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La morte di Cesare e la fine della Repubblica

La politica riformatrice e la clemenza verso gli avversari non impedirono che si formasse un'opposizione a Cesare, soprattutto da parte dell'aristocrazia senatoria, preoccupata dell'immenso potere da lui raggiunto; gli erano state concesse, infatti, tutte le cariche: di console, tribuno della plebe, dittatore, pontefice massimo. Cesare nominava i magistrati, gli era riservato in senato un seggio dorato, circolava inoltre la voce che volesse farsi dichiarare re.

Si formò contro di lui una congiura, sostenuta da esponenti della vecchia aristocrazia insieme a convinti repubblicani, capeggiata da Bruto e Cassio. Nel 44 a.C., mentre entrava in senato, Cesare fu ucciso a pugnalate.

Con la sua morte, però, non si ristabilì il governo repubblicano. Nelle guerre civili che seguirono vi fu chi raccolse l'eredità di Cesare: il primo, suo luogotenente; il secondo, Marco Antonio; Caio Ottaviano, suo figlio.

Adottivo e principale erede. Essi costituirono il cosiddetto secondo triumvirato, una vera e propria magistratura, in base alla quale si spartirono il potere. Sconfitti i congiurati a Filippi (42 a.C.) e messo da parte Lepido, ben presto Antonio e Ottaviano vennero in conflitto per il dominio assoluto: nella decisiva battaglia di Azio, nel 31 a.C., Antonio venne sconfitto. Ottaviano divenne il padrone incontrastato di Roma, alla cui storia si apprestava a dare una svolta decisiva con la sostanziale trasformazione dell'ordinamento dello Stato.

9. NASCITA E SVILUPPO DELL'IMPERO ROMANO

LA FONDAZIONE DELL'IMPERO

Ottaviano aveva raggiunto il potere in un clima di guerra civile, che aveva sconvolto Roma e che durò da circa un secolo. Si sentiva ormai il desiderio di pace e da più parti si reclamava un governo forte, che potesse tenere a freno le velleità dei militari e i contrasti tra i vari gruppi sociali.

Qualcuno pensava che, per ristabilire l'ordine, si dovessero abbattere definitivamente gli ordinamenti repubblicani, sostituendoli con una monarchia. La maggioranza dei Romani, però, era ostile all'instaurazione di un potere personale e ad una trasformazione così radicale dello Stato: desiderava un capo che facesse valere la sua autorità, senza, tuttavia, proclamarsi re. formalmente l'ordinamento repubblicano. Ottaviano capì la situazione e operò rispettando sempre istituzioni repubblicane (come il Senato e le magistrature), egli concentrò gradualmente nelle sue mani tutti i poteri (politico, religioso e militare), rafforzando un governo di tipo monarchico. Dal Senato gli vennero concessi onori illimitati. Venne proclamato imperatore, pontefice massimo, console, tribuno della plebe, censore, generale vittorioso (e che divenne il suo praenomen), cariche queste concesse a vita. La sua autorità fu sanzionata dai titoli di principe del senato e di Augusto.attribuiti nel 27 a.C.: con il pri-mo era riconosciuto capo dello Stato; con il secondo, venne considerato superiore a tutti, "degno di ve-nerazione".In realtà, l'eccezionale potere rendeva Ottaviano Augusto l'arbitro dello Stato, tanto che, in seguito, sa-stato difficile modificarne la struttura.rebbeCon il principato di Augusto, iniziava di fatto l'Età imperiale e l'assetto da lui dato allo Stato reggerà l'Im-pero romano per tre secoli. L'ORGANIZZAZIONE DELL'IMPERO Il primo obiettivo che Ottaviano Augusto si propose fu quello di appianare i contrasti sociali e di guada-gnare il consenso di tutti. Agli aristocratici offrì onori e posti di responsabilità nell'amministrazione stata-con il senato. Anche ai cavalieri concesse nuove possibilità dicostantemente un accordole, cercandocarriera come funzionari dello Stato. Per la plebe organizzò elargizioni gratuite di grano e una politica dil'ordine e la stabilità dell'impero. Promosse la costruzione di strade, ponti, acquedotti e altri lavori pubblici per migliorare le infrastrutture dell'impero e offrire maggiori opportunità di occupazione. Ai veterani, anche a quelli che avevano combattuto contro di lui, distribuì denaro e soprattutto terre. Per consolidare il suo potere, Augusto concesse privilegi ai gruppi che potevano opporsi a lui, rafforzando così la sua autorità e ristabilendo l'ordine e la pace sociale. Utilizzò anche una strategia di propaganda per ottenere il consenso del popolo. Augusto organizzò l'impero, mantenendo come base lo Stato romano costituito dall'Italia, i cui abitanti erano cittadini romani a tutti gli effetti. Per facilitare le operazioni di censo, divise l'Italia in 11 regioni, che corrispondevano alle divisioni etniche delle popolazioni italiche. La politica estera di Augusto era incentrata sulla pace. Non cercò grandi conquiste oltre i confini già raggiunti dall'Impero romano, ma si concentrò soprattutto sulla prosperità, l'ordine e la stabilità dell'impero.la sicurezza e l'organizzazione delle province, cioè dei territori dell'impero al di fuori della penisola italica. Es-(quelle più vicine ai confini e più esposte agli attacchi dei popoli stranieri o barbari), dipendevano direttamente dall'imperatore e avevano un eserci-furono affidate al Senato.to stanziale; le altre, chiamate province senatorie,La coesione sociale e il consenso del popolo vennero conseguiti anche attraverso le opere di urbani-promosse da Augusto.stica, ingegneria, architettura e sculturaTra i principali monumenti pubblici ricordiamo, oltre all'Ara Pacis, il Foro con il Tempio di Marte Vendica-tore, i portici di Livia e Ottavia, il Teatro Marcello; al collaboratore dell'imperatore, Agrippa, si deve la pri-ma costruzione del Pantheon, il tempio destinato al culto di tutti gli dei, ricostruito e completato dall'im-peratore Adriano.Augusto migliorò iRoma: istituì un corpo di funzionari che ne curavano la manutenzione; organizzò una specie di "polizia urbana" che vigilava giorno e notte sulla città; predispose infine un servizio di posta per facilitare le comunicazioni. Roma diventava con Augusto una metropoli degna dell'appellativo di "capitale del mondo". Per garantire lo sviluppo dei commerci, potenziò la costruzione di ponti, strade e porti. Fondò infatti il porto militare di Classis, sull'Adriatico, sede della flotta imperiale; grazie alla sua posizione strategica esso acquistò notevole importanza soprattutto in età tardo-imperiale, tanto che la vicina città di Ravenna divenne la capitale dell'impero al tempo delle invasioni barbariche, nel V-VI sec. d.C. LA LETTERATURA NELL'ETÀ AUGUSTEA Contemporaneamente, "l'organizzazione del consenso" venne perseguita ed ottenuta anche attraverso il qualeriunì intorno a sé e promosse la letteratura. Augusto fu coadiuvato in questo compito da Mecenate, che tessé artisti e poeti, stimolandoli a celebrare le imprese e le origini di Roma. Ciò favorì un'eccezionale fioritura letteraria, che si aggiunse alle notevoli opere realizzate alla fine del periodo repubblicano, come i Carmina di Catullo, il poema di Lucrezio, l'opera storica di Sallustio, il De bello Gallico di Cesare, le orazioni di Cicerone. Del Circolo di Mecenate fecero parte poeti come Virgilio, Orazio e Properzio; altri importanti poeti furono Ovidio e Tibullo. I suoi maggiori esponenti furono Tito Livio e Tacito, che diedero vita alla grande storiografia romana, interpretando la storia repubblicana e quella dell'età imperiale, da Augusto a Nerone. Fu tuttavia il vero interprete del nuovo corso della storia romana, della nuova cultura e dello spirito del periodo imperiale.

