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Estratto del documento

Norme di tenuta delle scritture contabili

Tutte le scritture devono essere tenute secondo le norme di un'ordinata contabilità, senza spazi in bianco, senza interlinee e senza trasporti in margine. Non vi si possono fare abrasioni e, se è necessaria qualche cancellazione, questa deve eseguirsi in modo che le parole cancellate siano leggibili.

Tale norma è stata oggetto di scrutinio da parte della giurisprudenza della Cassazione vista la sua grande importanza: si tratta di una regola a presidio della veridicità e attendibilità dei dati riportati. In realtà, oggi, queste regole non hanno più molta rilevanza per via dell'adozione delle modalità telematiche per la tenuta delle scritture contabili (a proposito, le società che vendono programmi di tenuta della contabilità telematica devono ottenere un'autorizzazione, che viene rilasciata solo dopo che sia stata verificata la presenza di sistemi che impediscano condotte evasive).

La dichiarazione

Altro

Il obbligo strumentale fondamentale è la presentazione della dichiarazione, in quanto il contribuente, adempiendovi, si palesa debitore del fisco. L'inadempimento a tale obbligo (no atto volontario), seppur meramente informativo, determina l'irrogazione della sanzione a prescindere dalla debenza del tributo. La presentazione dichiarazione deve rispettare dei determinati requisiti:

  1. La dichiarazione dev'essere presentata mediante un modello approvato dal fisco (nella persona del direttore dell'AE). Se il contribuente non rispetta tale requisito, la dichiarazione è considerata omessa. → forma legale
  2. La dichiarazione dev'essere riferibile al contribuente: egli, o il suo rappresentante legale (=che non è il commercialista!), deve sottoscriverla. Ovviamente l'esempio più evidente di rappresentante legale del contribuente è l'amministratore unico/presidente di cda di società/ente. → riferibilità

Rispetto dai termini: la dichiarazione presentata fuori termine è considerata omessa. Il termine ordinario è il 30 ottobre. La legge concede un ritardo di massimo 90 giorni, in cui la dichiarazione è comunque considerata legittima, seppur tardiva. La dichiarazione ultra-tardiva, invece, è considerata omessa. → termini

Le regole su illustrate valgono ai fini della regolare presentazione della dichiarazione.

Oggi le dichiarazioni IVA e relative alle imposte sui redditi si trasmettono in via telematica (oltre che mediante ufficio postale o mediante ufficio territoriale). La dichiarazione può essere poi presentata tramite intermediari (dottori commercialisti, ragionieri, etc.; periti e esperti iscritti negli albi delle camere etc.; associazioni sindacali di categoria tra imprenditori; centri di assistenza fiscale; altri incaricati individuati con decreto del MEF). La disciplina della dichiarazione è contenuta nell’ambito delle singole leggi.

d'imposta eviene ad essere condizionata dalle caratteristiche oggettive e soggettive del presupposto impositivo alla cui rappresentazione è funzionale. Sebbene la dichiarazione si sostanzi in un atto obbligatorio non mancano, in essa, atti volitivi, quali:

  1. Destinazione dell'8x1000;
  2. Destinazione del 5x1000;
  3. Scelta di compensare un eventuale credito con il debito d'imposta;
  4. Scelta della dilazione o meno.

Dichiarazione precompilata

Documento predisposto dall'a.f. utilizzando i dati disponibili presso l'anagrafe tributaria e trasmessi da parte di soggetti terzi, ovvero contenuti nelle certificazioni rilasciate dai sostituti d'imposta; tale documento viene reso disponibile al contribuente entro il 15 aprile di ogni anno mediante canali telematici.

Art. 1, DPR 600/1973 esplica bene il carattere prodromico della dichiarazione:

Ogni soggetto passivo deve dichiarare annualmente i redditi posseduti anche se non ne consegue alcun debito d'imposta. I

Soggetti obbligati alla tenuta di scritture contabili, di cui al successivo art.13, devono presentare la dichiarazione anche in mancanza di redditi.

