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PIERRE JOSEPH PROUDHON

Unico tra i grandi pensatori del socialismo di origine operaia. È un pensatore francese importante nella storia del movimento operaio, non solo perché le sue teorie per un periodo sono state molto forti, ma anche perché quando sono declinate queste teorie, in alcuni paesi e in particolare in Francia, il suo pensiero ha dato una tale svolta al pensiero socialista, tale per cui il partito socialista francese ha avuto tra i principali riferimento Proudhon e non Marx. È interessante da analizzare per vari aspetti:

  1. Il primo aspetto: nella sua stessa elaborazione teorica incarna le due anime principali del socialismo, rivoluzionaria: abbattere il capitalismo e ricostruiamo la società;
  2. Il secondo aspetto: riformista (Non si può distruggere il capitalismo perché è la base della ricchezza, ma è una pecora che deve "essere tosata" qualche volta). anarchico,

È un pensatore rivoluzionario, e lui stesso

si riferisce comeparola che significa “assenza di archè” o “assenza di potere”: senzaautorità, che ora si collega al caos perchè vivere senza autorità vuoldire piombare in una situazione caotica per via del fatto che non ci sonoregole.

Proudhon invece riporta la parola al suo significato originario di “assenzadi autorità”, che non è il caos, perchè esso è prodotto dalla società equindi è a favore dell’eliminazione della proprietà privata e dello stato.

Secondo Proudhon una società può vivere senza autorità, ma non vuoldire senza principi, vuol dire senza una struttura gerarchica della società.

Teorizza una società organizzata in senso orizzontale, ovvero chesiccome il problema dell’umanità deriva dalla società gerarchica cheproduce caos (Stato), allora bisogna dare vita ad una società che realizzaun vero

rodine che sarà dato quando saranno distrutte le due istituzioni su cui si fonda la disuguaglianza politica e sociale: stato e capitalismo. Proudhon dice che Anarchismo significa il vero ordine, è socialista e quindi teorizza la socializzazione dei mezzi di produzione. Pensiero di Proudhon: - Fase anarchica: Nelle sue opere anarchiche giovanili teorizza una critica radicale alla proprietà "che cos'è la proprietà?", e la sua risposta è che essa è un furto, perché l'operaio è sfruttato. Teoria dello sfruttamento: si basa su come vengono pagati gli operai dai capitalisti. "Forza collettiva": gli operai lavorando collettivamente ottengono dei risultati che sono superiori alla somma dei singoli lavori prestati individualmente, ed è in questo senso che consiste lo sfruttamento operaio, perché i capitalisti non pagano gli operai per quel sovrappiù di lavoro e di prodotto che generano dalloro lavoro, mali pagano in quanto lavoratori singoli; vengono pagati per il lavoro prestato individualmente. Questa condizione di sfruttamento finirà solo quando i lavoratori, operai... prenderanno possesso dei mezzi di produzione, abbatteranno lo stato e daranno vita ad una società fondata sull'autogestione operaia. Diversamente da Marx, dice che bisogna abbattere la società borghese ma non si può distruggere la proprietà in quanto tale poiché la proprietà è sempre di qualcuno. Se qualcuno vuole distruggere la proprietà privata in quanto tale non può perché se non è privata è dello stato. Proudhon critica Marx perché da tutta la proprietà privata allo stato creando un mostro. Egli vuole socializzare la proprietà privata, vuole che gli operai si autogestiscano. Altra critica a Marx, è che se noi vogliamo raggiungere una società socialista, non si può

raggiungere con mezzi opposta fine. Il fine è raggiungere una società socialista dove proprietari diventano collettivamente proprietari, ma essa deve realizzare anche la libertà individuale senza la quale non esiste un fine nobile. Quindi la società socialista giusta deve realizzare la libertà individuale e la giustizia sociale; bisogna raggiungere questo fine con i mezzi giusti, non con la dittatura, quindi il mezzo giusto è l'assenza di potere non la concentrazione fi esso, altrimenti di darà vista alla forma peggiore di dispotismo.

Proudhon ha una nuova induzione che parte da una prospettiva di tipo filosofico secondo la quale le contraddizioni che sono presenti nella realtà possono essere risolte in nessun tipo di società, non esiste una società capace di trovare uno stato di pace duratura;

Queste contraddizioni non possono essere superate in nessun momento che le annulla; ciò ha come riflesso politico

L'idea che il potere politico e la proprietà privata in quanto tali non possono essere aboliti. L'anarchia quindi da per Proudhon un obiettivo politico perseguibile attraverso una rivoluzione operaia attraverso un ideale regolativo è un qualcosa che non si può applicare alla realtà, ci si deve ispirare adesso ma non sarà mai eseguito. Non ci potrà mai essere una società priva di potere, autorità o proprietà, questa è la società modello a cui ispirarsi ma che non si potrà mai raggiungere e se si prende questa consapevolezza allora l'atteggiamento verso la realtà muta; il mondo che prima si voleva buttare giù per ricostruirlo, diventa invece un mondo che già in parte contiene a livello potenziale delle caratteristiche che vanno rinforzate invece che sradicate. L'ideale deve essere raggiunto in maniera Partiamo da quello che già esiste per migliorarlo.

