migrando lungo la costa. Tali migranti non furono i precursori degli uomini. John Tooby,

Leda Cosmides e Steven Pinker hanno proposto che i caratteri fondamentali della mente umana si

siano evoluti proprio durante il Pleistocene quando i nostri antenati si adattarono allo stile di vita

degli agricoltori-cacciatori.

Questi ominini poco sviluppati fisicamente svilupparono strategie cognitive per la sopravvivenza “la

nicchia cognitiva” dove vinsero grazie all’intelligenza.

La tecnica di sopravvivenza maggiore è la cooperazione. Diverse specie collaborano tra di loro, si

parla di altruismo reciproco: chi partecipa sa che il comportamento sarà ricompensato. Nella

società degli umani la cooperazione può avvenire per molti motivi: parassitismo, inganno, furto e le

coalizioni sono ampie.

Paul Bingham sostiene che siamo abili a mantenere le coalizioni perché siamo capaci di uccidere

a distanza.

L’autore non è convinto di ciò anche perché il costo per singoli individui si riduce anche se può

essere diviso fra tutti i membri. Le coalizioni possono essere imposte senza un plotone

d’esecuzione e la società ha escogitato ogni tipo di premi/punizioni per garantire equità.

Uno strumento potente della coalizione, universalmente riconosciuto, è la religione.

I meccanismi di rafforzamento della coalizione dipendono dagli sviluppi della mente. Per Bingham i

progressi cognitivi soggiacenti il rafforzamento della coalizione sono dovuti alla capacità di

uccidere da lontano ma questa è una spiegazione più umana. I modi per imporre una coalizione

sono vari.

La cooperazione chiama in causa la “teoria della mente” ovvero la capacità di comprendere le

menti altrui. Noi condividiamo sentimenti e conoscenze e per questo andiamo in aiuto.

Simon Baron Cohen ha sostenuto che una vera storia della mente non esiste negli antenati e si è

evoluta per incrementi. Forse il modo più ovvio per stabilire una cooperazione è pro

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
31 pagine
18 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ladycroft17 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguaggio e comunicazione giornalistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Donati Caterina.