Quali sono i casi in cui i soggetti presentano dichiarazione e poi non sorgono debiti fiscali?

  • Scomputo delle ritenute
  • Crediti d'imposta per redditi prodotti all'estero
  • Deduzioni/detrazioni che sterilizzano il debito

Qual è lo scopo di far presentare comunque la dichiarazione? Mettere l'a.f. nella condizione di controllare se viene rispettato il principio di inerenza e di simmetria: è ammessa deduzione di costi se esso ha contribuito a produrre ricavi imponibili.

I requisiti essenziali della dichiarazione ex art. 2 DPR 600/1973, che devono essere presenti a pena di nullità, sono:

  • Dati di identificazione del contribuente
  • Elementi attivi e passivi necessari a determinare la base imponibile del privato
  • Dati utilizzati dal contribuente ai fini del calcolo della base imponibile e del
tributo (ad es. se portoin detrazione una somma relativa al n. di figli a carico, devo identificare il singolo figlio, in modo chel'AE controlli che mio marito non abbia indicato la medesima detrazione).- Liquidazione dell'imposta o delle imposte dovute in base all'imponibile dichiarato.Tutti questi obblighi formali, laddove non rispettati, producono effetti rilevanti in capo al contribuente siadal punto di vista dell'accertamento (la dichiarazione si ha per non presentata, per cui il fisco può utilizzareuna serie di presunzioni che non può utilizzare se la dichiarazione c'è) sia dal punto di vista informativo (lasomma per cui il contribuente si palesa dev'essere da lui versata).Natura giuridica della dichiarazione tributaria: negoziale o no?Per affrontare il tema, si devono richiamare le dottrine sulla nascita dell'obbligazione tributaria, in particolarequella costitutivista (a cui è assimilabile, in questa sede,

quella procedimentalista) e dichiarativista.

- Costitutivisti: la dichiarazione ha natura costitutiva dell'obbligazione, ma soprattutto ha natura negoziale, espressiva di una volontà (seppur vincolata) del contribuente. In questo senso, la dichiarazione viene assimilata ad una confessione stragiudiziale (= può contenere sia elementi a favore che a disfavore). Elementi favorevoli al privato in sede dichiarativa sono: indicazione di credito d'imposta, etc.

- Dichiarativisti: facendo leva sull'animus confidendi, che caratterizza la confessione, ossia la sua natura libera, criticano l'impostazione precedente in quanto la dichiarazione non nasce da un'iniziativa del contribuente, ma appunto, dall'esistenza di un obbligo dichiarativo di quest'ultimo. Perciò non si può parlare di negozio in relazione alla dichiarazione (non c'è la libera volontà del contribuente): essa è un mero atto giuridico di

