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ATTIVO
riclassificazione di SP ( = immobilizzazioni materiali nette + imm. immateriali
nette + imm. finanziarie nette = TOTALE ATTIVO IMMOBILIZZATO, rimanenze +
PASSIVO
liquidità differite + liquidità immediate = ATTIVO CORRENTE; = PATRIMONIO
NETTO + PASSIVITA’ CONSOLIDATE + PASSIVITA’ CORRENTI) e CE (VALORE DELLA
PRODUZIONE, VALORE AGGIUNTO, REDDITO OPERATIVO, SALDO GESTIONE
FINANZIARIA, PATRIMONIALE E STRAORDINARIA, imposte -> RISULTATO D’ESERCIZIO)
GESTIONE FINANZIARIA (INTRODUZIONE E VALUTAZIONE
Lezione 11 -
PROGETTI INVESTIMENTO)
GESTIONE FINANZIARIA: comprende il complesso di decisioni e di operazioni volte a
reperire e ad impiegare fondi aziendali (fonti di finanziamento), funzione
(finanziamenti)
fondamentale sia per acquisizione che per supporto ad impiego
(investimenti). La gestione del piano finanziario richiede, la creazione e il
mantenimento dell’equilibrio tra fonti ed impieghi nel lungo, nel breve e nel brevissimo
termine (gestione tesoreria: per assicurare liquidità). La gestione finanziaria tocca tutti
e tre i tipi di equilibri (economico, finanziario e monetario), che la gestione d’impresa
deve rispettare; ha compiti che si intrecci con altre funzioni (tutto ciò che può
modificare equilibrio finanziario impresa); sintesi compiti fondamentali direzione
piano finanziario programmazione finanziaria
finanziaria: , a lungo, breve e
governo liquidità
brevissimo termine, .
Problemi di fondo della gestione finanziaria sono quelli di programmazione degli
investimenti e delle fonti di copertura: la scelta degli investimenti (divisi per scopo
, destinazione e natura
primo impianto, ampliamento capacità tecnici/commerciali/amministrativi
), a prescindere da valutazioni di tipo etico, è guidata dai parametri
materiali/immateriali
fondamentali di qualsiasi comportamento imprenditoriale, vale a dire profitto e
rischio.
L’efficacia dell’investimento è correlata ai suoi ritorni diretti e indiretti, tangibili e
intangibili, ovvero stimato in rapporto a: •1) al suo ritorno economico (differenza tra
ricavi e costi attualizzati); •2) ai vantaggi economici prodotti in altre aree
dell’organizzazione aziendale (rendimento indiretto); •3) ai ritorni non economici o di
qualità, in grado di accrescere le risorse intangibili dell’impresa.
SCELTA DEI PROGETTI DI INVESTIMENTO: IL PERIODO DI RECUPERO: grado di
rischiosità di un investimento, in quanto misura il lasso di tempo entro cui gli incassi
(inflow) ottenibili riescono a reintegrare il capitale impiegato (variante importante
tempo di esposizione al rischio; non fornisce info su redditività); LA REDDITIVITA’
ATTUALIZZATA: “un euro disponibile oggi vale certo di più di un euro disponibile tra
un anno”, si attualizzano (cioè si riducono ad un unico momento temporale) i flussi di
cassa futuri derivanti dall’investimento, in modo da permettere una migliore
comparazione di progetti alternativi. Con esso si può valutare anche l’accettabilità di
ciascun progetto, cioè stabilire se la sua redditività attualizzata sia superiore al costo
del capitale. Ci saranno entrate ed uscite, obiettivo attualizzazione dei flussi di cassa
in uscita e in entrata; Una volta determinati i flussi di cassa generati dal progetto, i
metodi a cui si fa generalmente ricorso per l’analisi della redditività attualizzata sono
due: il tasso interno di rendimento (internal rate of return) o TIR e il valore attuale
netto (net present value) o VAN. RIPORTARE AL MOMENTO DELLA VALUTAZIONE IL
VALORE DEL DENARO NEL TEMPO.
i
VAN: (Entr-Usc)/(1+c) applicazione del metodo del valore attuale netto, si opera
tasso di attualizzazione
assumendo un pari a quello del costo del capitale (c), diversi
periodi analizzati (i), in modo da determinare il valore attuale del progetto; il progetto
risulterà tanto più conveniente quanto più elevato sarà il suo valore attuale netto
i
TIR: (Entr-Usc)/(1+X) =0 X= tasso di attualizzazione da ricercare che rende VAN= 0;
una volta trovato questo tasso, la convenienza dell’investimento potrà essere valutata
in funzione della differenza tra questo tasso e quello da corrispondere per il
reperimento dei fondi necessari. TIR > COSTO DEL CAPITALE
Le tecniche di valutazione illustrate presentano dei limiti intrinseci ed estrinseci:
alcune non considerano fattore tempo rischiano di ridurre valore dei risultati
Oltre ai metodi sopra descritti per decidere quale investimento adottare occorre
opportunità
valutare anche la TEORIA DELLE OPZIONI: 1) opzioni di sviluppo, ovvero
di crescita aziendale offerte dall’attuazione dell’investimento; 2) opzioni di abbandono,
interrompere
legate alla possibilità di il progetto d’investimento allorché ci si renda
conto che il ritorno non è né potrà essere conveniente rispetto all’immobilizzo di
scelta del tempo
risorse; 3) opzioni di differimento, correlate alla possibilità di
dell’investimento, i cui effetti non possono essere influenzati da comportamenti più
tempestivi della concorrenza; 4) opzioni di flessibilità, legate alla possibilità di
modificare l’investimento intrapreso a seguito del modificarsi dell’ambiente esterno.
