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Noi siamo ciò che nelle relazioni diventiamo. Relazionandoci e conoscendo l’incertezza degli altri,
noi cerchiamo quell’intersoggettività che ci aiuta a contenere la nostra incertezza e la nostra ansia.
Asch: ogni individuo costruisce un concetto di sé sulla base di ciò che lui pensa di se stesso. Può
succedere però che su di noi influiscano persone esterne così tanto da allontanarci da tutti. Si
giunge così ad avere un concetto di sé sulla base di ciò che gli altri pensano di noi. Il parere delle
persone di cui ci importa influisce sul nostro comportamento.
Effetto distanza di Carlo Ginzburg nel libro “Occhiacci di legno, perché mi guardate?”. Il sottotitolo
è “Sette saggi sulla distanza”. Noi tutti sceglieremmo il mandarino, visto che si trova dall’altra parte
del mondo. Questo però è un chiaro esempio di violazione della razionalità della mente. Altro
esempio di violazione della razionalità è l’esempio dei pennarelli in vendita.
Psicologia dell’influenza: se un certo Luca è definito “influente”, sarà visto con ammirazione e
invidia, mentre se è definito “influenzabile” è visto con commiserazione e pena. Come esiste però
un influente se non ci sono influenzabili? L’influenza è il regolatore fondamentale delle relazioni
sociali. Come si sviluppa una dinamica di influenza? Ci sono 3 dinamiche fondamentali.
1. Conferma: A ha una interazione con B riguardo ad X. B dice ad A di condividere la sua
posizione.
2. Disconferma: A interagisce con B riguardo ad X. B dice di non essere d’accordo.
3. Negazione: A interagisce con B riguardo ad X. B dice che non è rilevante e non gli
interessa.
Gruppo: istanza intermedia tra individuo e istituzioni. Ogni gruppo deve avere 3 requisiti
fondamentali, interdipendenza, omeostasi e leadership. Al cambiare di uno dei 3, cambia tutto. In
quasi tutti i gruppo c’è un sistematico tentativo di anti leadership e una posizione omega (il bastian
contrario, l’escluso). 3 fattori decisivi per capire ciò che accade in un gruppo:
1. Tempo: ci si vede tutti a una determinata ora, senza questo requisito il gruppo non sarebbe
tale.
2. Spazi di scoperta: quanti margini di libertà d’azione il gruppo consente? Se consente il
100% non è gruppo, se consente il 10% è una setta o un gruppo radicale. Ogni gruppo ha
un certo margine di conformismo, che però quando è troppo non permette l’innovazione. La
saturazione è invece il processo in base al quale chi prende posizione in un gruppo non ha
più manforte dallo stesso, e anzi viene visto con disprezzo e menefreghismo.
ORIGINI DELLA PSICOSOCIOANALISI
L’approccio ad un orientamento psicoanalitico sorge fra gli anni 80 e 90 a opera di Luigi Pagliarani.
Si effettua un lavoro clinico con il soggetto in rapporto al gruppo e all’istituzione. Sorto in
concomitanza con la “polemologia”, la scienza che indaga le motivazioni che originano le guerre e
la violenza fra esseri umani, considerando fattori di ordine demografico, economico, sociale e
psicologico. Hanno unito 2 approcci, sistemico e psicodinamico, creando una specifica “teoria
clinica delle organizzazioni”, con un focus su autorità e leadership.
Per Freud il lavoro è energia psichica, sforzo messo in opera nel conseguimento di un obiettivo.
Per Jacques è invece l’uso della discrezionalità rispetto a condizioni prestabilite. Freud ritiene
inoltre che non esista psicologia che non sia sociale.
L’amore e l’odio sono entrambe passioni dell’essere umano. La pulsione di vita dà alla realtà una
struttura sempre più complessa, la pulsione di morte porta una tendenza alla distruzione. Eros e
thanatos.
E. Jacques: in ogni organizzazione ogni ruolo causa stati d’ansia. Praticare la discrezionalità attiva
il conflitto della scelta: angoscia primaria legata al rischio primario. L’angoscia è tanto maggiore
quanto più è esteso lo spazio geografico coinvolto nella decisione e tanto è maggiore il tempo che
intercorre tra la decisione e la verifica. Inoltre Jacques parla di “dislocazione”, la tendenza a
trasferire nel lavoro emozioni connesse con l’amore primario, attraverso i meccanismi di difesa.
L’uso patologico delle difese porta ad evadere il compito primario.
Difetto fondamentale: esito di una rottura fra i bisogni emozionali, psicologici e fisici del bambino
rispetto a ciò che ricevere dall’altro. Esperienza di mancanza, solitudine, frustrazione. Il DF,
secondo Pagliarani, caratterizza la nostra unicità e vulnerabilità.
Simbiautismo: doppia sofferenza della vita umana, data dalla paradossale duplice condizione di
essere dipendenti e autonomi allo stesso tempo (Pagliarani).
Risposte al difetto fondamentale: ocnofilia (la persona ocnofiliaca organizza il suo mondo
attraverso la prossimità fisica e il contatto) o filobatismo (la persona filobatica organizza il suo
mondo sulla base della vista e tenendo le distanze di sicurezza).
Teoria della fetalizzazione: la forma umana è l’esito di un ritardo nello sviluppo: determinati
caratteri nei feti dei primati costituirebbero transitorie del processo evolutivo, mentre nell’uomo si
sarebbero stabilizzati. Questo poiché la secrezione di ormoni ne ostacolerebbe la crescita fino ad
impedire la formazione di determinati caratteri, presenti invece nelle scimmie.
