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INTERNAZIONALE
La conformità sociale è prodotta:
dall'inerzia come tutte le società in parte, è prodotta dal
• condizionamento reciproco.
Dalle sanzioni morali
• in toto dal punto di vista dell'uso della forza a pratiche di autotutela
• legittimate soggettivamente dagli individui (o gruppi)
Questa è la struttura d'ordine di una società primitiva, il modello di
funzionamento di una società priva di governo empiricamente osservata, e così
esistono oltre a queste analogie di cui abbiamo chiarito gli aspetti essenziali,
delle differenze fra le società primitive e quella internazionale.
DIFFERENZE SOCIETA' PRIMITIVA E INTERNAZIONALE
Nella società internazionale, l'ordine viene mantenuto analogamente a come
viene mantenuto in queste società prive di governo.
La struttura unica fonte che dota la società internazionale di norme è la
CONSUETUDINE stabilizzata, ed è vero sia per l'una che per l'altra.
Nelle società primitive ci sono gruppi privilegiati ai quali sono riconosciuti
speciali diritti e doveri, ed è uguale nella società internazionale dove ci sono
grandi potenze a cui sono riconosciuti speciali diritti e speciali doveri.
Nelle società primitive ci sono forme di autotutela soggettivamente legittimate,
ovvero ciascuno legittima le proprie pratiche di difesa.
Ci sono anche differenze (anche quest'analogia, anche se più esaustiva di
quella supportata dalle teorie classiche, non è esaustiva):
la sostanziale differenza d'organizzazione tra la società internazionale in
• termini di sovranità dello stato e come invece sono organizzate le società
primitive, dove non esiste il concetto di sovranità.
Nelle società primitive c'è un alto grado di omogeneità culturale, tanto
• che quell'omogeneità favorisce il mantenimento dell'ordine: ci sono
premesse valoriali comuni che sono fondamentali per mantenere l'ordine.
Nella società internazionale, al contrario, l'eterogeneità è massima: gli
stati storicamente presentano un'alta eterogeneità culturale (fatto
innovativo) a partire da Vestfalia, nata sul principio cuius regio eius
religio; la mancanza di omogeneità culturale non aiuta il mantenimento
dell'ordine.
Le società primitive hanno fondamenti di comune credenza religiosa o
• magica, e questi elementi di tipo trascindentale (la fede in una comune
religione per esempio), mentre la società internazionale vive di una
cultura secolare, ed ogni volta che gli elementi religiosi entrano nella vita
internazionale sono fattori di disgregazione dell'ordine, sistematicamente
marginalizzati proprio perché fattori disgreganti.
→ è vero che l'ordine viene mantenuto in modo analogo, e che la coesione di
queste società ed il grado di solidarietà fra i membri è differente.
ORDINE INTERNAZIONALE → modello di organizzazione della vita internazionale
che sostiene gli scopi elementari o primari della società internazionale.
Bull lo definisce così perché gli stati danno vita ad una società imperfetta,
precaria, specifica, ma società è “gli scopi che hanno gli stati della vita
internazionale non si distinguono dagli scopi tipici di qualsiasi ordine sociale
(almeno quelli elementari e primari)”.
→ nella società degli stati la violenza è limitata, e non tutto è consentito a tutti:
ciò che dice Aron è vero, ma è parziale per Bull, perché quel realismo
eterodosso è un punto di partenza incompleto. E' vero che c'è un tratto
distintivo delle RI ovvero che gli Stati possono utilizzare legittimamente la
violenza, ma solo gli stati possono farlo e comunque non è sempre stato così (si
pensi al medioevo), e l'alternativa a ciò è più violenza e più diffusa.
Ciò che interessa a Bull è segnalare che è una forma di limitazione della
violenza, e gli stati hanno condiviso a tal punto l'interesse a limitare la forma in
cui la violenza legittima viene esercitata che hanno formato delle regole sia per
le cause di guerra, sia per come viene praticata la guerra.
La definizione di cosa e com'è legittima una guerra e se è legittimo il modo di
combatterla è stata normatizzata.
1. Limitazione violenza: con monopolio violenza legittima, ius in bello, ius at
bello
2. mantenimento promesse: con pacta sunt servanta, rebus sic stantibus
3. stabilità del possesso: con mutuo riconoscimento sovranità
Gli stati hanno mostrato insieme in quanto società alcuni scopi primari
universali.
1. Da 5 secoli questa società degli stati si auto-preserva: combatte contro
gli stati e gli attori sovrastatali, substatali o transtatali – tutti gli attori
diversi dagli stati sono privati di molte prerogative riservate agli stati
stessi, e che gli stati difendono reciprocamente (ad es. contro il
terrorismo).
2. Mantenimento indipendenza o sovranità esterna
3. pace condizione normale, guerra con circostanze e limiti stabiliti
4. subordine 2 a 1: compensazione, equilibrio, sfere d'influenza
→ l'ordine internazionale può essere letto in chiave analogica e definito nei suoi
aspetti specifici e così compreso.
