vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Panoramico americano = 1:1,85
Le due interlinee tra un fotogramma e un altro sesommate corrispondono alla grandezza del fotogramma in sé.
Anni 50: crisi delle majors con l’arrivo della tv, si lavora quindi sul miglioramento del colore, del sonoro e del formato.
Cinerama: presentato su uno schermo curvo per rendere il panorama che si divide in 3 parti.
25/10/21
Il cinerama viene brevettato da Fred Waller nel 1946, ma viene commercializzato negli King Kong anni 50 da Merian C. Cooper (co-regista di del 1933): la dimensione delloschermo era di 28 x 10m; la grande dimensione veniva sfruttata per dare una sensazione di maggiore spettacolo. I soggetti tipici erano giostre, sport, eventi teatrali, panorami, documentari di viaggio... per dare agli spettatori la sensazione di trovarsi effettivamente lì. È il cosiddetto principio del you are there.
This is cinerama
Il primo film in cui si prova a lanciare il cinerama è (1956).
L’ultimo film girato in cinerama e anche
Uno dei pochi con una trama tradizionale fu La conquista del West (1962): per girare un film in cinerama si usavano tre macchine da presa poste una vicino all'altra, per avere un campo visivo più grande; dopodiché dovevano esserci anche tre cabine di proiezione e un sistema di audio stereofonico. Le sale, quindi, dovevano essere attrezzate in un certo modo, questo fu uno dei problemi che poi segnò la fine del cinerama; un altro problema era se, in fase di proiezione, le tre pellicole si disallineavano: c'erano delle pubblicità apposta che potevano essere fatte partire mentre i proiezionisti sistemavano le pellicole. Poi però, se questi film erano destinati a schermi televisivi (ad es. se uscivano in videocassetta), per restituire il formato academy si tagliavano via dei pezzi laterali dell'immagine (tipicamente si teneva solo lo schermo centrale oppure si cercava di tenere in campo i personaggi principali); l'aspect ratio di un film in
cinerama è 1:3 (quindi ciascuna delle tre immagini è quadrata). Un precursore del cinerama è la polyvision, usata da Abel Napoléon Gance per la sequenza finale di (1927): anche in questo caso l'effetto si otteneva con tre macchine da presa che giravano da angolature diverse. Gance però usa la polyvision in modi diversi: a volte per ampliare lo schermo e mostrare un'immagine unica (come farà il cinerama), a volte per presentare tre immagini diverse (A-B-C), oppure per presentare un'immagine centrale affiancata dalla stessa immagine specchiata (A-B-A). inoltre spesso ci sono delle altre immagini in sovraimpressione e tutti questi espedienti rendono ovvia la presenza della macchina da presa, non la nascondono come spesso si cercava di fare nel cinema classico. Un sistema successivo che invece avrà più fortuna del cinerama è il cinemascope, basato sull'anamorfosi, un tipo di illusione ottica in cui la figura assume le
Le sue proporzioni normali se viene vista dal punto di vista giusto (non frontale): al momento delle riprese si usa una lente anamorfica, che comprime l'immagine nella sua dimensione orizzontale e al momento della proiezione si usa una lente opposta che disanamorfizza l'immagine, riportandola alle sue proporzioni originali.
Il cinemascope fu sviluppato dalla 20th Century Fox negli anni 50 e restituiva un'immagine in formato 1:2.55 (non largo come l'1:3 del cinerama ma comunque molto ampio): il suo vantaggio rispetto al cinerama è che non c'è bisogno di schermi curvi, multiple macchine da presa e cabine di proiezione; basta avere le lenti per filmare e proiettare, quindi anche i piccoli cinema se lo potevano permettere.
Mentre l'illusione ottica dell'anamorfosi si conosceva già da secoli, l'applicazione di lenti anamorfiche al cinema si deve all'astronomo Henri Chrétien e viene usata per la prima volta.
Per il film (1923) di Claude Autant Lara: il film è quasi del tutto perduto, ne rimane solo un fotogramma.
Più avanti la 20th Century Fox comprerà il brevetto di Chrétien e lo userà per The Robe sviluppare il cinemascope; il primo film realizzato in cinemascope fu La tunica del 1953, diretto da Henry Koster: qui si pone il problema del riempire lo spazio creato dal cinemascope, per cui nel film troviamo molte comparse, totali e campi lunghi, movimenti che attraversano lo schermo da un lato all'altro.
Come sposare un milionario è il secondo film in cinemascope, anche questo del 1953, fu di Jean Negulesco: in questo caso non è un kolossal, ma una commedia romantica.
All'inizio del film, si apre un sipario e vediamo un'orchestra che suona: questa ouverture di 6 minuti serve a dare agli spettatori il tempo di sedersi e richiama il teatro, che grazie anche al cinemascope comincia ad essere sostituito dal cinema.
Sempre per sfruttare al meglio lo
spazio disponibile, vediamo che le inquadrature tendono a essere più lunghe e riprese da una distanza maggiore con un gioco di linee orizzontali e verticali che riempiono lo spazio.
Nel corso degli anni 50 nascono altri formati di grande dimensione (widescreen), fra cui vistavision, superscope e panavision.
