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Metodologie Biochimiche
- Corso focalizzato su purificazione proteine e metodi di analisi
Ciclo dell'indagine sperimentale:
- Consultazione della letteratura scientifica e individuazione di un obiettivo
- Individuazione di uno o più esperimenti
- Scelta della metodologia
- Progettazione dell'esperimento e stesura del protocollo
- Esecuzione dell'esperimento
- Analisi e interpretazione dettagliata dei risultati
- Comunicazione e discussione dei risultati
- Seguiti da nuovi cicli di esperimento
In un esperimento è sempre necessario un controllo positivo e uno negativo (se il controllo positivo riesce e quello negativo no ➔ risultati dell'esperimento sono accettabili) i controlli positivo e negativo permettono la verifica e l'analisi di eventuali errori commessi durante l'esperimento
Soluzioni
- 1 L di soluzione 50 mM NaCl
PmNaCl = 58 ➔ 58 g di NaCl corrisponde a 1 mole di NaCl
non preendo 1 litro di acqua, ma 900 ml perchè aggiungendo NaCl liquido sale
- bilancia tecnica → utilizzata per pesare quantità in grammi (precisione 1/10 g)
- bilancia analitica → utilizzata per pesare quantità infieriori (precisione 2 mg)
- navicella → contenitore per pesare polvere NaCl
metto navicella su bilancia tecnica e "taro" la bilancia per quel peso
se devo pesare sostanza chimica volatile tossica devo farlo utilizzando cappa chimica
presi 58 g verso 0,15 l di acqua (misurati con un cilindro in un becker)
l'acqua deve essere purificata (macchinari specifici deionizzano l'acqua ma è possibile un ulteriore purificazione più fine per ottenere acqua pura)
necessario nel becker polvere e mischio utilizzando un agitatore magnetico (per mescolare si utilizza anche il vetrex)
verso dentro un cilindro e aggiungo acqua per arrivare a 1 l
matraccio → usato sempre per misurare volume di una soluzione ma ha solo il segno del volume preciso, non valori intermedi
prodotta soluzione "madre" → NaCl 1 M in 1 L
devo diluirla per ottenere 50 mM NaCl in 1 L ➔ M1V1 = M2V2
ma per soluzioni a specifico pH, procedura differente ➔
- scelta tampone in base all'intervallo di interesse
- necessario prendere il tampone e scioglierlo in un volume minore
- con pHmetro controllo pH di questo volume e neutralizzo soluzione aggiungendo piccole quantità di acidi o basi (o "pelette")
- con "HES" porto soluzione (pH fisso) e poi la porto a volume (pH non cambia entro certi limiti di volume)
- necessario scrivere sia il tipo di tampone utilizzato che le ioni di bilanciamento
altro modo per misurare pH sono le "cartine" immergo cartina in soluzione e confronto colore ottenuto con scala di riferimento
DILUIZIONI SERIALI
Esempio: per studio della cinetica enzimatica (Michaelis-Menten). Per rapporti 1:2 prelevare un volume dalla soluzione madre e aggiungere un ugual volume di solvente.
- Tamponi riproducono artificialmente il pH intracellulare.
- Non devono interagire con l'esperimento (assorbimento di onde fluorescenti).
- Altre sostanze presenti disciolte nel tampone preservano l'enzima in esso contenuto.
- L'attività degli enzimi è influenzata dal pH.
Centrifughe: servono per eliminare dai campioni gli elementi in sospensione facendoli sedimentare.
- Con centrifughe più potenti si separano anche le molecole in soluzione.
Precipitazione: uscita dallo stato di soluzione. Sedimentazione: uscita dallo stato di sospensione.
PURIFICAZIONE PROTEINE
- Per studiare le caratteristiche chimico-fisiche di una proteina la si deve purificare a estrarla da cellula, organo, tessuto, compartimenti cellulari.
-
- Scelta della fonte.
- Distruzione delle cellule e solubilizzazione delle proteine.
- Misura delle concentrazioni delle proteine totali e della proteina da purificare (dosaggio). Durante la purificazione la concentrazione della proteina di interesse deve aumentare rispetto alle altre.
- Strategia per purificare la proteina.
