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Lo statalismo, che contiene pensatori come Hegel e Fichte, e che conduce
o anche a figure come Clausewitz, poiché per egli solo gli stati possono
affrontare i costi di una guerra, che non è altro un “modo di fare politica con
altri mezzi”.
Sul piano delle relazioni politiche internazionali, è predominante una visione
eurocentristica, con scarso interesse al mondo americano ed asiatico.
In Europa poi si pone il problema di un format militare, poiché è impensabile un peso
internazionale europeo senza un format di questo tipo. Questo format sarà diverso
secolo per secolo, come ad esempio nel Cinquecento , dove nelle guerre d’Italia la fa
da padrone la cavalleria di tipo francese e la fanteria svizzera.
All’inizio, a livello militare si trovano bande militari e soldati di ventura
(landkenechts), a cui subentrano le “indetured companies”, compagnie militari
concesse dai signori feudali durante le guerre al sovrano. A questo modello si
contrappongono le “teste rotonde” di Oliver Cromwell, esercito di formazione
puritana, dalla quale si evolvono i primi eserciti di carattere nazionale.
Da una degenerazione degli eserciti professionali nascono poi uno strumento
economico-militare utilizzati dai vari stati europei, ossia i contractors, cioè le truppe
mercenarie, che non sono sottoposte all’autorità di nessun governo.
Tra gli stati europei, nella sua formazione, l’Olanda vede come un modello da seguire
in Venezia, con l’instaurazione di funzionariati pubblici ereditari, che crea una
specifica classe sociale, i regenten. Inoltre il patriziato olandese sfrutta l’apertura
commerciale che l’Olanda riesce a realizzare, mentre il loro modello, ossia Venezia,
non raggiunge lo stesso risultato poiché sfugge alle tratte del mercato orientale.
La rivoluzione scientifica
Nella civiltà araba lo sviluppo culturale era già in stato avanzato, stato testimoniato
ad esempio:
Presenza di una grande biblioteca a Cordova;
• Figura di Al-Khuwarizmi, da cui derivano gli algoritmi;
• Al-Jahr, che dà il nome all’algebra;
• Jabir Ibn Hayyan, che si interessa di chimica e scrive il saggio alchemico
• “Kitah al-Kimya” (IX secolo);
Omar Khayyam, che nel 1079 crea la suddivisione dell’anno in 365 giorni;
•
Questa civiltà subisce però un freno con la distruttiva invasione mongola condotta
dalla dinastia Yuan, che porta anche alla distruzione di Baghdad.
Alla base degli sviluppi scientifici della conoscenza anche in Europa si deve tener
conto della presenza degli elementi tradizione, religione e ragione. Mentre i primi due
possono essere un ostacolo allo sviluppo del processo scientifico ( come ad esempio
il loro ruolo nell’abiura di Galileo Galilei), il terzo elemento è alla base dei principi di
osservanza ed esperienza, che aiutano a superare i limiti della conoscenza.
A proposito degli ostacoli alla conoscenza, in Cina Feng Yu Lan nel 1922 si interroga
sul perché il suo paese non possieda la scienza. In Cina fa da padrone la filosofia
taoista del Qi, che si basa sull’armonia esistenziale tra le due forze Yin e Yang.
Questa armonia, per esempio, è ricercata anche in campo medico (come nel caso del
Prana indiano), e conduce ad uno sviluppo diverso dalla medicina occidentale,
contrapponendo a quest’ultima medicina di stampo specialistico una cultura per
l'appunto armonistica. A questa cultura va poi ricondotto uno sviluppo di una dignità
esistenziale animale assolutamente pari a quella dell’uomo, contrariamente al
cattolicesimo.
In Europa quindi prende piede nel Seicento un metodo scientifico di analisi
sperimentale basato su fondamenta matematiche, che supera l’osservazione e l’analisi
empirica adottata da Leonardo Da Vinci. La metodologia di quantificazione del
fenomeno scientifico si basa su una struttura tripartita divisa in ipotesi-esperimento-
valutazione dei risultati, ossia un “trial and error vs analogical chinese progress”,
dove l’armonia del corpo è ancora fondamentale principio dell’omeopatia. La
struttura scientifica può essere applicata anche alla storia, con una visione sempre
aperta e pronta al revisionismo storico.
Thomas Kuhn indica con il termine “paradigmi scientifici” quei paradigmi legati a
quelle istituzioni che propongono una visione del mondo che fa resistenza con il
progresso scientifico (come ad esempio la chiesa cattolica con il paradigma del
sistema tolemaico).
Lo sviluppo scientifico è comunque uno sviluppo di carattere esogeno, perché è la
società a chiedere allo scienziato di analizzare, provare e sperimentare (es. la laguna
veneziana ed i fiumi che vi sboccano), la cui risposta è appoggiata
dall’organizzazione di ricerca scientifica nelle accademie. Sempre caratterizzante lo
sviluppo scientifico è l’espansione dei brevetti, su cui si eserciterà una superiorità
italiana, come il decreto veneziano del 1474 sul diritto della proprietà intellettuale,
detto Privilegio, redatto per salvaguardare direttamente il pensiero di Aldo Manunzio.
Un esempio estero è invece fornito dallo statuto dei monopoli del 1624 in Inghilterra,
che prevede la possibilità dei brevetti di essere acquistati e difesi.
