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LIBANO
Il Libano è un ex mandato francese, divenuto indipendente nel '44 e fino al '60 considerato
la “Svizzera” del Medio Oriente: non vi fu nessuna politica economica del laissez faire, era
un paradiso della speculazione, con migrazione di capitali esteri anche dall'Egitto (dopo la
nazionalizzazione), da paesi europei e panarabi liberismo economico estremo.
→
Importante fattore di pregio fu anche il segreto bancario, a chiamata degli investitori
stranieri.
La società libanese è una società molto aperta e liberale, dove esisteva una forte presenza
di dissidenti dagli stati radicali che non accordavano con le politiche in via di diffusione
(va ricordato che siamo negli anni '60, ovvero gli anni del boom della stampa libera) →
forte componente di intellettuali impegnati nel territorio, grandi università internazionali,
che attraggono altri intellettuali cosmopoliti anche dal resto del mondo arabo, oltre ad un
sentimento di fiducia nel multiconfessionalismo all'interno del sistema politico, ovvero
nella possibilità di smentire la necessità di una base religiosa univoca al governo: il
governo libanese era ripartito secondo la Trojka, ovvero la divisione delle alte cariche per
confessioni ed il principio di rappresentanza di 6 cristiani per 5 musulmani; questo
sistema aveva un vizio multiconfessionalismo = patron client fra capi delle comunità e
→
fedeli, e clientelismo al potere a scapito del sentimento nazionalista.
I partiti non avevano quindi una base ideologica, ma erano fondati secondo base
comunitaria, come gruppi di interesse comune attorno alla comunità; si crearono dei
partiti comunitari:
Kata'eb partito dei cristiani maroniti, con leadership della dinastia Gemayel,
→
• portavoce di una ideologia di maronismo storico: la storia del Libano è stata scritta
dalla supremazia maronita, con le proprie specificità rispetto agli arabi, e con una
visione politica non assimilabile al panarabismo.
I gruppi maroniti sono gruppi paramilitari, formatisi con una ideologia di destra, e
con in desiderio di una egemonia cristiana che mantenesse le tradizioni.
Drusi del Libano comunità molto chiusa; è l'unico partito ad essersi dotati di un
→
• approccio sovraconfessionale (nel '49 si chiamerà Partito Progressista Socialista):
pur essendo legati da una comunità, cercarono di coinvolgere le altre popolazioni
tramite un'idea di socialismo molto enfatizzata e fortemente voluta dal leader
Kamal Jumblatt, che spingeva per la collaborazione con la minoranza shi'ita.
I Drusi nacquero nel '49 col Partito Progressista Socialista di Jumblatt, e diedero
origine ad un partito radicale socialista. Si fecero portavoce di un discorso
riformista, e si sperava di influire tutelando le frange più deboli della società (i
musulmani shi'iti); erano filo panarabisti.
Musulmani no leadership organica all'interno del gruppo. I musulmani erano
→
• politicamente frammentati fra i leader locali. 6052013
Il patto nazionale del '42 attribuiva al presidente della repubblica poteri estesi in un
mandato unico di 6 anni non rinnovabile; il primo presidente libanese fu Bishar alKhuri,
fra il '43 ed il '49, e riformò il sistema elettorale per garantirsi il mandato più lungo, ma nel
'52 ci fu uno sciopero per revocare questa modifica alla legge elettorale e Camille
Chamoun prese il posto di AlKhuri, che diede le dimissioni dopo lo sciopero.
Nel '52, con la presa del potere di Chamoun, iniziò la crisi della democrazia: i musulmani
chiesero di rivedere il sistema di power sharing:
I maroniti non vollero rivedere il sistema, in quanto avevano solo che da
• guadagnarci visto che avevano una quota più che proporzionale di rappresentanza
e la carica di presidente era loro.
I musulmani ed i drusi invece vollero maggiori opportunità, guidati dal
• panarabismo come valore principe.
fallimento del tentativo di nation building.
→
Il Libano non entrò nel Patto di Baghdad ma, nella crisi del '56 in Egitto, non ruppe le
relazioni diplomatiche con Francia ed Inghilterra (una botta alla padella ed una al manico
come si suol dire, per non prendere le parti di nessuno).
Chamoun cercherà di avere un secondo mandato, con risultato di rivolte nel '58 a Tripoli,
Sidone e Tiro (città a prevalenza musulmana sulle coste). Egli, incalzato dai radicalismi
circostanti, chiederà un intervento diretto degli USA (15 mila marines) a difesa del
governo da una possibile destabilizzazione interna.
Concluso il mandato, Chamoun uscì dal panorama politico e, fra il '58 ed il '64, Shihab
diede vita ad un governo shihabista: riforme politiche ed economiche stataliste e meno
comunitarie, ovvero più potere allo stato centrale e meno ai localismo, con l'introduzione
di misure di welfare a favore della mitigazione delle classi deboli (i musulmani shi'iti del
sud), oltre ad aumentare la partecipazione dei musulmani in politica. Ciò portòa
presidenze liberali, con instabilità e disuguaglianza guerra civile fra il '73 ed il '90.
→
Tutti i paesi del Medio Oriente, dopo la Seconda Guerra Mondiale, hanno ballato
• fra radicalismo, neutralismo attivo, e filo occidentalizzazione. La Guerra Fredda
permise di sfruttare le contrapposizioni fra USA ed URSS per i propri interessi
interni, oltre a dar vita alla lotta per l'egemonia del blocco radicale.
