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NB: IL SENATO

Gli ultimi 10 anni, dal 275 al 285, sintetizzano le esperienze maturate nell’ambito dei rapporti tra senato e

militari. Dopo la morte di Aureliano si consuma l’ultimo tentativo di reazione senatoria con Tacito. Reazione

che segue all’esperienza autocratica di Aureliano. Il fatto che Caro non abbia chiesto la ratifica senatoria è

la risposta che gli imperatori militari danno a questo tentativo del senato di riaffermarsi. Ultimo passaggio

di una rivoluzione che aveva cominciato a manifestarsi già con la monarchia militare dei Severi e con le

purghe a danni del senato di Settimio Severo (scelta di fare delle coorti pretorie un’emanazione delle

legioni- riduzione autonomia delle coorti pretorie). È con i severi che comincia la trasformazione della

monarchia civile (Antonini) in quella autocratica degli ultimi secoli, questa trasformazione avviene con la

perdita di autonomia del senato.

Immagine di Severo Alessandro: immagine di compromesso tra potere suo e potere senatorio. Dopo Ale

severo i soldati furono gli arbitri incontrastati della scelta dell’imperatore. Non si limitarono solo a questo

ma sottrassero al prestigio del senato ogni fondamento:

 Gallieno toglie le legazioni di legioni da parte di senatori (Militare)

 Caro: superamento dell’importanza giuridico istituzionale del senato (Politico)

CONCLUSIONI

L’ESERCITO

La militarizzazione dell’impero è un concetto trattato con Settimio Severo. Lo stato era stato burocratizzato

da Adriano che aveva posto all’interno della burocrazia i cavalieri. La trasformazione del governo instaurata

da Augusto cambia con i Severi: BUROCRAZIA MILITARIZZATA. Impero autocratico fondato sull’appoggio

dell’esercito. L’impero dei severi costituisce un punto di svolta anche per l’esercito romano.

Provvedimenti che guardavano al futuro dell’esercito e cercano di risolvere difficoltà presenti nell’epoca

precedente:

 Aumento del soldo

 Anello d’oro

 Matrimoni riconosciuti

La politica dei severi si basa anche su idee economiche e non solo politiche, Settimio favorisce la creazione

dei Collegi Militari: associazioni di età Augustea autorizzate solo per i veterani e con finalità funerarie (ogni

soldato lasciando l’esercito lasciava dei soldi in cambio di una sepoltura decente, Settimio estende il diritto

di appartenere a un collegio anche ai soldati in servizio. Secondo alcuni queste associazioni avevano

carattere religioso e funerario, per altri anche finalità cultuale: celebrazione del culto imperiale e difesa dei

loro membri. Manovravano anche del denaro perché fungevano quasi da banca di deposito o da

assicurazione o da cassa per la pensione.

Settimio modifica anche l’organizzazione della strategia:

 aumento effettivi (nuove 3 legioni partiche/ 2 in Mesopotamia/1 sui Colli Albani)

 nuove legioni affidate a prefetti equestri

 distaccamenti delle legioni: vexilliationes (da Gallieno in poi molto utilizzati), truppe distaccate

comandate da un duces sempre di origine equestre.

Processo che sfocia poi nella separazione del potere militare (equites) e del potere amministrativo (senato).

Il fatto che Settimio abbia aumentato il n dei soldati arruolandoli tra i provinciali, barbari e prov orientali,

ha fatto si che alcuni storici (Von Domas Zewski) abbiano parlato di “Barbarizzazione dell’esercito” , mentre

Watson e Smith hanno sostenuto che quest’accusa non può essere mossa a Settimio più di quanto abbia

fatto Vespasiano. Non ci sono cmq stravolgimenti, ma una lenta degradazione dell’elemento latino, anche a

livello di lingua: latino più volgare perché entrano all’interno dell’esercito cittadini sempre meno

romanizzati.

 I soldati vengono utilizzati anche con funzioni civili e non solo militari (motivo per cui viene

eliminato Probo!).

Gli interventi di Settimio sono i più riformatori da Augusto. Il primo a cambiare fortemente la compagine

dell’esercito è Settimio.

Malgrado queste riforme: crisi di efficacia: L’esercito si dimostra incapace di impedire il saccheggio delle

città vicine ai confini: difficoltà a vincere i barbari e a difendere il territorio.

Ricordiamo però che Roma doveva affrontare avversari che conoscevano la tecnica bellica romana, i nemici

erano organizzati, equipaggiati e aggressivi (Persiani). E poi ricordiamo anche la vastità dei confini

geografici. Difficoltà oggettive nella difesa: le minacce (con Valeriano o con la morte di Gallieno) arrivano da

più fronti contemporaneamente. A tutto questo dobbiamo aggiungere le usurpazioni che scoppiavano nelle

aree periferiche dell’impero: espressione dell’inquietudine derivante da una difesa debole.

Bisognava ripesare la distribuzione degli eserciti: aggravio dei costi della difesa.

Ci furono delle sconfitte gravi, ma diversi imperatori cercarono di riaffermare la potenza dell’impero. Si può

dire che nell’ultimo quarto del III sec la situazione migliora grazie a misure di circostanza che di vennero

permanenti: dal 280 in poi il pericolo barbarico non è più pericolo primario e anche la minaccia persiana è

più limitata sotto Diocleziano e Costantino (la loro fortuna è anche quella di poter godere di condizioni

esterne migliori- cosa che consente di dedicarsi alla riforma interna dello stato).

