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DIGITALE ITALIANA
L'insostenibile leggerezza dell'essere: il processo di rimozione della variabile sessuale delle ricerche sui media
Fin dai primi anni '80, la riflessione sui media include in modo sistematico lo studio del genere sessuale, da cui derivano almeno 3 fondamentali acquisizioni. La prima è la "nozione di popolare come spazio ambivalente", in cui convivono elementi dell'ideologia dominante e istanze innovative. La riflessione sulla soap opera - prodotto popolare per eccellenza - e sulla sua natura ibrida, tesa fra "dominio" e "rivoluzione", offre un contributo determinante alla precisazione dei quadri concettuali degli studi sui media, esplicitando la natura polisemica del popolare e fornendo una solida base alla cosiddetta svolta interpretativa. Il secondo importante apporto riguarda "la nozione di spettatore". La polemica con le descrizioni astratte e generalizzate delle audience proposte
determinanti per comprendere la cultura e la società. Al contrario, si inizia a parlare di identità di genere, riconoscendo che l'identità non è determinata solo dal sesso biologico, ma è una costruzione sociale e culturale. Le teorie queer, ad esempio, mettono in discussione le categorie binarie di maschile e femminile, sostenendo che l'identità di genere è fluida e può essere espressa in modi diversi. Questo ha portato a una maggiore attenzione verso le esperienze delle persone transgender e non binarie, che spesso sono state escluse o marginalizzate dalla società. Inoltre, si è iniziato a riconoscere l'importanza delle intersezionalità, ovvero l'intersezione di diverse forme di oppressione e discriminazione, come il razzismo, il sessismo, l'omofobia e la disabilità. Questo ha portato a una maggiore consapevolezza delle esperienze delle donne di colore, delle donne LGBTQ+ e delle donne con disabilità, che spesso sono state ignorate o invisibilizzate. In conclusione, la riflessione sulle culture femminili e sull'identità di genere ha contribuito a una maggiore consapevolezza delle diverse esperienze delle donne e ha portato a una ridefinizione delle categorie di maschile e femminile. Questo ha permesso di superare gli stereotipi di genere e di aprire nuovi spazi di inclusione e di rappresentazione per tutte le persone.privilegiate, ma fattori fra gli altri. Gioca un ruolo chiave l'avvio del dibattito sulla digitalizzazione e il successo delle utopie della rete, l'idea del digitale come ambiente che azzera le sperequazioni e come spazio accessibile e percorribile da tutti, indipendentemente dal profilo culturale dell'utente. Rimozione avallata dalla critica femminista, impegnata in quegli stessi anni in un'operazione di radicale ripensamento delle proprie categorie a partire proprio dalla polarità maschile/femminile, giudicata inadeguata a dare conto della pluralità di forme che il genere sessuale può assumere.
Il fatto, di per sé, non sarebbe problematico se non fosse che la variabile sessuale continua a costituire un riferimento fondamentale sia per la pratica produttiva, sia per i processi di consumo dei media digitali: Se l'archiviazione della questione del genere è stata nel passato prossimo un necessario corollario della revisione e
Dell'aggiornamento dei paradigmi di ricerca (concentrati nella messa a punto di un modello convincente di innovazione tecnologica), oggi ci sembra indispensabile recuperarla per poter dare conto di alcuni importanti fenomeni che il processo di digitalizzazione ha prodotto.
Quel che resta del gender: il genere sessuale e le strategie editoriali della televisione digitale
Mentre dunque la riflessione teorica intorno ai media e al complesso di dispositivi e di dinamiche di consumo che definiscono la tv in epoca di convergenza tende a relegare la questione del genere in secondo piano, la pratica produttiva e i dati di ricerca confermano la persistente genderizzazione dello scenario digitale: dei suoi assetti e dei suoi processi.
Pensando nello specifico al caso della tv si possono rilevare almeno due evidenze che attestano con forza il permanere di una logica di "genere".
Il primo riguarda le strategie produttive e, più precisamente, l'uso del genere sessuale.
