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La congiura di Catilina

Catilina divampata nel 63 a.C. e probabilmente è stata composta immediatamente dopo la morte di Cesare. Questa congiura ha costituito l'elemento catalizzatore dello scontento prodotto da una situazione socio-politica ormai insostenibile. Il tono mosso, articolato e drammatico ricalca quello della tragedia, sia per il dominante timbro cupo, sia per la tensione della vicenda e per la catastrofe finale: proprio la drammaticità dell'impatto differenzia quest'opera dai Commentarii cesariani. Questa drammaticità espressiva è frutto anche di uno stile in cui dominano l'inconcinnitas (cioè l'asimmetria sintattica), le antitesi, le variazioni di costrutto e la brevitas.

Il Bellum Iugurthinum racconta della guerra contro Giugurta, erede al trono della Numidia, dal 111 al 105 a.C. e probabilmente composto fra il 41 e il 39 a.C. Nella guerra giugurtina la nobilitas ha mostrato appieno la propria incapacità politica e il...

miope tentativo di preservare unicamente i privilegi acquisiti: i nobili, vendendosi a Giugurta, hanno dato inizio alla corruzione e all'atteggiamento di superbia dei romani→- Ricchezza e potere: avaritia (privato) e ambitio (pubblico) mos partium et factionum = regime dellefazioni- Omnia venalia: tutto è comprabile

Di Mario, Sallustio apprezza le capacità militari, l'onestà e l'energia; d'altra parte lo storico non manca di avanzare anche su di lui alcune riserve, per avere egli sollevato la plebe e avere introdotto, attraverso l'arruolamento dei capite censi (ovvero, coloro che non potevano comperarsi un'armatura), l'uso degli eserciti "personali", che avrebbero portato all'estremo disordine lo Stato (dal bottino di guerra iniziava il riscatto sociale di questi proletari, che mostravano una profonda fedeltà al generale, per il quale avrebbero compiuto qualsiasi cosa).

La composizione delle

Historiae inizia nel 39 a.C. e si interrompe con la morte di Sallustio: l'opera avrebbe dovuto narrare i fatti tra la morte di Silla (78 a.C.) e la fine della guerra di Pompeo contro i pirati (67 a.C.). Ne restano solo frammenti: per cui la sincronia dei fatti è garantita, ma la diacronia è perduta.

Le sole Historiae mostrano un marcato pessimismo (storiografia moralistica): la constatazione della completa deriva della politica romana produce in Sallustio una totale sfiducia nelle possibilità di arginare la crisi, che, anzi, affonda le sue radici in una propensione al male connaturata nell'uomo (vitium humani → ingenii) fine teatrale del racconto.

Per il suo taglio "breve", la monografia si presta ad un pubblico vasto e ad una funzione educativa: fine dichiarato dello storico è quello di rendersi utile allo Stato con opere di scrittura anziché di intervento politico attivo. → Sallustio ha come modello Tucidide, che ha narrato

La guerra del Peloponneso Storiografia selettiva (congiura di Catilina e guerra contro Giugurta): Sallustio è motivato dall'esigenza di affrontare il tema della crisi dello Stato romano, ricercandone le cause politiche e morali. Dalla vittoria sui Cartaginesi, i Romani hanno iniziato a dedicarsi all'otium e sono diventati corrotti.

Metushostilis: no paura del nemico.

L'età augustea:

Virgilio

  • 70 a.C. Nasce ad Andes, presso Mantova, da una famiglia di piccoli proprietari terrieri
  • Studia a Milano e in seguito anche a Roma e Napoli, dove frequenta le lezioni del filosofo epicureo Sirone
  • 42 a.C. Grazie all'appoggio di amici potenti (Asinio Pollione, Alfeno Varo, Cornelio Gallo) riesce a evitare l'esproprio delle sue terre nel mantovano, decretato a favore dei veterani della battaglia di Filippi
  • 38 a.C. Entra nella cerchia di Mecenate
  • 29 a.C. Ottaviano (di rientro in Italia dopo la battaglia di Azio) assiste alla lettura delle

