Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 5
Riassunto esame Lingua francese, prof. Corda, libro consigliato La pratica della traduzione, Podeur Pag. 1
1 su 5
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

V: si baciarono­­­­ N: un baiser Avv: a lungo­­­­ Agg: interminable

Avv: apertamente­­­ Agg: franche Agg: derisorio­­­ ironie

La trasposizione aggettivo italiano/locuzione avverbiale francese è a sua volta ricorrente nell’attitudine italiana all’uso

cascanti­> en accordeon.

dell’aggettivo e della propensione francese per la locuzione avverbiale, es: pantaloni pantalons

Trasposizione e organizzazione frastica

• La trasposizione ordine progressivo/regressivo: Mentre in italiano l’organizzazione della frase non è molto diversa da quella

latina, in francese l’ordinamento delle parole è cambiato molto. Il francese moderno tende verso un ordine logico, obbedisce

alla regola della “sequenza progressiva”, l’ordine fondamentale degli elementi del francese è 1­il determinato 2­il determinante,

oppure 1­il completato 2­il complemento. Questa regola trasporta il più delle volte il soggetto prima del verbo, il complemento

del verbo dopo il verbo e quello del nome dopo il nome, l’aggettivo dopo il sostantivo e cosi via. In italiano è possibile fare

un’inversione dell’ordine sogg­verbo, es: lo sanno perfino i bambini; questo non è possibile in francese salvo rari casi, quindi nel

tradurre bisogna ripristinare l’ordine progressivo­>meme les enfants savent cela. L’italiano utilizza l’ordine regressivo. Es:

riprese l’abbaiare­> les aboiements reprirent. Negli enunciati francesi vi è la costante S­V, in quelli italiani una grande varietà

organizzativa con l’ordine regressivo costante V­S

• La trasposizione delle funzioni sintattiche: Vi sono anche variazioni delle funzioni sintattiche nella trasposizione. Nella frase ­

tout reprit son calme­>tornò la calma – non mutano le parti del discorso ma il C.O. diventa S nel corso dell’operazione

traduttiva. La propensione all’uso dell’infinito del francese corrisponde spesso nella traduzione a quella del congiuntivo in

italiano.

• Scissione/unificazione di periodi: Le differenze linguistiche tra italiano e francese portano il traduttore ad effettuare a volte lo

sconvolgimento di un intero enunciato o capoverso. È il fenomeno della trasposiz. a catena: una trasp. può provocare una serie

successiva di reazioni traspositive. Una frase semplice può diventare complessa e viceversa.

• La trasposizione proposizione participiale/altro tipo di prop.: Nella traduzione dall’italiano al francese ricorre il problema del

participio passato, forma poco usata nel francese, si tradurrà quindi: sopraggiunta l’ora­>quand arrivait l’heure. Il francese evita

inoltre di abusare del gerundio.

• La trasposizione proposizione subordinata congiuntivale/infinitiva: all’uso sempre più raro del francese moderno del congiuntivo

ai tempi passati ha corrisposto l’uso sempre più ricorrente della subordinata infinitiva, tale fenomeno non è riscontrabile

nell’italiano che preferisce il congiuntivo. Quindi nella traduzione si rinuncia al cong. italiano e lo si rende con un inf. francese,

perchè mi unissi m’encourager

es: mi diceva questo alla gioia generale­>…pour a prendre part…

• La trasposizione forma attiva/passiva: la forma passiva è usata in entrambe le lingue ma lo è molto di più in italiano, il francese

preferisce la f. attiva.

• La trasposizione affermazione/interrogazione/negazione/esclamazione: questi vari tipi di frasi appaiono a volte interscambiabili

nella traduzione. Questo tipo di trasposizione fa parte della modulazione ed è uno slittamento del punto di vista. Si può passare

resta debout­>il non si mise a sedere.

per es. dalla forma affermativa a quella negativa: son vicaire suo vicario Dalla f. aff. a

quella int: Sarebbe tale e quale­>qu’est­ce que ça changerait?, oppure il passaggio dallo stile diretto a quello indiretto, o dal

avesse peccato

discorso indiretto normale a quello indiretto libero: fece un rapido esame, se contro qualche potente..­>il fit un

n’aurait­il pas offensè

rapide examen: quelque puissante personnage?

2.La modulazione

La trasposizione è un’operazione a livello morfosintattico mentre la modulazione riguarda le categorie del pensiero, non più solo

variazioni nella forma ma anche nel discorso. Ogni lingua organizza nel proprio modo la nostra visione del mondo che ci circonda e ciò

richiede,nella traduzione, delle variazioni­>modulazioni. Es: non mi sarei mai permesso­>loin de moi cette idèe. Vi si ricorre quando una

traduzione produce nel testo della lingua d’arrivo un enunciato grammaticalmente corretto ma poco idiomatico. Le modulazioni

testimoniano diverse percezioni della realtà, es: scarpe da passeggio­>chaussures de ville, omicidio colposo­>homicide par imprudence.

