Anteprima
Vedrai una selezione di 12 pagine su 52
Lezioni, Etnomusicologia Pag. 1 Lezioni, Etnomusicologia Pag. 2
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lezioni, Etnomusicologia Pag. 6
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lezioni, Etnomusicologia Pag. 11
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lezioni, Etnomusicologia Pag. 16
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lezioni, Etnomusicologia Pag. 21
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lezioni, Etnomusicologia Pag. 26
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lezioni, Etnomusicologia Pag. 31
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lezioni, Etnomusicologia Pag. 36
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lezioni, Etnomusicologia Pag. 41
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lezioni, Etnomusicologia Pag. 46
Anteprima di 12 pagg. su 52.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Lezioni, Etnomusicologia Pag. 51
1 su 52
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

! SUONI DEGLI ALBERI. LE FESTE ARBOREE LUCANE!

Esse sono delle feste del principio della primavera legate appunto agli alberi in quanto, in particolare in Lucania e Calabria, ci

sono moltissime feste di questo tipo: sono 17 feste con una tipologia molto complessa poiché sono dei culti che durano

anche per diverse settimane e la cui preparazione va avanti addirittura per mesi. C’è inoltre una notevole sovrapposizione e

stratificazione di significati in quanto sono dei culti vegetali che rinviano anche a un passato pagano, qualcosa di pre-

cristiano e molto antico e radicato nelle società primitive sono culti che ritroviamo anche oggi in forma di “relitti folklorici”

all’interno della cultura tradizionale, talvolta mescolati ad elementi cristiani: culti vegetali molto imponenti e sontuosi si

innestano su una festa religiosa e infatti queste 17 feste non sono dei culti a se stanti ma vengono effettuate insieme a delle

feste cristiane, come per la festa di SAN ANTONIO DA PADOVA o di SAN GIULIANO. Parlando di queste feste inoltre si trova

spesso il nome “maggio” che indica delle cose molto diversificate in quanto ci sono una serie di riti di primavera che prendono

questo nome e consistono in riti di questua come il rito del Canta Maggio, e ci sono poi anche delle feste come queste

arboree. Già nelle indagini degli anni ’50 questa tipologia di festa con il culto vegetale è stata subito notata ed è stata anche al

centro dell’interesse fotografico si vedono per esempio delle foto di un rito a Fossalto in Molise che era uno dei paesi

oggetto della ricerca di LOMAX: è un rito arboreo che avviene il primo maggio e ha delle caratteristiche particolari. Qui una

persona si traveste da albero, chiamato “la pagliara”, e cammina per le strade del paese accompagnato dalla musica di un

suonatore di zampogna e da un cantore ed esso viene preso a secchiate d’acqua (anche dalle finestre) si vede dunque

come è un rito di FERTILITÀ vegetale che avviene appunto a MAGGIO, durante la primavera ed è dunque una delle tante

tipologie di Maggio con il culto dell’albero. Questa figura di uomo albero è diffusa non solo in Italia ma anche nell’est Europa in

quanto fa da mediazione tra umano e vegetale ed è una sorta di divinità o mostro molto presente nelle leggende e nei riti della

fertilità e rinascita della natura: c’è l’idea della morte e di riti penitenziali con qualcosa che chiude l’esistenza umana mentre

qui parte la RINASCITA, che è un concetto legato anche alla Pasqua qui la natura riprende il suo corso con elementi

vegetali che si aggirano per le strade e vengono nutriti dalle persone perché uomini e piante fanno parte della stessa

dimensione.Inoltre il nome Lucania viene da lucus che vuol dire bosco quindi non deve sorprendere trovare questa

grande quantità di riti arborei con feste molto imponenti dove partecipa tutto il paese. La tipologia delle feste di quest’area

ha delle caratteristiche comuni:!

