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RGEST/ MINTM

bancario. Segnala una maggiore efficienza del processo produttivo bancario se in una sequenza temporale se

assume progressivamente valori più bassi perché si riducono i costi che “ballano” tra MINT E REGST ( del

personale, spese amministrativi). Di conseguenza si ridurrà il numeratore. A parità di denominatore il

perseguimento di risultati aziendali avviene avvalendosi su costi bassi. Il processo si rileva maggiormente

efficiente.

Redditività della banca:

Gli interessi attivi sono scaturiti dalle attività fruttifere. Nel senso che sono suscettibili di generare interessi. È

possibile scriverlo come iA / AF = interessi attivi / Attività fruttifere = r

r indica il rendimento medio delle attività fruttifere.

Gli interessi passivi sono scaturiti da passività onerose.

È possibile scriverlo come iP/ PO = Interessi passivi / passività onerose = c

c indica il costo medio delle passività onerose.

≃ c + spread ( s). Lo spread è il divario che dovrebbe assicurare l’economicità dello svolgimento dell’attività

r

bancaria. La redditività dell’attività bancaria nel periodo di crisi è stata influenzata non solo dalle sofferenze ma

anche dal patrimonio. 15/05

Le aree di gestione della banca:

1. Titoli

2. Prestiti

3. Liquidità e Tesoreria

4. Capitale proprio

Da analizzare in maniera disgiunta perché didatticamente è più chiaro e perché ad esempio all’interno

dell’organizzazione bancaria le unit che si occupano di titoli e prestiti sono disgiunte. Queste aree gestionali

sono ricondotte all’unità all’interno di modelli che vengono chiamati ALM ( Asset Liability Management). Nel

calcolare i rischi di una banca ci si concentra su tutte le aree gestionali a prescindere dalla natura dei titoli/

prestiti/ tutti gli asset. L’analisi viene condotta su tutta la tipologia degli asset. Si cerca di identificare un rischio

a cui l’intera banca è soggetta. Il rischio è ascrivibile ad una sola unit ma è unitario ed integrato. Ciò è stato

effettuato per rispondere ad alcune domande delle autorità di vigilanza. Es. rischio di credito a cui è sottoposta la

banca? non si riferiscono alle singole unit. Come si crea un ALM? Attraverso tre fasi principali esplicitabili con

attraverso metodologie e algoritmi. Si verifica l’esposizione della banca ad una tipologia

le parole: 1) misurare

di rischio; 2) pianificare, si individua un livello obiettivo/ target di rischio desiderabile, 3) ricondurre o pilotare

il livello del rischio da quello misurato a quello obiettivo.

La fase più difficile e delicata è la prima. Si individua il rischio, se lo si fa in maniera erronea le successive fasi

sono distorse, erronee, non ottimali. La fase più facile è l’ultima perché si tratta semplicemente di usare degli

strumenti come i derivati che uso per spostare il livello di rischio da quello misurato a quello obiettivo. È

semplicemente un passaggio tecnico.

La traduzione ALM è gestione integrata dell’attivo e del passivo. Considero attività e passività a prescindere

dalle singole aree di gestione ma in modo integrato. Tutto ciò è presente nelle banche in staff alla direzione

generale ( strategica) oppure in ambito di pianificazione strategica e controllo di gestione. L’ALM verifica la

fattibilità degli obiettivi, le opportunità che si realizzano sul mercato.

AREA DI GESTIONE TITOLI ( di proprietà della banca, non a supporto della clientela)

di questa attività sono inseriti all’interno della voce profitti/ perdite da operazioni

Nel CE scalare i risultati

che andava a comporre il MINTM. L’area di gestione titoli della banca non è disgiunta dai rapporti

finanziarie

che ha con la clientela e il mercato in ogni fase congiunturale.

Situazioni tipo:

immaginiamo che esista una banca che abbia un rapporto tra prestiti e depositi alto.

Prestiti/ Depositi ↑, la banca investe gran parte dei depositi in prestiti residua meno da investire in titoli. Ne

consegue che il rapporto Titoli/ depositi sia più basso. Questa situazione è tipica delle banche commerciali,

prende il nome di gestione residuale di un portafoglio titoli. Residuale perché la banca investe in titoli le

componenti della propria raccolta che residuano dopo aver prioritariamente investito in prestiti. Una banca di

questo genere privilegia i prestiti ai titoli, perché? Il motivo è tipicamente di equilibrio economico. Un prestito

normalmente rende di più che un titoli.

Che caratteristiche avrà un portafoglio titoli basato sulla gestione residuale?

La prima caratteristica è che sarà un portafoglio liquido. È facilmente riconducibile alla liquidità. è tipicamente

costituito da titoli a BT e poco rischiosi ( titoli di stato ). Questo tipo di portafoglio si configura come un

cuscinetto di liquidità. in altri termini la banca attribuisce priorità ai prestiti che ai titoli. allora il portafoglio

assume una configurazione di cuscinetto di liquidità. tale cuscinetto verrà sgonfiato nel momento in cui ho la

possibilità di concedere prestiti a fronte di una vendita di titoli sul mercato. Si concedono prioritariamente

prestiti perché rendono maggiormente. Viceversa, il cuscinetto viene gonfiato in fasi in cui ( come quella attuale)

non reputo opportuno espandere l’attività creditizia/ di concessione dei prestiti. Da ciò discende che i titoli di

questo portafoglio devono essere negoziabili. Devono avere un mercato secondario perché ciò che deriva dalla

loro vendita viene impiegato in prestiti. Si ha un’ulteriore conseguenza: il portafoglio titoli residuale ha come

prioritario ci si prefigge l’obbiettivo di sgonfiare il

priorità la liquidità e non la redditività perché a livello

cuscinetto di liquidità. i titoli a LT normalmente rendono maggiormente di quelli a BT quindi il portafoglio titoli

residuale è movimentato in funzione all’attività creditizia che la banca vuole esercitare.

