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RECETTORI DEGLI ORMONI STEROIDEI
In questa categoria di ormoni il recettore vero e proprio si trova a livello nucleare. Qualsiasi ormone steroideo legandosi al
suo recettore nucleare forma una complesso ormone recettore, questo complesso va ad agire sul DNA. Quindi qualsiasi
ormone steroideo (ma anche polipeptidico), quando induce una risposta biologica può attivare o disattivare determinati
geni, attivandone la trascrizione. L’ormone steroideo legato al suo recettore si porta a livello della regione regolatoria del
gene che lui controlla, e da questo legame ormone – recettore – DNA viene attivato il DNA, con la formazione di un mRNA
(RNA messaggero) che una volta formatosi, dal nucleo passa al citoplasma arrivando fino all’apparato del Golgi inducendo
la sintesi di determinate proteine, proteine che andranno a svolgere la funzione biologica dell’ormone.
FEEDBACK
Per FEEDBACK si intende la capacità di un organo endocrino (ghiandola) di controllare la propria funzione biologica ( per
es. la tiroide, caratterizzata appunto da un meccanismo in virtù del quale la ghiandola tiroidea riesce a regolare la propria
produzione di ormoni). Appunto questa regolazione prende il nome di feedback, che tradotta in italiano significa
“autoregolazione”. Questo tipo di autoregolazione entra in gioco nel momento in cui l’ormone in causa raggiunge
determinati livelli all’interno del sangue, e questi determinati livelli di ormone sono in grado di bloccare la funzione
ormonale.
Nel caso della tiroide, gli ormoni tiroidei T3 e T4 avendo raggiunto un livello di normalità nel sangue, essi stessi bloccano la
funzione tiroidea, determinando un’autoregolazione diretta che si stabilisce tra gli ormoni tiroidei e la tiroide che ha
prodotto gli stessi ormoni. Questo tipo di feedback che può essere definito, appunto, diretto o corto, si associa a un altro
meccanismo di feedback più lungo, in cui l’ormone tiroideo oltre che agire sulla tiroide direttamente va ad agire anche a
livelli più alti, quali l’ipofisi e l’ipotalamo. L’ipofisi controlla altre ghiandole, tra cui la tiroide. Quest’ultima viene controllata
attraverso la produzione di un ormone polipeptidico che prende il nome di TSH (ormone tireotropo), questo TSH
attraverso il sangue arriva a livello tiroideo, dove si lega al recettore e induce quei segnali biologici che arrivano a livello del
gene che si trova nel nucleo e attiva la trascrizione di mRNA specifico per le proteine ormonali (ormone tiroideo). L’ormone
tiroideo, prodotto dalla tiroide, quando raggiunge determinati livelli nel sangue, e va a bloccare anche a livello ipofisario la
produzione di TSH.
Esiste poi un altro tipo di feedback che contribuisce a regolarizzare la funzione endocrina della tiroide, questo tipo di
feedback interessa un ormone che prende il nome di TRH (ormone di rilascio del tireotropo), rappresenta un tipo di
secrezione neuroendocrina, poiché il TRH viene prodotto dall’ipotalamo, che successivamente si porta a livelli ipofisario e
induce la secrezione di TSH. Riassumendo si avranno queste fasi successive:
1. Produzione di TRH da parte dell’ipotalamo;
2. TRH stimola l’ipofisi;
3. Produzione di TSH da parte dell’ipofisi;
4. TSH stimola la tiroide;
5. La tiroide produce ormoni tiroidei T3 e T4.
Il feedback autoregolatorio sarà quindi dato dal blocco diretto della tiroide da parte degli ormoni tiroidei, l’ipofisi
bloccherà il TSH e l’ipotalamo bloccando il TRH, a questo punto ci sarà il blocco di tutte le funzioni e il feedback negativo
sarà concluso. La tiroide riprenderà al sua funzione nel momento in cui ci sarà un calo degli ormoni tiroidei in circolo. Nel
momento in cui calano gli ormoni in circolo, si ha l’avvio di un feedback positivo, che va a stimolare la ghiandola tiroidea a
produrre ormoni tiroidei, assicurando quindi l’omeostasi tiroidea.
IPOTALAMO
L’ipofisi è formata da due parti, parte anteriore e parte posteriore, la parte anteriore è anche detta ADENOIPOFISI mentre
la parte posteriore è detta NEUROIPOFISI. Sia la adenoipofisi che la neuroipofisi sono deputate alla sintesi e alla secrezione
di ormoni. L’adenoipofisi rappresenta la parte più importante dell’ipofisi poiché è il punto in cui vengono sintetizzati la
maggior parte degli ormoni. La neuroipofisi, invece, attraverso l’ADH (vasopressina o ormone antidiuretico) assicura
l’equilibrio idroelettrolitico, contribuendo al mantenimento dell’omeostasi e all’osmolarità plasmatica. Traumi della
neuroipofisi possono causare mancate produzioni di ADH che quindi impedisce il mantenimento dell’equilibrio
idroelettrolitico, ma questo può essere dovuto non solo a traumi, ma anche ad altre cause come per esempio adenomi
ipofisari, patologie benigne, molto frequenti che possono portare a delle anomali funzionali sia della parte anteriore ma
anche della parte posteriore dell’ipofisi, ma anche delle ripercussioni psichiatriche che si ripercuotono negativamente sulla
neuroipofisi. TIROIDE
Anatomicamente la tiroide è una ghiandola endocrina formata da due lobi, destro e sinistro, tenuti insieme da un istmo e
situata nella regione anteriore del collo, anteriormente e caudalmente rispetto alle cartilagini del laringe.
La tiroide è una ghiandola riccamente vascolarizzata e innervata.
