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Il ruolo della scientificazione dei processi decisionali nell'impresa

Se l'impresa ha dimensioni e complessità tali da richiedere una scientificazione dei processi decisionali, se è sottoposta a forti pressioni al cambiamento e se l'incertezza dei suoi compiti è elevata, sarà preferibile rafforzare qualitativamente le risorse umane e materiali esistenti in modo che siano capaci di rispondere alle nuove domande anziché ridisegnare continuamente i piani e gli obiettivi strategici.

Alternativamente, potrà essere adottato un sistema di allargamento orizzontale della capacità di ricerca ed elaborazione delle informazioni. La soluzione dei problemi di coordinamento sarà cercata attraverso iniziative di collaborazione interdipartimentale: i manager affronteranno direttamente le decisioni senza rimandarle in alto.

In conclusione, lo studio di glabrait ci offre una versione contemporanea delle problematiche del management aziendale. Occorre sottolineare che in questa teoria, come nelle più recenti, si assiste al trionfo della tendenza.

A deificare le organizzazioni e a delegare alla tecnologia la responsabilità del miglioramento produttivo oltre che del successo competitivo. L'uomo è l'aspetto soggettivo.

Teoria della leadership: la funzione di integrazione. Per conseguire il proprio fine generale occorre un equilibrio armonico e tale equilibrio non si genera spontaneamente, ma deve esser creato e cio si esplica in una vera e propria funzione di integrazione ossia coordinare le parti sistemiche differenziate impedendo che queste seguano obiettivi incoerenti.

Secondo Barnard, la funzione della direzione viene esplicata dal gruppo dirigente e dai proprietari, ed è composta da una dimensione impersonale ed una personale. La parte personale fa riferimento ad un sistema di comunicazioni efficiente, mentre invece la parte personale si riferisce alla variabile umana e consiste nell'indirizzare la risorsa umana verso un specifico obiettivo (tutto questo si identifica con il termine Leadership).

Esistono

varie teorie a proposito della leadership e vari modelli che la teorizzano.

Primato dei fattori personali

L'approccio innatista

La prima teoria è quella innatista, basata sulla teoria del "grande uomo", cioè che il leader si nasce e non si diventa. Tale teoria si basa sull'analisi delle caratteristiche di vari leader, come intelligenza, capacità verbali, percettive e logiche, attitudine al rischio e capacità di assumere responsabilità. Il limite di tale teoria è che trascura l'influsso ambientale, individuando come variabile principale le qualità del leader.

L'approccio comportamentista

Vengono analizzati i comportamenti del leader e sono stati individuati tre fondamentali stili di leadership:

  • Autoritario: elevato controllo
  • Democratico: favorisce la partecipazione del gruppo
  • Laissez-faire: scarso controllo del leader

In base al metodo che i manager utilizzano, si può capire la distinzione fatta da McGregor in base alla teoria X e Y. Teoria X: il manager considera i lavoratori come...

Il testo fornito presenta una discussione sugli stili di leadership. Viene menzionata la teoria X, che descrive un leader autoritario e pigro, e la teoria Y, che promuove uno stile di leadership democratico. Tannenbaum e Schmidt individuano una varietà di comportamenti sulla base di un continuum, tra cui l'autoritario coercitivo, l'autoritario benevolo, il consultativo e il partecipativo. Si ritiene che lo stile partecipativo sia il migliore. Blake e Mouton hanno rappresentato graficamente cinque stili di leadership basati sull'interesse per la produzione e l'interesse per le persone. Questi stili sono esaurito, circolo ricreativo, compit, meta strada e squadra. Tuttavia, nessuno di questi modelli ha fornito risultati completamente soddisfacenti, poiché sono troppo astratti e non tengono conto del contesto interno in cui si svolge il processo di leadership.

Il primato dei fattori

Ambientali

L'approccio situazionale

Le ricerche hanno dimostrato la insostenibilità di un modello universale di leaders. Gli studi situazionali hanno spostato l'attenzione alle variabili di contesto all'interno di un gruppo e la leaders. È una funzione della condizione in cui si trova il gruppo (valori e atteggiamenti)

Nel fattore situazionale è rilevante il follower. La leaders, in altre parole, è vista come funzione di ciascun individuo con cui il leader interagisce.

Secondo il modello della leaders personalizzata si forma grazie all'opinione positiva che i follower si fanno verso un'altra persona. Così il tale diventa leader.

Meinder addirittura teorizza il mito della leaders negando l'esistenza di legami o interdipendenze tra il leader e i seguaci i quali si inventano un leader.

Altro filone di ricerche situazionali si concentra sulle caratteristiche delle decisioni che il leader deve affrontare ponendoli in relazione con gli stili.