Es. Nel portafoglio ci sono dei BTP a tasso fisso acquistati a 100 in una situazione in cui il tasso di mercato i =

3%. È logico pensare che tali BTP fanno parte del portafoglio titoli con caratteristiche di liquidità e che nel

sia l’opportunità sul mercato di venderli è possibile utilizzare i 100 per concedere un prestito a

momento in cui ci

tasso, esistente sul mercato in quel momento, pari al 4,5%. Per effetto di questa operazione si guadagna uno

spread pari all’1,5%= 4,5% 3% grazie all’arbitraggio.

- Se i tassi di interessi non sono fissi ciò cambia. Si

aggiunge l’ipotesi che il tasso sul mercato dei BTP sale al 4,5%. In uno scenario con tassi di interesse maggiori i

BTP quoteranno meno. I prezzi scendono perché gli investitori preferiranno comprare i nuovi titoli emessi con

un tasso maggiore rispetto a quelli presenti sul mercato secondario con un tasso inferiore. I vecchi BTP sono

meno appetibili in quanto sono a tasso fisso e quindi non si adeguano al nuovo tasso presente sul mercato. I

prezzi scendono da 100 ad esempio a 93 ( dipende dalla cedola e da altri elementi). In questa situazione se

vendessi i vecchi BTP per concedere prestiti riscontrerei una perdita in conto capitale. Per assurdo non è così

tassi sia possibile concedere prestiti ad un tasso più elevato. All’inizio

scontato che se aumenta il livello dei

potrebbero rendere al 5%. Così vendendo in perdita i BTP non mi renderanno più al 3% ma l’1,8%, c’è una

perdita pari 1,2% = 3% tasso fisso 1,8% quanto ottengo effettivamente. La monetizzazione in conto capitale

annulla il vantaggio economico alla base dell’arbitraggio. Se il tasso è ancora il 4,5 sui prestiti non conviene

l’operazione di

sgonfiare i cuscinetti. Questo fenomeno appena descritto porta a non effettuare smobilizzo dei

titoli ( non sgonfiare il cuscinetto di liquidità) se i tassi dei BTP salgono è definito dagli inglesi con il termine

Lock In Effect, effetto blocco. In pratica si bloccano in portafoglio i titoli e non si vendono in quanto la scesa dei

tassi di interesse condurrebbe una smonetizzazione ed una perdita in conto capitale dal lato dei titoli. Così si

ridurrebbe il vantaggio per cui effettuo l’arbitraggio.

Es. 2.

Rapporto prestiti/ depositi più basso rispetto all’esempio precedente. Ne consegue che il rapporto titoli/ depositi

sia più alto rispetto a prima. Una banca che punta di più sui titoli rispetto al caso precedente e meno sui prestiti si

dice che attua una gestione flessibile detta anche classificazione analitica dei titoli. Una banca con queste

caratteristiche ha finalità ed obiettivi prioritari difformi: la redditività. Si cerca di ottenere un rendimento

significativo dal portafoglio titoli. È molto più utilizzato il trading del portafoglio cercando di sfruttare

sottovalutazioni ( quando compro) e sopravalutazioni ( quando vendo). Si cerca di ottenere utili quando si

effettuano transazioni finanziarie. In questo caso non si deve fare cassa per concedere prestiti. Si vuole fare utili

per fare CE attraverso il portafoglio titoli. I titoli ora saranno di M/L termine e con un rischio maggiore. Un

gestore colui che effettua operazioni di compravendita sui portafogli titoli è più contento di lavorare nel secondo

caso perché qui il suo operato fa la differenza. Ha posizioni speculative nel senso positivo del termine. I gestori

soprattutto nell’esperienza anglosassone hanno delle % sulle operazioni di trading e quindi sono maggiormente

incentivati a lavorare in questo caso in quanto hanno maggiori possibilità di guadagno.

Le due ipotesi rappresentate sono due estremi, casi scolastici. Ad oggi le banche implementano entrambe le

gestioni. I portafogli titoli spesso sono divisi in partizioni in base agli obiettivi da conseguire, il tipo di gestore,

tipo di mentalità della banca.

Le banche italiane adottano una gestione residuale o flessibile? Mediamente la porzione/ partizione della

gestione in ottica residuale per finalità cautelative è più ampia rispetto a quella flessibile in quanto ci sono tanti

titoli di stato che non sono il massimo per fare trading. Tuttavia, ultimamente il trading con i BTP si è rivelato

molto conveniente se ben effettuato. Es. l’anno scorso le banche che hanno usato la liquidità della BCE per

comprare BTP che davano il 4 o il 5% di cedola ed erano comprati a condizioni scontatissime 80/82 . Ad oggi i

prezzi di quei BTP sono 103/105/107. Le banche hanno guadagnato ingenti somme a livello di cedola rispetto a

quanto dovevano pagare alla BCE e il capital gain è significativo der

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A.A. 2012-2013
51 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher 3paperelle di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia delle aziende di credito e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Oriani Marco.