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Quantità CVT CFT CT CFU CVU CTU
20.000 380.000 300.000 680.000 15 19 34
30.000 570.000 300.000 870.000 10 19 29
40.000 760.000 300.000 1.060.000 7,5 19 26,5
CVT = CVU x Q CFU = CFT / Q CT= CFT + CVT CTU= CFU + CVU o CT/Q
La produzione manda l'input, se si produce di più si ha un minore prezzo di vendita, ci possono
essere più soldi per la pubblicità, nonostante un'azienda sia divisa in divisioni, queste si devono
parlare.
Devo essere consapevole di vendere sottocosto, con i prodotti civetta posso perdere da una parte
ma guadagnare dall'altra.
Per essere performante, è sempre meglio avere meno costi fissi e più costi variabili. Soprattutto nei
momenti di crisi è meglio avere meno costi fissi possibili perché se produco di meno il costo fisso
unitario aumenterà mentre i costi variabili sono legati alla produzione. In questo modo sarò più
flessibile. Gli imprenditori devono essere padroni di lasciare a casa le persone perché i dipendenti
sono costi fissi se si lasciassero a casa dei dipendenti avremmo una riduzione, contrazione dei
costi fissi. I costi variabili invece si abbassano di conseguenza.
Più una società ha costi variabile più è flessibile. Naturalmente è
impossibile avere costi fissi uguali a zero, dovrò mediare tra costi fissi e
costi variabili.
COME SI FORMA IL PREZZO TOTALE DI VENDITA
Dobbiamo andare a vedere i vari step di come si forma il nostro corso e
quindi capire come si arriva al costo totale e che naturalmente deve
essere inferiore al prezzo di vendita. Avremo come costo iniziale il costo
primo o costo base iniziale, dato da tutti i costi diretti, imputati
direttamente al prodotto.
A questo costo primo dovrò aggiungere i costi indiretti industriali avremo
quello che viene definito il Costo Industriale. A questo se aggiungiamo
oneri finanziari (interessi passivi derivanti da mutui), ammortamenti
(procedimento che mi permette di andare ad amputare un bene pluriennale, una quota di questo
bene viene imputato attraverso il procedimento di ammortamento viene imputato a costo) o costi
di
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indiretti commerciali avremo il costo complessivo. Il costo Complessivo è quindi data dalla
sommatoria dei costi diretti e indiretti.
A questo conto complessivo se andiamo ad aggiungere i cosiddetti oneri figurativi avremo il costo
tecnico.
Gli oneri figurativi, sono dei costi del titolare, l'affitto di un proprio stabile, è come se ci fosse un
costo, è valido soprattutto nelle piccole realtà, non vengono supportati dall'azienda ma ci
potrebbero essere. A questo punto avremo la sommatoria di tutti i vari costi, quella che va nel conto
economico. Ai costi totali dovremo però aggiungere la quota di profitto cioè il margine, la
sommatoria dei due mi darà il prezzo di vendita. Il mio costo economico tecnico deve essere
inferiore al prezzo di vendita.
Il prezzo di vendita deve essere superiore al nostro costo complessivo, quindi dovremo tenere in
considerazione tutti i costi che andiamo a sostenere.
Costo merce 87.000
Spese imballo 3.000
Spese trasporto 4.000
Spese assicurazione 500
Prezzo di vendita stabilito in 120.000
Spese generali di amministrazione 7% del costo primo
Spese generali di vendita 4% prezzo di vendita
Oneri figurativi 2% costo complessivo
Costi diretti = Costo Primo = merce, spese imballo, trasporto e assicurazione di quel dato bene.
Le spese di amministrazione sono 6.615
Spese di vendita = 4.800
Costo Complessivo = 94.000 + 6.615 + 4.800 = 105.915
Oneri Figurativi = 2.118
Costo economico tecnico = 108.033
Profitto = Prezzo di vendita - Costo Economico Tecnico = 120.000 - 108.033 = 11.967
Ma in realtà gli oneri figurativi non esistono, quindi dovremo fare Profitto + Oneri Figurativi
cioè 11.967 + 2.118 = 14.085
Per trovare l'utile devo fare il profitto + gli oneri figurativi.
Nelle grandi società il costo economico tecnico è uguale al profitto mentre nelle piccole società
questo non avviene. Il Prezzo di vendita deve essere maggiore del costo economico tecnico. Il
costo economico tecnico non lo vedo a bilancio, vedo il costo complessivo.
Riassumendo : Considero il costo economico tecnico quando devo fare il prezzo di vendita mentre
considero il costo complessivo quando devo calcolare l'utile e quando devo fare il bilancio.
100:x=105.915:120.000
x= 13,29%
Bilancio d'esercizio
E' composto dal conto economico e dallo stato patrimoniale, due elementi quantitativi e dalla nota
qualitativa.
I conti sono valorizzati, si dividono in attivo e passivo (Stato patrimoniale) e costi e ricavi (Conto
economico).
Il nostro bilancio è valutato al costo, se noi calcoliamo un immobile calcoleremo il suo costo, non
quello che potrebbe valere oggi!
Prima la rappresentazione dei documenti era a sezioni contrapposte, ora esiste il bilancio CEE è
diviso a scalare, prima l'attivo poi il passivo.
CONTO ECONOMICO di
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Il Conto economico invece è diviso in gestioni: la
gestione caratteristica, finanziaria, straordinaria e
fiscale. La peculiarità delle gestioni è quella di
evidenziare peculiarità, avremo per ogni gestione
dei costi e ricavi di ogni gestione e di conseguenza
un risultato di ogni gestione, la sommatoria dei
risultati intermedi mi darà naturalmente l'utile e la perdita. E' una sorta di
contabilità analitica, posso vedere il risultato delle singole gestioni.
