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P
La curva di domanda individuale calcolata su n consumatori, o classi di consumatori, viene detta domanda di
mercato o domanda aggregata.
Un esempio caratteristico in quest'ambiente è quello delle tariffe aeree dove vengono distinte principalmente
due classi di consumatori, quella business e quella economy.
Cerchiamo ora di capire bene come si sviluppa una curva di domanda aggregata, supponiamo di avere le
seguenti curve di domanda per due classi di consumatori, quella economy e quella business:
quantità domandata dalla classe business
,se P
,se P
Nel caso in esame parliamo dello stesso prodotto con lo stesso prezzo. Si nota come la curva della classe
economy abbia un fronte di discesa più ripido e come la quantità massima acquistabile sia molto minore della
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economy abbia un fronte di discesa più ripido e come la quantità massima acquistabile sia molto minore della
curva business.
I grafici relativi alle due curve saranno di conseguenza: 20
10 10 P 40 P
Per poter costruire la domanda aggregata dobbiamo considerare le singole curve e sommarle,
la somma va però effettuata a tratti, cioè studiamo prima la domanda aggregata da P ≥ 40 poi
per 10 ≤ P ≤ 40 ed infine per 0 ≤ P ≤ 10. Infatti nel primo caso notiamo come nessuna delle due
classi sia disposta ad acquistare il prodotto, per cui la domanda aggregata sarà pari a 0; dopo di
che, nel secondo caso, assumerà semplicemente i valori dettati dalla curva della classe
business, l'unica disposta ad acquistare il prodotto per quel prezzo; infine sarà la vera e proprio
somma tra le due, cioè q La domanda aggregata avrà quindi un grafico così fatto:
q
30 Molte volte la domanda aggregata
viene linearizzata
20 10 40 P
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Elasticità
martedì 12 ottobre 2010
Supponiamo adesso di essere a capo di un azienda che produce tastiere per computer e di poter produrre al
massimo 40 tastiere al giorno, vogliamo aumentare i nostri guadagni, come facciamo?
• Aumentiamo la produzione
• Aumentiamo il prezzo (scelta insana in un mercato concorrenziale)
• Diminuiamo il prezzo ( nel mercato concorrenziale si cerca avere prezzi minori dell'avversario)
Ma chi mi dice quale di queste tre strategie di prezzo applicare? In particolare chi mi dice se è meglio aumentare
o diminuire il prezzo dei miei prodotti? Questa informazione ci viene data dalla funzione di domanda ed in
particolare da quella che viene definita elasticità.
Vediamo come arrivarci e cerchiamo di capire per bene il significato dell'elasticità.
Supponiamo di conoscere la domanda aggregata q, la pendenza ci dirà come varia la quantità venduta rispetto
alle variazioni di prezzo. Ad esempio: il che equivale a dire che se aumento di un euro il prezzo vendo 3
pezzi in meni del prodotto.
La pendenza da sola però non mi può aiutare a capire completamente come si comporta il mercato di fronte a
variazione di prezzo, per cui devo cercare di capire quanto varia la quantità rispetto alla quantità di partenza
fratto quanto varia il prezzo rispetto al prezzo di partenza, in altre parole l'elasticità.
che nel nostro esempio diventa
Ossia per un aumento di un euro sul prezzo totale, che va da 10 a 11 euro, pari al 10%, ho una variazione di quantità di
vendita pari allo -0.75%, una quantità irrisoria. L'esempio appena fatto era un esempio di domanda ana elastica.
Un esempio di domanda elastica invece può essere: , dove ad un aumento di prezzo del 10% ho una
diminuzione di prodotto venduto del 25%.
L'elasticità della domanda misura la sensibilità degli acquisti dei consumatori alle variazioni di prezzo di un bene. Se
l'elasticità ha in modulo valori elevati (in modulo perché per va ricordato che per i bene ordinari è negativa) vuol dire che
ci saranno forti variazioni di richiesta all'aumentare del prezzo , cioè il mercato è elastico, questo accade specialmente ne l
mercato concorrenziale. RICAVO= prodotto tra il prezzo
di un bene e la quantità
venduta
Supponiamo di avere un certo ricavo: GUADAGNO( o utile, o profitto,
o margine)= ricavo - costo
(differenza fra il ricavo iniziale e quello dopo
l'aumento)
Calcolando che l'ultima parte dell'equazione sopra può essere ignora essendo una
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Calcolando che l'ultima parte dell'equazione sopra può essere ignora essendo una
moltiplicazione tra dei delta molto piccoli posso dire che io aumento il ricavo se:
• parte a destra della differenza dei ricavi
• isolo P per delta q
• moltiplico e divido per il valore a sinistra dell'operatore
• il valore a destra non è altro che l'inversa di epsilon (elasticità)
• moltiplico sia destra che a sinistra per epsilon e cambio di segno
poiché epsilon è una quantità negativa
•
Cioè la domanda è ana elastica, se aumento il prezzo mi aumenta anche il ricavo.
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Teoria dell'offerta
martedì 19 ottobre 2010
Con la teoria dell'offerta ci spostiamo dal punto di vista del produttore. Così come la domanda era
rappresentata da una curve anche l'offerta altro non è che una curva specificata dalla quantità dei
beni immessi sul mercato da parte del produttore.