Comandi militari sovra provinciali per il controllo e la gestione degli eserciti in quel settore: introdotto con

Filippo l’Arabo. (iscrizione P 48: viene da Filippopoli, dedica a Caio Iulio Prisco, vir eminentissimo (titolo del

prefetto al pretorio) titolo di Rector orientis: comando militare sovraprovinciale concesso da Filippo a suo

fratello Prisco!) Comando che consente di dare una direzione univoca all gestione del territorio di fronte a

nemici che agiscono contro l’impero. Anche Odenato avrà questo titolo di Rector Orientis. Questi comandi

ci sono in Pannonia, nelle 2 Mesie e in Africa.

In più c’è la distribuzione dei compiti tra i membri delle stesse famiglie: divisione oriente e occidente.

Gli imperatori iniziano a delegare a persone sulla cui competenza possono contare, comandi di solito

favorevoli all’ordine equestre (sia comando province problematiche, sia comandi di spedizione mobili:

armate attive ad es nel 167 168 in Italia del Nord- Aureolo contro Postumo- e in macedonia e in tracia

contro i goti). [nel IV sec si avrà la distinzione tra eserciti fissi e eserciti mobili (Vexillationes) a cui verranno

affidati i migliori].

Diverse modalità di accesso: Gallieno esclude i senatori dalla carriera militare. Ci si affida a ufficiali esperti,

professionisti della guerra come tutti gli imperatori illirici.

Il fatto che l’impero romano riprenda l’offensiva conferma che le riforme intraprese erano quelle giuste, ma

dobbiamo aspettare l’età tetrarchica per parlare di ripresa vera e propria.

Un limite dell’esercito era che quello di non avere un’azione coordinata dentro l’impero, non c’è una

coscienza comune, le guarnigioni ragionano in termini regionali provinciali.

Escono di scena i pretoriani nella gestione del potere imperiale perché snaturati dalle riforme severiane. Le

coorti pretorie giocano un gioco secondario, è vero che i prefetti al pretorio aspireranno alla porpora, ma le

coorti pretorie non sono più l’unica forza armata presente, non sono più così importanti. La prefettura al

pretorio diverrà ufficiale civile e non più militare con la tetrarchia!

Diventa necessaria l’ espressione da parte dell’imperatore di virtù militari. Gli imperatori arrivano da

ambienti militari. militarizzazione:

Quando si parla di III sec dominato dalla presenza militare si parla di

burocratizzazione della struttura amministrativa imperiale:

 penetrazione di elementi militari negli staff dei magistrati civili

 intervento dell’elemento militare su processi sociali come difesa dei privilegi delle classi dominanti

Martedì 21 maggio 2013

IL SENATO.

La svolta del terzo secolo ridisegna il ruolo del senato. Per capire le trasformazioni avvenute è bene riferirsi

a come la storiografia senatoria del secolo successivo ha recepito il cambiamento.

Aurelio Vittore

Consideriamo l’opera di del 361 (tra Costanzo II e Giuliano), provinciale di origine

africana, non apparteneva a famiglia senatoria ma fa carriera per meriti culturali. Opera da Augusto al 10°

consolato di Costanzo II. La sua attenzione va in particolare alle trasformazioni della crisi del III sec, in

particolare al cinquantennio 235 285, da Severo a Diocleziano. In questo cinquantennio caratterizzato da

destabilizzazioni, Vittore vede il momento cerniera in cui si era scatenata una corsa incontrollata al potere

che ha gettato lo stato in balia di personaggi spregevoli sul piano sociale e sul piano culturale. Il senato, dal

suo pdv, non era stato in grado di contrastare questa degenerazione e la trasformazione del Principato in

Dominato. Il senato era stato indebolito volutamente nel suo ruolo e nella sua influenza da imperatori inetti

che roprio per questo non volevano confrontarsi con le personalità di più alto valore emergenti in senato.

“Dopo questo tempo- uccisione di Ale- gli imperatori più preoccupati i di imporre il loro dominio che di

domare i popoli a confine hanno precipitato l’impero romano, si sono visti buoni e cattivi lanciarsi sul

potere, la sorte lascia l’impero in mano a uomini vili”.

Caso senza precedenti di Massimino: uscito dalla bassa forza dell’esercito (prima di lui gli imperatori erano

stati membri del senato o per nascita o per promozione da origine equestre- 217 Macrino eccezione, però

cmq categoria degli honestiores.)

Le ragioni dell’evoluzione che privilegiava i cavalieri era in rapporto con il moltiplicarsi delle minacce

interne e ai confini. Generali valorosi di estrazione senatoria esistevano, ma i silenzi dell’epigrafia

dimostrano che c’è un progressivo disinteresse da parte dell’aristocrazia senatoria per le alte cariche

militari che portavano fuori da Roma, era sempre meno ricercata una carriera militare dall’élite del

patriziato senatorio. Ma nel decennio più rischioso anni ’60 (cattura valeriano- morte Gallieno) lo stato

deve organizzarsi e modificare le sue strutture per adeguarsi a uno stato di guerra permanente, anche se

negli anni precedenti si era assuefatto alla pace, deve aprirsi a comandanti equestri in gamba. Questo non

significa che i senatori , sotto Gallieno, si facessero eliminare dal comando militare a causa della loro

inettitudine.

Aurelio Vittore: “Il senato avrebbe potuto ritrovare il diritto di tornare nell’esercito sotto il regno di Tacito,

Floriano, successore di Tacito, non avrebbe preso sotto gamba il potere se l’ordine senatorio fosse

Dettagli
A.A. 2014-2015
44 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/03 Storia romana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher floriana.truffa! di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia romana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Pellizzari Andrea.