Gli sviluppi europei di questa innovazione scientifica sono una ricerca di carattere
agnostico, che conduce ad una conoscenza del fenomeno priva di qualsiasi
presupposto ed aperta a qualsiasi risultato, poiché una filosofia che propone già una
certa visione del mondo ostacola il progresso scientifico. Il risultante è una fisica
quantitativa e non qualitativa. A ciò si aggiunge l’eliminazione della frattura tra il
mondo terrestre ed il mondo stellare, con la frantumazione dell’idea “dantesca” di
cosmologia e passaggio ad una fisica più meccanicistica.
A questi sviluppi si accompagnano però delle contraddizioni nel Seicento europeo,
perché accanto a questa visione scientifica vive una cultura popolare e di sapere
magico, che porta ad esempio un interesse per l’astrologia ed a processi alle streghe.
Nei rapporti esteri tra Europa e Cina, l’Europa si trova in condizione non di
insegnare, ma di imparare culturalmente dal paese asiatico, che però davanti alle
innovazioni europee ha un atteggiamento di chiusura. Infatti la burocrazia cinese,
comandata dai mandarini, legati alla filosofia del confucianesimo, non favorisce il
pluralismo intellettuale e politico, poiché i cambiamenti tecnologici mettono in crisi
l’ideale confuciano di concordia sociale, visto che causano disgregazione sociale. Ai
mandarini, oltre all’opposizione degli eunuchi, che ha però interesse puramente
commerciale, si oppone anche Hsiao Tung-Fei, che accusa l’intellighenzia cinese di
essere amante di una cultura del passato, e di interessarsi solo alla letteratura e
all’arte.
Sul panorama culturale arabo, il primo libro stampato si data nel 1729 (e Venezia si
palesa come grande tipografia).
Un’eccellenza scientifica italiana è Benedetto Castelli, che è il primo scienziato
idraulico a riuscire a calcolare la velocità e la portata d’acqua ed è riconosciuto come
il padre dell’idraulica. Egli si basa su due formule di carattere matematico per
ottenere i due risultati: a x V
Portata = Quantità di acqua in una sezione per unità di tempo
√h
Velocità = La velocità aumenta con la diminuzione dell’altezza
Sono presenti però ancora delle limitazioni di carattere scientifico, che verranno
colmate con il calcolo infinitesimali di Leibniz, che offrirà un calcolo più preciso del
fenomeno.
Questi limiti però fanno ricadere l’evoluzione tecnica e della ricerca scientifica sulla
tecnologia. Qui subentra la proposta di divisione disciplinare di Bacone, che elimina
dal Settecento la possibilità che si formi una figura intellettualmente ferrata in
generale come Leonardo Da Vinci. Questa divisione porta ad una
professionalizzazione della scienza, dove si inserisce un ruolo dello stato e delle
società scientifiche, ed ad una professionalizzazione dello scienziato, con copertura
privatistica e un inquadramento di tipo statale.
La diffusione scientifica è garantita dalla nascita delle grandi tipografie e case
editrici, e questa espansione su vasta scala mette in crisi e conduce ad una
rimodulazione delle università, con la fondazione della Royal Academy di Londra nel
1662, seguita subito dopo dall’ Acadèmie des Sciences di Parigi nel 1666 e le
fondazioni di accademie a Berlino (1700) e a Pietroburgo (1724).
La guerra dei trent’anni (1618-1648)
All’interno di questo conflitto si profila un ruolo centrale da parte della Danimarca,
della Polonia e della Svezia, dove negli ultimi due prende il potere la dinastia dei
Wasa, che partecipa ad un conflitto che viene a superare la dimensione germanica. Lo
stato polacco inoltre soffre di un indebolimento sotto il profilo istituzionale che è
imputato alla legge del Liberum Veto del 1625, che permetteva ad ogni nobile
dell’assemblea nobiliare di opporre veto contro l’elezione del sovrano.
Le fasi della guerra sono quattro:
Boemo-palatina (1618-1625);
1. Danese (1625-1629);
2. Svedese (1630-1635);
3. Francese (1635-1648);
4.
Nel 1648 il conflitto si conclude con la pace di Westfalia, che si evidenzia come una
pace internazionale.
Questo conflitto è il più grave che l’Europa affronti dopo le guerre d’Italia, e si
presenta ben più grave di quest’ultime, poiché la guerra dei trent’anni ha una
conflagrazione di carattere europeo, al cui interno l’imperatore cerca di riconquistare
un’unità politica nel continente europeo.
Fase Boemo-palatina
Fase che, come dal nome, ha origine nell’area della Boemia, area intorno a Praga,
dove già si era sviluppato una contestazione protestante ed il movimento hussita. Lo
scontro è causato dalla politica intollerante condotta dagli imperatori Mattia e
Ferdinando II, che viene contestata dall’elettore del Palatinato Ferdinando V.
L’episodio eclatante è la defenestrazione di Praga, dove i messi imperiali vengono
scagliati fuori dall’assemblea nobiliare.
Ferdinando V viene sconfitto dall’esercito imperiale nella battaglia della Montagna
Bianca (1620), a cui segue la repressione degli elementi protestanti in Boemia (1625).
Fase Danese
In Danimarca regna Cristiano IV, che governa anche la Scania, zona contesa con la
Svezia.
Cristiano IV viene battuto sul campo dai due generali asburgici Tilly e Wallenstein,
due figure molto importanti sul panorama storico tedesco, ed è