1. Prima di tutto c’è sempre l’abbinamento ad un santo quindi c’è la sovrapposizione con un culto cristiano e questo è un

fatto positivo in quanto ha fatto sì che l’antico culto vegetale giungesse fino ad oggi, SOPRAVVIVENDO al Medioevo e a

tutta una serie di azioni anche di repressione che ci sono state nel tempo contro queste forme di matrice pagana: c’è una

CRISTIANIZZAZIONE di un rito precedente. C’è una predilezione per SAN ANTONIO DA PADOVA ma soprattutto per la

data in quanto è primaverile ma ci sono anche altri santi, come San Giuliano. !

2. Un ulteriore tratto comune è che queste feste non si svolgono mai in silenzio in quanto sono sempre accompagnate da

un elemento musicale e sono dunque sempre molto DENSE dal punto di vista della componente sonora: le feste

29

Etnomusicologia di Nicola Scaldaferri | 2013/2014!

diventano occasione di un grande incontro di musicisti di un’intera zona, suonando per molti giorni e si creano così delle

comunità temporanee di musicisti.!

3. Ci sono poi una serie di dinamiche simili che sono di una tipologia complessa: consistono in una sorta di matrimonio tra

due alberi di solito un albero molto grande, solitamente il cerro simbolo maschile, e un albero più piccolo, agrifoglio o

abete, vengono tagliati in boschi diversi e vengono trasportati in paese con dei cerimoniali che possono essere

anche molti impressionanti e con sforzi notevoli. Una volta arrivati in paese vengono UNITI cioè uno è INNESTATO dentro

l’altro e si crea un unico grande essere che viene eretto nella piazza principale del paese, con meccanismi straordinari, e

c’è poi la fase finale che è la scalata degli alberi, che solitamente viene fatta a mani nude quindi è una cosa anche

pericolosa. In alcune di queste feste inoltre l’albero diventa una sorta di albero della cuccagna ma molto particolari in

quanto scalare un albero di questo tipo non è un gioco e in altri casi c’è lo “sparo” cioè la cima dell’albero viene presa di

mira dai cacciatori: in cima vengono infatti messi dei bersagli (fino al alcuni anni fa anche animali vivi). Poi l’albero

rimane per un periodo variabile in mezzo alla piazza, viene abbattuto e messo all’asta ed era dunque un qualcosa

di ambitissimo e molto prezioso e con l’asta finisce tutto il circuito rituale talvolta vanno avanti per settimane e

tutti questi eventi sono accompagnati da un’intensa presenza sonora, sia perché la musica crea un contatto tra il mondo

umano e una situazione rituale, ma anche perché funge da impulso e incoraggia durante il grande sforzo fisico collettivo.!

!

Il Maggio di Accettura

Accettura si trova vicino a Matera, nel centro della regione, che si trova in mezzo ai boschi dove si celebra il Maggio più

imponente di cui siamo a conoscenza con la partecipazione di tutta la popolazione: sono circa duemila abitanti che vivono per

tutto l’anno per questa festa. C’è un’importante partecipazione sonora, sia degli abitanti che di musicisti professionisti che

vengono chiamati ad esibirsi in quanto c’è la necessità di ricondurre tutto sotto una grande dinamica sonora poiché altrimenti il

rito rischia non stare in piedi. Questa festa venne scoperta negli anni ’60 ma è una delle feste che è sfuggita all’attenzione

delle ricerche di Carpitella e De Martino in quanto essi seguivano il ciclo della vita umana e non hanno considerato questi culti

arborei così imponenti (anche se comunque si interessavano a culti vegetali come quello del grano) e inoltre non li hanno

considerati poiché erano abbinati a feste religiose mentre le ricerche degli anni ’50 erano politicamente impegnate quindi non

sempre erano d’accordo con i riti religiosi e per questo questi fenomeni sono stati spregiudicatamente scartati lo studioso

che si imbatte per la prima volta il questo rito è GIOVANNI BATTISTA BRONZINI che promosse molto questo rito ma ha

studiato questa festa dal punto di vista del rito e della sua stratificazione e non del suono e questo è uno dei problemi degli

antropologi ed etnografi: “sembra che tutto si svolga in un anacronistico silenzio”. Storicamente quindi la situazione è

complessa in quanto nelle forme in cui è conosciuto oggi il rito è relativamente recente ma è attestato almeno dal 1700 con

l’arrivo di una reliquia di San Giuliano, anche se ci sono tracce già dall’Alto Medioevo quindi è un percorso storico che si è

costruito nel tempo.

