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PIETRO BEMBO
Nasce a Venezia il 20 maggio 1470
Figlio di Bernardo Bembo
La loro letteratura fiorisce nell’ambito del patriziato veneziano
In questo periodo è raro che qualcuno faccia prevalere la sua passione letteraria sugli obblighi
civici della Repubblica, che spingono i membri dell’oligarchia verso la politica
Es. Barbaro accetta la carica di patriarca di Aquileia che gli aveva dato il Papa, senza aver
avuto il si della Repubblica, che non l’accetta (passerà gli ultimi anni della sua vita in esilio
da Venezia, amareggiato)
Bernardo Bembo, grande bibliofilo, rappresenta il caso di colui che rientra nei ranghi della
Repubblica veneziana
Ha cmq un interesse letterario, ma secondario
Pietro, invece, rappresenta chi, x dar compimento alle proprie aspirazioni non politiche, si
allontana da Venezia x realizzarle
Bernardo a Firenze nel 1478-80 come ambasciatore veneziano (dopo la congiura dei Pazzi)
Rapporti con umanisti (Poliziano, Pico…), utili al figlio
Giugno 1491 Pietro sembra l’erede dell’umanesimo di Poliziano e Barbaro
Poliziano insieme a Pico si era recato a Venezia in questo anno
Viaggio di studio e di ricerca di nuovi docenti
Visita raccolte di libri e va a casa Bembo
In particolare consulta un antichissimo e preziosissimo codice delle Commedie di Terenzio
Inizia ad annotare le differenze con la versione odierna
Lavoro di COLLAZIONE
Si fa aiutare dal giovane Pietro FOTOCOPIA 10
Nella stampa metterà una nota x ricordare Pietro Bembo
Dionisotti, maggior studioso novecentesco del Bembo
1492-94 Pietro va a Messina x studiare il greco, dal madrelingua Costantino Lascaris
Grande scalino da sormontare x diventare un vero umanista
1495 continua i suoi studi a Padova
Incontra ALDO MANUZIO, di cui diventerà collaboratore
Farà parte con lui dell’Accademia Filellenica
Finora la sua formazione è propriamente umanistica
Fino al 1497-99
Va a Ferrara col padre e conosce la vita lussuosa e spensierata delle Corti
Conosce la letteratura volgare e Tebaldeo e Ariosto
Svolta: mette da parte gli interessi umanistici perché si innamora del volgare
1500 torna a Venezia
Appassionata storia d’amore con Maria Savorgnan (nobile friulana)
Ispirazione x Gli Asolani
Escono due versioni pubblicate da Manuzio su richiesta e cura del Bembo
Canzoniere di Petrarca nel 1501 (si avvale del manoscritto autografo)
Commedia di Dante nel 1502
Particolare perché non sono opere classiche
Non esisteva ancora una FILOLOGIA VOLGARE
1502-03 va a Ferrara
Si innamora di Lucrezia Borgia, a cui dedicherà Gli Asolani
Poi va a Venezia x la morte del fratello Carlo
Cercherà di adeguarsi al suo destino di patrizio veneziano
Cerca di avviare una carriera politica, ma i tentativi sono insoddisfacenti
1506 lascia Venezia e si trasferisce nella Corte di Guidobaldo da Montefeltro, conte di
Urbino
Momento di maggior splendore della città (presenza di personalità importanti)
Stringe amicizia con Giovanni de’ Medici
Resta fino al 1511
1512 va a Roma
Diventa segretario di Papa Leone X (Giovanni de’ Medici) nel 1513
1519 torna a Venezia x la morte del padre
Ci tornerà anche nel 1521, quando si ammala x alcuni mesi ed è in pericolo di vita
Fino al 1530 Bembo deciderà di raccogliere i frutti della sua vita letteraria
Resta in Veneto a Padova e, guarito dalla malattia, si dedica alla REVISIONE e alla
PUBBLICAZIONE delle sue opere
Es. 1525 pubblicazione Prose della Volgar Lingua, 1530 Gli Asolani, 1530 Rime
1530 la Repubblica Serenissima di Venezia si accorge di lui
Bembo viene nominato direttore della biblioteca Marciana e gli viene affidato l’incarico di
storico ufficiale della Repubblica con il compito di riprendere la Storia di Venezia di
Marcantonio Sabellico, continuandola dal 1487 al 1513
Pubblica l’opera in 12 libri con il nome di Rerum Venetarum Historiae
La porterà a compimento solo nel 1544 (stesura latina)
Ne farà anche una versione volgare
1539 già iniziata la carriera ecclesiastica, viene nominato Cardinale
Torna a Roma fino alla sua morte
Roma è cambiata da Leone X e Clemente VII, si sta preparando x il Concilio di Trento
I prelati non hanno i suoi interessi letterari, ma prettamente religiosi (volontà di riformare
la Chiesa e di rappacificarla con quella dell’Europa del nord)
Bembo si adatta, svolgendo un importante ruolo nel dibattito religioso
Muore il 18 gennaio del 1547
OPERE
Opere LATINE
De Aetna
Opuscolo pubblicato da Manuzio nel 1496
Forma dialogica (elemento umanistico e bembesco)
Dialogo fra lui e il padre che riguarda la descrizione dell’Etna e delle sue attività
naturali
Osservazione diretta del vulcano e studio delle sue citazioni classiche
Elemento scientifico e naturalistico, caratteristico di fine ‘400
Esordi del primo Bembo umanista
De Vergilii Culice et Terentii Fabulis
Dedicata ad Ercole Strozzi, figlio di Tito Vespasiano (ambito ferrarese)
