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LIMITATA LIBERTÀ DI SCELTA PER IL CONSUMATORE
L'impatto sull'economia è minore perché l'efficienza è minore perché il produttore ha questo onere.
MODELLO COMPETITIVO
- Migliore per la circolazione.
La normativa di riferimento è quella del Paese di provenienza, sebbene lo Stato sia libero di regolamentare i vari settori del mercato. L'autonomia statale è quindi salvaguardata. In questo modello però non ha più senso che ogni Stato membro abbia una propria normativa. Diventa un gioco strategico in cui l'avversario è il concorrente Stato estero. Il legislatore lascerà una deregolamentazione del settore per fare avere ai suoi produttori maggiori vantaggi dalle esportazioni. Nel regime fiscale, pagato il dazio su un bene, quello non può essere gravato da altre imposte (es IVA). Certificato il prodotto dallo Stato membro, vige il MUTUO RICONOSCIMENTO (lo Stato di importazione non può rifare i controlli). L'autonomia politica.
DEGLI→ S, CHE APPARENTEMENTE C'È ANCORA, VIENE EROSADALLA COMPETIZIONE DELLE NORMATIVE TRA S. Principio di non discriminazione interpretato in modo estensivo, come principio di massima circolazione del mercato, come principio generalissimo. Assoggettare un prodotto che ha già passato uno standard tecnico di un Paese a quello di un altro Paese, lo gravo di una doppia imposta. A decidere davvero su tali impostazioni è la CdG, che prevede una misura tecnica ammissibile (non equivalente a restrizione quantitativa), solo in ipotesi tipiche (proporzionate per la tutela di interessi meritevoli). Lo S di destinazione ha ancora un minimo spazio di limitazione, ma il controllo stringente della CdG non applca la logica per cui ogni limitazione statale è legittima se non discriminatoria (come nel modello decentrato). Un controllo opposto: Ogni norma dello S è illegittima se non risponde allo standard fissato tranne casi eccezionali. EQUIVALENCE BALANCE TEST - Modello decentrato.Guarda tanto a chi pone la regola quanto al bilanciamento di costi e benefici della limitazione alla circolazione. La regola tecnica deve avere una sua razionalità (beneficio - tutela di interessi meritevoli di tutela che altrimenti il mercato ignorerebbe). Il costo è la limitazione del mercato. Ci si accontenta il controllo sull'equivalenza tra il reg. interno ed esterno.
PRINCIPIO DI PROPORZIONALITÀ - PURE BALANCE TEST - Modello Non massimo accesso al mercato. Mutuo riconoscimento. Si guarda al P di destinazione
- IDONEITÀ DELLA MISURA = Si verifica se essa deroga al modello competitivo che si può ammettere. Questa è la misura che riesce a tutelare un certo interesse?
- NECESSARIETÀ = Era possibile una misura meno limitativa del mercato per raggiungere lo stesso obiettivo?
- PROPORZIONALITÀ IN SENSO STRETTO = Tutti gli Stati sono incentivati a regolamentare e lasciare più spazio alle imprese.
Tanti livelli di integrazione:
Armonizzazione come garanzia di non discriminazione (regimi nazionali diversi) - modello decentrato sulla base del mero principio di libera circolazione. - Massima apertura del mercato – regimi nazionali diversi ma alle importazioni si applica la normativa di destinazione. - modello accentrato. Si induce un'armonizzazione di fatto per le regole nazionali. Un incentivo agli Stati membri ad adottare una stessa normativa per la competitività. - Uniformazione dei regolamenti Meramente non discriminatorie Di fatto armonizzate Formalmente armonizzate Discipline compresenti nell'UE C'è stata un'evoluzione storica dei modelli di uniformazione del mercato. Partendo dal presupposto che, costruire un mercato unico conviene economicamente perché permette di sfruttare i vantaggi competitivi – AREA DI LIBERO SCAMBIO (es Nafta tra Canada, USA e Messico). Una politica interna comune per la circolazione delle merci ma la politica esterna è nazionale (dazi).
diversificatiper le merci che provengonodall’esterno).NON SI UNIFORMA LA POLITICACOMMERCIALE ESTERNA.È anche una questione di controllosulle frontiere.DOGANALEUNIONESi unifica anche la politicacommerciale esternaQuesto vale solo per le merci.Mercato comune inveceNell’Unione doganale vale per tutti ifattori di produzione.Il passo successivo si muove versol’unione economica monetaria.Politiche macroeconomiche degli S(armonizzazione dei bilanci statali,fiscal compact).ARMONIZZAZIONE POSITIVA – Si miraad un assetto regolativo armonizzatodi fatto o di D, per evitare che leregole cattive si mescolino a quellebuone e che quelle buone simescolino tra gli S.ARMONIZZAZIONE NEGATIVA –Integrazione (la logica inizialedell’UE). Si eliminano i limiti espliciti esi lasciano quelli impliciti.-Fine introduzione
Cassis de Dijon:
A - RATIO FATTO per CONTESTUALIZZARE Liquore francese alla frutta conun tasso minore del 20%.La G impone per i liquori
allafrutta un tasso non minore del20%.2 contesti normativi diversi.
