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ECONOMIA AGRARIA
L’economia agraria si occupa di studiare cosa racconta il diagramma di flusso per quanto riguarda
l’azienda agraria.
Lo scopo dell’impresa è massimizzare il profitto, e per fare ciò l’imprenditore deve porsi tre
domande:
1) Cosa produrre?
2) Come produrre? (deve valutare anche i fattori di produzione)
3) Per chi produrre? (deve mirare il target, cioè capire a chi è destinato il prodotto)
I fattori della produzione (beni e servizi utilizzati dall’impresa durante il processo produttivo) sono
5: • TERRA (o capitale fondiario) e miglioramenti fondiari che insistono su di essa. È un
bene scarso, e chi detiene questo bene è detto PROPRIETARIO. Detenere questa
proprietà dà diritto ad un compenso detto BENEFICIO FONDIARIO.
• CAPITALE è costituito da beni durevoli, prodotti finiti e moneta (comprende anche
beni come il bestiame). Generalmente viene continuamente rimesso nell’azienda ed
utilizzato per investire. Chi lo detiene è detto CAPITALISTA e viene compensato
con il CAPITALE.
• LAVORO si distingue in lavoro MANUALE e INTELLETTUALE.
Il lavoro manuale comporta uno sforzo fisico, e la specializzazione è retribuita di più
(es: mungitore). Chi svolge lavoro manuale è detto SALARIATO e viene retribuito
con il SALARIO.
Chi svolge un lavoro intellettuale non fa fatica fisica, ma si occupa di amministrare
l’azienda (il lato organizzativo spetta però all’imprenditore, chi svolge lavoro
intellettuale è semplicemente un esecutivo). Nell’azienda agraria è spesso un
consulente esterno. Il lavoratore intellettuale è detto STIPENDIATO e riceve lo
STIPENDIO.
• ORGANIZZAZIONE chi si occupa di organizzare tutti i fattori di produzione è
l’IMPRENDITORE. Egli si assume ogni rischio d’impresa, ed è compito suo
decidere come e quanto sfruttare i restanti fattori di produzione. Proprio perché si
prende il rischio delle scelte l’imprenditore è l’unico fattore di produzione che può
essere compensato con un TORNACONTO che può anche essere negativo, a
seconda che le sue scelte siano state felici ai fini dell’azienda.
Tutti questi fattori di produzione possono essere distinti in varie figure oppure, come generalmente
accade nel settore primario, più figure economiche possono essere concentrate in una sola
persona fisica.
Per questo motivo si distingue tra IMPRENDITORE PURO, cioè l’imprenditore che si occupa
unicamente dell’organizzazione (figura che nel primario italiano è praticamente assente) e
IMPRENDOTRE CONCRETO, cioè il tipo di imprenditore tipico del settore agricolo che detiene
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© Martina Dentello
diversi fattori di produzione. Il compenso dell’imprenditore concreto è dato dalla somma dei vari
compensi ed è detto REDDITO NETTO.
Le definizioni dei vari elementi dell’economia agraria vengono date dal codice civile:
art. 2555 definisce l’AZIENDA (unità tecnica):
*complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa.
art. 2082 definisce l’IMPRESA (e assieme identifica l’imprenditore):
*colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata e al fine della
produzione e
dello scambio di beni o servizi.
Attenzione! Un’impresa può avere sotto di sé più aziende (come per esempio le multinazionali),
ma non viceversa. In Italia generalmente impresa e azienda agraria coincidono.
Art. 2135 definisce IMPRENDITORE AGRICOLO: 1
* chi esercita attività diretta alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura , all’allevamento del
bestiame e
e attività connesse.
Art. 832 definisce la PROPRIETA’ (rapporto giuridico tra le parti):
* la proprietà è il diritto di godere delle cose in modo pieno ed esclusivo entro i limiti e
l’osservanza del
sistema giuridico.
1: attenzione!Silvicoltura è la gestione economica del bosco ed è diversa dall’arboricoltura (coltivazione di alberi per poi abbatterli, es: pioppeti, ciclo di otto anni)!
La definizione di imprenditore agricolo venne data solo attorno agli anni Quaranta, prima di allora
l’agricoltura era considerata solo un modo come un altro di procacciare del cibo, e non un’attività
economica vera e propria.
Con l’evoluzione della PAC è stato necessario modernizzare la definizione:
DECRETO LEGGE 228 DEL 2001 (riorganizzazione del settore agricolo):
L’art 1 sostituisce la definizione dell’art 2135
*E' imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo,
selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse.
Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività
dirette alla cura ed allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di
carattere vegetale o animale, che utilizzano o possono utilizzare il fondo, il bosco o le acque dolci,
salmastre o marine.