spi-Virgilio divenne il poema nazio-rito che Augusto voleva diffondere in tutto l'impero. Il suo capolavoro, l'Eneide,nale di Roma, di cui il poeta cantò le origini, collegandole alla storia greca e all'arrivo di Enea nel Lazio;l'origine della Gens Iulia, cui apparteneva lo stesso Augusto.veniva fatta risaliretroianoall'eroeLA NUOVA FUNZIONE DELL'ESERCITO nella storia di Roma,il ruolo fondamentale che ebbe semprecontinuò ad averel'esercitoNell'impero,ma cambiarono la sua struttura e i suoi compiti.Innanzitutto, con Augusto le forze armate furono indirizzate alla e alla sicurezza dei confini piùdifesache alla conquista di nuovi territori (i conflitti infatti furono limitati). Aumentarono le fortificazioni e si raf-delle legioni.i collegamenti, ma diminuì il numeroforzaronoInoltre, l'esercito divenne permanente o le legioni dimoravano stabilmente in determinate zo-stanziale:a intervenire in caso di pericolo. Erano

costituite essenzialmente da prontene, soprattutto di frontiera, disposti a svolgere il servizio militare per un tempo piuttosto lungo, dai sedici ai vent'anni; i volontari provinciali arrivavano a 25 anni; i marinai a 28. Era il corpo dei soldati scelti, al servizio e a protezione dell'imperatore. Altri corpi speciali dell'esercito operanti a Roma erano la guardia pretoriana e i vigili urbani addetti allo spegnimento degli incendi. Per sostenere le spese militari fu istituita da Augusto una cassa apposita o erario militare. Durante l'impero, fare il soldato era un vero mestiere, nel quale i poveri trovavano un modo per guadagnarsi da vivere e i benestanti un mezzo per fare carriera e acquistare prestigio. Godevano di particolari benefici i militari che avevano la cittadinanza romana. Questa, almeno fino al 212 (quando l'imperatore Caracalla concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell'impero), era un privilegio riservato solo ai cittadini romani.

Dell'Impero romano) fu quindi il premio e la prospettiva per coloro che provenivano dalle province o addirittura da regioni straniere. Gli accampamenti permanenti funzionavano come vere città. Frequentemente, nei pressi dei campi militari sorgevano villaggi di civili (nuclei di molte città attuali, come Vienna e Londra), che avevano intensi rapporti con i soldati. In questo modo l'esercito contribuì alla diffusione della civiltà romana, soprattutto nelle zone di confine, a contatto con popoli di culture diverse.

LA DINASTIA GIULIO-CLAUDIA

Il principato creato da Augusto non era ereditario. Di fatto, però, fu lo stesso Augusto ad indicare il suo successore all'interno della propria famiglia, instaurando un sistema dinastico. La dinastia di Augusto era detta giulio-claudia, perché discendente da Giulio Cesare.

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A.A. 2011-2012
41 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/02 Storia greca

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ninja13 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di storia antica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof De Cristofaro Giacomo.