Georgiche▪ 19 a.C. parte per la Grecia, ma si ammala durante il tragitto e muore a Brindisi●

Le Bucoliche (42 – 39 a.C.) sono dieci canti pastorali in esametri dattilici, modellati sugli Idilli di Teocrito. Il paesaggio, l’Arcadia, risente di una forte idealizzazione: Virgilio crea una natura partecipe e solidale con i protagonisti delle vicende narrate. Non mancano neppure gli accenni (più o meno espliciti) ai fatti o ai protagonisti della politica dell’epoca: queste allusioni gettano, talora, l’ombra delle guerre civili sul racconto propriamente “bucolico”, ma possono anche veicolare le aspettative di rinnovamento fomentate da eventi politici particolarmente felici (come nella celebrazione della nascita di un salvifico puer, Ecloga IV). In ogni caso, proprio il riflesso di questi grandi eventi valorizza l’ambiente bucolico come uno spazio circoscritto e protetto, adatto a fugare le passioni e le funeste tensioni della vita.

politica. È in questo spazio naturale, dunque, che il pastore Cordione canta il suo amore per Alessi, o che Menalca e Dameta gareggiano in un canto amebeo. Ma i canti dell'Arcadia virgiliana possono ospitare anche contenuti più colti (come nella descrizione cosmologica del vecchio Sileno) o assumere accenti personali e quasi elegiaci (come nel carme consolatorio rivolto a Cornelio Gallo).

Le Georgiche, poema didascalico in esametri dattilici, trattano l'agricoltura, l'arboricoltura, l'allevamento e l'apicoltura. L'opera si allinea al programma augusteo di restaurazione morale. Richiama il modello delle Opere e giorni di Esiodo e del De rerum natura di Lucrezio. Ogni libro esplicita il suo contenuto in un proemio, sviluppa gli argomenti in blocchi tematici compatti e si chiude in un epilogo talora digressivo.

L'Eneide è un'opera iniziata nel 29 a.C. e lasciata incompiuta per la morte dell'autore.- I libri I

– VI richiamano l’Odissea: descrivono la fuga di Enea da Troia, le sue peregrinazioni per mare, l’approdo a Cartagine e la vicenda amorosa di Didone, l’incontro con la Sibilla cumana e la catabasi infernale di Enea- I libri VII – XII richiamano l’Iliade: narrano delle vicende belliche successive all’approdo dei Troiani presso le foci del Tevere

L’Eneide nasce dall’esigenza di creare un epos “nazionale” romano, motivo che si associa all’intento celebrativo di Augusto e della gens Iulia, rievocandone l’origine divina e legittimandone così il potere. A differenza del Bellum Poenicum di Nevio e degli Annales di Ennio, Virgilio sceglie di descrivere solo l’origine mitica della città, tracciando collegamenti espliciti o meno con la realtà “storica”, per lo più in forma di predizioni al futuro.

Virgilio mostra una particolare sensibilità nel tratteggio delle psicologie

dei personaggi, soprattutto dei vintie di coloro che soccombono di fronte alle manifestazioni di un fato dai tratti talora imperscrutabili.

Orazio

Orazio nasce a Venosa nel 65 a.C. Il padre, liberto e piccolo proprietario terriero, si trasferisce a Roma e gli assicura una buona istruzione. Nel 42 a.C. combatte a Filippi nelle schiere dei repubblicani e fugge dal campo di battaglia. Nel 38 a.C. Virgilio e Vario presentano Orazio a Mecenate, che qualche anno dopo gli dona una piccola villa in Sabina. Nel 17 a.C. riceve l'incarico di comporre il Carmen saeculare. Nell'8 a.C. muore, due mesi dopo Mecenate, accanto a cui è sepolto sull'Esquilino.

Tra il 41 e il 40 a.C., Orazio compone gli Epodi (o Iambi, come li definisce lui stesso), ma li pubblica solo nel 30 a.C. Si tratta di diciassette componimenti scritti in distici di un verso lungo seguito da un verso più corto. La varietà dei temi e l'aggressiva mordacità del tono sono tipici del

Genere letterario giambico, inaugurato dal poeta greco Archiloco; tuttavia, nell'opera archilochea questi elementi scaturivano da esperienze personali, mentre nella raccolta oraziana rispondono soprattutto all'esigenza di aderire all'ispirazione intrinseca al genere e consonante con la situazione del poeta, all'epoca, rimpatriato, povero e disilluso.