Un'altra questione collegata all'aspect ratio è quella delle dimensioni della finestra di proiezione: la finestra dovrebbe incorniciare esattamente il formato del fotogramma, ma nel caso di pellicole molto vecchie, è possibile che il proiettore non sia attrezzato con una finestra di dimensioni corrette e in questo caso si può usare un'altra finestra, che però cambierà le proporzioni del fotogramma, oppure non usarne nessuna, però in questo modo saranno visibili i bordi irregolari della pellicola, le perforazioni laterali, e l'interlinea.
Non si punta sui grandi formati per via di una "crisi" dovuta alla televisione.
Mapiuttosto Hollywood (soprattutto le majors) è spinta a migliorare appunto per prevenire questa crisi; ad ogni modo si creano problemi di formato, perché poi la televisione non riesce a riprodurre i grandi formati senza tagliare via una parte dell'immagine. Un altro problema di compatibilità fra formati si ha nel caso delle stampatrici: qui (fotogramma di di Pastrone del 1916) il fotogramma è nel formato standard del cinema muto (1:1.33); ma il film è stato stampato usando una stampatrice per film sonori, dove "manca" la parte sinistra della pellicola perché è occupata dalla colonna sonora, per cui il margine sinistro dell'immagine risulta tagliato via.
Sappiamo che inizialmente il cinema fa parte del teatro delle varietà, è una delle varie attrazioni portate alle fiere o presentate nei teatri: in questo senso fa parte di programmazioni "promiscue", che includevano anche trucchi di magia.
illusioni ottiche, applicazioni dei raggi X (sviluppati nello stesso periodo del cinema), esibizioni musicali, trasformismo.Il trasformista Fregoli trascorse un mese presso i Lumière e imparò a usare il cinematografo, che utilizzò per girare dei film sui suoi numeri di trasformismo; nonostante si fosse reso conto dei vantaggi del cinema (possibilità di diffondere i suoi spettacoli e di farli anche se non era fisicamente presente, possibilità di realizzare effetti speciali), Fregoli non diventerà mai un cineasta. È probabile che in realtà dietro la macchina da presa per i film di Fregoli ci fosse Luca Comerio, fotografo e pioniere del cinema italiano.
Nel 1913 viene introdotta la censura in Italia: prima di questo momento i film di solito erano noti con titoli differenti, e c'erano molti problemi di omonimia soprattutto quando i temi erano generici (ad es. vedute di Venezia); altri problemi sono quelli della datazione (che
è difficile soprattutto in base ai criteri interni, ad es. lo stile e il montaggio) e dell'attribuzione dell'autore (per cui si parla di film adespoti, cioè anonimi).
I funerali dell'Onorevole Costa (1910) di Luca Comerio invece è stato datato facilmente tramite criteri esterni, cioè il fatto che descrive un evento storico del quale si conosce la data. La definizione corretta per questo tipo di film è "dal vero", è scorretto chiamarlo non-fiction o documentario perché questi termini all'epoca non esistevano.
15/11/21
Sono stati girati due film sul funerale dell'onorevole Galli, l'altro era dei fratelli Rovatto, ora andato perduto, che si erano concentrati sulla parte bolognese dell'evento.
Comerio nasce nel 1878 e inizia la sua carriera come fotografo; nel 1898 documenta la rivolta dello stomaco a Milano, per cui a volte viene definito anche uno dei primi documentaristi. Nel 1907 partecipa a un
concorso fotografico e vince presentando delle immagini di vita quotidiana a Milano, modificate grazie al fotomontaggio; con i soldi del premio compra una cinepresa Pathé, e in questo modo si avvicina al cinema. Sempre nel 1907 fonda la propria casa cinematografica, Luca Comerio & C., fa costruire due teatri di posa e assume il commediografo Mario Morais, perché decide di dedicarsi ai film di finzione per lo più comici; nel 1908 girerà una versione dell'Amleto che è la prima ad essere realizzata in Italia, e inizia anche a pensare a una versione cinematografica della Divina Commedia. Nel 1908, in seguito al terremoto di Messina, la sua è una delle prime case cinematografiche ad accorrere sul posto per documentare la tragedia; in seguito, la sua casa cinematografica si unisce alla SAFFI, che produceva pellicole, creando la SAFFI-Comerio: questa poi nel 1910 cambierà nome in Milano Films e i nuovi dirigenti allontaneranno Comerio, nonostantefosse stato il fondatore della società originale. L'Inferno (1911) sarà prodotto senza di lui. Sempre nel 1911 documenta la guerra italo-turca dalla Libia e realizza queste riprese a colori, utilizzando un sistema primitivo (il kinemacolor). Nel 1913 dirige la versione cinematografica del Ballo Excelsior che veniva messo in scena alla Scala; nel 1915, allo scoppio della Prima guerra mondiale, Comerio ottiene il permesso di documentare direttamente dal fronte. Negli anni 20 e 30 subirà la crisi del dopoguerra e una serie di problemi economici; inoltre, nonostante fosse di tendenze nazionaliste, non era gradito al regime fascista che limiterà la sua libertà di filmare. Soffrirà anche di problemi di salute che lo porteranno al ricovero in un ospedale psichiatrico nel 1940, dove muore nello stesso anno. L'idea di Comerio era di realizzare una specie di equivalente cinematografico della rivista, con varie rubriche dedicate a sport, eventi.Pubblic