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POLMONITI
Si possono utilizzare diverse classificazioni per distinguere le polmoniti:
• classificazione eziologica → polmoni ba eriche, virali, mico che, protozoarie, elmin che
• classificazione istopatologica → polmoniti prevalentemente alveolari, interstiziali, necrotizzanti
• classificazione epidemiologica → la più utile per impostare una terapia ragionata
polmoniti acquisite in comunità (CAP) → polmoni acquisite da pazien non ospedalizza e non residenti
o in strutture di lungodegenza da ≥ 14gg prima dell’insorgenza dei sintomi
polmoniti nosocomiali (HAP) → polmoniti acquisite dopo ≥ 48h di ricovero ospedaliero, periodo
o durante il quale non era in incubazione
polmoniti associate alla ventilazione assistita (VAP) → polmoni acquisite dopo ≥ 48h di
ventilazione assistita (→ pica dei repar di terapia intensiva)
polmoniti associate alle cure sanitarie (HCAP):
o ricovero in ospedale per malattia acuta per ≥ 2gg negli ultimi 3 mesi
soggiorno in strutture residenziali di lungodegenza nell’ultimo mese
trattamento ev con antibiotici o CT in qualità di paziente ambulatoriale nell’ultimo mese
medicazioni a domicilio per lesioni o ferite cutanee nell’ultimo mese
accesso ambulatoriale in ospedale per terapie o dialisi
familiare con isolamenti noti di batteri multiresistenti
In questo gruppo sono incluse le NHAP (Nursing home-acquired pneumonia)
Si tratta di un’entità introdotta dalle linee guida americane IDSA/ATS (2005), contraddistinta secondo
alcuni studi da una mortalità > CAP per l’associazione con MDR ≈ HAP: con questi criteri il 30% delle CAP
dovrebbe essere considerato HCAP, tuttavia in studi europei non ci sarebbero differenze con le CAP
Polmoniti Acquisite in Comunità (CAP)
• epidemiologia:
incidenza = 1.1-4.0/1000/aa → 5-12% delle infezioni delle vie respiratorie
o 20% richiedono l’ospedalizzazione
o mortalità → VI causa di morte
o trattate in comunità → < 1%
trattate in ospedale → 5.7-15%
trattate in rianimazione → > 50%
• eziologia → fortemente eterogenea, anche se S. pneumoniae rimane il principale patogeno coinvolto (20-50% →
sempre da considerare nella terapia ragionata)
microrganismi tipici:
o S. pneumoniae (20-50%)
H. influenzae (5-10%)
S. aureus (3-5%)
bacilli Gram- (3-10%)
• Klebsiella pneumoniae (1-3%)
• Pseudomonas aeruginosa
microrganismi atipici → resistenza naturale ai β-lattamici (!) e difficoltà di isolamento
o Mycoplasma pneumoniae (10-30%)
Chlamydia pneumoniae (5-10%)
Legionella pneumophila (1-5%)
virus (2-15%) → Influenzavirus, virus parainfluenzali, Coronavirus, Paramyxovirus, CMV, …
o forme miste (3-5%)
o
In realtà bisogna considerare diverse eziologie a seconda dei fattori di rischio del paziente (v. pag. 449):
a) età: giovani adulti → S. pneumoniae e Micoplasma pneumoniae
anziani → S. pneumoniae e Legionella
b) alcolismo → S. pneumoniae, anaerobi, Klebsiella, Acinetobacter, TBC
c) fumo / BPCO → H. influenzae, P. aeruginosa (→ rischio alto per FEV < 30%), Legionella, S. pneumoniae,
1
Chlamydia pneumoniae
d) immunosoppressione (es. HIV → Pneumocystis jiroveci, Aspergillus, …)
e) demenza → anaerobi e Gram- enterici (→ polmonite ab inges s → mai forzare la deglu zione)
f) altro: periodo post-influenzale → S. aureus
bronchiectasie → P. aeruginosa quasi sempre presente (→ osservare prima di tra are)
ascesso polmonare (→ terapia an bio ca non adeguata (es. MRSA) o alterazioni del parenchima
polmonare) → anaerobi
fibrosi cistica → ba eri fortemente resisten che non danno sintomatologia (es. P. aeruginosa,
MRSA → controllo periodico con FEV e PCR)
1
I patogeni che danno più spesso polmoniti gravi che richiedono l’ospedalizzazione sono pneumococco,
Legionella e bacilli Gram- (→ Klebsiella, P. aeruginosa)
Nella maggioranza dei casi comunque non viene identificato l’agente eziologico (→ diagnosi in < 20% dei casi)
• patogenesi → diverse vie di accesso possibili
aspirazione di secrezioni cariche di batteri dalle alte vie respiratorie (soprattutto)
o via inalatoria (droplet) → virus, polmoni a piche, micobatteri e miceti
o via ematogena → sepsi pneumococcica/stafilococcica, endocardite dx
o inoculazione diretta (es. traumi toracici penetranti)
o
• clinica → polmoni piche e a piche dis nguibili per alcuni aspeI, anche se spesso sovrapposte
polmonite tipica (es. pneumococco) → esordio brusco con comparsa improvvisa di febbre ≥ 39°C,
o malessere, dolore intercostale puntorio, tosse produttiva (→ espe orato rosato/rugginoso)
Sono presenti i segni di insufficienza respiratoria e il paziente risulta nel complesso molto sofferente
polmonite atipica (es. micoplasma) → incubazione prolungata (→ 3 settimane) con tosse parossistica
o secca o scarsamente produttiva, febbre modesta e sintomi simil-influenzali (→ astenia, inappetenza,
artromialgie, cefalea, …)
Manca l’insufficienza respiratoria ma sono possibili diverse manifestazioni extra-polmonari legate alla