Il mantenimento dell'ordine internazionale non è conseguenza di fatti
contingenti ma di un senso di interesse comune per gli scopi elementari della
vita internazionale, di norme che prescrivono il comportamento che sostiene
questi scopi e di istituzioni che rendono effettive queste norme:
con base identificativa o razionale
• che è funzione di paura/vulnerabilità; interdipendenza/accordo; scarsità
• ed egoismo/proprietà
→ l'ordine si mantiene attraverso le NORME:
Principi imperativi generali che vincolano a determinati comportamenti,
• coerenti con gli scopi della vita sociale.
Definiscono, precisano e prescrivono il comportamento ordinato e non.
• Obbligano ed autorizzano, guidano la scelta tra corsi di azione alternativi.
• Hanno status giuridico, morale, consuetudinario ed operativo → efficacia
• dedotta da un certo grado di obbedienza e sua considerazione nei calcoli
di coloro a cui si applica, anche i violatori potenziali ed attuali.
L'analisi di Bull si distanzia per l'uso di questi concetti dalle teorie precedenti;
seguendo il ragionamento di Bull, le norme socialmente efficaci (a prescindere
dal loro status) devono essere create, comunicate, amministrate, interpretate,
attuate e legittimate per essere socialmente efficaci; devono anche essere
passibili di modifica o di adattamento alle mutevoli esigenze della società in cui
svolgono una funzione. Le norme devono anche essere protette.
La differenza cruciale fra società che posseggono un governo e società
anarchiche (degli stati) è funzionale: le società primitive in analogia alla società
internazionale come società ordinata (esistono scopi primari, elementari ed
universali perseguiti in entrambi).
Le norme nella società internazionale (che regolano la vita negli stati) sono
rese efficaci solo dai suoi stessi membri, ovvero gli stati.
A livello generale, Bull puntualizza sull'esistenza di due complessi di norme, ed
esiste un principio normativo superiore nella PI a tutti gli altri (definibile
costitutivo della vita PI), ovvero quello dell'organizzazione politica degli uomini
in una società di stati (membri principali e fondamentali della PI).
I due tipi di norme fondamentali, che permettono di parlare di società
internazionale, sono:
1. regole di coesistenza → servono a sostenere gli scopi primari elementari
ed universali senza i quali non si può dare forma al sistema sociale:
regole sull'uso della violenza, regole sugli accordi (mantenimento delle
promesse), regole sul riconoscimento reciproco (riconoscimento del
possesso).
2. Regole di cooperazione → regole minori rivolte ad obiettivi secondari, più
avanzati, e funzione della mera coesistenza come economia, ambiente,
lavoro, commercio, ecc. Sono più evolute di quelle a fondamento della
società internazionale, e subordinate alle prime in quanto se cedono le
prime, queste cedono a sua volta.
Questi due insiemi di norme sono in stretta dipendenza: non si può parlare di
commercio per esempio se non si organizza come riconoscere il possesso.
Nell'interazione di questo insieme di regole che si gioca soprattutto la
spiegazione di come si mantiene l'ordine nella PI:
Sopra a tutte le regole che riguardano la società internazionale (che è
• solo un aspetto della PI), il principio normativo fondamentale o
costituzionale della politica mondiale della nostra era stabilisce chi sono i
soggetti politici e giuridici della coesistenza → coincide con l'idea della
società degli stati come principio normativo supremo dell'organizzazione
politica dell'umanità, al posto di idee alternative: impero, comunità
cosmopolitica, stato di natura (modalità di organizzazione diverse da
quella odierna).
Le regole in cui hanno monopolizzato l'attenzione i liberali, e che nella
• teoria contemporanea hanno focalizzato l'attenzione le RI, sono quelle
regole che superano il concetto della cooperazione fra stati (non le
tratta).
Se le norme devono essere socialmente efficaci, come fanno ad esserlo nella
società anarchica, dove non c'è un governo che le crea, le comunica e le mette
in atto?
1. Le norme internazionali sono create in assenza di governo, per
CONSENSO fra gli stati, per prassi, per accordi fra stati; la prima norma
fondamentale che punta a questo fondamento supremo è la SOVRANITA'
stessa → carattere normativo del riconoscimento reciproco della
sovranità.
2. Le norme, anche se non vi sono organismi divulgativi, vengono
comunicate fra gli stati tramite dichiarazioni o tramite atti (ad esempio
ius at bellum)
3. Le norme vengono amministrate tramite atti esecutivi sussidiari (che si
autosostengono) → gli stati stessi sono garanti dell'amministrazione di
quelle norme, i custodi dell'amministrazione di quelle norme, che le
amministrano tramite l'arbitrato internazionale (=interstatale),
applicabile agli stati stessi (ad es. Svizzera come potenza custode di
tante di queste norme “legalizzate”), amministrate da terzi eterodiretti
(organizzazioni internazionali cui essi stessi -gli stati- hanno dato vita).
4. Le norme vengono interpretate tramite una auto-definizione morale; sono
solo alcu