Si intendono comunque connesse le attività, esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette
alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione che
abbiano ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo o del bosco o
dall'allevamento di animali, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante
l'utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell'azienda normalmente impiegate nell'attivita'
agricola esercitata, ivi comprese le attività di valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e
forestale, ovvero di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge
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© Martina Dentello
CONTOTERZISTA: qualcuno che utilizza i propri macchinari per rendere un servizio ad altri (es: mi
costa troppo comprare una mietitrebbia per usarla un mese all’anno, quindi chiamo un
contoterzista che utilizza la sua)
L’IMPRENDITORE AGRICOLO DAL PUNTO DI VISTA FISCALE
L’imprenditore agricolo è fiscalmente agevolato e può ricoprire principalmente tre figure:
• IAP
• Coltivatore diretto
• Giovane imprenditore
Secondo il decreto legge 99 del 2004, si dice IAP chi è in possesso delle competenze
professionali e ricavi almeno il 50% del proprio reddito, dedicando almeno il 50% del proprio
tempo lavorativo, all’attività agricola. 2 2
Prima del 2004 le leggi italiane erano più restrittive e richiedevano di reddito e di
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tempo.
Per ottenere le agevolazioni statali o europee è necessario essere IAP (il decreto legge 228 del
2001 stabilisce che non per forza lo IAP deve essere una persona fisica).
Nel caso di società ci sono tre possibilità:
• Società di persone: almeno uno deve essere IAP
• Società di capitali: l’amministratore delegato deve essere IAP
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• Società cooperativa: almeno deve essere IAP
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Il Coltivatore diretto (che può essere anche IAP) è una figura che deriva direttamente 1
dall’imprenditore agricolo ed è colui che ha una forza lavoro sufficiente a coprire almeno di
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quella necessaria.
Pagando i contributi può iscriversi all’INPS.
Il Giovane imprenditore è una figura che nasce con il regolamento CEE 950 del 1998 e dal 2000
ha diritto a delle agevolazioni.
È giovane imprenditore chi ha meno di quarant’anni, possiede le competenze professionali
(diploma o laurea) oppure almeno tre anni di esperienza professionale,
IL CAPITALE
È capitale ogni bene o ricchezza prodotta e destinata a nuove produzioni (è ciclico, perché viene
continuamente reinvestito). 3
© Martina Dentello
La classificazione può essere di due tipi: in base alle caratteristiche fisiche oppure in base alle
caratteristiche economiche.
Classificazione in base alle caratteristiche fisiche:
• Beni immobili : sono beni che se spostati perderebbero la loro capacità produttiva.
• Beni mobili
: possono essere spostati senza compromettere la loro capacità produttiva.
Classificazione in base a criteri economici:
• Beni fissi (a logorio parziale ): si esauriscono in più cicli produttivi e quindi ad intervalli
poliannuali devono essere rinnovati (ad esempio un trattore). Nel bilancio si indicano tra le
quote di ammortamento.
• Beni circolanti (a logorio totale) : si esauriscono in un unico ciclo produttivo e nel bilancio
risultano tra le spese varie (esempio: concimi).
TIPI DI IMPRESA
Quando ad un’impresa mancano uno o più fattori di produzione deve sopperire prendendoli
dall’esterno e stipulando contratti. Il tipo di contratto stipulato distingue le varie imprese.
Proprietà diretto coltivatrice, legge 590 del 1965: la forza lavoro del nucleo familiare non è inferiore
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ad della forza lavoro necessaria alla coltivazione del fondo. (ora 50%)
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Nel caso della proprietà contadina l’imprenditore detiene tutti i fattori della produzione, il reddito
netto è quindi dato da tutti i compensi.
L’impresa può avere bisogno di forza lavoro, che può essere ottenuta assumendo un:
Lavoratore manuale dipendente
• Grande affitto
• Impresa capitalista
Lavoratore manuale associato:
• Mezzadria
• Colonia parziaria
• Compartecipazione
• Soccida
CONTRATTO D’AFFITTO 4
© Martina Dentello
Il contratto di affitto è il contratto che si accende quando all’imprenditore manca la terra o quella
che ha non è sufficiente (in agricoltura il terreno è fondamentale perché permette di essere
competitivi).
Per molti anni il mercato dei terreni agricoli è rimasto bloccato a causa delle durate lunghissime dei
contratti previste dalla legge.
Legge 203 del 1982 (legge sui patti agrari): l’affittuario paga al proprietario una cifra che viene
stabilita dallo Stato, detta equo canone.
Il problema di questa legge è che l’equo canone {= reddito domenicale (valore assegnato dal
catasto)x coefficiente di moltiplicazione (in base all’ubicazione e al tipo di terreno)} non viene
rivalutato, e la durata lunghjissima dei contratti (15+15) blocca i proprietari a ricevere canoni di
affitto che non sono più in linea con l’effettivo valore di mercato del terreno. Inoltre i miglioramenti
fondiari possono essere fatti dall’affittuario solo con il consenso del proprietario (che però può
essere scavalcato da una commissione che dà il permesso all’affittuario) e devono essere poi
pagati all’affittuario.
La soluzione si trova grazie all&