In una sequenza di immagini di Stefano Vaja si sentono anche le registrazioni di Steven Feld che sono contenute nel libro

I suoni dell’albero che è proprio la sua ricerca il santo a cui si presenta abbinato questo rito è San Giuliano e tutto il

calendario del Maggio di Accettura è scandito dal CALENDARIO RELIGIOSO:!

1. L’albero viene scelto durante il giorno di Pasquetta;!

2. Viene tagliato il giovedì dell’ascensione - non viene tagliato ma scavate le radici e fatto cadere tirandolo con una corda in

quanto non deve essere “ucciso”;!

3. Il sabato di Pentecoste avviene l’esbosco della quercia - l’albero viene trasportato in paese con il corteo di buoi, i quali

vengono allevati dalla popolazione solo per fare questo lavoro, e insieme all’albero si portano anche tutti gli altri alberi che

devono costruire una macchina e lo stesso giorno parte un altro corteo, a mano, che trasporta l’agrifoglio, la cima

→ il trasporto inizia di mattina e finisce in piena notte. L’ingresso della cima viene fatto di corsa e arriva da un bosco

diverso rispetto al Maggio.!

4. Nella notte di domenica tutti e due gli alberi sono in paese.!

5. Il lunedì di Pentecoste ci sono delle processioni in cui tutti i santi vengono portati in città, in particolare San

Giovanni e Paolo, vicino al Maggio e ci sono i preparativi per innalzare il maggio.!

6. Il martedì dell’ascensione, il giorno finale, si fa la grande processione di San Giuliano (con oggetti devozioni fatti

con le candele), e l’erezione con l’unione dei due alberi e la scalata del maggio che avviene ormai di notte.!

7. Il Maggio rimane in piedi fino alla domenica di corpus domini quando viene abbattuto dopo essere rimasto in piedi diverse

! settimane: si celebra una messa e si fanno le ultime scalate e poi viene tagliato e buttato giù e poi messo all’asta.!

Le musiche che si sentono sono quelle di bassa musica prodotte da suonatori pugliesi che vengono chiamati appunto per

questo motivo e non possono mai smettere di suonare (altimetri vengono picchiati!) ma ci sono poi campanelle, e i canti

religiosi di San Giuliano. Ci sono dunque due categorie di suoni e suonatori: i suoni ufficiali delle festa che devono scandire i

30

Etnomusicologia di Nicola Scaldaferri | 2013/2014!

vari momenti e regolare il funzionamento del rito mentre nel contempo ci sono anche delle forme di partecipazione in cui dei

suonatori di altri paesi e regioni confluiscono spontaneamente ad Accettura per suonare in compagnia ed è dunque un luogo

di incontro in cui si partecipa alla festa si vede come queste feste arboree funzionano e vengono effettuate solo se c’è una

partecipazione compatta e massiccia di tutta la comunità in quanto ognuno ha un suo ruolo essenziale in un incastro

complicatissimo. I bambini per esempio stanno imparando per imitazione quello che dovranno fare una volta adulti e anche le

donne hanno dei ruoli specifici poiché svolgono una parte un po’ di regia, occupandosi particolarmente dell’alimentazione e

anche degli aspetti più religiosi, con anche canti e balli con le offerte e le processioni propiziatorie: sono attività meno

!

appariscenti ma comunque molt

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
52 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/08 Etnomusicologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Cleira12 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Etnomusicologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Scaldaferri Nicola.