Perché regolativo. Anche buttando giù tutto non si riuscirebbe a costruire un mondo perfetto. Il concetto di libertà individuale nell'anarchismo, è molto simile a quello del liberalismo, c'è infatti un passaggio di un'opera di Proudhon in cui espone che la libertà è una serie di azioni concrete, la differenza è che c'è anche il desiderio di trovare un'uguaglianza economica che invece non si trova nella teoria liberale.

Fase federale/socialista: "Posto che l'anarchia è l'ideale regolativo a cui bisogna attendere, storicamente noi possiamo concepire il federalismo". Visto che il potere non può essere completamente distrutto, la forma politica più vicina all'ideale anarchico/regolativo è la federazione, il federalismo libertario. individuo > comune > federazione.

La struttura federale della società con un potere politico strutturato in senso confederale,

Diventa l'obiettivo del movimento operaio. Contemporaneamente però Proudhon dice che, visto che non si può eliminare il potere politico, non si può neanche abolire la proprietà privata, poiché è un necessario potere rispetto al potere politico; se non fosse garantita la proprietà privata, il potere politico assorbirebbe tutta la vita sociale, e quindi bisogna pensare ad una nuova realtà in cui i produttori si autogestiscono, ma le aziende entrano in concorrenza tra di loro; mercato pensato non senso socialista, non si può eliminare l'economia di mercato.

Il movimento operaio deve fare in modo che nasca una nuova società socialista. L'unico paese che è riuscito a cambiare l'economia di mercato è stata la Ex-Yugoslavia. Ammette la proprietà privata tipo nelle abitazioni... ma non la ammette nei mezzi di produzione.

KARL MARX

Appartiene ad un mondo culturale molto diverso da quello

di Proudhon, la sua formazione iniziale è una formazione filosofica di stampo tedesco, in particolare Hegeliano. La sua idea di società è molto legata alla sua formazione filosofica che può essere fatta risalire alla scuola idealista tedesca, che era la versione filosofica della cultura romantica tedesca. Questo legame arriva a Marx nell'idea di ricostruire una realtà organica.

Ha una visione materialista: la realtà è innanzitutto realtà materiale e il compito della filosofia è quello di trasformare la società (filosofia della prassi). È un autore ottocentesco che ha scritto "Manifesto del partito comunista" e "Il Capitale".

Per spiegare il pensiero di Marx bisogna prima capire il concetto di lotta di classe che è fondamentale in tutti gli autori del socialismo, di cui però nessuno gli ha dato un'importanza quanto l'ha fatto lui; Marx lo usa per comprendere lo sviluppo

storico che andrà necessariamente verso la costruzione della società comunista. Lotta di classe: borghesi contro proletari; in sé come concetto significa lotta tra chi detiene i mezzi di produzione e chi ne è escluso. Il termine non nasce con Marx ma nasce prima da altri autori, tuttavia lui è l'autore che più di tutti l'ha sviluppato e messo al centro del suo pensiero fino a farne l'elemento principale.

Ogni società è ricca di conflitti e contraddizioni, e Marx arriva a questa dichiarazione partendo dalla logica di Aristotele, per passare ad Hegel, filosofo che critica fortemente la logica di Aristotele che si basava sulla non contraddizione; Hegel assume invece la contraddizione come elemento centrale per la spiegazione della filosofia, ma questa contraddizione si da in Hegel come antitesi filosofica dove la tesi e l'antitesi sono momenti stretti mentre la sintesi è il momento concreto.

Marx va oltre ad Hegel

Poiché dice che tesi e antitesi sono due momenti concreti della storia, abbandona la storia dello spirito, e rappresentano le due classi sociali. La dinamica nella storia quindi si concretizza sempre nella lotta tra le classi sociali, che nella storia assumono sempre nomi diversi, come se ci fosse sempre la stessa sceneggiatura ma interpretata da attori diversi; la struttura sociale, economica e politica di conseguenza acquista un significato diverso poiché il modo di produzione di una società è completamente diverso da quello di un'altra. C'è da dire che Marx vive in una fase del capitalismo dove poteva essere interpretato come sviluppo storico, e dove l'economia capitalista sta sviluppando una ricchezza enorme in Europa, però aveva una forma selvaggia nell'applicazione di essa (sfruttamento minorile e dei lavoratori).

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
77 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher tilmat003 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia delle dottrine politiche e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Berti Francesco.