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POLITICA COMPARATA
Corso della Professoressa Mara Morini – Anno Accademico 2012/2013
Prima lezione
Il Metodo scientifico
Il termine metodo scientifico richiede il rapporto di causa effetto tra la variabile indipendente (la causa)
e la variabile dipendente (l'effetto), quindi quando A determina B, ossia la causa spiega l'effetto.
Difficilmente in scienza politica o politica comparata vi è solo un effetto. Si tratta di capire quale causa
abbia maggiore peso. Vi può essere una variabile interveniente C che influisce. In un particolare
sistema partitico con sistema elettorale proporzionale vi può essere una variabile come la soglia di
sbarramento a impedire la conseguenza attesa e porta invece alla conseguenza B (ad esempio la
mancata frammentazione partitica).
L'idea, ossia ipotesi di ricerca HP, può sorgere con metodo induttivo (vedere verificare, osserva la
realtà) o deduttivo. Anche sondaggisti partono da un'ipotesi che è l'intenzione di voto.
Dall'idea del rapporto tra legge proporzionale e sistema partitico si deve vedere innanzitutto lo stato
dell'arte o della letteratura, ovvero sia tutto quello che è stato elaborato prima della mia tesi. Dopo aver
letto tutto, con un'idea più precisa, possono spuntare tecnicismi si può così migliorare l'ipotesi di
ricerca. Si può quindi applicare la ricerca a casi concreti. Si devono selezionare i casi. Importante sarà
proprio la selezione dei casi ed il quantitativo di casi da selezionare.
Economia e statistica si basano su formule e numeri. La scienza politica ha eventi sociali, istituzioni,
comportamenti. Il comportamentismo ha introdotto l’analisi micro, ha cambiato il metodo ed il
linguaggio, Analizza gli eventi sociali riconducendoli a dei numeri.
Il metodo statistico usa tante variabili, tanti numeri, e d è questa la differenza dal metodo comparato. Il
metodo comparato non riesce a gestire tanti casi come il metodo scientifico, ma il metodo comprato nel
tempo ha preso la tecnica statistica, ossia quella singola formula (correlazione, regressione, varianza...).
Il sondaggio è più legato alla statistica, ma ci consente di avere una valutazione di un comportamento, e
quindi è utilizzato. Il software statistico SPSS permette di mettere dentro le codifiche dei questionari e
cin due click si hanno le correlazioni.
L'economia ha le sue formulazioni: la teoria dei giochi è nata in economia. Anche in questo caso la
scienza politica preleva tecniche di altre materie per i suoi fini.
Lo scienziato politico non può non genere conto della storia. Non ho un metodo comparato, ma so un
metodo storico.
La scienza politica migliora i suoi risultati quanto più è interdisciplinare.
La scienza politica viene considerata minore rispetto alle altre discipline perché non a una autonomia
metodologica (ancorché ha una autonomia teorica).
Sociologia politica e scienza politica hanno in comune l'aggettivo, ma la sociologia politica mette la
sociologia come variabile indipendente (le sue cause partiranno dalla società). La scienza politica da
rilevanza alla politica e mira a spiegare un comportamento sociale. Molti sondaggisti nascono come
sociologi politici epoi passano alla scienza politica.
La scienza politica non può usare il metodo sperimentale, ma ne ha assunto una tecnica riproducendo
un determinato comportamento all'interno di un aula il focus Group, ossia comportamenti che puoi
riprodurre, comportamenti che vi sono in luoghi istituzionali, riproducendo un sistema decisionale.
Lo studio del caso, agli antipodi del metodo comparato, non ha valore esplicativo, ma può essere
l'anticamera di un processo comparato. Si può diventar esperti di un sistema ed attraverso un processo
deduttivo si puo verificare se ciò che si è osservato vale anche in altri ambiti.
La ricerca qualitativa si fa applicando la tecnica storica(con fonti primarie e secondarie che
raccontano), è una elaborazione scritta, le interviste faccia a faccia, il focus Group. La ricerca
qualitativa è una frase, ben diversa dalla quantitativa basata su numeri che attraverso la tecnica
statistica possono essere elaborati. L'ideale sarebbe combinare entrambi.
La ricerca deve portare alla cumulazione del sapere, non fermandosi allo stato dell'arte. La scienza
politica deve arrivare ad orientare di più e far capire meglio per ridurre le variabili intervenienti
aspirando sd arrivare a una relazione mono causale. Non vi è scienza politica senza comparazione.
Seconda lezione
Si sono iniziate a capire caratteristiche e proprietà delle diverse discipline. Prima di individuare le
caratteristiche del metodo comparato conviene comprendere che la scienza politica è una disciplina che
studia ed analizza i fenomeni politici ricorrendo al metodo scientifico comparato.
Se questa è la scienza politica c’è un excursus che si trova nel primo capitolo del manuale.si tratta di
una disciplina che si è evoluta nel tempo avendo per oggetto diverse tematiche inizialmente la tematica
principale era lo Stato come istituzione, e alla fine dell'800 autori come Pareto si occupavano
soprattutto della lotta per l'acquisizione del potere. Il metodo scientifico si è sviluppato e raffinato verso
la seconda metà del '900, l'oggetto si è invece evoluto nel tempo dallo studio dello stato allo studio del
potere.