1497-1503, pubblicata solo nel 1530 (dopo revisione)
Argomento filologico letterario
Dialogo in cui lui discute su particolari luoghi di difficile interpretazione del Culex
(zanzara) di Virgilio (Apendix virgiliana, che documenta il tirocinio di Virgilio, ma
falsamente attribuita) e delle Commedie di Terenzio
Pensava di scrivere una grande opera sui luoghi classici corrotti (cioè riportati
male), che però non porterà a compimento
Carmina
Raccolta di poesie latine
Composte fino alla vecchiaia
De Imitatione (1513)
Lunga epistola latina, un trattato
Problema dell’imitazione
Epistola responsiva a quella di Giovan Francesco Pico della Mirandola, nipote di
Pico, amico e ammiratore del Poliziano
Riprende le idee del Poliziano sull’IMITAZIONE ECLETTICA
Concetto platonico di bellezza universale
In ciascuno di noi esiste ma è offuscata dalle nostre peculiarità
Vale anche x gli artisti
Quindi nessuno potrà dare voce alla bellezza universale
Dobbiamo estrapolare le cose belle da più autori x tendere all’ideale di
bellezza universale, anche se non è raggiungibile
Idea della MOLTEPLICITA’ DI MODELLI (già teorizzata da Poliziano)
Bembo risponde che è necessaria l’imitazione di un modello, l’OTTIMO
MODELLO, senno ci si comporta come un architetto, che progettando una facciata
di un palazzo, se mette più stili il risultato è di cattivo gusto
IMITAZIONE ORGANICA
Come quella del figlio x il padre, non totalmente uguale, ma che ne fa
notare le somiglianze
Necessità di trovare il miglior modello possibile x qualsiasi ambito artistico
L’ottimo modello x la prosa latina è CICERONE (questa lettera sarà il manifesto
del nuovo Ciceronianismo, che creerà due partiti, ciceroniani e anticiceroniani, come
sarà Erasmo da Rotterdam)
Opere VOLGARI
Gli Asolani (1497)
Prima pubblicazione nel 1505, seconda nel 1530
Dialogo che si richiama al modello ciceroniano (Tuscolanae Disputationes)
Discorsi che si svolgono nella villa di Caterina Cornaro ad Asolo (regina di Cipro)
in 3 giornate
Adattamento al volgare della trattatistica latina (cfr. Alberti)
Personaggi con nomi fittizi: Gismondo, Perotino e Lavinello
Discutono in presenza di 3 giovani: Berenice, Sabinetta, Elisa
Sono solo testimoni, non partecipano
Inframmezzi di componimenti poetici dei 3 giovani
Esempio di PROSIMETRO
Tema: l’amore, la sua vera essenza
Progressione ascendente che rimanda a Platone
Perotino rappresenta l’amante infelice e accusa l’amore di essere la fonte delle
umane sofferenze
Gismondo rappresenta l’amore felice, lo loda e non lo considera peccaminoso
perché viene da Dio
Lavinello propone un superamento, passa dall’amore sensuale a quello platonico,
che si può coltivare perennemente (contemplazione della bellezza divina)
Parabola ascendente con tesi e antitesi
Qui il Bembo dà la sua idea di volgare, come lingua difficile (rompe con la lingua
cortigiana di fine Quattrocento)
Sostiene la necessità di rifarsi al dialetto fiorentino Trecentesco
Petrarca x la POESIA LATINA
Boccaccio x la PROSA VOLGARE
Idea aristocratica della lingua
La letteratura italiana da qui è segnata (rappresentazione non più veritiera e
realistica, ma raffinata ed elaborata), tanto che si precluderà la via
romanzesca
Rime Si pongono all’origine di un grande filone, quello del PETRARCHISMO
Riprende la struttura del Canzoniere, come un libro
Imita anche la lingua e lo stile
Estetica classicista, senza eccessi ma con misura
No Dante perché è un plurilinguista e pluristilista (basso livello dell’inferno,
aulicità del paradiso)
L’ELEGANZA è di primaria importanza
Idea della lingua come perfezione (infatti il ‘500 sarà il secolo del Petrarchismo)
Infatti il ‘400 era un secolo di sperimentazioni, il ‘500 consolida
Prose della Volgar Lingua
Pubblicata nel 1525, ma discussa già molti anni dopo
Dialogo in prosa in 3 libri
Si svolge a Venezia nel dicembre del 1502
Personaggi: Carlo Bembo (fratello), Ercole Strozzi (poeta latino ferrarese), Giulino
de’ Medici e Federico Fregoso (dignitario ecclesiastico)
Discutono della lingua partendo da un episodio
Giuliano pronuncia una parola fiorentina, Rovaio (vento di Tramontana), che gli
altri non capiscono
Ercole fa un’invettiva contro il fiorentino, alla quale reagiscono gli altri lodandolo
Ma il fiorentino a cui si riferiscono è quello trecentesco (di Petrarca e
Boccaccio)
Carlo (portavoce di Pietro)
Ricostruzione delle origini del volgare (è un miscuglio di latino e lingue barbare)
Perché non fiorentino odierno?
Perché la lingua e la letteratura fiorentina, nel ‘400, ha compiuto una
parabola discendente
E’ diventata rozza e plebea da una parte, e troppo vicina al latino grazie ai
cultori quattrocenteschi dall’altra, in sostanza ha perso quella giusta misura
che era la sua caratteristica
Bisogna tornare ai grandi autori trecenteschi
Quando Bembo parla di lingua si intende quella SCRITTA e LETTERARIA,
altrimenti non si può neanche definire lingua
Nel se