Esse rappresentano un importante fattore di correzione delle valutazioni fondate su
procedimenti puramente finanziari (ad es. VAN e TIR).
L’impresa ha bisogno di capitali per finanziare i processi di investimento e per far
fabbisogno finanziario
fronte alla gestione corrente. Il aziendale è infatti uguale alla
somma del capitale fisso, necessario per acquisire le immobilizzazioni materiali e
immateriali (es. per acquisto impianti ed attrezzature per la produzione), e del capitale
circolante, occorrente per alimentare il ciclo acquisti-produzione-vendite (mezzi
ciclo di reintegro dei ricavi
finanziari che si rigenerano entro 12 mesi; correlato al ,
+breve è tempo che intercorre tra sostenimento costi e incasso dei ricavi minore sarà
fabbisogno di capitale corrente) solvibilità
la gestione finanziaria deve preservare la (equilibrio finanziario) dell’impresa
liquidità
e la sua (equilibrio monetario): da ciò l’esigenza di compiere la duplice analisi
dei flussi di circolante e dei flussi monetari (o di cassa)
Scelte di struttura finanziaria e strumenti di
Lezione 12 (esercizi) Lezione 13 -
programmazione e controllo
La struttura finanziaria è determinata dalla scelta delle fonti di copertura del
capitale proprio->
fabbisogno aziendale (es. aumento del aumento base societaria,
indebitamento bancario
riduzione potere vecchia società; può fare crescere il controllo
delle banche sulle strategie aziendali; importante per fabbisogno finanziario condizioni
di pagamento applicate a clienti e fornitori); il fabbisogno finanziario può essere
coperto da: mezzi propri, autofinanziamento (utile), finanziamento interno soci,
finanziamenti esterni.
Obiettivi e politiche della struttura finanziaria: omogeneità, rispetto al tipo di
fabbisogno da coprire (es. per immobilizzazioni debiti a medio lungo termine);
modificare
flessibilità, possibilità di la struttura finanziaria in rapporto all’evoluzione
del fabbisogno; elasticità, opportunità di dilatare l’area di manovra delle scelte
flessibile
finanziarie (“Una struttura finanziaria è tanto più quanto è più in grado di
elastica
modellarsi in rapporto alle esigenze della gestione; ed è tanto più quanto più
facilmente può essere espansa” es. indebitamento bancario a b/t aumenta flessibilità
ma riduce elasticità); economicità, costosità delle fonti.
Gestione finanziaria dovrebbe essere orientata alla minimizzazione degli oneri
finanziari e alla minimizzazione del rischio finanziario (strutturale-> insolvenza:
fonti/impieghi; congiunturale-> illiquidità: saldo cassa e banche); esistono vari tipi di
fabbisogno: strutturale (permanente nel tempo per struttura impresa); corrente
(permanente nel tempo per gestione); straordinario (esigenze di lungo periodo);
occasionale (fenomeni imprevisti di breve periodo); per scelta indebitamento si
considera: rischiosità, rigidità (+debiti+rigidi-elastici) e leva finanziaria.
LEVA FINANZIARIA (indebitamento a certe condizioni può far aumentare redditività del
capitale proprio (migliora redditività aumentando livello di indebitamento) ovvero il
ricorso a capitali di terzi funge da moltiplicatore delle opportunità di investimento nel
caso di differenziali favorevoli tra ritorno dell’investimento (ROI: Red.Op./Cap.Inv.) e
costo del capitale preso a prestito (i), da generatore di reddito addizionale per
l’impresa
STRUMENTI PER LA PROGRAMMAZIONE E IL CONTROLLO FINANZIARIO: La
pianificazione finanziaria richiede la formulazione di una serie di preventivi, in base ai
quali l’impresa può indirizzare e tenere sotto controllo le situazioni di solvibilità e di
liquidità della gestione. Ai fini del controllo, i documenti fondamentali da redigere
sono:
1. il prospetto delle fonti e degli impieghi -> redatto per distinguere i tipi di fonti
finanziarie a cui far ricorso, a fronte degli impieghi di capitale, e per predeterminare il
saldo complessivo annuale: è possibile verificare anticipatamente le alternative per la
copertura dei flussi finanziari determinati dagli usi (sia correnti che non), al fine di
preservare costantemente l’equilibrio finanziario nel rispetto del principio
dell’omogeneità. FONTI: fondi della gestione (autofinanziamento); fonti correnti (debiti
a b/t); fonti non correnti (debiti a medio lungo termine); USI: usi correnti
(finanziamento esercizio); usi non correnti (investimento, rimborso debiti…)
SALDO FINANZIARIO= fonti della gestione + fondi non correnti - usi non correnti;
SALDO CORRENTE: fonti correnti - usi correnti; SALDO COMPLESSIVO= saldo
finanziario + saldo corrente (devono essere tutti e 3 vicino allo zero)
Fonti gestione da CE, tutti gli altri da SP (di due anni consecutivi) Una variazione
incrementativa dell’attivo o decrementativa del passivo o del patrimonio netto
impiego di capitale (e viceversa)
determina un
2. il quadro generale dei movimenti monetari prospetto dei flussi monetari=
crediti/debiti inizio esercizio + partite esercizio - crediti/debiti fine esercizio, il saldo
sarà da riportare nel quadro generale dei movimenti monetari; all’interno del QUADRO
saranno indicate tutte le uscite (es. immobilizzi, rimborso dei debiti) e tutte le possibili
fonti di entrata (fonti esterne, fonti interne collegate a processi di alienazi