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Estratto del documento

EXTRASITO:

tale da prenderle in considerazione, ma l’origine del campo rimane importante e quindi anche la sua

FREQUENTAZIONE (campo non insediato, frequenza occasionale) e/o OCCUPAZIONE (campo abitato).

Alcuni resti possono rappresentare l’inizio della scoperta di un nuovo sito che, con arature successive, possono

tornare alla luce (qui incide la Visibilità).

I siti vengono numerati e delimitati, mentre i luoghi sporadici, cioè dove vengono trovati solo qualche resti, li

identifico con un numero per eventuali ricognizioni future (a mò di promemoria). SCHEDA è parte della

la documentazione è fondamentale; la

INDIVIDUARE DELIMITARE DOCUMENTARE:

documentazione scritta e dello scavo stesso; nelle prime caselle troviamo i dettagli anagrafici del sito, per

aiutarci a capire dove si trova, nelle altre troviamo la descrizione del sito.

Le schede ci ricordano le domande importanti legate al sito interessato dalla ricognizione, che non dobbiamo

dimenticare per non sottovalutare il sito e per registrare tutte le informazioni importanti.

In allegato, è utile prendere APPUNTI PERSONALI, per scrivere quelle cose che non rientrano nella scheda, con

tue impressioni personali.

CONTENITORE GEOGRAFICO IN CUI SI TROVA L’ARCHEOLOGIA

SITO= DEFINIZIONE IN SENSO STRETTO DEI REPERTI

CAMPO= MI SUDDIVIDONO IL SITO IN BASE AL TIPO DI RESTI TROVATI ALL’INTERNO DEL SITO, IN

UNITA’ TOPOGRAFICHE=

BASE ANCHE ALLA LORO CRONOLOGIA (si riferisce alla Ricognizione)

elaborazione del sito, cartografandolo. Viene effettuata un’analisi al dettaglio,

RICOGNIZIONE INFRASITO:

suddividendo in quadrati la zona interessata, dove ogni quadrato avrà il suo nome o numero identificativo: ogni

reperto verrà analizzato, contato e “pesato”, effettuando un’ANALISI PUNTUALE E DETTAGLIATA, che ci aiuta a

ricostruire il quadro del sito, la sua vita.

Nella legenda, esiste una gradazione di colore dove viene indicato cosa è sito e cosa no, o la sua importanza.

Si guarda all’interno del sito stesso, elaborando i dati ottenuti grazie ai reperti, così da capire la funzione di un

luogo (resti di colonne, ad esempio, potrebbero appartenere ad un peristilio di una Domus Romana): la

concentrazione di determinati oggetti in una stessa area mi determina un sito. Anche tramite testi storici è

possibile ricollegare e quindi trovare resti archeologici.

La PROFONDITA’ CRONOLOGICA del sito, cioè quindi le sue fasi storiche, non ci viene data dalle indagini

infrasito; oltre la sua origine, ci interessa anche la sua vita, il suo sviluppo nel tempo, per questo ogni

Ricognizione va integrata con lo SCAVO, per approfondire i punti messi in dubbio con i vari studi.

mettere su carta il suolo indagato o da indagare, dettagliando il sito (uso del

RICOGNIZIONE TOPOGRAFICA:

teodolite, costruzione delle curve di livello, costruzione della griglia). Viene poi spesso realizzata una DTM, cioè

una Digital Terraine Model, una terza dimensione del sito.

Sono le di ricognizione=

STRATEGIE può essere effettuata da un solo Archeologo o da un Team (ricercatori esperti in

RICOGNIZIONE DI SUPERFICIE:

un determinato settore), con l’uso di GPS e PC, per individuare il loco del sito archeologico. Obiettivo è

individuare concentrazione di manufatti mossi dai lavori agricoli; elementi che incidono solo la VISIBILITA’,

l’INTENSITA’ della ricognizione e la sua RIPETIZIONE. Tramite la ricognizione verranno individuate le Unità

Topografiche. tramite carte archeologiche di siti trovati ed esistenti. Troviamo:

INTERPRETAZIONE DEI DATI=

- CARTE DIACRONICHE

- CARTE TEMATICHE; sono carte di fase, cioè carte che riproducono i siti che vivevano nello stesso periodo,

facendo così discorsi di carattere storico.