Gruppi, 3 assunti di base:
1. Dipendenza: il gruppo dipende dall’amore del leader.
2. Fight-flight: nemici esterni, membri seguaci o traditori, attacco e fuga.
3. Accoppiamento: speranza che dall’unione di due membri nasca un “salvatore”.
Ulteriori assunti di base:
1. One-ness: i membri cercano di raggiungere un’unione potente e colludono per negare
differenze significative tra loro.
2. Me-ness: i membri non riconoscono di far parte di un gruppo. Non sono effettivamente in
grado di interagire l’uno con l’altro: l’idea di gruppo è fonte di esperienze persecutorie.
3. Saturazione: i membri negano la possibilità di un “nuovo inizio” o che il gruppo produca
nuove idee. E’ causato da reificazione, la quale è connessa col fenomeno del conformismo.
Il “gruppo di lavoro” è la parte del funzionamento del gruppo che conduce al compito primario. La
sua attività è ostacolata da altre attività psichiche che hanno in comune l’attributo di “tendenze
fortemente emozionali”. I meccanismi di difesa sorgono ogni volta che vengono riattivate nel
presente le situazioni primarie.
Esame di realtà: essere in grado di distinguere sé e non-sé e le origini intrapsichiche della
percezione e dell’arousal, rispetto a quelle che sono invece esterne. Essere in grado di valutare i
propri affetti, comportamenti e pensieri rispetto alle convenzioni sociali ordinarie.
Pre-requisiti per un intervento psicosocioanalitico: istituzione in crisi, membri consapevoli di ciò,
intenzione di uscire dalla crisi, strumenti operativi (risorse, tempo, ecc). Avviene tramite la
valutazione di obbiettivi, bisogni e risorse. L’ansia secondaria è lo stato ansiogeno che insorge
quando le difese adottate dai membri per fronteggiare le angosce primarie fanno stare peggio dei
motivi che le avevano attivate (condizione più importante per l’elaborazione della crisi).
Indicazioni operative:
1. Il compito primario è chiaro a tutti? E ciò è comprovato dai fatti?
2. Decisionale ed esecutivo lavorano in sinergia? Il lavoro è apprezzato?
3. Esplorazione e indicazione degli stili direttivi: se l’identità dei membri è instabile la
leadership deve essere capace di indicare le strategie e di determinare l’accettazione
generale di esse; se c’è individualismo la leadership deve essere capace di accrescere
l’identificazione collettiva rispetto all’obiettivo strategico.
4. Norma della gradualità
5. Task force se siamo di fronte ad un’organizzazione altamente resistente. I membri devono
comprendere le difese circolanti e le loro motivazioni.
L’intervento deve smascherare e rimuovere solo le difese falsificatrici. Se invece le difese sono
mediatorie, sono un corretto compromesso fra realtà e piacere, pulsione e ambiente. Inoltre,
prestare attenzione a:
1. Collusioni latenti: spesso parti apparentemente in opposizione sono invece in collusione.
2. Coppie: identificate o nascoste. Le parti sono collaborative o in opposizione; il loro lavoro è
conesso.
3. Rischio primario: connesso col compito primario; emerge quando gli individui devono
decidere le relazioni organizzative e la direzione da seguire.
4. Invidia: regolatore delle relazioni interpersonali e sociali.
5. Autoinvidia: condizione esistenziale che risulta dall’invidia. I soggetti non riescono a
riconoscere le proprie risorse e le proprie buone qualità. E’ una delle più grandi restrizioni
all’espressione di sé e della propria creatività.
Tipi di leadership: Ercole (guarda al futuro, salva se e gli altri, paziente, creativo e fecondo, adulto).
Narciso (nostalgico, contemplazione di sé, scelte affrettate, inconcludente, non sa soffrire,
adultoide).
Capacità negativa: patire il vuoto, la crisi. E’ una competenza tipica degli artisti e dei poeti, i quali
sono costantemente esposti nel proprio operare per generare l’inedito. E’ legata all’atteggiamento
etico di apertura nei confronti del mistero delle cose. Connessa con la capacità di avere fede,
essenziale per una vita etica, cioè aperta all’incertezza. Contrapposta al bisogno di dare una
risposta immediata ai problemi, che è la via migliore per non pensare. Educare all’incertezza non è
un processo lineare, ma è piuttosto un esercizio continuo.
Pagliarani: la dittatura riuscita è invidia socialmente organizzata.
Vivere est-eticamente: vivere eticamente ed esteticamente, cioè con passione. Coltivare la
capacità di riconoscere le risorse in ciò che ci circonda, negli altri quanto in se stessi e cooperare
per farne qualcosa di buono. Saper soffrire la mancanza, l’attesa, la crisi. La generatività, il mettere
al mondo l’impensato, implica una certa quota di trasgressione: ci si muove sempre tra ciò che ci
ha generato e il farsi costante della nostra particolarità soggettiva. Quindi i verbi sono 3: fare,
amare, trasgredire.
NEUROSCIENZE E PSICOANALISI
Le neuroscienze e la psicoanalisi, senza integrarsi, possono confrontarsi sulla base della plasticità
neurale. L’esperienza lascia una traccia nella rete neurale modificando le connessioni tra n