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JEAN-LOUIS FOURIER
E’ di una generazione successiva a saint simon, scrive dopo la rivoluzione francese: è , a
differenza di Saint Simon, un utopista a tutto tondo, è una delle figure più spinte del
pensiero utopico, sognante di tutto il socialismo utopistico dell’800, ha una accentuazione
molto forte in questo senso, anche per certi sui artifici di pensiero e di espressione, anche
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di tipo letterario. Fourier ama le immagini surreali, ama infarcire i suoi scritti politici con
degli squarci irrealistici, che sottolineano la speranza di un mondo completamente
trasformato
Esempio: egli ipotizza che, nel futuro, quando il mondo sarà tutto trasformato in senso
armonico, gli oceani daranno limonata da bere al posto di acqua salata.
Per questa sua vena surrealista, ha avuto anche un destino di fortuna molto frastagliato,
periodi di grande popolarità e di completa dimenticanza della sua opera, notorietà
altalenante.
Periodo di grande popolarità è stato il periodo successivo a lui e , soprattutto, nel 48,
quando nella rivoluzione parigina sono presenti molti fourieristi. Fino al 1848 popolarità,
poi, progressivamente, con l’emergere di altre tendenze razionalizzanti del socialismo
800, egli è stato abbandonato, per tornare in auge come ispiratore di spunti letterari,
durante il surrealismo francese: fu Breton, nel 1930, a recuperare la lezione di Fourier.
Poi, una nuova dimenticanza ed un successivo ritorno nel 1968, soprattutto francese
(dove viene recuperato nello slogan “l’immaginazione al potere”). Non per nulla, tutte le
sue traduzioni in italiano delle opere si situano immediatamente dopo il 1968, qualche
volta anche con un apporto significativo anche di tipo letterario (Soprattutto con la sua
opera “teoria dei quattro movimenti” 1808, quella che più di tutte viene ripresa, tradotta in
italiano da Italo Calvino nel 1971.
Ancora una volta c’è questa continuazione con una vena letteraria, viene ricordato più
nell’ambito letterario che nell’ambito politico.
Detto questo, parliamo delle opere:
“Teoria dei quattro movimenti” (1808)
Raccolta di scritti (1829) “Nuovo mondo industriale e societario”
Come spesso abbiamo trovato negli autori precedenti, in Fourier troviamo la
compresenza di una posizione polemica, parte critica, che polemizza contro la realtà,
ed una parte ricostruttiva, che invece propone un modello per uscire dai mali della
società. Egli è un critico radicale, globale, della realtà del suo tempo, inserendo nella
critica anche la rivoluzione francese: essa non ha cambiato il mondo, ha elaborato delle
nuove idee ma non vi ha dato continuità concreta, fino in fondo, ha elaborato alcuni grandi
principi (libertà, fraternità, uguaglianza), sono stati dichiarati nelle carte costituzionali, nei
manifesti dei movimenti, ma , successivamente, la fraternità è stata abbandonata, mentre
gli altri due sono stati esaltati sul piano astratto, senza però avere realizzazione effettiva.
La politica reale avanza nel proporre principi, che, però, non ritrovano concretezza
nella realtà.
Critica dei valori su cui si basa il dibattito politico del suo tempo, in quanto li trova vuoti,
spesso oggetto di falsificazione, mistificazione e non di realtà effettiva: ciò è grave, scrive
Fourier, perché è contro i destini che la natura avrebbe scritto per il genere umano, in
quanto la colpa dei mali della convivenza civile non sta nella natura, bensì gli
uomini,sbagliando, hanno costruito una cattiva storia. La natura non ci ha fatto
impossibilitati ad essere felici tutti, ugualmente, nella libertà: è colpa degli uomini che
hanno dimenticato questa realtà originaria e rovinato il mondo. Il destino dell’uomo, dice
Fourier, sarebbe armonico (quello della natura). Addirittura, per sottolineare l’importanza
del concetto, nei suoi scritti scrive Armonia con la A maiuscola. Per natura, noi possiamo
costruire una armonia a più stadi.
Lavorando sui 4 movimenti della vita, noi potremmo costruire una armonia integrale. I
quattro tipi di armonia presuppongono quattro tipi di avvicinamento.
Il socialista non parte dalla società, bensì dall’individuo: l’uomo compie quattro movimenti
verso l’armonia, quattro tappe armoniche per raggiungere l’armonia effettiva.
1) prima armonia è l’armonia di ciascuno di noi con se stessi: vuol dire non essere
frustrati dalla Pagina 67
nostra esperienza, non essere infelici, vuol dire costruire il piano mentale ed esistenziale
per poter realizzare le proprie aspirazioni, “per realizzare le proprie passioni”,
dobbiamo realizzare noi stessi
2)c’è un secondo tipo di armonia che è l’armonia con i nostri simili, l’armonia sociale,
l’armonia con gli altri: il secondo movimento che ci porta verso l’armonia deve
essere quello di vivere in armonia con i nostri simili
3)Dobbiamo essere in armonia anche con il resto del creato, con la parte di terra
che non è uomo (inizio di un pensiero ecologico). In Fourier la natura ha una sua
consistenza, per essere felici gli uomini devono considerarla e rispettarla (in Saint
Simon, invece, la natura dovevamo controllarla)
4) Anche oltre il nostro mondo, c’è un cielo infinito che fa parte della nostra esperienza e
che fa parte del cosmo: c’è anche una armonia con il cosmo, con il quale possiamo
attingere tramite un senso di rispetto.