Quando una modulazione viene registrata dal dizionario si dice lessicalizzata e bisogna tenerne conto nella trad,ma quando si tratta si 2

clichès, detti o metafore, può dare problemi, es:ingoiare il rospo­>avaler la coulevre(serpente). Bisogna usare l’espressione che è più in

armonia col testo. Al centro del procedimento di modulazione vi sono le figure retoriche di metafora, metonomia, sineddoche:

modulazione metaforica: cane­> canard; modulazione metonimica: mechant­> attenti

un freddo un froid de chien al cane;

sineddoche: d’appartement­> salotto.

chien cane da

Modulazione e metafora

• La metafora è lo spostamento di senso per similarità, una similitudine abbreviata. Vi sono vari tipi di metafore e similitudini:

1­similitudine esplicita, es: l’ignoranza di questa ragazza è pari a quella di un asino

2­similitudine che non esplicita le proprie ragioni: questa ragazza è ignorante come un asino

3­metafora in praesentia: questa ragazza è un asino

4­metafora in absentia: quest’asino (scompare il primo termine)

Uno sguardo diverso dell’italiano e del francese porta a equivalenze del tipo estomac/fegato, es: avoir de l’estomac­>avere del

fegato.

In qualsiasi lingua il traduttore traduca un passo metaforico, il procedimento più usato è la riorganizzazione morfosintattica che

consente la conservazione della metafora, laddove la trad orale non è possibile.

• La modulazione metafora/altra metafora: non potendo conservare i termini della metafora e della similitudine o del clichè, la

soluzione è quella di mantenere il livello metaforico del testo rendendo la metafora e la similitudine culturali con una figura dello

stesso senso nella lingua d’arrivo. Sono modulazioni figées (voir trente­six chandelles­>vedere le stelle) o create dal traduttore.

• La modulazione metafora/similitudine: a volte la metafora viene resa con la similitudine introducendo ‘come’ o ‘a la

maniere’,’paraitre’ ecc.

• La mod metafora/assenza di metafora: il livello metaforico più concreto si esprime per mezzo dei mots­images mentre il mot­

signe rende il concetto più astratto. Per es in italiano l’espressione ‘i rossi’ risulta più concreta de ‘i comunisti’. Nella trad si può

scegliere un’espr concreta al posto di una astratta e viceversa. Es: non mi viene nulla in tasca­>je n’ai aucun interet à cela.

Le modulazioni metonimiche

• Definizione della metonimia: la metafora è lo spostamento di senso per similarità, la metonimia è lo spostamento per contiguità,

es: il bicchiere=il contenuto del bicchiere, la vela=la barca a vela. Le metonimie vengono definite a partire dal legame che

unisce i due termini:

• Metonimia causa/effetto: se una strada è rotta i francesi dicono che è ‘impraticabile’, esprimendo le conseguenze del fatto, in

altri casi il francese può esprimere il fatto laddove l’italiano rappresenta l’effetto. La modulazione metonimica causa/effetto è tra

le più diffuse, accade spesso che un concetto espresso nel testo di arrivo sia la conseguenza si quello espresso nel testo di

non valeva niente­> etait inutile.

partenza, es: carla carla lui Le due espressioni confrontate possono essere collegate da un

dunque. Se abbiamo invece nel testo di partenza il fatto e nel testo di arrivo le conseguenza i due concetti sono legati dal

collés.­> impomatati

perché: il etait assez jeune, les cheveux soigneusement era abbastanza giovane, i capelli con cura.

• Metonimia contenuto/contenente: la metonimia che consiste nel nominare il contenente per il contenuto è ricorrente in entrambe

l’eau d’Aff­> un bicchiere.

le lingue: tu vas me payer vieni a pagarmi

• Metonimia di una parte per un’altra o di una caratt. per un’altra: nel designare una persona o cosa una lingua può focalizzarne

un aspetto piuttosto che un altro. Così una lingua può caratterizzare un oggetto col suo colore o funzione, es: gli era arrivata la

cartolina rosa convocation le service militaire

per andare a fare il soldato­>il reçut une pour (l’it descrive l’aspetto il franc il

ruolo).

• Metonimia caratterizzante/caratterizzato: quando una persona cosa o concetto sono simboleggiati da una particolare

trombettieri­>huit trompettes.

caratteristica (es le toghe per gli avvocati) abbiamo una metonimia­simbolo, es: otto

• a suo

Metonimia parte del corpo/sentimento che rappresenta: esprime un sentimento con la parte del corpo a cui è legato, es:

giudizio, ses yeux

la casa era bella­>à la maison…

• Sineddoche: e l’antonomasia (nome proprio per il n comune e viceversa) sono una varietà di metonimia in cui lo slittamento

semantico tra i due termini implica un rapporto di inclusione, il nesso logico tra l’espr del t di partenza e l’espr del t di arrivo è di

i giornali presse

appartenenza, la prima è parte della seconda e viceversa, es: diedero la notizia­>la re pandit la nouvelle. (i

giornali sono un sottoinsieme della stampa). Esiste la sineddoche generalizzante che va dal particolare al generale, e quella

particolarizzante, dal generale al particolare.

• farfalla­>lager

Sineddoche generalizzante: es, leggeri come zampe di comme pattes d’insectes.

• loge porta del

Sineddoche particolarizzante: restringimento del campo semantico, es: de ma ouverte je vois…­>dalla aperta

mio camerino vedo.. 3

• L’antonomasia: è una sineddoche in cui si usa un nome proprio per un sostantivo o un sostantivo al posto di un n proprio. Es: (n

scuole professionali­>votre C.E.T.

proprio­n c

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
5 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/04 Lingua e traduzione - lingua francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jiggly91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lingua francese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Corda Costa Maria.