Gestione caratteristica : relativa al core business dell'azienda Costi e ricavi
di produzione.
Gestione finanziaria : avremo quindi gli oneri, interessi attivi e passivi, avremo un risultato
intermedio
Gestione straordinaria : accadimenti straordinari, capitano una volta ogni tanto, acquisto o vendita
di un immobile, plusvalenze o minusvalenze
Gestione fiscale: tutto ciò che è inerente all'ambito fiscale, relativi alle imposte.
Alla fine avremo il risultato d'esercizio.
Dovrò essere in utile nella gestione caratteristica. La maggior parte delle aziende
in Italia sono sotto capitalizzate, in Italia gli imprenditori non credono nell'azienda
preferiscono farsi finanziare da banche di credito, di solito è negativa. Di
conseguenza questi prestiti vanno nella gestione finanziaria e generano utili
passivi. Una banca però potrebbe avere una gestione finanziaria positiva.
Gestione straordinaria : un anno può essere positiva un anno negativa
Gestione fiscale : è sempre negativa
Per essere in utile l'intera azienda il risultato della gestione caratteristica deve sempre essere
maggiore della somma delle altre tre gestioni! Dovremo avere quindi un MOL positivo!
Il conto economico è come un flusso continuo di costi e ricavi, vado a vedere quanto ho speso di
locazione, stipendi etc. Dovrò spezzare il mio flusso in base a ogni costo e ricavo a differenza dello
stato patrimoniale che è una fotografia, si va a vedere quanto ho di debiti/crediti/patrimonio
aziendale.
Stato patrimoniale
Avremo Attivo e passivo. Nell'attivo avrò il patrimonio aziendale, nel passivo potrò avere debiti
passivi di terzi o nei confronti di soggetti interni all'azienda. Quelli nei confronti di terzi è il debito
passivo d terzi. Mentre i debiti interni verranno chiamati Patrimonio netto. L'insieme dei sue mi darà
il passivo proprio. Dovremo vedere quello che è stato versato dai soci interni anziché i terzi. Dovrò
vedere i conti inerenti al passivo di terzi e quelli del passivo proprio cioè il Patrimonio netto.Un
esempio di passivo di terzi sono i debiti verso i fornitori o verso gli istituti bancari. Mentre per
quanto riguarda il patrimonio netto avrò dentro un fondo iniziale di dotazione, cioè il capitale
sociale cioè il fondo versato all'inizio dal notaio quando ho fondato l'azienda. Bisogna differenziare
le due cose, il passivo di terzi genera degli interessi mentre il patrimonio netto per la maggior parte
delle volte non vengono maturati interessi quindi non mi genera nessun costo. Un'azienda è
capitalizzata quando il suo passivo è tutto patrimonio netto, un'azienda è sotto capitalizzata quando
il passivo di terzi è più alto del patrimonio netto è quasi a zero. Il passivo di terzi deve essere
restituito, come un mutuo, si pagheranno in più anche gli interessi. Mentre il patrimonio netto non
deve essere restituito.
Dovrò dividere l'attivo in Attivo a breve termine e Attivo a lungo termine. Dividerò allo stesso modo
anche il passivo. Faccio questa divisione per capire le entrate-uscite e quando avverranno per
pianificare al meglio. di
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Se io ho un passivo di 70 a
breve termine, quindi come
faccio nel breve termine a
pagare 70 quando ho nelle mie tasche 50? Quindi è
quello che si chiama una crisi di liquidità. Non ho liquidità a
sufficienza per coprire i miei debiti a breve termine.
Tramuto il debito a breve termine, lo tramuto in un debito a
medio e lungo termine, chiudo un passivo a breve e ne accendo
uno a medio e lungo termine. Traslo i 20 da un passivo a breve
termine a un passivo a lungo termine. Se no si possono vendere un attivo a
medio - lungo termine, lo trasformo in liquido andando a coprire il debito.
Posso agire sui debiti, chiedendo un prestito, se no devo agire
sull'attivo vendendo delle attività a medio e lungo termine come un immobile.
Quest'ultima è una strategia pericolosa, dovremo
vendere degli impianti
o attrezzature che non ci
servono più ma è sintomo di problemi in azienda.
Capitalizzazione e liquidità
Lo stato patrimoniale può essere letto anche dal punto
di vista finanziario, l'attivo è visto come
impiego e il passivo come fonti. Le
fonti mi permettono di avere dei soldi
da impiegare nel patrimonio aziendale. Le
fonti sono da dove mi arrivano i soldi e questi soldi dove sono impiegati
nell'attivo aziendale.
L'attivo di solito è diviso in:
Mobilizzazioni, durature, formano il
patrimonio aziendali come impianti
attrezzature e macchinari. Sono le
poste immobilizzate, vengono tramutate
in risorse finanziarie in un periodo di
tempo medio lungo.
Attivo Circolante, è quell'attivo che è un
attivo a breve termine, quindi come
crediti verso clienti, crediti a livello
generale, rimanenze, possono essere
tramutate in risorse finanziarie a breve
termine.
Disponibilità liquide, liquido all'interno
dell'azienda, abbiamo due conti,
cassa e banca
Dal più immobilizzato al meno immobilizzato, sarà lo stesso anche per il
passivo.
STATO PATRIMONIALE
dall'attivo
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