E' rappresentata dal termine inglese supply: S = S(P)
Si definisce equilibrio tra domanda e offerta il valore tale che q = S, cioè la domanda uguaglia
l'offerta.
Si definisce prezzo di equilibrio , cioè il prezzo al quale la domanda uguaglia
l'offerta. In verde la curva di domanda.
In nero la curva di offerta.
Se il prezzo è alto il produttore vuole
vendere una determinata quantità di
bene indicata con .
Il consumatore d'altro canto non è
disposto a comprare il bene ad un
prezzo così alto, per cui comprerà una
quantità di bene minore
L'intersezione tra le due rette è
l'ottimo per entrambi.
Ma da cosa dipende il prezzo di un prodotto? Ci sono due vincoli principali che rispondono a tale
domanda:
• Vincoli tecnologici
• Vincoli di mercato
Vincoli tecnologici: lo stato della tecnologia farà sì che solo alcune combinazioni di input consentono
di produrre una determinata quantità di output, quindi l’impresa deve limitarsi a prendere in
considerazione piani di produzione tecnicamente realizzabili.
Ad esempio se produco delle magliette dovrò reperire del cotone (input) che utilizzato in una certa
maniera, con dati macchinari e con soluzioni ottimali si trasformerà in magliette (output).
Ovviamente al giorno d'oggi l'output dipende molto dalla tecnologia. Torniamo infatti sempre
all'esempio delle magliette: se ho una sarta riuscirò ad avere un output, ad esempio di 1 maglietta
ogni 30 minuti, se ho un macchinario non proprio all'avanguardia di 10, se ho un macchinario di
ultima generazione di 20.
Quello che posso produrre effettivamente è ciò che viene definito piano di produzione
tecnicamente realizzabile, sempre con riferimento alle magliette (0,30') = 1 maglia , è il piano di
produzione, tecnicamente realizzabile, nel caso in cui utilizzo solo la forza lavoro uomo (30 minuti
per una maglia).
L'obbiettivo di un'azienda è quello di massimizzare il profitto e non il ricavo. Infatti poiché il profitto
è dato dal ricavo meno il costo allo stesso tempo tengo d'occhio i miei ricavi e sto attento a non
aumentare troppo i costi. Guardando infatti il grafico notiamo che rappresenta una classica C(q)
curva di costo C(q) e una curva di ricavo R(q).
Il ricavo, dopo una certa quantità, diventa inferiore ai costi,
a causa di ristagni o altri motivi. Il profitto massimo per cui si
ha nel punto in cui la distanza della curva di ricavo è massima
da quella dei costi. Questo fa si che molte volte le aziende R(q)
tendano a non inflazionare più di tanto il mercato con
i loro prodotti, al fine di aumentare i profitti.
Economia Pagina 11
tendano a non inflazionare più di tanto il mercato con
i loro prodotti, al fine di aumentare i profitti. q
Dati determinati vincoli tecnologici, l’insieme di input ed output tecnicamente realizzabili viene
detto Insieme di produzione.
La funzione di produzione misura il massimo livello di output ottenibile in corrispondenza di un
determinato livello di input.
Posso fare 20 maglie al giorno al max, ma volendo ne posso fare anche 8. Questo è l'insieme di produzione.
La funzione di produzione sono invece solo 20 maglie al giorno, il limite massimo.
Se l'impresa si dice output efficiente.
Supponiamo ora che l'impresa possa variare i suoi fattori di produzione, cioè in termini matematici
possa moltiplicare gli input per un fattore t, che cosa succederà all'output? Dipende di così detti
rendimenti di scala:
• Costanti = al crescere di t allo stesso modo cresce All'esame non mettere mai i
• Crescenti = quando si ha una crescita più che proporzionale rendimenti di scala minori di 1. Ad
esempio un rendimento dello 0.5
• Decrescenti = quando si ha una crescita meno che proporzionale dimezza la produzione. Non ha senso
Il problema dei rendimenti di scala è un tipico problema di economia industriale: data una certa
rappresentazione della funzione di produzione, è più efficiente implementare una produzione su larga scala o
una su piccola scala?
Se ad una variazione positiva dei fattori produttivi corrisponde una variazione più che proporzionale
dell’output è opportuno produrre su larga scala.
Finora abbiamo visto un’impresa che sceglie come produrre dati i vincoli
Vincoli di mercato:
tecnologici tra i fattori produttivi. Ora affrontiamo il secondo vincolo, il vincolo di mercato(le
condizioni dei mercati in cui l’impresa opera come venditore di output e come acquirente di input
determineranno, attraverso i prezzi, la profittabilità di ciascun piano di produzione).
Supponiamo di aver fissato i prezzi di input e output, cioè ci troviamo in un mercato concorrenziale
dove non possiamo decidere noi come variare i prezzi. Come possiamo fare a massimizzare il
profitto? Il profitto π è dato da P = prezzo beni
Z = input
Y = output
W = prezzi fattori di produzione
ricavi costi
Si definisce costo opportunità il valore dell’impiego alternativo cui l’impresa rinuncia usando una
unità addizionale dell’input, è quindi il valore dell'impiego alternativo cui l'impresa rinuncia
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unità addizionale dell’input, è quindi il valore