B – SENTENZA D’ASSONVILLE
Belgio – Un’impresa privata X vuole importare whisky in Scozia (all’epoca fuori dall’UE). W. importato da un’impresa Y che ha un Co d’agenzia (l’importazione è soggetta a un rapporto di esclusiva, un accordo tra imprese private), con l’impresa A.solo L’impresa Y monopolista importerà in Belgio, pagherà il dazio in Belgio. L’agente Belga dell’impresa Y rivende il prodotto a X e trae il suo guadagno. L’impresa scozzese vuole esportare anche in F (importatore ufficiale di W. Scozzese), all’impresa C francese. Il mercato francese più ampio, si decide di rincarare il prezzo di 50. Importato in F il W. È rivenduto a questo prezzo. L’impresa belga A sa che la CE implica che il W. Importato in F può circolare dove vuole a 160 di prezzo. È interessata a comprare il W. In F a 160,
venderlo a 200 lucrando 40. Un esito dell'unione doganale, che ha bypassato il Co di agenzia ed ha portato i consumatori ad ottenere un bene a un prezzo minore. Il Belgio rimane sovrano nel mercato unico che può introdurre specifiche tecniche. - Prodotti alcolici stranieri accompagnati da un certificato di provenienza del produttore doganale. L'impresa C francese compra e tiene l'importatore originale francese. Questa regola tecnica belga ostacola le importazioni parallele. Non direttamente dal produttore S terzo ma dalla F. Questo gioco le viene impedito dalla regola tecnica. Il legislatore garantisce l'origine, che deve essere provata, per la tutela dei consumatori. L'effetto finale però è discriminatorio, un ostacolo alle importazioni parallele, di fatto ostacola la circolazione, è equivalente a una restrizione quantitativa? Lo decide la CdG -> Interpretazione dei principi sulla Art 18 TFUE - Vietata la discriminazione per.nazionalità. Unione doganale - libertà di circolazione di beni, servizi, persone, capitali. 34 - vietate le restrizioni quantitative e quelle con effetti equivalenti
Quali norme sono ragionevoli - CASO KELT
Una norma francese dice che è vietato rivendere merce sottocosto. Può essere una strategia commerciale aggressiva, specialmente nell'e-commerce. Avviare un'attività commerciale in perdita. La F la vieta per tutti.
Li limita il libero accesso al mercato e libera circolazione. Se un Paese vuole esportare in F sottocosto deve poterlo fare. Una regola non discriminatoria che però ha queste criticità. Un sistema di sindacato logico e coerente: Non era strettamente necessario quindi è illegittimo.
La Corte applica solo il principio di non discriminazione del modello decentrato. Il modello economico francese è molto statalista, sociale. La corte non vuole fare uno strappo così evidente con la sua scelta politica forte e coerente.
di approccio al mercato. Resoconti di udienza 30-043 decisioni diverse in base a 3 interpretazioni diverse.
Caso A
Argomentazione: Il monopolio del settore non è un interesse meritevole di tutela ma solo una questione di circolazione. È in gioco l'art. 30 del Trattato di Roma (art 34 TFUE - Restrizioni quantitative e misure equivalenti in via generale previste). La clausola più generale in materia. Art 36 - Anche in caso di divieto generale, gli Stati possono introdurre limitazioni anche del modello competitivo per tutelare interessi meritevoli di tutela. "Si rifà a ragioni imperative che lo Stato può essere interessato ad allegare per giustificare la restrizione. La struttura dei modelli di apertura del mercato è stata costruita emancipandosi dal Trattato (a volte attraverso interpretazioni della CdG). La tutela del consumatore è cambiata da allora ad oggi. Qui la Corte ammette anche altre ragioni di tutela di interessi meritevoli poste come
- limite di riconoscimento.
- Queste ragioni sono prese in considerazione, ma non tanto guardando nel trattato, interpretando l'art 34.
- Principio di apertura del mercato come principio generale, ma sono possibili delle eccezioni.
- Esistono diversi modelli astratti per giustificarli, il fatto che la Corte rifiuti alla G di poter introdurre tale limite, fa cadere la questione nel MC.
- La Corte non richiama elenchi di specifici beni e valori ma li costruisce lei stessa.
- Si ammette la difesa tedesca per la tutela dei consumatori, ma in concreto la misura non è proporzionale e dunque ammissibile.
- B - DASSON VILLE
- Per ostacolare la circolazione si chiedeva un certificato d'origine generale.
- La Corte parla delle difficoltà del commerciante belga.
- Competenza sulle specifiche tecniche.