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ORATORIO DI SANTA CECILIA- BOLOGNA
Nato sin dal 1300 come chiesa parrocchiale ed adattata ai vari cambiamenti culturali e stilistici, quando
per volontà dei Bentivoglio è stata creata la cappella Bentivoglio in san Giacomo.
Originariamente, il portico proseguiva davanti alla chiesa ed è probabile che l’accesso potesse essere
dove adesso c’è l’altare maggiore. La cornice sulla parete sinistra fa pensare ad un secondo ingresso.
La lunghezza è stata diminuita a seguito della costruzione della Cappella Bentivoglio. Il pavimento è più
basso rispetto a San Giacomo. Nel 1507 il palazzo Bentivoglio, che era dove il teatro comunale, è andato
con l’arrivo dell’esercito pontificio.
distrutto
Questo oratorio era identificativo della famiglia Bentivoglio.
Nel 1505 inizia la decorazione della cappella anno significativo, perché nel 1505 vi fu un terremoto a
Bologna e la famiglia fece di questa cappella un ex-voto per essersi salvati.
Pietro Lamo (pittore e scrittore bolognese di fine 1500) scrisse che questa cappella era di bellezza pari
alla Cappella Sistina. I bolognesi interpretarono questa chiesa come una chiesa con decorazioni di alta
qualità.
Le decorazioni risalgono al 1505-1506, dopo che i Bentivoglio vennero cacciati dalla città, furono
chiamati i più importanti artisti per completare la decorazione. Si inizia la lettura dal 1° quadro in fondo
a sinistra dell’altare:
1) Matrimonio di Cecilia e Valeriano
2) Valeriano istruito nella fede dal papa S. Urbano
3) Battesimo di Valeriano
4) S. Cecilia e Valeriano incoronati da un angelo
5) Martirio di Valeriano e Tiburzio
6) Sepoltura dei due martiri
7) Processo a S. Cecilia
8) Martirio di S. Cecilia
9) S. Cecilia dona i suoi beni ai poveri
10) Sepoltura di S. Cecilia
Gli affreschi sono stati realizzati da: Francesco Raibolini, detto Il Francia, Lorenzo Costa e Amico
Aspertini.
Schema degli affreschi e dei rispettivi autori:
FRANCIA FRANCIA
COSTA COSTA
Intervento Intervento di
di Aspertini Aspertini
Aspertini
corridoio affianca
l’autore,
probabilmente
Giovan Maria
Chiodarolo
ASPERTINI ASPERTINI
A Chiodarolo e Tamaraggio sono attribuiti gli altri dipinti, ma è un’attribuzione incerta.
Grande consapevolezza di una cultura legata al territorio.
I pannelli sono stati staccati e restaurati da Otorino Nonfarmale; l’operazione di stacco è stata necessaria
a seguito di infiltrazioni.
Decorazioni della volta: elementi arborei.
I tre archi semicircolari sono di cultura umanista dobbiamo pensare che introducessero a tre cappelle.
murali sotto l’intonaco,
Con delle indagini si sono individuate altre pitture ad opera di Aspertini,
rispettivamente:
- la Vita di San Giovanni
- morte di San Giovanni
- Assunzione della Vergine nella Cappella centrale
Paleotti, vescovo della città, sollecita la decorazione delle chiese. I Paleotti possedevano un palazzo
vicino a santa Cecilia, decorato al piano nobile da Girolamo Curti; sono fra i committenti della nuova
pala d’altare (ad opera di Francesco Cavazzoni, ora alla Pinacoteca Nazionale) che copre gli affreschi di
Aspertini, non ritenuti più adeguati alle indicazioni postconciliari. La Pala attuale è di Tiburzio
Passarotti, in deposito nella cappella di Palazzo Caprara (commissionata dai Ghelli).
Affreschi di Aspertini:
- Decapitazione
- Deposizione di Valeriano: la tomba è posta in diagonale per dare profondità, acuita dal mare
sullo sfondo. In primo piano sono dipinte testimonianze di natura scultorea. Le decorazioni
marmoree richiamano le decorazioni pittoriche della domus aurea Aspertini è in contatto con
Roma.
20 Ottobre 2014
Strategie di coinvolgimento museale:
La comunicazione museale è definita anche comunicazione culturale, rivolta alla collettività, perché dal
dopoguerra il Museo inizia a coinvolgere il pubblico per soddisfare la domanda di cultura.
Con l'avvento delle tecnologie nel 2000, con la legge Statica del 2004 si iniziò ad assistere ad una messa
all'avanguardia per le modalità di coinvolgimento museale. Nascono, per esempio, i siti web rivolti al pubblico.
La comunicazione deve trasmettere conoscenza e valori e nel corso del '900 si sviluppano diversi sistemi di
approccio comunicativo.
