Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
COLONIALISMO UK
Non esistono forme sociali universali, civiltà aspirabili → l'UK mette il
• riconoscimento ed il rispetto delle diversità alla base della sua dottrina
coloniale (e mantiene le differenze).
A livello amministrativo → decentralizzazione con riconoscimento del
• ruolo dei capi tradizionali come protezione delle peculiarità.
GOVERNO INDIRETTO (indirect rule) → governi appoggiati ai capi
• tradizionali attraverso le forme di governo locale – riconoscimento
autonomia d'autogoverno locale.
DIRITTO D'AUTOGOVERNO attraverso le proprie TRADIZIONI e
• CONSUETUDINI → le società africane sono divise in tribù ed etnie, che
devono governarsi tramite le proprie consuetudini dai capi tradizionali –
quali consuetudini? Nasce il dibattito su quali riconoscere e quali meno
→ CONGELAMENTO ed ATTRIBUZIONE per etnie e tribù delle varie
consuetudini
A ciascuna tribù identificata, doveva corrispondere una suddivisione
• locale dello Stato, al quale attribuire un codice consuetudinario regolato
dal capo tradizionale.
→ ESSENZA DELL'INDIRECT RULE: ciascun capo locale era riferimento di
una NATIVE ADMINISTRATION – governo generale UK nella capitale,
diramato a livello locale tramite consuetudini del capo tradizionale su
territori definiti fissi
→ NATIVE AUTHORITIES: capi locali detenenti potere di governo nelle
native admin.
A livello di modello amministrativo F e UK divergono completamente;
sono soprattutto diversi i presupposti da cui partono: la Francia parte da
una dottrina evoluzionista secondo la quale le varie diversità tra le razze
potevano essere ricondotte ad un unico universale valido per tutti [vi
sono nel mondo delle forme sociali e di civiltà universali valide per tutti, a
cui tutti possono aspirare]; i vari popoli si collocano in varie fasi di questo
cammino verso una forma di civilizzazione universale. Il modello è la
società cristiana cattolica francese, e la Francia si assume il dovere della
missione civilizzatrice: attraverso il governo coloniale far sì che anche le
popolazioni arretrate possano aspirare alla civiltà superiore francese >
dottrina coloniale dell’assimilazione, creazione di una società di
assimilati. Il presupposto britannico è esattamente l’opposto: non esiste
la civiltà superiore a cui tutti possono aspirare, rispetto delle differenze,
ogni società ha le sue regole, le sue consuetudini, le sue tradizioni.
Governando queste differenze si può portare benessere generale [nella
sua forma più estrema può divenire separazione tra le diverse società >
apartheid, sviluppo separato]. Mamdani, uno dei più noti storici africani
africanisti, ha cercato di spiegare come il modello autoritario coloniale
britannico rimarrà anche negli stati indipendenti – Citizens and subjects.
GOVERNO COLONIALE FRANCESE: missione civilizzatrice,
• assimilazionismo.
estrema centralizzazione delle strutture di governo: no autonomie locali,
• no forme di decentralizzazione. Le forme di divisione amministrativa
territoriale, ma non vuol dire riconoscimento di autonomie locali.
Non vengono riconosciuti in nessun modo le autorità tradizionali africane,
• soprattutto nella fase di impiantazione del governo coloniale, perché gli
africani devono aspirare a diventare cittadini francesi.
Mise en valeur, i territori vengono divisi in 2 categorie: l’Africa Utile
• [riceve gli investimenti di Parigi] e l’Africa Inutile [zone non adatte agli
investimenti e completamente abbandonate, destinate ad essere
serbatoi di forza lavoro per le zone dell’Africa Utile]. L’AU, dove vengono
impiantate le grandi piantagioni per il commercio internazionale, sono
generalmente le zone costiere. Dall’AI la popolazione non avrà altra
scelta se non emigrare verso la costa > principale contesto politico e
sociale di molti paesi ancora oggi, ex. Costa d’Avorio, tipico caso di un
paese dove nelle zone costiere vengono concentrati gli investimenti, la
forza lavoro proviene da movimenti migratori dall’interno della Costa
d’Avorio e territori limitrofi. Anni e anni di spostamenti, poi ad un certo
punto la frontiera agricola si satura e nascono i conflitti.
Piano piano, il governo francese si rende conto che per stabilizzare la
• popolazione c’è necessità della cooptazione dei leader locali: la Francia
inizia a riconoscere il ruolo dei capi tradizionali all’interno del potere
coloniale, allocazione di vantaggi e prerogative, istituzione di consigli
locali con potere consultivo sulle politiche coloniali. Nascono così quelle
forme deviate di rapporti sociali e politici oggi riconosciute come
neo-patrimonialismo: sistemi di appropriazione di ricchezze e
distribuzione alle proprie famiglie, ai propri vicini, ma non è l’essenza
degli apparati sociali di queste zone. I notabili locali cominciano ad
appropriarsi di questi vantaggi per interesse personale > complici del
governo coloniale. Percorso che si attua a partire degli anni ’30. In questa
contingenza incominciano a essere previsti organi elettivi locali con solo
potere consultivo di rappresentanti africani, che diventano i primi luoghi
in cui si coagulano espressioni di rivendicazioni nazionaliste africane
contro il potere coloniale; queste prime forme di rivendicazione vengono
rivendicate da una serie di personaggi, gli uomini nuovi, che provengono
dalla cerchia di popolazioni che effettivamente è riuscita a guadagnarsi lo
status di assimilato, ma in questa fase sono rivendicazioni che si situano
quasi esclusivamente all’interno della logica assimilazionista > vogliamo
essere uguali agli europei.