In questa diapositiva si possono intravedere i follicoli tiroidei circondati dalle cellule tiroidee, che elaborano questa
sostanza amorfa che prende il nome di colloide che viene riversata nei follicoli e gli ormoni tiroidei man mano che si
formano vengono depositati all’interno di questi follicoli per essere poi secreti nel torrente circolatorio e quindi andare ad
espletare la loro funzione biologica. Da come si può vedere dall’immagine, nella parte basale della cellula troviamo il
recettore per il TSH (TSHR, TSH RECEPTOR), il legame tra l’ormone e il recettore avvia le funzioni molecolari intracellulari,
attraverso la proteina di trasporto che va sotto il nome di NIS lo iodio dall’esterno entra all’interno della cellula con
successivo riversamento nel follicolo tiroideo degli ormoni T3 e T4.
LO IODIO
Lo iodio è un elemento della tavola periodica, essenziale per la sintesi degli ormoni tiroidei. Lo iodio rappresenta la
“benzina” della tiroide. Il fabbisogno di iodio si aggira intorno ai 150 micro/grammi al giorno negli adulti, tra 90 – 120
micro/grammi al giorno per i bambini, 200 micro/grammi al giorno per le donne in gravidanza. La tiroide immagazzina circa
il 95 % dello iodio assimilato. Il gradiente di iodio sangue:tiroide sta a 1:25, questo significa che per una molecola di iodio
presente nel sangue, ne vengono accumulate nella tiroide 25. Questo rapporto può aumentare a 1:250 in presenza di
ipertiroidismo o diminuire a 1:5 in presenza di ipotiroidismo. Questo sta a significare che in presenza di un maggior
funzionamento oltre il normale della tiroide si ha un accumulo di iodio nella stessa tiroide, se invece si ha una disfunzione
della tiroide si avrà poco iodio accumulato all’interno della tiroide. Normalmente la quantità di iodio in un organismo viene
misurata attraverso le urine, verificandone la sua presenza e la quantità al suo interno. Lo iodio viene assorbito a livello
intestinale e accumulato quasi tutto nella tiroide, viene escreto dal rene attraverso le urine. Le fonti di iodio sono l’acqua,
alimenti quali pesce, carne, latte, uova, esistono anche dei composti iodati che possono alterare la quantità di iodi in un
organismo se si fa uso di farmaci, mezzi di contrasto, sale iodato.
CICLO DELLO IODIO
Lo iodio si trova in abbondanza nell’acqua di mare, che però non si può bere. L’acqua di mare evapora andando a creare le
nuvole, se le nuvole sono troppo dense si crea una perturbazione, quindi si hanno le piogge grazie alla quale l’acqua
contenente iodio ritorna al suolo, in cui una parte viene incanalata in canali, fiumi e laghi, cibo ecc ecc mentre l’altra parte
finisce nelle falde acquifere. Il ciclo dello iodio ha inizio a livello del mare e si conclude a livello del mare. In montagna è
presente una componente di iodio minore rispetto alla zona di mare. Le zone montane sono a carenza iodica.
La carenza di iodio rappresenta un elemento importante dal punto di vista della salute. Queste patologie sono
rappresentate dalla presenza di gozzo tiroideo, patologie organiche e funzionali della tiroide, mentre nei casi più gravi si
possono avere fenomeni di cretinismo che condiziona lo sviluppo e la sopravvivenza dell’individuo affetto, questo viene
definito CRETINISMO ENDEMICO DA CARENZA IODICA. L’uso di sale iodato non è giustificato se una persona non ha mai
presentato carenze iodiche o problemi tiroidei, poiché l’uso indiscriminato di questo prodotto può causare ipertiroidismo.
TSH
Il TSH è una glicoproteina in virtù del fatto che contiene dei residui di zucchero che sono necessari per l’azione biologica e
per l’emivita. È formata da due sub – unità α e β.
Questo ormone somiglia nella sua struttura all’LH (Luteinizzante) e all’FSH (follicolo stimolante) che sono le 2
gonadotropine ipofisarie che hanno rilevanza soprattutto nel sesso femminile, poiché partecipano alla maturazione del
follicolo in fase ovulatoria. AZIONI BIOLOGICHE DEL TSH
Attraverso tutti questi meccanismi si realizza l’azione biologica di questo ormone:
Aumenta l’cAMP e PKA;
Aumenta il trasporto di iodio attraverso l’attivazione dei recettori per lo iodio NIS che fa penetrare lo iodio
all’interno della cellula;
Aumento della sintesi della tireoglobulina (Tg), è la più abbondante proteina che si trova nella colloide tiroidea. La
colloide, che è quella sostanza amorfa che raccoglie nei follicoli, per la stragrande maggioranza è formata da
tireoglobulina, che funge da proteina strutturale, che serve da appoggio per gli ormoni tiroidei, che quando
vengono prodotti e rilasciati nella colloide si appoggiano alla tireoglobulina che li trattiene all’interno del follicolo,
quando arriva lo stimolo, l’ormone si libera dalla Tg e passa nel sangue;
Induce la produzione degli ormoni tiroidei, iodotironine e iodotirosine;
Contribuisce alla proteolisi della tireoglobulina;
Contribuisce al rilascio degli ormoni tiroidei;
Aumento del flusso ematico;
Aumento delle cellule follicolari;
Diminuizione della colloide.
Attraverso queste azioni il TSH interviene direttamente nel metabolismo degli ormoni tiroidei.
CARATTERISTICHE DEGLI ORMONI TIROIDEI
Sono essenzialmente T3 e T4, legate alla tireoglobulina da cui si scindono successivamente, passando dal follicolo al
sangue per arrivare a livello edgli organi bersaglio. Quando la tiroide è in fase attiva e quindi produce questi due ormoni,
p