RIPRENDIAMO DA ISRAELE
L'Yshuv diventa Israele nel '48. Fino al '77 al governo dominerà il Mapai che, dopo il '69 si
unirà ad un altro partito socialista prendendo un altro nome (chiedere).
Il primo processo di costruzione di State e Nation building è attribuito al primo ministro
(poi ministro della difesa) Ben Gurion ('48'63); il primo problema del governo israeliano
fu la creazione dell'autorità statale centralizzata, delegando alle forze Yishuv attive il ruolo
di inclusione. Nell'Yishuv vi erano l'Haganah, l'Irgun, il Gruppo Scern, il Lehi, e per essere
riportati tutti sotto la Haganah, esso venne dotato di potere inclusorio.
L'Irgun di Begin ed il Lehi rifiutarono il disarmo e divennero gruppi militanti dissidenti.
La fine di questa dissidenza si ebbe con “l'incidente dell'altalena” a Tel Aviv, una nave
→
con a bordo armamenti per l'Irgun venne affondata dall'Haganah, per rivendicare il potere
e la volontà del governo centrale di estendere l'Haganah a livello locale come esercito
statale unico.
Nel '49, Israele era una democrazia parlamentare bicamerale con 120 deputati, il cui
parlamento si chiamava Knesset, e si votava i rappresentanti direttamente nelle liste
nazionali e non locali si votava per i partiti e non per gli individui, così che divenne
→
possibile entrare in politica solo se si ha un ruolo militante di spicco all'interno di un
partito, in quanto la lista a livello nazionale è creata all'interno dei partiti.
E' un sistema proporzionale puro, dove il 25% dei seggi (30 seggi) vengono attribuiti ai
primi 30 nomi nella lista, i quali partiti entrano al governo.
Alcuni esperti politologi notarono come la compresenza di diversi punti di vista
nell'Yishuv abbia portato ad una grossa frammentazione politica, producendo tanti partiti
e connotando Israele come “lo Stato dei partiti”; ciò è reso ancora più evidente dalla soglia
di sbarramento molto bassa (!% nel '48, oggi 2%), che portava sempre a governi di
coalizione, e disincentiva gli estremismi non c'è incentivo al compromesso: i governi
→
israeliani non sono mai stati formati da meno di 15 partiti, e questo disincentiva alla
moderazione nelle aree radicali (es. la Destra religiosa ottenne concessioni maggiori del
numero di voti ottenuti per entrare nella coalizione).
Questo sistema è caratterizzato anche da una politica di scontro e rissosità del dibattito
politico (come in Italia) cultura politica contenziosa.
→
Una questione importante è l'arrivo di forti ondate immigratorie (Aliot post indipendenza)
fra il '48 ed il '51, da 650.000 abitanti ad 1.300.000, tutti ashkenaziti (a tutt'ora nella
→
leadership), e con i primi ebrei provenienti dal mondo arabo, in quanto molte delle
comunità ebree arabe storiche, con le nazionalizzazioni, furono invogliate ad emigrare in
Israele.
Queste Aliot sono organizzate dallo Stato, e tramite questo, l'alfabetizzazione ed il welfare
venne garantito per la maggior parte degli ebrei provenienti dai paesi arabi. 160.000
palestinesi si ritrovarono, in quanto da sempre avevano abitato quei territori, ad essere
israeliani la legge del '52 dà la cittadinanza a tutti gli ebrei ed ai palestinesi che
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abitavano da sempre i territori annessi dell'Yishuv, anche se c'era comunque una
discriminazione e la limitata rappresentanza politica; ciò portò alla necessità di controllo
dall'incerto grado di integrazione.
Fra il '48 ed il '66 venne introdotta l'amministrazione militare nelle zone a residenza araba,
con l'introduzione di norme speciali per il movimento degli arabi su territorio israeliano
(vedi pass laws africane).
Dal '66 ci fu la liberalizzazione della rappresentanza araba in Israele fra i partiti di sinistra.
LEGGE DELLO STATUS QUO regolamentazione del rapporto Stato – religione –
→ politica
C'è chi sosteneva che in Israele il governo doveva restare laico, come le fazioni socialiste
fondatrici dell'Yishuv, e chi sosteneva che il diritto religioso ebreo era una caratteristica
dell'Israeliano.
Definire il rapporto Statopoliticareligione porta a definire se l'ebraismo dovesse divenire
più civico o se restare una peculiarità identitaria Stato degli Israeliani o Stato degli
→
Ebrei?
Il disaccordo fra le componenti dell'identità nazionale si intensificò quando divenne una
vera e propria lotta fra la popolazione. L'identità nazionale ad oggi è una combinazione fra
laicismo e religione. Prese piede una cultura nazionale del “nuovo ebreo” (saba), che non è
di diaspora ma nativo di Israele, di seconda generazione, e le manifestazioni più
importanti dell'affermazione di questa nuova comunità sono state l'adozione di una lingua
ebraica moderna che non era l'ebraico religioso (Iddish), come lingua nazionale distaccata
dalla religione ciò era necessario anche per l'alfabetizzazione della popolazione che
→
invase letteralmente Israele: con la legge del '50, che prevedeva il diritto di citta