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MODELLO MARKET ORIENTED
Fortemente innovativo, favorisce innovazione e crescita, è però fortemente instabile, soggetto a crisi
frequenti. Il finanziamento delle borse alle imprese è aleatorio. Gli Stati Uniti sperimentano nonostante ciò
una crescita molto forte.
Mercato interno di massa
Lo sviluppo industriale americano nel ‘900 ha bisogno di espandersi, gli americani si inventano allora le
multinazionali, investimenti diretti all’estero. Queste sono Public Company che stabiliscono filiali (unità
produttive commerciali) in altri paesi del mondo per vendere il prodotto realizzato in America. Storicamente
hanno 3 problemi: possono generare una reazione da parte dei paesi ospitanti (forme di protezionismo);
necessitano di un importante sostegno dello stato americano per un’efficace azione; le multinazionali
dipendono dall’andamento della congiuntura nazionale, sviluppo del ‘900 comporta un processo di
interdipendenza tra gli stati.
L’economia internazionale. Libero scambio, “grande depressione” e protezionismo
Uno sviluppo asimmetrico
Nuovo sistema economico internazionale dell’economia di mercato sull’asse Berlino-New York
- Introduzione di un sistema monetario internazionale (Gold Standard)
A metà 800 inserito sistema monetario internazionale, gold standard, nasce perché è necessario avere una
stabilità della moneta per favorire i flussi commerciali internazionali. Si fonda su un principio: la sterlina è la
moneta di riferimento per tutti gli scambi internazionali, tutte le principali materie prime e i prodotti più diffusi
sono prezzati in sterline e solo la sterlina è convertibile in oro, viene fissato un valore di cambio tra oro e
sterlina. Secondo principio: il cambio e il valore di tutte le altre monete è fissato rispetto al valore della
sterlina/oro ne è in funzione.
Si crede che valore sterlina dipenda dalle riserve d’oro disponibili. Sistema a cambi fissi preordinati e
dipendono dalla quantità fisica di oro.
Dietro a tale modello ci sta l’introduzione di 2 principi economici: ogni stato ha una bilancia commerciale e
bilancia dei pagamenti, e il valore della moneta il cui cambio è fisso è in funzione di queste due bilance.
Bilancia commerciale è la differenza tra le importazione ed esportazioni (in attivo se importazioni sono
inferiori delle esportazioni perché vendendo entra valuta). Entrate di moneta devono essere maggiori delle
uscite, per incamerare oro e sterlina
Bilancia dei pagamenti differenza fra le entrate e le uscite monetarie, disavanzo delle uscite dei pagamenti è
legato a una svalutazione delle monete nazionali (non sono ammesse però svalutazioni). Tale bilancia deve
essere o attiva o in pareggio. Se un paese aderente al modello entra in difficoltà (bilancia dei pagamenti in
passivo) si genera la crisi.
Rimesse degli immigrati aumentavano le disponibilità economiche. Cambi fissi: Sterlina/oro e altre
monete/sterline. Sistema commerciale esportazioni > importazioni. Il sistema si regge sulla bilancia di
pagamento fra entrate e uscite (deve essere sempre positivo). Questo sistema può andare in crisi quando il
verso dei due rapporti cambia (si comprano più risorse rispetto a quanto si vende). La crisi si genera perché
per pagare gli acquisti uno stato deve utilizzare le sterline o riserve auree. Diminuzione dell’oro comporta
svalutazione moneta, Cò ha due vie di uscita: stampare moneta che non corrisponde a un aumento PIL
(inflazione); seconda via d’uscita è quella del debito, chiedere prestito ad altri stati (aumento spread) e con
quei soldi comprare sterline
- Lo sviluppo di un commercio internazionale, a metà 800, trattato Cobden-Chevalier
Parte dall’Inghilterra, e hanno uno sviluppo asimmetrico: il commercio favorisce tutti coloro che vi prendono
parte, ma la distribuzione dei benefici non è simmetrica (alcuni beneficiati in maniera maggiore), la
distribuzione di benefici dipende dal valore del bene commerciato e non dalla quantità e dal prezzo; il
commercio internazionale influisce sull’andamento dei settori all’interno di un paese (Teorema del vantaggio
comparato di David Ricardo, ogni paese deve concentrarsi sulle produzioni in cui si hanno i maggiori
vantaggi comparati sul mercato internazionale). Sviluppo del commercio internazionale che è lo strumento
con cui il sistema capitalistico si diffonde; 4 fasi storiche: si parte da una grande espansione dei commerci si
arriva a una grande chiusura (crisi e I guerra mondiale):
1. prima fase 1815-1847, si diffonde il modello inglese, e reazione protezionistica o proibizionistica in quasi
tutti i paesi sulla base di una tradizione mercantilistica (difendere economia nazionale), questo processo
si rompe vince economia di mercato, innovazione tecnologica, dei prodotti (acciaio, elettricità, chimica) e
dei trasporti di nuovo fanno fare il salto
2. seconda fase 1847-1868, il sistema si apre,fase del libero scambio, Prima Globalizzazione,
accelerazione della crescita commerciale, ruolo guida di questa affermazione sono Germania e poi Stati
Uniti (la loro ascesa economica che avrà poi conseguenze politico-militari). Scelta del libero scambio che
nasce in Inghilterra attraverso la teoria economica del vantaggio comparato attorno a una scelta politica
che sceglierà di abolire le tariffe protezionistiche inglesi (abbassare dazi su importazioni, il mercato
inglese si apre, National anti-corn law). Teorema del vantaggio comparato si fonda sull’idea che in un
mercato libero ogni paese deve specializzarsi nei prodotti che hanno il migliore vantaggi comparato sul
mercato internazionale. Ogni paese deve produrre i beni che hanno un minore costo di produzione
relativo alla produzione degli stessi in un altro paese. (es. Inghilterra -Portogallo tessuti di cotone e vino
porto). Sistema regole internazionali con Trattato di Cobden-Chevalier nel 1860 che ratifica il sistema del
libero scambio e si fonda sul principio della clausola della nazione maggiormente favorita, decidono
consensualmente di ridurre nella stessa quantità i dazi doganali ma questa riduzione viene applicata
automaticamente a tutti i paesi che stipuleranno un trattato commerciale con Inghilterra o Francia.