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di leaderschip (rapporto tradecisione e stili)Spiegano la varianza del comportamento del leader rispetto alle differenze stilistiche. Datoche i problimei sono vari nel tempo il leader non deve adottare uno stile stabile.Variante del modello situazionalista: l’approccio TransazionaleSecondo Blanchard e hersey gli stili di leaders risultano dalla combinazione di due variabiliGuida (orientamento al compito)Sostegno (orientamento alle relazioni)Sono possibili varie combianazioniMolta guida e poco sostegno efficace in casi in cui sono scarsi l’orientamento all’efficienzaMolta guida e molto sostegno inefficace se presente diffidenza tra le diverse componentigerarchicheMolto sostegno e poca guida utile in gruppi dove c’è poca coesionePoco sostegno e poca guida efficace dove vi è una buona coesioneNel 94 i due studiosi hanno rivisto la teoria rivolgento l’attemzione alla relazione tra lo stiledi leaders e le caratteristiche dei collaboratori dove la

maturità è ritenuta la caratteristica più rilevante dei collaboratori. Il primato del cambiamento. La leadership carismatica. Nella teoria della leadership carismatica il leader non si limita ad un adattamento passivo alla situazione ma è anche in grado di modificarla in relazione ad una sua visione ed una sua strategia personale. Il concetto di leadership carismatica si può far risalire a Weber con il concetto di carisma, ossia un tratto della personalità posseduto da pochi eletti. Etzioni sostiene che il carisma può aver luogo anche all'interno delle organizzazioni e lo definisce come influenza da esercitare su altri attori. Questi due attori hanno avuto il limite di non essere stati in grado di specificare tale ruolo. House teorizza che i leader carismatici hanno delle caratteristiche peculiari che influenzano i follower. Studia i tratti e i comportamenti del leader (comune all'approccio innatista e comportamentista) e da una precisazione.

Dei follower e dell'ambiente dove opera il leader, egli precisa il ruolo dei follower e dell'ambiente circostante ricorrendo a una metafora.

Per quanto riguarda il leader, i tratti che lo contraddistinguono sono un carattere dominante e un desiderio di influenzare gli altri, e a livello comportamentale:

  • Competenza
  • Elabora finalità
  • Sacrificio e corre rischi
  • Elevate aspettative verso i follower

Per quanto riguarda l'ambiente, questo lo agevola se emergono delle difficoltà da superare:

  • Leadership trasformazionale

Teoria che nasce negli anni '80. Il concetto è stato sviluppato da Burns e teorizza che il leader accresce le motivazioni dei follower. A differenza del leader transazionale, il leader trasformazionale non si limita a stimolare una determinata performance, ma leva sull'interesse dei lavoratori soddisfacendo i loro bisogni. Inoltre, riconosce le differenze individuali nei bisogni, li eleva e sviluppa il potenziale di ognuno per raggiungere performance migliori.

Inoltre egli promuove radicali cambiamenti nella cultura d'impresa ma anche nella gestione. Bass approfondisce tale concetto e elabora un modello completo che descrive la leadership transnazionale e quella trasformazionale. Tratta queste due come due situazioni su un continuum che va da l. trasformazionale al modello laissez faire trovando nel mezzo la leadership transnazionale. Le modalità con cui i leader trasformazionali portano avanti il cambiamento è stato studiato da Tichi e Devanna e tale processo è riconducibile in tre atti: riconoscimento dell'esigenza di rivitalizzazione dove il leader sente l'esigenza di cambiare, creazione di una visione dove ha una visione e si stacca dagli schemi passati, istituzionalizzazione del cambiamento mette in pratica il progetto. Conclusioni: le teorie annaliste e comportamentiste hanno il merito di aver analizzato le caratteristiche di personalità e comportamenti dei leader dando origine ad una teoria normativa. I limiti di tali teorie sono che non tengono conto delle dinamiche sociali e culturali che influenzano la leadership.teorie son di non aver relativizzato tali prescrizioni non discostandosi dallamatrice one best way. Tale limite è stato superato dalle teorie situazionali che prescrivono al leader di adeguarsi alle particolari situazioni ambientali non stabilizzarsi su teorie. Ulteriore passo avanti è stato fatto dalle teorie transnazionali le quali vedono la leadership come un processo dinamico che implica una relazione tra il leader i seguaci e l'ambiente. Nella situazione odierna necessaria della presenza di leader trasformazionali dove è importante il cambiamento ma tale leader non deve essere necessariamente portatore di cambiamento. Parte IV Differenziazione, integrazione e contingenze organizzative Premessa L'approccio alla progettazione organizzativa si fonda sulla teroia della contingenze o situazionale e non su una teoria causa-effetto, cioè non consente di fare affermazioni se si viene adottata una soluzione organizzativa essa che comportamento ne.

determinerà

Definizioni

Occorre definire i termini progettazione organizzativa e situazionale

Situazionale indica che i modelli di comportamento di un'organizzazione dipendono dall'ambiente nel quale l'organizzazione si è inserita e dalla personalità dei membri dell'organizzazione stessa. Ossia il tipo di soluzione organizzativa che risulta appropriato dipende dall'ambiente in cui l'organizzazione è inserita e dalla personalità dei suoi membri.

Progettazione organizzativa cerca di spiegare ai membri ciò che è da fare. Essa comprende i seguenti elementi:

  • Struttura organizzativa - "chi deve fare cosa"
  • Schemi di pianificazione - "definizione degli obiettivi dell'organizzazione"
  • Ricompense - "rivolte nelle attività lavorative con remunerazione o carriera"
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
49 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luca d. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Profumo Giorgia.