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Lezioni, Linguistica pragmatica Pag. 1
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Estratto del documento

Presupposizioni- conoscenze pregresse necessarie per capire un enunciato:

- Logiche

- Pragmatiche -> riguardano le conoscenze del mondo, che possono variare da parlante a

parlante

Implicature Conversazionali (Grice)

Deissi-> fenomeno linguistico per cui alcune espressioni hanno significato solo all’interno del

contesto in cui sono situate

Steve Levison- lo studio della conversazione fa parte della pragmatica.

Struttura informativa -> scuola di Praga distingueva tra info nuove e date (TEMA -> il già noto,

soggetto e REMA-> predicato)

Pragmatica -> attraverso la lingua produciamo enunciati che sono degli ATTI. Comunicare è un

atto. Come arriva a questo concetto Austin? Si occipa del problema vero falso, quando

l’enunciato è vero o falso. Esistono enunciati né veri né falsi

- Fuori piove -> constatazioni di fatto (enunciati constativi, veri e falsi)

- Apri la finestra -> enunciati performativi (criterio di felicità)

- Constativi -> informativi

- Performativi-> domande, ordini, promesse, principi diversi di validità (condizioni di felicità

di un enunciato- ci dice se un atto è valido, variano)

Ordine- il suo contenuto deve essere futuro

Promessa- promettere qualcosa che sono in grado di fare. Futuro. Bisogna assumere che la

cosa è positiva per l’ascoltatore.

Si è scoperto che anche enunciati constativi soggiacciono a condizioni di felicità. Cade la

distinzione iniziale, quindi ogni enunciato è un atto. 3 tipi di atti all’interno di ogni enunciato

1- ATTO LOCUTIVO -> consiste nel dire qualcosa

2- ATTO ILLOCUTIVO-> dare info, atto che realizzo nel dire qualcosa. Uno stesso

contenuto può avere diverse forze illocutive

3- ATTO PERLOCUTIVO-> attraverso il dire ottengo un effetto nell’interlocutore

FORMULE CANONICHE per realizzare atti (usate per chiarire il concetto di atto)

“Vi dichiaro marito e moglie” – nel dire queste parole vi trasformo in un’unica cosa.

Goffman (sociologo) -> 2 livelli di analisi nell’interazione

1- Livello sistemico -> struttura della frase

2- Livello rituale -> rapporto sul piano sociale. Ha a che fare con l’immagine sociale

(concetto di faccia)

Distinguiamo tra:

- Faccia negativa -> non devo fare nulla per tutelarla, non devo affermarla

- Faccia positiva – devo costruirla, quella per cui metto in atto azioni per costruirla.

Atti minacciosi per la faccia (Levinson e Goddy)- teoria classica della cortesia-> la cortesia

serve per attenuare rischi di minaccia alla faccia, serve per tutelarla

DEISSI

CENTRO DEITTICO -> riferimento per scegliete il deittico giusto. L’io parlante, espressioni

spaziali, temporali. Li decidiamo rispetto al momento dell’enunciazione. Pronomi personali –

anche essi deittici. Verbi- deittici, scegliamo il tempo in funziona del tempo dell’enunciazione

(passato se azione precedente al tempo dell’atto). Il tempo è una categoria deittica ma l’aspetto

no-> indica caratteristica dell’azione.

DEISSI SOCIALE-> ha a che fare con le simmetrie/asimmetrie sociali tra le persone.

Apposizione tu/voi. La deissi caratterizza soprattutto la comunicazione parlata, faccia a faccia,

nello stesso luogo e tempo. Momenti deittici-> fuori da calcoli logici.

Maria studia qui con quel libro -> aspetti deittici

Meccanismo delle presupposizioni -> uno di modi per comunicare senza dire esplicitamente (il

non detto). Il non detto viene capito. Spesso non ne abbiamo il controllo. Si parla del potere

evocativo della lingua. Presupposizioni- si calcolano da quello che viene detto. “Il re di Francia è

calvo”-> presupponiamo l’esistenza di un re di Francia, ogni volta che usiamo elementi definiti.

Ci sono dei verbi che fanno presupporre altri verbi (“la conferenza è finita” vuol dire che è

iniziata -> presupposizioni logiche).

- PRESUPPOSIZIONI PRAGMATICHE-> non immediatamente ricavabili dall’enunciato

perché variano da cultura a cultura. Attivate da elementi linguistici, ma deve cercare o

costruire le conoscenze del mondo.

- PRESUPPOSIZIONI LOGICHE-> ricavabili dagli enunciati

GRICE -> IMPLICATURE CONVERSAZIONALI. Parte dalla funzione della comunicazione ed

elabora delle regole che valgono per conversazioni a scopo informativo (scambio di info).

Alcune cose non vengono dette.

- PRINCIPIO DI COOPERAZIONE-> I partecipanti vanno al di là del non detto e

capiscono le info aggiuntive elaborate dalle menti dei partecipanti (implicatura)

MASSIME DI GRICE che regolano la conversazione e discendono dal principio di

cooperazione:

1- QUANTITà – non dire niente di più del necessario

2- QUALITà – dì quello che ritieni vero

3- MODO – sii chiaro, perspicuo

4- RELAZIONE – dà informazioni coerenti e coese con quello che hai detto.

A volte queste vengono violate-> i partecipanti allora sviluppano un’informazione aggiuntiva.

Una violazione di una massima può dare un’implicatura che serve a giustificare questa

violazione (usata a volte per comunicare qualcosa, per esempio figure retoriche-> litote “non è

un leone”).

HERITAGE-> In base a ciò che diciamo in risposta facciamo vedere di aver capito la domanda.

Concetto sequenza-> la risposta reinterpreta la domanda.

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Barbara88 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguistica pragmatica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Orletti Franca.