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SOCIAL MEDIA STUDIES
L'evoluzione degli internet studies
Gli internet studies: oltre la "popular cyberculture", un campo disciplinare fertile ma critico per:
- gli oggetti di studio a parte approcci di tipo speculativo e filosofico, forte ancoraggio empirico (si basano su dati di ricerca ed esperienze di indagini sul campo), cercando di stare al passo con l'evoluzione tecnologica. Dalle BBS, newsgroup, chat, email, newsletter, MUD. MOO, MMORPG, pagine web, blog, web 2.0, social network, social media, alle piattaforme...
- le ricerche fanno riferimento a discipline e paradigmi interpretativi un campo marcatamente interdisciplinare e con quadri interpretativi diversi anche all'interno delle stesse discipline. Psicologia e psicologia sociale, antropologia, sociologia, linguistica e semiotica.
- Discipline diverse si accompagnano a metodologia di ricerca diversa pluralità di approcci di ricerca empirica utilizzati, di tipo sia quantitativo
inadatta alla costruzione di relazioni sociali è risultato anche del metodo: per esempio, le ricerche condotte in laboratorio rendono le interazioni sociali asettiche per via del fattore tempo. La CMC è solamente più lenta rispetto alla comunicazione faccia a faccia, cioè ci vuole più tempo ad interagire con l'altra persona (è meno efficiente la CMC), ma può sviluppare relazioni sociali altrettanto significative (è ugualmente efficace).
Tramite l'e-mail non è vero che non stabilisce un contatto "profondo" o una relazione comunicativa significativa, perché i testi scritti digitali hanno la loro portata emotiva e sociale, quindi sono ugualmente, sebbene diversamente, efficaci (periodo pandemico).
Le tre fasi degli internet studies: la seconda
Oggetto e obiettivi di ricerca
Si guardano le pratiche agite, le azioni degli utenti e le culture proprie, guidate da specifiche norme, di quell'ambiente.
cerca di fotografare questi ambienti e dicomprenderne i significati. L'etichetta di comunità online nella terza fase non viene più assunta. Il termine online nella II fase assume un peso, mentre poi si parlerà di identità e relazioni, perché non si assumerà solo l'ambito online come studio, ma sia il mondo online in relazione a quello reale. Discipline e metodi di ricerca I ricercatori si rifanno all'antropologia, nonché all'etnografia (della rete). Se l'antropologo studia i popoli recandosi fisicamente in loco, cercando di capire la cultura adottando il loro punto di vista, analogamente il ricercatore digitale si immerge in questi ambienti altri cercando di capire, dal punto di vista di chi li abita, come funzionano. Si parla di ricerca qualitativa effettuata per strumenti non standard. Alcuni snodi della seconda fase La contrapposizione tra offline e online, con la focalizzazione esclusiva sulle interazioni.lì agite online (escludendo le altre in presenza o attraverso altri media)I singoli sistemi tecnici d'interazione/ambienti virtuali assunti come unità di analisi al pari dei “villaggi” per l'antropologoScollatura tra internet studies e media studies impegnati a indagare le pratiche di fruizione dei media in relazione alle altre pratiche socialiQuesti studi si concentrano su quello che succede dietro lo schermo senza prendere in considerazione l’ambiente sociale nei quali le pratiche avvenivano.Come luogo altro la rete incarna timori e speranze e alimenta visioni apocalittiche e utopiche riflessioni sulle identità e sulle comunità onlineIdentità onlineVignetta del New Yorker del 1993 la rete interpretata come capace, grazie a una comunicazione in assenza di corpo, di rimuovere l'ultimo ostacolo all'autodeterminazione dei soggetti secondo le visioni post-moderniste. Cadono le certezze moderne ed unacentralità essenzialista, quindi la rete incarna l'ultimo sogno di decostruzione della modernità, ovvero i soggetti posso autodeterminarsi andando oltre ai limiti imposti dalla corporeità. Si delineano due posizioni diverse: 1. Rimosso il corpo, il soggetto risulterebbe finalmente in grado di costruire identità fluide o multiple, in modo indipendente dalle coordinate sociobiologiche come il gender, l'età e l'etnia possibilità liberatoria ed emancipativa per la costruzione della propria identità. 2. Posizione apocalittica il virtuale è una brutta copia del reale: rischio di un sé non autentico, perdita del sé, scissione della personalità... il sé online (falso) viene confrontato con il sé fisico/reale, ritenuto vero. In entrambe le posizioni la presentazione del sé online è intesa come separazione dall'identità personale attraverso diverse pratiche. Le diversepratiche: anonimato;
abbellimento del sé reale (abbellimento virtuale);
multitasking identitario (avere più profili con identità diverse, posso essere più persone diverse);
gender-swapping (fingersi di un altro genere).
Il virtuale quando viene inteso come superamento della corporeità ha un implicito molto forte corpo = identità, quindi si pensa non ci sia identità a partire da una determinata corporeità. C'è una riduzione del sé al sé corporeo.
Il contributo (ottimista) di Sherry Turkle:
È una sociologa e psicoterapeuta americana che ha sviluppato questo filone di studi a partire dallo scritto "La vita sullo schermo. Nuove identità e relazioni sociali nell'epoca di internet". Delinea una prospettiva da internet entusiastica (in risposta al clima di "panico morale" di quegli anni su addiction su confusione tra online e offline...). "Life on the
Screen (1995) affronta il tema della costruzione dell'identità online, soprattutto attraverso lo studio dei MUD (Multi User Dungeon) d'avventura e sociali. Si parla di ambienti testuali, in cui le persone assumono dei ruoli di gioco e in questa simulazione della propria identità si possono osservare delle dinamiche legate ai processi identitari. Il centro della sua riflessione è tra i rapporti dei nostri sé virtuali o secondi self (second self) e sé reali. La sua idea presenta la rete come fucina identitaria, ovvero l'anonimato consente di esprimere dubbi, disagi, problemi, si può provare ad essere altro, si possono esprimere emozioni represse, si possono esprimere parti inesplorate del proprio sé. Ella afferma di non aver paura delle identità virtuali e la rete permette di esprimerci per poi tornare più consapevoli nel mondo reale. La sua idea presenta anche la rete come espressione del sé.
postmoderno: l'online come moratoria psicosociale, un momento in cui l'individuo, come nell'adolescenza, testa nuove modalità identitarie senza troppe conseguenze sulla vita offline. La rete è un laboratorio identitario dove poter sperimentarsi, per tirare fuori ciò che nella vita reale non esprimiamo, è come avere un sé aumentato. "La vita reale non è altro che una finestra in più e in genere neppure la migliore" ci sta dicendo che il mondo virtuale è un'altra finestra e ci mostra i limiti della finestra reale, mentre la vita reale nelle posizioni pessimistiche è assunta come reale, vera, autentica ed unica possibile. Il concetto di comunità virtuali: si paragonano le forme di socialità online e le forme più classiche di aggregazione umane (comunità) di tipo solidaristico mutuandole o rinnegandole comunità -> rinnovata vs alienata.