Il primo è l'approccio semiologico: è la comunicazione di un processo di significazione e si trasmette ad un
oggetto un senso e un valore. Sassure parla nel 1916 di questo processo comunicazione, che si sviluppa su due
piani, espressione e contenuto. Il museo diviene la sintassi, cercando di restituire senso ai segni. Per esempio, una
comunicazione semiologia, caratterizza gli affreschi nella Chiesa di Mezzaratta, affreschi del pittore Vitale da
Bologna ora riproposti all'interno della Pinacoteca Nazionale, nella stessa identica posizione dell'organizzazione,
precedente, all'interno della Chiesa. In più sapendo che la comunicazione è significazione e il comunicare è il
significato, le letture di un'opera sono differenti da cultura a cultura e non solo, anche da età ad età. Per esempio
all'interno di Palazzo Strozzi durante la mostra inerente i quadri di Rosso Fiorentino e Pontormo, erano presenti
anche piccoli leggii, per i bambini, con alcune informazioni inerenti i quadri. Il legame tra segno e significato
diviene dinamico. Per esempio a volte viene isolato l'oggetto, come l'opera scultorea di Can grande della Scala,
isolata al Museo di Scarpa, questo isolamento cerca di rafforzare il rapporto opera d'arte/riguardante. A volte
vengono presentate invece relazioni articolate di oggetti, infatti secondo una classificazione scientifica, se sono
presenti oggetti simili o uguali, vengono creati mentalmente processi mentali lineari, e questi verranno riproposti
all'interno del Museo, così che possano essere visti, dai riguardanti, come oggetti continui, in sequenza e verrà
creato un confronto(ex i vasi antichi nei musei disposti in sequenza cronologica)! Oppure si ha una disposizione
articolata, all'interno della quale non si avrà un processo di informazione ma un certo riconoscimento delle forme
che conosciamo e l'esposizione andrà a creare un'immagine totale dell'esposizione. Perciò: L'APPROCCIO
SEMIOLOGICO INTERPETA CODICI DIVERSI DI LETTURA TRA IL PUBBLICO FACENTE
PARTE DI DIVERSE CULTURE.
Teoria dell'Informazione: o teoria di Shannon e Weaver del 1949
Codificato Decodificato
Fonte informazione---------trasmittente----------canale---------ricevente-------------destinatario
messaggio segnale fonte di rumore segnale ricevuto
L'emittente è l'esposizione, il messaggio è l'opera d'arte, il ricevente è il riguardante in un primo momento, il
destinatario è l'interpretazione successiva. La fonte di rumore possono essere disturbi fisici(rumore, poca luce,
accumulo di opere). L'opera viene decodificata solo se il fruitore ha un codice comune tra emittente e destinatario,
sei il contesto non crea fonti di rumore e se c'è poca distanza tra l'esposizione e chi la fruisce. Perciò:
L'APPOCCIO DELL'INFORMAZIONE TROVA UN AFFINITA' CULTURALE TRA EMITTENTE E
DESTINATARIO.
Teoria sociologica: Di Levi Strauss, determina che i valori sociali sono fronte di comunicazione, gli aspetti di vita
sociale costruiscono un significato, il pubblico è l'autore di un processo creativo su un piano sincronico (contesto,
ambiente, comunicazione, testo) e diacronico(carriera estetica del visitatore).
------testo (collezione, sculture, dipinti e libri)---attualizzazione del visitatore modello
Piano sincronico----
-------contesto(ambiente, comunicazione)----attualizzazione dell'utente modello
Piano diacronico(esperienze pregresse culturali)----carriera estetica del visitatore
Perciò: L'APPROCIO SOCIOLOGICO DETRMINA LA CARRIERA ESTETICA DEL VISITATORE E
DETRMINA LA SUA CONOSCENZA.
Codici interpretativi---Semiologico
Affinità culturali----Informazione
Carriera estetica----Sociologico
Il Museo è un sistema di comunicazione e un meta-linguaggio. La comunicazione può essere:
Comunicazione Immediata----orienta il visitatore nel ;Museo che riconosce l'oggetto. Nella Pinacoteca di Bologna
per esempio non si ha una realtà cronologica esatta, si passa dalla sala 20, alla sala 9, alla sala 22!!!
Comunicazione mediata----una comunicazione che trasmette i contenuti e bisogna tener conto del repertorio
semantico e la contestualizzazione dell'oggetto è poi sempre importante mostrare il prima e il dopo.
Secondo queste due tipologie di comunicazione, se ne possono ritrovare altre quattro:
Simbolica---identifica gli ambienti, numerazione cronologia delle sale o frecce direzionali.
Scritta----si munisce di ausili informativi, pannelli informativi e guide. A sua volta questa comunicazione può
essere peritestuale(tutto ciò che si trova nelle vicinanze dell'opera) e paratestuale(i pannelli di sala o le schede
informative mobili).
Elettronica---dalle audio-guide, alle guide a codice a barre a postazioni multimediali. Di questa categoria fa parte
anche la realtà aumentata, un unione tra dato reale e non reale(virtuale) come al Getty Museum, dove un foglio
elettronico viene letto da una webcam che legge in 3D gli oggetti del gabinetto d'Asburgo. Oppure allo
StreetMuseum, un metodo che legge i punti di interesse e immagini con Googlemaps attraverso gli smartphone.
Informatica----il sito web! E' una comunicazione duttile e fa riferimento alle app dello smartphone. Esempio
l'applicazione degli Uffizi, sul sito web della gallery, che misura lo stato d'animo mostrando poi una determinata
opera d'arte. L'esposizione perciò traduce un pensiero e un livello scientifico. Il museo comunica! Importante poi
sono le comunicazioni interne/onsite e esterne/offsite. La onsite è la comunicazione interna al Museo, guide
fisiche, audio-guide, testi, audio-guide, il quare code o la point art. La comunicazione offsite è quella che crea
legami attivi con le comunità reali e virtuali. Lo story telling, per esempio, che incrementa il pubblico in uno
sviluppo più economico e meno culturale o le campagne pubblicitarie!
21 Ottobre 2014
Come si analizza la comunicazione museale. Bisogna ricontestualizzare l'opera, parlando linguaggi diversi,
creando rapporti cognitivi(emotivi) con il pubblico. Lo stato cognitivo crea conoscenza. Con le tecnologie come
sono cambiati i modi di conoscenza? Siamo di fronte ad una nuova vita e ad una rivoluzione del Museo, da reale a
virtuale. Il sito internet è solo uno strumento aggiuntivo? Molti critici che parlano di tecnologia sono informativi e
alcuni pedagogici, ma manca proprio l'approccio museologico.
Ricontest