Tipologie dei siti: una volta individuati gli oggetti, i monumenti del sito, dobbiamo suddividerli in gruppi, in base

al tipo di resto ritrovato; si individue il TIPO in base ad indizi, quali i materiali usati, le dimensioni (che

potrebbero cambiare nel corso del tempo), il terreno, il suo colore e composizione, ecc; infine, viene effettuata

una LETTURA dei materiali trovati.

Tabella: si formuleranno GRAFICI e TABELLE dei resti trovati, in base al range cronologico o alla presenza di

terreno in cui si costruiva.

SITE CATCHMENT= sito d’approvvigionamento, cioè dove si costruiva in base alla possibilità di approvvigionarsi,

per poi studiare le possibilità delle risorse del luogo (quando un luogo ha determinate risorse a portata di

mano); questa caratteristica dei luoghi è importante ma non fondamentale per la nascita di un sito, perché ci

sono casi in cui è la Cultura, la Storia a far nascere un sito (come nel caso di Stonehenge).

quando interviene l’Archeologo col suo studio

STRATIGRAFIA= gli strati effettivi del suolo

STRATIGRAFICAZIONE= METODI

nel corso degli anni e degli studi si sono formulati vari metodi di scavo, come lo STERRO (o

METODI DI SCAVO:

SCAVO PER LIVELLI e il METODO STRATIGRAFICO.

Trincee), lo

Quest’ultimo è quello utilizzato tutt’ora e quello da considerare realmente fattibile, realizzabile, per non

distruggere il sito: il concetto che sta alla base è che il terreno è fatto di strati che si sovrappongono; si sfoglia

quindi il terreno, si analizzano gli strati dal più recente al più antico, togliendoli di volta in volta, lavoriamo quindi

al contrario rispetto alla costruzione del sito, alle sue fasi. Viene INDAGATO IL TERRENO, seguendo gli STRATI

CHE LO COMPONGONO.

intelettuale dell’800 che fece dell’Archeologia un lavoro, un mestiere. Faceva particolare attenzione

Pitt Rivers:

al Contesto, con l’idea di scavare per poi interpretare in seguito quanto scoperto, con una certa ansia nel

dettaglio (descrivere, disegnare l’oggetto, e interpretarlo anche senza capirlo), selezionando gli oggetti trovati

senza lasciare alcun dettaglio; inoltre, fornì forme di documentazione innovativi, puntate al dettagli del reperto,

per farlo comunicare.

scavò a Pompei nell’800, pubblicò un manuale proprio su come bisognava scavare in quel sito,

Fiorelli:

istituendo anche una scuola di specializzazione, con carattere Topografico; si concentrò sul Rilievo Topografico,

ma questo portava a togliere più strati contemporaneamente, utilizzando il metodo dello SCAVO A LIVELLO, che

porta a mischiare la terra, gli strati, confondendo così la cronologia degli strati.

americano, scavò in America e in Messico; pensava che bisognasse circoscrivere gli strati del

Alfred Kidder:

sottosuolo, con l’idea che toccasse “liberare dalle terre” lo scavo (pensiero comune dell’800).

aveva contatto con gli Archeologici Preistorici che avevano un’idea più precisa del Metodo

Giacomo Boni:

Stratigrafico, e avevano già iniziato ad utilizzarlo, per questo Boni stesso iniziò ad utilizzarlo nei suoi scavi; a lui si

può associare lo SCAVO CONOSCITIVO, iniziò inoltre a disegnare le stratigrafie, numerandole con numeri

romani; scrisse il primo MANUALE STRATIGRAFICO.

scrisse un manuale di archeologia stratigrafica, formalizzando questa tecnica, ma non ne fu