Indirect rule, suddivisioni amministrative locali che avrebbero dovuto
• raggruppare le popolazioni. Potere di regolare l’accesso alle risorse
naturali, prima di tutte la terra. Native administration, rette dalle native
authorities. Problema: non c’erano singole autorità riconosciute da tutta
la popolazione, come categorizzato dalle potenze coloniali europee, non
vi era sempre questo consenso all’interno di queste popolazioni che nel
tempo e nel territorio erano estremamente fluide e non si riconoscevano
in un assembramento territoriale. Originariamente, queste native
authorities non avevano potere su un territorio, ma avevano un potere
sulle persone; inoltre, esistevano diversi livelli di autorità, non una
gerarchia unica come schematizzato dalle potenze europee. Che gli
africani uscissero da questi schemi non era previsto, era considerato una
perversione: dovevano rimanere fisse le autorità, i confini, i territori, le
consuetudini e le tradizioni > stereotipare la diversità, impiantandovi un
sistema socio-politico che non doveva subire mutamenti. Questo quadro
contribuirà a creare ex-novo schemi che consolideranno nuove identità
politico sociali. I territori che già erano soggetti a un’amministrazione
centrale furono facilmente assimilate a questo schema, ma nei territori
più distribuiti a macchia di leopardo [ex. Kenya] la razionalizzazione della
popolazione venne operata di forza per ricondurre l’area a questo
schema. Le native authorities avevano anche il compito di aiutare a
mantenere l’ordine locale: riscossione delle tasse. In Ghana, Angola e
Mozambico uno dei primi provvedimenti sarà il non-riconoscimento delle
autorità tradizionali. Vi saranno gruppi che dovranno assimilarsi al
discorso portato avanti da gruppi dominanti.
Chi ha ideato le basi di questo sistema? Lord Frederik Lugard,
governatore della colonia della Nigeria del Nord, dove in quel momento si
trovava il califfato di Sokoto. Egli sostenne che il governo coloniale
inglese dovesse servirsi del sostegno dei governi pre-esistenti. Il
problema era che nel resto della Nigeria non c’era Sokoto e non c’erano
stati inglobati nello stato coloniale > era impossibile incasellarli in quello
schema di native administration > laddove esistevano backward tribes,
tribù arretrate dove non esisteva un modello di potere sul modello dello
stato pre-coloniale come a Sokoto, era necessario creare un capo che non
esisteva e il potere di far questo viene demandato a Sokoto [nel caso
della Nigeria] di individuare e designare l’organizzazione tribale nelle
varie gerarchie anche nel resto del territorio. Il caso della Nigeria
costituisce il caso limite, assieme all’Uganda. Nascono nuove forme sul
territorio che nel corso di 60 anni diventeranno nuove identità sociali,
etnie.
Colonie di settlers: colonizzazione d’insediamento, che si distinguono
• dalle altre perché i settlers in massa si appropriano delle terre e si
impiantano nelle campagne [Sudafrica, Zimbabwe – Rhodesia del Sud,
parte degli altipiani del Kenya]. Nella pratica non c’è Indirect Rule perché
gli africani vengono relegati nelle riserve. Il caso della Namibia è un po’
diverso, perché per tanti anni fu parte del Sudafrica.
Nel secondo dopoguerra l’indirect rule viene riformato e le native
• administration diventano local administration, quindi le native authorities
diventano local authorities > vengono introdotte le elezioni locali ed è
all’interno di questi meccanismi elettivi che cominciano a formarsi i
movimenti che rivendicano l’autonomia dello stato coloniale. Ma saranno
per la maggior parte movimenti che rivendicano un’autonomia locale
all’interno di quegli schemi di differenza tribale istituiti dall’indirect rule;
pochi leader si lanceranno in discorsi legati all’orgoglio africano o a una
logica panafricanista. Parallelamente era stato varato un piano di
investimenti nelle colonie inglesi, provvedimenti che sanciscono piani
quinquennali di investimenti, colonial development and welfare act
attuati a partire dal 1940-45.
Caso della Nigeria: peso politico delle popolazioni del Nord islamico sul
• resto delle popolazioni. Durante lo sviluppo dello stato coloniale, le
popolazioni Hibo e Yoruba. Gli stati indipendenti erediteranno anche il
sistema di potere degli stati coloniali. Lord Lugard teorizza un indirect
rule in un territorio in cui esiste un centro politico riconosciuto – stato di
Sokoto, prevalentemente musulmano – nella Nigeria del Nord, viene
esteso anche alle zone costiere, non musulmane > si gettano le radici di
uno squilibrio politico tra le regioni del nord, del sud ovest, dove vi erano
popolazioni Yoruba, e del sud est dove c’erano stanziate popolazioni Ibo.
Al califfato di Sokoto viene demandato il compito di espandere verso sud
il sistema delle Native Administrations. Anche in Nigeria si ritrova il
tentativo