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Estratto del documento

Schein:

vista di “nell'eccezione più ampia processo si riferisce piuttosto a 'come' che a 'cosa' si fa”.

processo

La lettura del assume che all'interno degli eventi:

(a) si dia una qualche regolarità

(b) si manifesti intenzionalità da parte dei singoli giocatori. Si accetta cioè che il risultato del

corso di decisioni e di azioni sia anche generato dalle intenzioni dei singoli

Il concetto di attore riguarda coloro che fanno, pensano, scelgono. Essi non sono mai soli, ma

sempre in relazione con qualcuno e qualcosa. È quindi possibile che mediante interdipendenza e

coordinamento, si generino entità più complesse come gruppi, squadre, reparti, dipartimenti etc. Per

gli attori vale un assunto di razionalità, almeno in accezione procedurale. L a razionalità non

assicura l'intelligenza. Assumere che le persone hanno spesso ragioni coerenti con ciò che fanno non

equivale a dire che esse sicuramente selezionano quelle azioni che sarebbero oggettivamente

ottimali alla luce dei loro obiettivi. In questo senso gli attori sono razionali nelle intenzioni e nei

modi in cui giustificano le loro scelte, ma il loro perseguimento della razionalità non assicura né

un'azione coerente né un'azione intelligente [Simon, March]

Il problema

L a modernità si esprime anche attraverso il gran numero di organizzazioni in essa insediate e

molteplicatesi specie negli ultimi due secoli. Vediamo quali sono le implicazioni sotto il profilo

cognitivo per gli attori.

1. Operazioni mentali sottese alla capacità di agire in maniera organizzata dove con

organizzata si intende all'interno delle tensioni tra corso di azioni e processo, mentre

cognitivo figura in eccezione allargata e comprende l'insieme di espressioni umane che

mediano la conoscenza del mondo (emozioni e affetti inclusi). Un'organizzazione è un'entità

materiale che include in sé collettività di persone, denaro, edifici, impianti, competenze etc.

2. Come e se il processo è in grado di vincolare la condotta degli attori per un certo verso le

vicende del processo sono messe in scena dagli attori

3. Conseguenze che sul piano pratico possono derivare dalla discussione delle due domande.

Questo è ciò a cui si tenterà di dare risposte in questo capitolo

Razionalità limitata e struttura

Consideriamo il processo come un corso di azioni ordinato. Uno dei tipici modi di esprimere tale

ordinamento sta nella nozione di struttura.

Struttura dell'organizzazione: consiste in quegli aspetti del modello di comportamento esistente

nell'organizzazione che sono relativamente stabili e che cambiano solo lentamente. L'organizzazione

avrà una struttura (nel significato qui attribuito al termine) nella misura in cui esistono limiti di

razionalità, cioè nella misura in cui vi sono elementi nella situazione che dovrebbero essere o che

sono effettivamente presi come dati e che non rientrano come potenziali fattori strategici. Se non vi

fossero limiti della razionalità, o se essi variassero in modo veloce e imprevedibile, non potrebbe

esserci una struttura organizzativa stabile.

In questa prospettiva il modello di cambiamento è sempre attraversato da cambiamento e

“innovazione” e “permanenza” la quale è attribuita al modelli di comportamento e non ai

comportamenti materiali. Inoltre essa è relativa all'intervallo preso in esame. Anche la struttura va

quindi declinata nel tempo e può configurarsi in maniera diversa a seconda dell'estensione

dell'orizzonte temporale preso in esame.

Ragionando per assurdo, se l'attore fosse onnipotente e possedesse le conoscenze adeguate ad ogni

circostanza, momento per momento, la struttura diverrebbe inutile.

Dal punto di vista dei limiti di razionalità ci sarebbero tre momenti che vanno richiamati:

routine (i programmi direbbe Simon) racchiudono problemi già risolti e il ricorso a esse

• permette sia di semplificare l'analisi strategica, sia di rendere l'esecuzione più rapida.

La gerarchia serve il controllo, ma anche la possibilità di rompere in più stadi la catena

• mezzi­fini, trasformando obiettivi generali e non operativi in obiettivi operativi, tali per cui

esistano “criteri indiscussi per determinare in che misura particolari attività o programmi

contribuiscano al conseguimento di quegli obiettivi”.

Scomposizione del compito deriva dal fatto che le competenze umane sono intrinsecamente

• circoscritte. Segue criteri di divisione sociale del lavoro, per cui un compito frazionato in

elementi più semplici può venire facilmente tradotto in routine o controllato o automatizzato.

Gli assunti di regolarità e permanenza che caratterizzano il processo permettono da un lato all'attore

di “orientarsi” lungo il corso di azioni, mentre dall'altro generano obblighi per gli attori stessi.

Contesti e tempo

In breve abbiamo gli attori a razionalità limitata che, elaborando il proprio modello di

comportamento organizzativo, fissano nel corso dell'azione alcuni aspetti relativamente stabili da

cui appunto la struttura. Mi chiedo inoltre:

a) se la componente stabile del modello (struttura) possa dire qualcosa circa i limiti dell'attore

b) se la declinazione nel tempo dei modelli (culturalmente/storicamente contingenti) possa dire

qualcosa circa lo sviluppo dell'attore.

