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Religione e società nell'Europa delle riforme

Sia la religiosità cattolica che quella riformata compiono un processo sostitutivo da una religiosità che si esprimeva nell'appartenenza a una comunità e nella condivisione di valori religiosi collettivi, ad una forma di religiosità centrata sull'individuo. Si tratta quindi di un processo di modernizzazione: cambia la scala dei valori etici, il rapporto della religione con la sfera politica. Nel mondo cattolico questi cambiamenti si accompagnano a strumenti di propaganda e repressione. Il disciplinamento indica questa vasta azione di controllo sociale e di riorganizzazione che, accanto all'opera repressiva, caratterizza questo secolo di cambiamenti. Cambia ad esempio la scala di gravità dei peccati, basati sui 7 peccati capitali: mentre prima i peccati più gravi erano quelli dello spirito, l'ira, l'orgoglio, peccati che comportavano gravi rischi per la collettività.

Ora più gravi diventano quelli che incidono sui comportamenti individuali, cioè quelli della carne, in primo luogo quelli sessuali. Cambia per i protestanti, convinti dell'inutilità delle opere ai fini della salvezza, ma anche in misura ridotta per i cattolici, la concezione della carità: non più messe per i defunti ma assistenza e aiuto per i poveri. La stessa concezione del matrimonio si trasforma: per i riformati non è più un sacramento, ma un'istituzione di carattere sociale. Per la chiesa cattolica, il matrimonio mantiene e potenzia il suo valore sacramentale, attraverso la celebrazione da parte di un sacerdote, celebrati prima davanti alla chiesa poi al suo interno, rispettando i vincoli sociali: pubblico e alla presenza di testimoni, per evitare i matrimoni clandestini. Lo scontro tra cattolici e protestanti toccava molto da vicino anche la sfera politica. Per Lutero sfera religiosa e sfera statale dovevano restare distinte.

Per molti dei suoi seguaci, invece questa libertà doveva estendersi anche alla sfera sociale. La dottrina più radicale in questo senso fu quella anabattista. Il suo principale esponente, Thomas Müntzer, sosteneva che lo spirito santo fosse superiore alla parola di Dio contenuta nelle sacre scritture. Il battesimo doveva essere accompagnato da una rinascita spirituale e quindi riservato all'età adulta. Secondo gli anabattisti, la comunità di santi eletti da Dio, era destinata a reggere e governare l'intera società, regolata dall'osservanza delle virtù cristiane delle origini, povertà, carità e umiltà. L'anabattismo dette vita nel 1524-25 ad una vasta ribellione dei contadini che combattevano l'introduzione di elementi che tendevano a trasformare il sistema feudale, ma peggioravano le condizioni dei contadini, espresse nei 12 articoli. Lutero riconobbe parzialmente i diritti dei contadini ma ne

Respinse gli strumenti di lotta. Nel 1525 i principi tedeschi, tanto cattolici che protestanti, schiacciarono nel sangue la rivolta contadina. L'ultimo tentativo di instaurare il regno di Dio in terra si realizzò nella città di Münster, dove una comunità anabattista, approfittando di una crisi del governo locale, si impadronì del potere. Nella città fu permessa la poligamia, secondo l'usanza dei patriarchi biblici, eliminata la proprietà privata e il denaro. Il governo di Münster non durò a lungo, schiacciato nel sangue dai principi. L'episodio screditò il movimento anabattista facilitandone il suo totale sradicamento dalla Germania.

Di fronte alla spaccatura della cristianità e ai progressi della riforma, la chiesa cattolica riorganizzò l'inquisizione, centralizzandola nella congregazione cardinalizia del Sant'Uffizio, che coordinava i tribunali inquisitori locali.

L'inquisizione romana era assai diversa nell'ideologia e nella pratica repressiva rispetto all'inquisizione spagnola, nata alla fine del 400 in Spagna sotto il diretto controllo della monarchia allo scopo di combattere il fenomeno del ritorno all'ebraismo dei "nuovi cristiani", ebrei convertiti più o meno forzatamente. Si trattò infatti di uno strumento che si attenne alla legge, e che solo raramente effettuò condanne capitali. Elementi di libertà erano però presenti nella procedura inquisitoriale sulla ricerca delle prove di colpevolezza, come l'uso della tortura al fine di ottenere una confessione. Per arginare la diffusione del pensiero luterano attraverso la stampa, la chiesa instaurò un attento controllo sui libri, attraverso l'introduzione dell'Indice dei libri Proibiti. Alla messa all'indice si accompagnò un'intensa attività poliziesca, contro la diffusione.clandestina delle opere vietate, soprattutto dei testi protestanti. Accanto all'azione dei tribunali e all'attività di repressione, la chiesa cattolica sviluppò un'ampia azione di propaganda e di proselitismo, cercando di richiamare i fedeli e di conquistarne dei nuovi attraverso la predicazione. Il cristianesimo è fin dal suo nascere una religione universalistica, che ha fra i suoi obiettivi fondamentali la conversione degli infedeli. Il fervore conversionistico della chiesa coinvolse anche gli ebrei, verso cui Roma lanciò una campagna proselitistica di vastissime proporzioni, cercando di risolvere una volta per tutte, attraverso la loro conversione globale, il problema dell'esistenza di infedeli entro la società cristiana. Agli strumenti adottati dalla chiesa, si univa ora la creazione dei ghetti, cioè di quartieri in cui gli ebrei dovevano vivere rinchiusi e segregati. La creazione del ghetto a Roma, chiuso da cancelli.

esorvegliato da guardie durante la notte, fu deciso da Paolo IV nel 1555. Nello spazio chiuso del ghetto gli ebrei erano separati dai cristiani, spinti verso l'abbandono dell'antica fede: gli stati luterani invece espulsero sistematicamente gli ebrei. Solo il calvinismo avvierà un rapporto diverso con la minoranza.