Proprio questa idea di armonia che viene contrapposta al mondo moderno, totalmente
disarmonico, un mondo che aliena l’uomo, che ci rende diversi da quello che noi
potremmo essere per essere felici. Il mondo reale ci impedisce di raggiungere
l’armonia, ci aliena con tutta una costruzione politica, giuridica, morale, che ci allontana
dalle passioni e che ci spinge via da una realizzazione armonica di queste. Fourier critica
molto la morale tradizionale, delle religioni, cattolica in particolare, che non esalta la
nostra natura, ci chiede di rinunciare al piacere, al quale siamo spinti dalle nostre
passioni. Egli è contro la morale cattolica, contro alcune istituzioni sociali che impongono
rinuncia, come la famiglia. Tutti i luoghi repressivi ci invitano al sacrificio anziché alla
realizzazione di noi stessi. Anche in economia, per esempio, egli insiste sulla polemica
contro il commercio, inteso come strumento di separazione degli uomini tra di loro, poiché
ci mette in concorrenza, lotta reciproca e non armonia. Il commercio ci rende infelici e
Fourier lo combatte strenuamente.
Anche lo stato è un altro ente repressivo, che va superato secondo Fourier, va superato
totalmente.
Dopo aver analizzato il quadro polemico, ora guardiamo al suo grande progetto
utopico.
Come si esce dai mali della realtà? Non con la linea Saint Simoniana. Fourier dice che
se ne esce dal basso, bisogna ricominciare facendo appello alla spontaneità degli
uomini nel volersi costruire un mondo a misura delle loro passioni. Si ricomincia dal basso
e si sperimentano nuovi modi di convivenza: si può cominciare anche dai piccoli gruppi, il
suo è un socialismo che ispirerà anche quello cooperativo, è l’idea di incominciare da
comunità diverse che si possono realizzare in forme limitate, parziali, territorialmente
dimensionate, cominciato da chi vuole provare (modello della comune, degli Hippies
americani della seconda metà del 1900). Una nuova società, piccola, bisogna
incominciare mettendo insieme uomini convinti di poter essere più felici con una nuova
realtà sociale e politica. Questo progetto viene chiamato Falansterio (è una traduzione
quasi testuale dal francese di una parola inventata da Fourier, modellandola in modo
molto improprio). Questa parola viene modellata dall’antico modello militare della falange,
distribuzione dei combattenti a falange, tattica che fa agire all’unisono i combattenti, come
fossero un solo soggetto. Il Falansterio è questa nuova società, dove gli individui entrano
in una esperienza comune ed armonica. Cominciamo da pochi, con l’obiettivo di
costruire una società alternativa, rispettosa delle passioni umane, che armonizza le
passioni umane. Ogni passione naturale, in quanto naturale, non va espulsa, non va
negata. Per far si che il Falansterio sia “governabile”, dobbiamo essere all’incirca 1600-
2000 persone, un numero adeguato affinchè ci sia una certa disponibilità di forza lavoro,
deve essere un mondo autoalimentato. Questo Falansterio sarà solo il prototipo del nuovo
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mondo. Per Fourier, una volta costruito il Falansterio, anche altri saranno indotti a
costruirne uno loro: alla lunga, il mondo diventerà una unione di Falansteri. (vena quasi
anarchica)
Pensatori americani, a metà 800, cercarono di costruire una comunità “alla Fourier”. Il
fallimento di tale prototipo sta nel litigio avvenuto fra coloro che presero parte alla nuova
comunità, conflitto interno che portò alla distruzione.
Gli uomini sono tutti uguali, sono tutti legittimati ad aspirare al soddisfacimento delle loro
passioni. Ma sono anche disuguali, poiché le passioni non sono tutte proprie di tutti gli
individui, alcune sono proprie di alcuni, mentre altre di altri.
Nel Falansterio si lavora, ma c’è un criterio di organizzazione del lavoro molto diverso da
quello vigente nella realtà, che dovrebbe eliminare la “possibile alienazione del lavoro”
: il lavoro è svolto in gruppi, selezionati secondo le passioni prevalenti in ciascuno dei
componenti, le inclinazioni di ciascuno. Ogni gruppo dovrebbe essere formato mettendo
insieme individui con le stesse inclinazioni di carattere morale. Per superare l’alienazione
del lavoro, dobbiamo essere adibiti a fare ciò che sappiamo fare: per evitare che il lavoro
sia afflittivo, dobbiamo essere adibiti a funzioni legate alla nostra natura. Inoltre, il lavoro
può essere noioso se ripetitivo, quindi egli teorizza anche una rotazione lavorativa. Se noi
facciamo le cose che sono dentro la nostra natura, possiamo lavorare e produrre di più,
senza sentire alcun tipo di fatica.
L’interrogativo che più preme Fourier, chi distribuisce le occupazioni? Esso stesso è
un lavoro, quindi ci sarà qualcuno che si diverte ad assegnare lavori.
Per nascere, cosa serve ad un Falansterio? Servono dei capitali. Di conseguenza,
mette in ipotesi, nella formazione di un Falansterio, tre soggetti, tre classi che
dovrebbero lavorarci e confluire: prestatori di capitale che finanzino il falansterio
(classe alta), poi le classi media e bassa, che dovranno prestare il lavoro, la
differenza fra le due classi è il tale