Parlando del punto 1 (a) ci si può chiedere come un attore possa riconoscere qualcosa che si ripete o

che resta stabile nel tempo. Ciò non accade a causa della struttura, essa è una manifestazione della

permanenza (nel modello) e non viceversa. March e Simon parlano del metodo di “una cosa alla

volta”. Ciò tocca il problem solving, ma da per scontata una preliminare operazione mentale

mediante la quale alcuni elementi della situazione sono tenuti fermi, presi come dati per potersi

concentrare sul divenire degli altri.

Noi non abbiamo diretta esperienza del fluire degli eventi: vi è infatti una preliminare operazione

cognitiva che segmenta, rompe l'esperienza secondo intervalli, li classifica in base al tipo e

solitamente li riconosce simili ad altri vissuti in passato. In questo senso i contenuti della nostra

esperienza tendono ad essere ripetitivi piuttosto che unici. Chiamiamo contesto la somiglianza che

identificano certi intervalli o episodi nel tempo. La segmentazione del vissuto in contesti è un tratto

universale dell'esperienza umana del tempo, come testimonia anche la nozione di “presente

psichico”. L'idea di contesto quale presupposto necessario ai fini della comprensione del

Gregory Bateson.

comportamento intelligente (apprendimento) è di L'eccezione che diamo qui alla

parola contesto non designa una situazione, ma una classe di situazioni. Una teoria che ammetta che

il comportamento possa cambiare (nel senso di apprendere) ha bisogno della nozione di contesto:

infatti per affermare che il comportamento di qualcuno cambi dal tempo t0 al tempo t1 bisogna che

le due situazioni siano simili, che t1 figuri come una ripetizione di t0. Si veda a proposito la

discussione di Beatson del condizionamento classico o pavloviano. In secondo luogo le circostanze

a cui il contesto si riferisce sono costruite da individui che operano in ambienti fisici utilizzando

strumenti, apparecchiature, impianti e simili (ambienti materiali). Terziariamente, essendo il

contesto generato dall'interpretazione di quanto accade, una stessa sequenza può essere segmentata

in modi diversi da coloro che vi prendono parte, come lo studio della comunicazione interpersonale

sovente attesta. Nella interazione umana, però, è normale che le persone tendano a favorire una

comune interpretazione del corso d'azioni, sottolineando in maniera implicita o esplicita, la natura

dei loro rapporti, il tipo di ruolo assunto e rispettivamente proposto all'altro, la disponibilità alla

reciprocità e così via. Succede così che, soprattutto in situazioni complesse, si facci a ampio uso di

segna­contesto cioè di informazioni il cui scopo è di classificare i contesti. La vita organizzativa è

ricca di manifestazioni di questo tipo: etichettare gli incontri (riunioni, assemblee, colloqui...)

dichiarare la posizione delle persone (ordini di servizio, targhe...) codificare il decorso di particolari

sequenze di interazione (cerimonie, rituali).

Emozioni e collusione

Condividere i limiti della razionalità è condizione cognitiva necessaria per l'ordinamento dei

processi: si esplica nello scomporre in sotto sequenze (contesti) secondo una metrica, almeno in

parte, comune ai diversi attori. I contesti appaiono così modelli nel tempo in quanto ricapitolano

negli episodi attuali la fisionomia di eventi pregressi. In un diverso ambito teorico la psicologia usa

anche il concetto di “copione” o script per alludere a schemi mentali contenenti attività tipiche

(andare al ristorante, fare lezione etc). Contesti e Script posseggono rilevanza pragmatica in quanto

orientano le risposte alle circostanze della vita, governano l'interazione e servono l'apprendimento.

Non possiamo trascurare il versante emotivo: è ingenuo pensare per le azioni discendano in via

lineare dalle decisioni. L'assunto di razionalità procedurale dice che l'attore tende a giustificare la

propria condotta come se essa fosse orientata da decisioni volte a perseguire il miglior risultato

simbolizzazione

possibile. Al di là di questo, l'interazione umana è ampiamente influenzata dalla

affettiva. Simon dice che il meccanismo di collegamento di prima direzione tra affetto e cognizione

è l' attenzione l'affetto influirebbe sul pensiero indirizzando l'attenzione su certi obiettivi invece

che su altri. I processi cognitivi guidando l'attenzione a rilevare stimoli particolari evocano

l'emozione o gli impulsi che la memoria ha immagazzinato associandoli a quel genere di stimoli.

In alcune occasioni invece l'intreccio tra emozioni e pensiero non è sempre mediato dall'attenzione.

Sottoponendo gli studenti ad un test di customer satisfation si è rilevato che il primo fattore di

soddisfazione è spesso espresso da item quali “interesse per gli argomenti trattati”, “capacità del

docente di coinvolgere” e simili. Appare evidente che la prima richiesta degli studenti sia di non

annoiarsi di non soffocare la loro attenzione.

Alcuni temi rilevanti per lo snodo conoscere e organizzare.

1. L'assunto di razionalità procedurale sostiene che malgrado le buone intenzioni, l'esito delle

decisioni, delle scelte, delle prese di posizione e degli interventi non sia mai scontato. Ciò

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
19 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher lin16 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia delle organizzazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Ingusci Emanuela.