Le Satire, divise in due libri (41 - 33 a.C. e 33 - 30 a.C.), sono diciotto componimenti in esametri dattilici, che costituiscono dei "sermones" (conversazioni) su fatti e situazioni della vita quotidiana, raccontati con estrema vivacità, che forniscono lo spunto per riflessioni etiche e morali; Orazio evita i riferimenti politici e si limita a rappresentare personaggi immersi in situazioni di vita comune, riservando ampio spazio ai temi autobiografici e mostrandosi spesso con felice autoironia. Domina il senso della misura che, insieme all'apprezzamento dell'amicizia e della

vita appartata, costituisce un chiaro portato della filosofia epicurea. L'apparente semplicità degli argomenti e la leggerezza dello stile rivelano, comunque, una raffinatissima caratura letteraria (nel richiamo, per esempio, ai modelli della diatriba) e stilistica, che in certi casi il poeta stesso non manca di rivelare. Le Odi sono carmi in metri lirici: tre libri sono stati composti dal 30 al 23 a.C. e un quarto fra il 17 e il 13 a.C. Questa raccolta comprende poesie dagli argomenti disparati, che spaziano dalla riflessione più personale sull'amore e sul tempo all'invito sereno a godere delle gioie del presente, dalle considerazioni politiche più strettamente ispirate dai fatti della realtà romana (e dai programmi di Augusto) all'esaltazione dell'amicizia e della vita appartata, protetta dall'instabilità intrinseca ai grandi scenari della storia romana. I valori che Orazio riconosce come più connaturati alla vita appartata, costituiscono un chiaro portato della filosofia epicurea. L'apparente semplicità degli argomenti e la leggerezza dello stile rivelano, comunque, una raffinatissima caratura letteraria (nel richiamo, per esempio, ai modelli della diatriba) e stilistica, che in certi casi il poeta stesso non manca di rivelare. Le Odi sono carmi in metri lirici: tre libri sono stati composti dal 30 al 23 a.C. e un quarto fra il 17 e il 13 a.C. Questa raccolta comprende poesie dagli argomenti disparati, che spaziano dalla riflessione più personale sull'amore e sul tempo all'invito sereno a godere delle gioie del presente, dalle considerazioni politiche più strettamente ispirate dai fatti della realtà romana (e dai programmi di Augusto) all'esaltazione dell'amicizia e della vita appartata, protetta dall'instabilità intrinseca ai grandi scenari della storia romana.

Le tematiche principali di Orazio sono quelle dell'amicizia e dell'amore; la capacità di godere e apprezzare serenamente questi sentimenti senza cadere in eccessi edonistici costituisce uno dei maggiori piaceri della vita e permette di affrontare l'angoscia della fuga del tempo. Il piacere del simposio, in cui si unisce l'amicizia al dolce abbandono al vino, e il rifugio in un angolo reso felice dalla presenza degli amici diventano così antidoti all'ansia legata alla vecchiaia e alla morte. Ma anche la poesia, con la sua capacità di eternare il messaggio del poeta, è un mezzo per superare i limiti imposti dal trascorrere del tempo.

Le Epistole sono componimenti in esametri dattilici.

  • I libro (23 - 20 a.C.): venti epistole di argomento vario
  • II libro (19 - 13 a.C.): tre epistole di argomenti letterari

L'ultima, l'Epistola ad Pisones (aggiunta dopo la morte del poeta), è nota con il nome di Ars poetica ed

è un'esposizione di precetti di teoria letteraria. Nelle Epistole, Orazio riprende il genere colloquiale delle Satire, volto alla trattazione di tematiche morali e filosofiche; a differenza delle Satire, però, le Epistole marcano una certa
Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
25 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/04 Lingua e letteratura latina

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Svelo1993 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Lineamenti di letteratura latina e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Raffaelli Renato.