Mortimer Wheeler:

l’inventore; da due suoi disegni capiamo il perché è importante NON STERRARE, perché questo sistema nuoce

gravemente all’Archeologo e al sito, liberando dalla terra il sito ai margini delle mura, privando così lo studio e lo

scavo da importanti informazioni, perdendo quello che la terra contiene e la stratigrafia stessa; porterebbe solo

alla luce il muro, privandolo del punto di contatto con lo strato, perdendo così importanti dati sulla storia del

sito; il metodo per sterro crea vere e proprie trincee. Wheeler inventò una STRATEGIA DI SCAVO.

si decide una profondità di scavo (da 20 cm fino a 1m), si spicconano gli strati fino a questa

SCAVO PER LIVELLI=

profondità, senza considerare le variazioni, la cronologia, la differenza tra gli strati. In base a quello che si

trovava, si poteva cambiare la profondità di scavo, ma era comunque un metodo sbagliato che privava di

importanti dati. In uno scavo stratigrafico si procederebbe per strati o fosse, dai più recenti ai più antichi, senza

così sbagliare la cronologia degli strati e degli oggetti trovati.

maniera in cui si sfoglia il terreno, scomponendolo nel modo in cui è formato (strati, fosse,

METODO=

pavimento, muri, che sono le UNITA’ STRATIGRAFICHE).

forma che si da allo scavo, avviene quindi prima del Metodo, perché ha carattere organizzativo (si

STRATEGIA=

pensa a come procede con lo scavo, quali settori del sito scavare per primi, a quali settori dare maggiore

importanza, ecc; insomma, si pianifica lo scavo). STRATEGIA

o strategia Wheeler; vengono realizzati quadrati a formare una griglia, separati da

STRATEGIA PER QUADRATI:

risparmi di terreno, chiamati TESTIMONI. È un metodo sistematico, programmatico, ma sbagliato, perché si

sacrifica parte dello scavo (i testimoni) che potrebbero contenere importanti dati. Questo metodo permetteva si

avere una visione in verticale degli strati, in modo da avere un riscontro immediato, a colpo d’occhio della loro

sequenza, ma tanti erano i punti a sfavore (non in tutti i box si scavava allo stesso ritmo, perché non vi era

possibilità di colloquio o visione tra i diversi archeologici; i risparmi portavano via dati importanti; ecc).

superò la strategia di Wheeler, proponendo la STRATEGIA PER

STRATEGIA PER GRANDI AREE: Philip Barker:

GRANDI AREE o area aperta, che si concentra sulla topografia, portando così a vedere lo scavo in pianta (no

visione verticale ma visione orizzontale, proprio come sono gli strati effettivi del sito).

dobbiamo sempre disegnare tre differenti piante:

DOCUMENTAZIONE GRAFICA=

pianta delle unità stratigrafiche (viene disegnato un singolo elemento, in scala 1:20, in maniera oggettiva, così

-

come si mostra lo strato); ad ogni pianta va integrata anche una SEZIONE delle unità stratigrafiche.

- piante composite (piante di varie unità stratigrafiche, collegate dalla cronologia più prossima e dalle relazioni

fisiche); rientra in questa categoria la PIANTA DI FASE, che ha carattere più interpretativo rispetto alla pianta

dell’unità stratigrafica, perché è l’Archeologo ad individuare i collegamenti cronologici delle unità; in queste

piante vanno inseriti anche gli strati di terra e la fotografia della zona, che costudiscono cocci, ceramiche, che ci

servono per datare gli altri elementi.

- pianta complessiva o degli ELEMENTI PARTICOLARI (riporta tutto quello che è stato ritrovato, non da quindi la

ricostruzione di un dato periodo ma quello complessivo; mostra la concentrazione degli elementi e la

complessità del sito, degli

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
26 pagine
9 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ANT/10 Metodologie della ricerca archeologica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Floh di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodologia della ricerca archeologica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Augenti Andrea.