- La scelta può essere obbligata (es. proteine specifiche per un tessuto) altrimenti scegliere il tessuto che la contiene in concentrazione maggiore (es. emoglobina - globuli rossi).
- Bisogna considerare che una proteina esiste in diverse isoforme in diversi tessuti e le isoforme differiscono nella struttura e hanno proprietà e funzioni differenti.
- Strategia di purificazione: espressione come proteina ricombinante in batterio grazie a plasmide batterico con il gene per quella proteina.
- La distruzione delle cellule deve avvenire in un tampone contenente un antiossidante, degli inibitori delle proteasi, substrati o ligandi o cofattori della proteina (legandola). La stabilizzazione è controllare anche la temperatura per prevenire la denaturazione di alcune proteine - temperatura ambiente.
- Il metodo di rottura è differente per ogni caso.
-
- Omoegenizzazione (cellule animali e vegetali) con frullatore o con cilindro dotato di pistone che lacerà (delicatamente) le cellule cresciute in coltura.
- French press (per lieviti e batteri) cilindro con pistone (ha forza) la sospensione fa passare attraverso un tubicino, sfrutta la differenza di pressione.
- Sonicazione: ultrasuoni prodotti da una sonda che impattano con le cellule facendole esplodere in calice per mantenere bassa temperatura.
- Lisi della parete e shock osmotico (batteri): con lisozima si rompe la parete, in tampone ipotonico, la cellula si gonfia e esplode.
- Congelamento e scongelamento.
- Detergenti che dissolvono la membrana.
2) Cromatografia di adsorbimento
- Cromatografia in cui la fase stazionaria è costituita da molecole idrofobiche (code idrocarburiche o gruppi fenile).
- Sulla superficie (resine) idrofobici, ma tutta proteina circondata da H2O. Per far interagire fase idrofobiche aggiungo (NH4)2SO4 che fa precipitare le proteine perché sequestra molecole d'acqua e le proteine possono interagire tra loro (→ precipitano).
- Aggiungo un po' di (NH4)2SO4 (non in quantità tale da causare precipitazione) e rimetto campione nella colonna.
- Proteina si attacca alla fase stazionaria, ma non tutte e altre vengono lavate via.
- Per far staccare proteine legate devo effettuare una eluizione.
- Necessario indebolire interazioni idrofobiche → gradiente di (NH4)2SO4
- Deve scendere diminuendo concentrazione, la proteina si stacca.
- Nuovo frazionamento e poi elettroforesi di frazione a mia scelta.
3) Cromatografia ad esclusione molecolare o gel filtrazione
- In questo tipo di cromatografia separazione proteine avviene in base alle loro dimensioni.
- Il supporto è costituito da polimeri polisaccaridici insolubili → particelle gelatinose secche assorbono il tampone e diventano gelatinose.
- Proteine che riescono a attraversare le "maglie" di questo gel faranno un percorso accidentato.
- Proteine più grandi invece non passeranno attraverso le particelle ma le aggirano → proteine più grandi vanno più veloci rispetto a quelle più piccole.
- Le proteine che passano all'esterno escono tutte quante insieme anche se hanno dimensioni differenti: le proteine più piccole invece subiscono un rallentamento proporzionale alla loro dimensione e formano "non escono insieme".
- Proteina secche con bastoncella (anche qui stesso fattore) si comportano in modo diverso.
Formula Equazione:
Vt = Vx + Vo
Vo ≈ 0,35 Vt (circa 1/3)
Volume totale - Volume separato dal gel - Volume escluso (o "vuoto")
Ve/Vo -> eluzione relativa
- Volume eluizione dipende dalla lunghezza della colonna cromatografica (normalizzato il volume di eluizione dividendo per il volume vuoto della mia colonna → volume eluizione relativo (caratteristico della proteina).
- Le proteine di stesse dimensioni escono sempre insieme.
- Se proteine hanno PM molto alta il volume di eluizione sarà pari a 1.0 (appunto Ve/Vo = 1).
- Molto importante anche la selezione di materiali per la gel filtrazione (il substrato deve avere un intervallo di filtrazione adatto).
- Se non conosco peso molecolare di una proteina posso determinarlo mediante curva di calibrazione tra Ve/Vo e log Mw.
- Attraverso tale cromatografia è possibile determinare anche il numero di subunità di una struttura quaternaria.