Nell'età della riforma e della controriforma si assiste alla ripresa di un fenomeno nato intorno alla metà del XIV sec., quello della caccia alle streghe. L'ondata repressiva colpì solo marginalmente l'Italia e in misura ancora minore la Spagna, mentre toccò profondamente la Francia, l'Impero, i paesi scandinavi, l'Inghilterra e la Scozia. Probabilmente anche i mutamenti sociali che si verificano in questo periodo nelle campagne inglesi hanno contribuito a determinare la rottura di solidarietà comunitaria. Vedove e donne sole, un tempo protette dalla comunità, rimangono ai margini generando ansie.

Paure e sensi di colpa nel mondo individualistico che nasceva, pronto a proiettare su loro tutti i mali del villaggio. La caccia alle streghe sarebbe un fenomeno che accompagna la modernizzazione. Nonostante la creazione del mito del patto col diavolo sia di natura teologica e cristiana, nel 500 e ancora di più nel 600 essa diventa espressione di repressione essenzialmente laica, statale. Roma assume atteggiamenti prudenti, scoraggia la persecuzione in Italia emanando nei primi anni del 600, per opera dell'Sant'Uffizio, una regolamentazione che limitava la possibilità di istituire i processi per stregoneria, ponendo sostanzialmente fine alla persecuzione formalizzata dell'inquisizione. Inizialmente le donne avevano partecipato con entusiasmo alla critica dei riformati: la riforma sembrava dar loro spazi maggiori di partecipazione alla vita religiosa e di conseguenza sociale. Con l'istituzionalizzazione delle chiese protestanti, anche questa libertà.

Si esaurì rapidamente, mentre l'abolizione dei conventi toglieva nei Paesi protestanti alle donne la possibilità di autonomia, di studio, di ricerca interiore che la scelta monastica aveva loro precedentemente offerto. Nell'area cattolica invece, la permanenza delle istituzioni monastiche femminili permise alle donne una presenza nella chiesa, che in alcuni casi poté arrivare dopo la morte, alla proclamazione della santità." - L'euro pa in gue rra, 1519-1648

Dal 1521 al 1648 l'Europa fu ininterrottamente scossa da una serie di guerre, alla cui base ci fu la lotta politica per il predominio nel continente, ma anche la lotta religiosa tra protestanti e cattolici e quella per il predominio commerciale, per il controllo dei mercati e per il possesso delle colonie del Nuovo Mondo.

Alla morte del re di Spagna Ferdinando il cattolico gli succedette il nipote Carlo d'Asburgo, il quale regnava già sui Paesi Bassi ereditati dal

padre Filippo il Bello. La successione spagnola gli portò anche l'eredità dei Regni di Napoli, di Sicilia e di Sardegna. Nel 1519, con la morte del nonno, l'imperatore Massimiliano d'Asburgo, Carlo ereditò anche il dominio del territorio austriaco, assumendo la corona imperiale, con il nome di Carlo V. Numerosi erano i candidati alla corona imperiale, che era elettiva e dipendeva dal voto dei 107 principi elettori di Germania. Determinante per l'elezione di Carlo fu il sostegno dei banchieri che anticiparono al giovane sovrano somme di grande entità. Carlo V si trovò così a capo di un territorio vastissimo, che comprendeva anche colonie spagnole nel continente americano. La concentrazione nella sua persona di tutti questi domini era principalmente il risultato di un'abile politica di alleanze matrimoniali. L'unione nella persona di Carlo V di possessi tanto vasti, si accompagnava al sogno di restaurare l'impero.

universale e di assumere il ruolo di difensore della religione cristiana contro gli infedeli musulmani. La Francia, ritrovandosi accerchiata dai possedimenti spagnoli e asburgici, contrasterà con forza il progetto imperiale di Carlo V: lo stesso Francesco I, candidandosi alla successione imperiale in Germania, progettava un Impero francese comprendente l'Italia. La guerra tra Carlo V e la Francia (1521-59), cominciò in Italia, interrotta da tregue e periodi di pace. Un'importante vittoria degli imperiali a Pavia costrinse il re Francesco I, fatto prigioniero e portato in Spagna, a sottoscrivere un trattato di pace, con cui si impegnava a cedere la Borgogna e il Ducato di Milano, punto strategico per l'impero, in quanto accordava i domini spagnoli nell'Italia meridionale con quelli tedeschi. Tornato in patria, Francesco I si rifiutò di cedere la Borgogna, riaccendendo il conflitto. La Francia si riunì nella Lega di Cognac con l'Inghilterra. Formattazione del testo

Firenze, Venezia, Milano e con il papa Clemente VII Medici, che temeva un eccessivo rafforzamento dell'Impero

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Publisher
A.A. 2010-2011
37 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ninja13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Foa Anna.