formazione di immunocomplessi (→ meningoencefalite, miocardite, pericardite, anemia emoli ca, …)
• diagnosi:
EO:
1) polmonite tipica → addensamento infiammatorio (→ > FVT, crepitii, ottusità percussoria)
polmonite atipica → povertà o assenza di qualunque elemento semeiologico
Rx torace
2) → 3 quadri pici
polmonite lobare → polmonite pica (non sempre)
polmonite segmentale → polmonite pica (non sempre)
polmonite interstiziale → polmonite a pica o virale (non sempre)
esami aggiuntivi
3) → valutazione dei casi più gravi
a) emocoltura → ba eriemia per polmoni gravi, sopra u o in splenectomizza , neutropenici,
cirrotici, …
Nelle polmoniti gravi i patogeni più coinvolti sono pneumococco, S. aureus, P. aeruginosa e
altri bacilli Gram- mentre nelle
(→ la loro identificazione permette una > efficacia della terapia),
polmoniti da atipici la diagnosi è possibile solo con PCR (→ esami colturali lunghi)
b) escreato/BAL → esame diretto + colturale
In realtà l’indagine del campione si rivela utile in ≈ 15% dei casi per la contaminazione che lo
può permettere l’esclusione di S. aureus e bacilli Gram-
rende in genere non idoneo, tuttavia
(→ inibizione da terapie pregresse più lenta rispetto allo pneumococco)
c) Ag urinari per pneumococco (sn = 50-80%) e Legionella (sn = 70-90%) → test rapidi e molto utili,
anche se solo indicativi per la loro sensibilità non ottimale
d) test rapido per Ag dei virus influenzali su tampone faringeo o nasale → utile per contenere
l’infezione e impedire il contagio in reparto
e) sierologia → confronto tra tolo della fase acuta e tolo in convalescenza (→ scarsa u lità
clinica, NON bisogna basarsi sulla fase acuta (→ possibile reazione aspecifica))
• prognosi → ampiamente variabile in base all’età e alle comorbidità
Per valutare la gravità della condizione clinica, decidere sulla necessità di ricovero e valutare la migliore terapia ci
si può affidare a 3 sistemi di valutazione:
pneumonia severity index (PSI) → u lizzato sopra u o in USA, u lizza 20 variabili (→ complesso e non
applicabile a domicilio) e permette di identificare i soggetti a basso rischio
caratteristiche del paziente:
o età: • maschi → età
• femmine → età - 10
residente in casa di riposo → +10
patologie concomitanti:
o neoplasia → +30
insufficienza epatica → +20
scompenso cardiaco congestizio → +10
patologia cerebrovascolare → +10
insufficienza renale → +10
obiettività:
o confusione mentale → +20
FR ≥ 30/min → +20
PAS < 90mmHg → +20
T < 35°C / ≥ 40°C → +15
FC ≥ 125bpm → +10
esami di laboratorio:
o pH < 7.35 → +30
azotemia > 190mg/dL → +20
natriemia < 130mEq/L → +20
glicemia > 250mg/dL → +10
Hct < 30% → +10
PaO < 60mmHg / SaO < 90% → +10
2 2
versamento pleurico → +10
In base al punteggio si distinguono 5 classi di rischio:
a) 0 → classe I → cura a domicilio
b) < 70 → classe II → cura a domicilio
c) 71-90 → classe III → considerare il ricovero
d) 91-130 → classe IV → ricovero
e) > 130 → classe V → considerare la terapia intensiva
CURB-65 → u lizzato in Europa, perme e di iden ficare i pazien con polmonite grave ed è molto più
semplice del PSI
confusione mentale / ridotto livello di coscienza
o urea > 19.6mg/dL (7mmol/L)
o FR ≥ 30/min
o PAS < 90mmHg
o età ≥ 65aa
o
Per punteggio = 0-1 il paziente verrà trattato a domicilio (→ mortalità = 0.1%)
CRB-65 → u lizzabile a domicilio per l’urea non necessaria
• terapia → necessariamente ragionata, possibile per lo spettro di patogeni relativamente ristretto, la
farmacoresistenza non spiccata in Italia per i patogeni più comuni e l’ottima penetrazione del parenchima
polmonare da parte di quasi tutti i chemioterapici (tranne gli aminoglicosidi)
pazienti ambulatoriali:
o precedentemente sano:
• fluorochinolone respiratorio (→ levofloxacina / moxifloxacina)
Questo chemioterapico agisce anche su M. tubercolosis, per cui potrebbe indurre
resistenza se somministrato indiscriminatamente
• β-lattamico (→ amoxicillina/clavulanato / ceTriaxone) + macrolide
Il trattamento poli-chemioterapico è indicato per emocolture positive, in quanto i
macrolidi hanno un importante effetto anti-infiammatorio (più che antibatterico) oltre
a coprire i germi aspecifici
In Italia l’approccio solo con macrolide non è possibile in quanto zona ad alta diffusione di
resistenza ai macrolidi (25-50%)
comorbidità pregresse → = paziente precedentemente sano
pazienti ospedalieri → = pazien ambulatoriali
o pazienti in ICU:
o β-lattamico (→ cefotaxime, ceTriaxone, ampicillina/sulbactam) + macrolide (→ azitromicina)
β-lattamico + fluorochinolone
rischio di P. aeruginosa → pip/tazo, meropenem, imipenem, cefepime + ciprofloxacina
Il trattamento dovrà essere continuato per 3-4gg (→ pneumococco → totale = 7-10gg) / 14gg (→ germi atipici →
totale = 21gg) / 21gg (→ immunocompromesso) dallo sfebbramento
Con una terapia adeguata il quadro migliora dopo 48-72h e la febbre cala in 2-5gg per lo pneumococco, mentre
ci vuole