Sistema che si autodiffonde. Alleanza politica contro la crescite della Germania. Fino al 2000 la Cina non
aderiva al World Trade Organization. Fase del libero scambio dura fino al 1868 vede una grande crescita
dei commerciali ma anche l’emergere di due nessi problematici: tutti coloro che erano beneficiati dal
proibizionismo e protezionismo sono ora danneggiati; la riduzione dei dazi crea per i governi la necessità
di trovare nuove entrate e fonti finanziarie per il bilancio pubblico (introdotte imposte sul reddito delle
persone). Libero scambio finisce per una natura intrinseca al modello ovvero che è un sistema
asimmetrico favorisce i paesi più avanzati (producono a costi più bassi e hanno capacità di conquistare il
mercato) e penalizza i paesi più arretrati (incapacità di produrre a costi relativi vantaggiosi sul mercato e
di conquistare i mercati).
3. terza fase,il modello del libero scambio collana, momento di depressione perché è un sistema a vantaggi
asimmetrici, penalizza paesi più inefficienti. Inizia negli anni Settanta (1873) e si concluderà alla fine
dell’Ottocento (1896), ma il collasso ha una dimensione e forma ben chiare, presenta la sua prima crisi
strutturale. Si chiama Grande Depressione è una crisi di sovrapproduzione e poi finanziaria, eccesso di
offerta sulla domanda -> calano i prezzi -> calano i profitti -> si generano due effetti negativi che si
autoalimentano 1.le aziende chiudono con espulsione dal mercato delle imprese non competitive
2.aumento della disoccupazione o abbassamento dei salari -> ulteriore calo della domanda -> nuovi
fallimenti (circolo vizioso). Incremento offerta dovuto all’effetto della grande produzione siderurgica e
sviluppo investimenti ferroviari che però hanno una scarsa redditività, a questa componente si aggiunge
l’eccesso di produzione agricola (grano russo e americano che arrivano in Europa). Dal mondo agricolo
in Europa nascerà un movimento per il protezionismo, il sistema dell’economia di mercato inglese non
aveva una soluzione per tutelarsi dalla crisi, non si riesce a generare una crescita della domanda,
inefficiente andamento del rapporto domanda-offerta. Non c’è consequenzialità tra crisi economica e
finanziaria. La crisi finanziaria è come un terremoto con un epicentro (1873 borsa di Vienna, per il crollo
delle azioni delle società ferroviarie, a Vienna avevano sede tutti società ferroviarie che costruivano
nell’Est Europa, asse banche miste-compagnie ferroviarie le banche registrano una perdita e falliscono,
sistema banconcentrico), crisi dovuta a un eccesso di capitali investiti nel sistema ferroviario, bolla
ferroviaria, si finanziano queste compagnie e costruzione di reti ferroviarie, le compagnie non sono in
grado di restituire i finanziamenti e valore azioni crolla in borsa. La borsa è l’indice registra che gli
investimenti bancari vanno male. La frattura sta nel rapporto banca-impresa. Rallentamento domanda
dovuto a un rallentamento dei salari e della crescita della popolazione. Crisi finanziaria ha un ultimo
aspetto: fenomeno del contagio, crollo della borsa di Vienna comporta crollo borsa di Londra e poi new
York, società ferroviarie quotate contemporaneamente tra le diverse borse. Il contagio dipende
dall’integrazione dei mercati. Conseguenza (Pollard) è che si rompe il grande sogno che aveva
accompagnato tutto l’800 della crescita continua, passaggio da una fase di ottimismo a una di
pessimismo. Finisce fase del libero scambio, riduzione pesante e sostanziale dell’integrazione
internazionale dei mercati (meno mobilità merci, lavoro e capitali), ritorno dell’idea della nazione e difesa
dei mercati nazionali da difendere (egoismo nazionale), ritorno alle economie nazionali, dimensione
nazionale che sul fronte economico assume due percorsi possibili con protagonisti due paesi:
1.progresso tecnico, investire sull’innovazione tecnologica (nuovi prodotti e nuove forme di mercato, cartelli e
multinazionali) assunto dagli Stati Uniti nel ‘900. Arrivo al potere del partito repubblicano. Fanno tre cose:
abbandonano il protezionismo (dottrina Hamilton) e tornano alla visione mercantilista e di favorire le
esportazioni all’estero, incrementare la vendita di prodotti all’estero attraverso le multinazionali;
modernizzano il sistema agricolo per favorire un aumento dei profitti degli agricoltori, per la prima volta si
incrementano i livelli della domanda; nuova politica commerciale che segna l’abbandono della
subordinazione dall’Europa, seguono una via diversa, fino al 1833 forte protezionismo, 1833