dichiarazione di scienza (2) e di rappresentazione della propria posizione economica (=una dichiarazione di scienza desunta dalla realtà fenomenica). Secondo il professore si deve far attenzione a cosa debba intendersi per atto libero: è vero che si tratta di un obbligo, ma il contribuente può liberamente decidere se adempiere o meno (non c'è l'inquisizione). Comunque, la seconda impostazione è quella più seguita ad oggi nella dottrina e nella giurisprudenza. In particolare, la dichiarazione sarebbe un atto di mera collaborazione obbligatoria del contribuente (1). Anche i sostenitori della teoria dichiarativa riconoscono la presenza, all'interno del procedimento di dichiarazione, di alcuni elementi contraddistinti dalla volitività (es. scelta della destinazione dell'8x1000), ma che sono marginali.➔ Si tratterebbe, in conclusione, di un atto comprensivo di elementi e di circostanze di fatto (rispetto alle quali ladella dichiarazione potrebbe comportare una violazione del principio di certezza del diritto. Tuttavia, è possibile effettuare una rettifica della dichiarazione nel caso in cui si siano commessi errori o omissioni involontarie. La dichiarazione di volontà La dichiarazione di volontà è un atto con il quale una persona manifesta la propria volontà di compiere un determinato atto giuridico. Questa manifestazione di volontà può avvenire in forma scritta o verbale, ma è sempre necessario che sia chiara e inequivocabile. La dichiarazione di volontà può riguardare diversi ambiti del diritto, come ad esempio il diritto civile, il diritto penale o il diritto amministrativo. In ogni caso, è fondamentale che la dichiarazione sia libera e consapevole, cioè che sia stata espressa senza alcuna forma di coercizione o inganno. Effetti della dichiarazione La dichiarazione produce diversi effetti giuridici. Innanzitutto, essa ha un effetto di accertamento, cioè permette di stabilire la veridicità di determinati fatti o situazioni. Inoltre, la dichiarazione può avere anche effetti di natura negoziale, cioè può determinare l'instaurazione di un rapporto giuridico tra le parti coinvolte. La dichiarazione può inoltre avere effetti sul versante della riscossione. Ad esempio, nel caso di una dichiarazione di redditi, essa può dar luogo alla liquidazione formale e all'iscrizione a ruolo. Ritrattazione e rettifica La questione della ritrattazione della dichiarazione è stata oggetto di dibattito giuridico. In generale, la ritrattazione è esclusa per gli atti non volitivi, cioè per quegli atti che non sono espressione di una volontà consapevole. Tuttavia, è possibile effettuare una rettifica della dichiarazione nel caso in cui si siano commessi errori o omissioni involontarie. In conclusione, la dichiarazione è un atto giuridico di fondamentale importanza, che produce diversi effetti e può essere soggetta a ritrattazione o rettifica in determinate circostanze. È quindi fondamentale prestare attenzione nella sua formulazione e presentazione.

Presupporrebbe la natura confessoria dell'adichiarazione. Però, se ne ammette la rettifica, intendendosi con ciò la correzione di un errore. I fatti non vengono mutati (come ad es. nel caso della ritrattazione di una confessione di omicidio), non c'è un cambiamento del fatto nella realtà fenomenica che non è disponibile o risultato di una mia scelta. Essa si sostanzia, quindi, in una nuova esposizione dei fatti rilevanti ai fini dell'applicazione del tributo oppure in una nuova qualificazione giuridica dei fatti stessi. La disciplina della rettifica è contenuta nell'art. 13, DPR 472/1997 ("ravvedimento operoso").

Il ravvedimento a favore del contribuente ha senso fino ad un certo momento: fino a quando l'A.F. non procede al controllo, ovvero la rettifica è ammessa fino al momento in cui arriva, se arriva, l'avviso di accertamento (=avviso di rettifica). È già l'AE che compie la

rettifica mediantel’accertamento. Un altro caso in cui non ha senso procedere a rettifica è quello in cui siano decorsi i termini di decadenza per l’AE di procedere ad accertamento (=l’obbligazione è estinta in via nonsatisfattoria).
• Nell’ipotesi di errore a favore del fisco i termini e le modalità sono diversi: il contribuente può utilizzare la dichiarazione integrativa (da presentarsi nei termini di presentazione della dichiarazione dell’anno successivo); superato tale termine, in quanto la dichiarazione si è cristallizzata, l’unico strumento che rimane al contribuente è quello dell’istanza di rimborso (la correzione dell’errore non è automatica, ma è sottoposta al preventivo vaglio dell’AF).
Revoca Da presentarsi entro i termini stabiliti (ovvero, come per la dichiarazione integrativa, nel termine per la presentazione della dichiarazione del successivo periodo d’imposta),

si tratta di una dichiarazione che si sostituisce completamente rispetto alla precedente. Obblighi documentali 59. Sono diretti a precostituire un supporto pr

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
87 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/12 Diritto tributario

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher klenzky23 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto Tributario e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Girelli Giovanni.