Uno studio portato avanti con un sistema formale e giuridico, molto descrittivo, a cenni speculativo,.ma
non del tutto esplicativo. Sono poi arrivati nel 1950 in America i giovani turchi ad operare una
rivoluzione epistemoligica non concentrandosi più sulla dimensione macro, ma spostarsi sulla
dimensione micro, arrivando nello specifico al comportamento dell'individuo. Si tratta di una
rivoluzione sia di metodo sia di oggetto che ha caratterizzato la scienza politica nei decenni
successjvi.la scienza politica inizia a usare in maniera molto più insistente i numeri e i dati con un
approccio molto più quantitativo tendendo ad operazionalizzare le variabili per poter studiare il
comportamento degli individui attraverso l'acquisizione della tecnica scientifica.
La vecchia scienza politica ha un approccio molti descrittivo, verso gli anni '50 si ha un ribaltamento di
questa visione. Questo non vuol dire che durante il formalismo giuridico, ovvero la vecchia scienza
politica, non vi fosse un approccio comparato (Toqueville è un francese che studia la democrazia in
America), è l'approccio scientifico che cambia.
Cambiare oggetti significa anche individuare delle mode per cui capita che in alcuni periodi gli
scienziati politici si occupino soli di alcuni argomenti. Negli anni '50 la moda del momenti è il
comporgamento degli individui, poi si affermano altri paradigmi.
Definizioni
Non bisogna, a questo riguardo, confondere i termini.
Paradigma: vero proprio codice di idee, concetti, tematiche, riflessioni, proposte o ipotesi adottato da
studiosi che aderiscono alla scienza politica per un lungi periodo e che studia un oggetto abbastanza
definito, circoscritto, specifico. Si può parlare di paradigma dello stato, paradigma del potere,
paradigma del comportamentismo.
Prospettiva: punto di vista del ricercatore, dello scienziato politico, dello studioso.
Approccio: schema metodologico. Per ogni paradigma o prospettiva c' un approccio scientifico
specifico.
Periodizzazione
Nell'800 il paradigma prevalente è quello dello stato, alla fine del secolo il paradigma prevalente era il
potere, all'inizio degli anni '50 del XX secolo comportamentismo poi seguito nei '70 dalla rational
choice e dal neoistituzionalismo. Negli anni '90 si afferma il paradigma della cultura politica e della
new political economy.
Chiaramente questa è una periodizzazione semplificata. Essendo numerosi gli studiosi c'è chi aderirà a
un paradigma e chi a un altro eventualmente mantenendo anche l'approccio a paradigmi diversi. Il
comportamentismo c’è ancora adesso e trova l'adesione di numerosi studiosi.
Il fatto che si siano succeduti diversi oggetti di ricerca ha fatto si che si affermassero diversi paradigmi.
Il paradigma comportamentista diceva che il comportamento degli individui determina un certo
risultato elettorale, l'affermazione di un partito rispetto a un altro o l'affermazione di un partito rispetti a
un altro. Si tratta di un paradigma che usa l'approccio metodologico quantitativo ed ha una prospettiva
mirante ad analizzare il comportamento dell'individuo.
Negli anni '70 la teoria della scelta razionale che nasce nell'ambito della disciplina economica e viene
riadattata al comportamento dell'individuo, ha degli assiomi tra i quali vi è quello di prendere il
massimo del beneficio al minor costo e di scegliere quella utilità o quella preferenza che da quel
risultato: la teoria della scelta razionale si basa molti sulla scelta dell'individuo, un paradigma che ha gli
assiomi propri della scelta razionale ed ha come approccio metodologico il ricorrere sl concetto di
homo economicus egoista individualista.
Il paradigma neo istituzionalista indica già nel nome un ritorno allo studio delle istituzioni, alla vecchia
scienza politica formale giuridica. La variabile indipendente A è l'istituzione, la variabile dipendente B
potrebbe essere data da individui o attori politici (i partiti) di cui A plasma il comportamento. Le
istituzioni sono viste come Milto importanti perché influenzano i comportamenti degli attori che ne
fanno parte. Le istituzioni possono anche essere le aziende se si entra in prospettiva economica.
Vi è poi il paradigma della cultura che da rilevanza alla cultura politica dei paesi che determina effetti
su strutture, soggetti politici, istituzioni, eccetera.
La periodizzazione dimostra che la scienza politica non ha un paradigma dominante, sia perché sono
stati numerosi gli oggetti di ricerca, sia perché gli studiosi si specializzano su vari settori. Questo
favorisce oltre all'interdisciplinarietà anche il dibattito tra paradigmi. La presenza di paradigmi ha un
ruolo determinante sull'accumulo di poteri. È come se si utilizzassero vari paradigmi e si vedesse quale
approccio ha maggiore forza. I diversi paradigmi consentono di fare evolvere sul piano teorico e
metodologico la materia.
Lo studio del potere
Se è vero che la lotta per il potere è stato un oggetto di studio di fine '800 è un tema di cui non si può
fare a meno anche ai nostri giorni. Uno di quei paradigmi un po’ abbandonati perché ha visto un
approccio molto teorico, ma che si può ancora oggi affinare.
Quando studiamo il potere dobbiamo prima di rutto individuare chi detiene il potere, cime è stato
acquisito, come viene esercitato, come &eg