nell'articolazione della proposta dellatv digitale. Il sistema televisivo nazionale ha imboccato la via della "tv tematica implementata". La televisione italiana ha optato per una formula di "prudente rinnovamento", che ha mantenuto sostanzialmente invariate le funzioni e i servizi tradizionali del medium, aggiornando piuttosto le strategie di articolazione dell'offerta e di definizione dell'identità dei canali e traghettando una buona parte dei canali analogici in ambiente digitale (sottoponendoli, al più, a un leggero make up) e affiancandoli a una rosa di nuovi canali, strutturati adottando quella logica tematica già in uso nella piattaforma digitale satellitare Sky. In questo panorama, il gender emerge assai presto come un "principio di identificazione particolarmente efficace", sia in funzione complementare rispetto al criterio tematico (si pensi al tratto "femminile" di alcuni canali dedicati alla moda oallacucina; o, per converso, al tratto espressamente “maschile” dimolti canali sportivi), sia come elemento agglutinante in sestesso, capace di raccogliere e di dare unitarietà a proposte econtenuti anche eterogenei (si consideri l’esempio di La7d). Sipossono riconoscere “quattro principali formule d’uso del gendernella pianificazione dell’offerta televisiva in ambientedigitale”. La prima assegna al genere sessuale una “funzioneidentificativa primaria”, dichiarata già nel nome del canale, eche si associa a una precisa e selettiva scelta di contenuto. E’il caso del canale Lei. Nella seconda formula, il genere sessualecompare come “corollario dell’operazione della rete per una certatipologia di contenuti” (temi o generi discorsivi), associati inmodo elettivo (o esclusivo) alle culture di genere. Rientrano inquesta tipologia i canali di moda. Un caso meno evidente, ma digrande rilevanza, è
quindi, il genere come discriminante, si possono individuare diverse forme ed esperienze di consumo al femminile. Ad esempio, i canali televisivi come Real Time, La7 e La 5 utilizzano il gender come chiave di volta per creare mondi completi, con regimi discorsivi e tematiche specifiche. Allo stesso modo, Fox Life propone una serie di proposte diverse ma omogenee dal punto di vista del mood esperienziale e dello stile. Le ricerche sulle esperienze di consumo dei pubblici della televisione digitale confermano la presenza di differenze significative tra le visioni maschili e femminili.In particolare, i comportamenti, le attitudini e le esperienze delle donne dai 25 ai 55 anni, che costituiscono numericamente il segmento più rilevante del pubblico femminile, emergono in particolare "5 fattori distintivi".
Il primo elemento, che caratterizza il consumo femminile in ambiente domestico è il suo "carattere interstiziale": la fruizione televisiva continua a presentarsi come una parentesi fra le attività lavorative e le occupazioni domestiche, vissuta spesso come pausa, momento di evasione e distensione.
La natura interstiziale del consumo si somma poi alla diffusa tendenza a considerare i contenuti del piccolo schermo come sottofondo: compagnia, riempimento dei momenti di silenzio. A momenti in cui la tv attira a sé l'attenzione delle spettatrici in maniera focalizzata si alternano slot temporali in cui l'offerta televisiva passa sullo sfondo o diviene inattingibile. Pure a fronte della possibilità di costruire un
palinsesto personalizzato sui propri tempiquotidiani, il pubblico femminile tende a preferire una visione "di accompagnamento", "continuativa", "giocata su sceltecontingenti". Si nota cioè una resistenza da parte del pubblicofemminile a passare da una visione "time spending" a una "timeinvesting", se non in rapporto a specifici e singoli eventi (leprime serate di alcuni reality e serie).
In seconda istanza, la fruizione televisiva femminile "dipende"ancora, fortemente, dalle scelte e dalle posizioni assunte daglialtri componenti della famiglia. La tv rappresenta una risorsapreziosa, da contendersi o da imparare a condividere. All'internodi tali dinamiche le donne tendono a privilegiare le esigenzedegli altri componenti del nucleo domestico: da un lato scelgonodi affiancare mariti e figli durante la fruizione dei loroprodotti preferiti per poter "trascorrere del tempo".
insieme di programmi preferiti, a fruire dei contenuti televisivi in modo selettivo e a valutare criticamente le proprie scelte. Il pubblico femminile sembra essere più cauto e razionale nell'approcciarsi alle nuove opportunità offerte dal panorama digitale. Preferisce adattarsi gradualmente alle novità senza forzature e senza interrompere bruscamente le esperienze passate. Questo approccio permette di gestire la complessità in modo efficace e di definire un proprio insieme di programmi preferiti.bouquet di contenuti di riferimento. In particolare si possono distinguere 2 procedure nella selezione dei canali e dei singoli prodotti: una "verticale", l'altra "reticolare". L'approccio "verticale" porta le spettatrici a comporre una personale gerarchia di contenuti, da quelli "imperdibili" a quelli "di contorno": i primi rappresentano la "prima scelta", "gli appuntamenti da non perdere", mentre i secondi funzionano in un'ottica di completamento della dieta mediale. L'approccio di carattere "reticolare", invece, è proprio delle spettatrici che fanno molto zapping tra i canali alla ricerca di contenuti in linea con i loro hobby e le loro passioni del momento. A guidare la definizione della propria dieta di consumo non sono in questo caso tanto i singoli contenuti e personaggi, quanto il pi&ugra