Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
B A
a
b
In questo modello è possibile distinguere un centro di analisi uditiva (a) collegato al centro
delle rappresentazioni uditive delle parole (A), a sua volta collegato attraverso il fascicolo
arcuato al centro delle rappresentazioni motorie delle parole (B). L'ultimo centro è quello
di programmazione articolatoria (b). Lichtheim aggiunge il centro delle conoscenze
concettuali (C), collegato ai due centri A e B.
Con questo modello è possibile spiegare diverse afasie clinicamente osservate:
• subcorticale motoria, anartria pura;
• afasia di Broca, con eloquio non fluente e produzione e ripetizione compromesse,
dovuta a una compromissione del centro delle rappresentazioni motorie delle parole;
• afasia transcorticale motoria, con eloquio non fluente e compromissione della
produzione spontanea, a causa di un danno al collegamento tra centro delle
rappresentazioni concettuali e delle rappresentazioni motorie;
• afasia di conduzione, con eloquio fluente e ripetizione compromessa, ma con
comprensione e produzione conservate;
• afasia di Wernicke, con eloquio fluente e compromissione di comprensione e
ripetizione, ma con produzione parzialmente intatta;
• afasia transcorticale sensoriale, con eloquio fluente e compromissione della
comprensione, ma non della ripetizione e della produzione;
• subcorticale sensoriale, ovvero la sordità verbale.
Le successive classificazioni non distinsero più le afasie sulla base di produzione e
comprensione, ma distiguendole come fluenti o non fluenti: nell'afasia fluente si osserva
assenza di disturbi articolatori, melodia normale, pressione a parlare (logorrea), frasi lunghe
e sintatticamente complesse (ma scorrette e spesso poco comprensibili), alta incidenza di
parafasie e di neologismi, che rendono molto poco comprensibile la comunicazione. Nelle
afasie non fluenti invece si hanno disturbi articolatori che rendono difficile articolare le
parole, e questo porta a disprosodia: il ritmo e la melodia sono alterati a causa dello sforzo
legato alla produzione spontanea. Le frasi sono molto brevi, si tende a trascurare le
particelle grammaticali e a mettere i verbi all'infinito o al participio passato.
La classificazione dei disturbi afasici offre dei vantaggi: trasmette un certo numero di
informazioni, perché indica che alcuni pazienti, anche se eterogenei, condividono certi
aspetti del loro comportamento linguistico, permette di confrontare e selezionare pazienti
afasici e facilita la comunicazione tra operatori. Tuttavia questa diagnosi funzionale non
costituisce un modello interpretativo. 31
Un approccio psicolinguistico permette una descrizione dei disturbi afasici molto più
accurata, e rende conto anche della variabilità sintomatologica. Questo approccio analizza
ogni comportamento verbale nelle diverse componenti linguistiche: quella fonologica
(elaborazione dei suoni linguistici, i fonemi), quella semantico-lessicale (elaborazione degli
aspetti formali e semantici delle parole) e quella sintattico-grammaticale (elaborazione
delle parole grammaticali e della struttura della frase).
Esaminando il linguaggio di un paziente dobbiamo stare attenti ad alcuni segni particolari:
• articolazione, un paziente può parlare male a colpa di una disartria o di un'aprassia
dell'articolazione. La disartria è un disturbo paretico: si ha paralisi e scoordinazione
della muscolatura articolatoria per lesioni bilaterali ai fasci piramidali corticobulbari,
al cervelletto o al tronco dell'encefalo, e questi danni impediscono una buona
articolazione dei fonemi, ma non ostacolano la programmazione di un messaggio
verbale in tutti i suoi aspetti linguistici. Data la natura paretica del disturbo, esso si
associa anche a disturbi di deglutizione e masticazione. L'eloquio è impastato, si ha
ridotta intellegibilità, anomalie del ritmo e del volume e alterazioni costanti (se il
danno è paretico, quella paresi mi causerà sempre lo stesso deficit). Nell'aprassia
dell'articolazione si hanno lesioni emisferiche sinistre che colpiscono le aree di
programmazione e di sequenziamento dei movimenti linguistici, che non avvengono
più automaticamente. La produzione è difficoltosa, rallentata, spesso mostrando una
ricerca intenzionale delle giuste posizioni articolatorie. I fonemi non sono più
incatenati uno all'altro, e questo può influire anche sulla linea melodica (disprosodia).
L'eloquio è molto scandito, si ha disprosodia, sindrome da disintegrazione fonetica e
alterazioni variabili, legate al contesto (è più difficile pronunciare consonanti messe
vicine o all'inizio della parola);
• uso dei fonemi, in produzione possono esserci errori di selezione (nell'eloquio
fluente) ed errori di combinazione (nell'eloquio non fluente, si sostituiscono fonemi
all'interno della stessa parola), mentre in comprensione possiamo osservare difficoltà
a identificare fonemi o a discriminarli. I deficit possono essere diversi: parafasie
fonemiche (omissioni, aggiunte, sostituzioni o trasposizioni di fonemi senza creare
una nuova parola di senso compiuto) o formali (trasformare una parola in un'altra
parola dotata di senso), neologismi fonetici (creazione di una parola non esistente),
gergo fonemico (non singoli neologismi, ma tutto il discorso è neologistico),
scansioni (parlare sillabato) o conduites d'approche (si pronunciano più parole
simili alla parola obiettivo prima di raggiungerla);
• uso delle parole (incluse le parole grammaticali), si può riscontrare una difficoltà
nella produzione di una parola nell'eloquio spontaneo o in compiti di denominazione
a causa di deficit di recupero lessicale o per perdita delle conoscenze semantiche
sottostanti. Si parla di anomie o latenze anomiche quando il soggetto non arriva al
nome o ritarda molto la risposta, ma esistono anche altre manifestazioni: uso di
parole tuttofare (fare, coso, roba), circonlocuzioni (si gira intorno al target senza
pronunciarlo), conduites d'approche, parafasie semantiche (pronunciare una
parola semanticamente associata a quella target) e gergo neologistico. La difficoltà
riscontrata può anche essere nella produzione o comprensione delle parole
grammaticali, come i morfemi grammaticali liberi (articoli, preposizioni) o legati a
radici (prefissi, suffissi). Si parla di agrammatismo quando si ha struttura frasale
32
semplificata e omissione di parole grammaticali (linguaggio telegrafico), di
paragrammatismo quando invece la struttura frasale è normale, ma si hanno errori
di concordanza e sostituzione dei funtori grammaticali.
Nella produzione verbale possiamo anche osservare altri deficit, conseguenti a
difficoltà ad inibire la produzione di elementi ricorrenti automatizzati. Questi deficit
possono essere automatismi (frammenti lessicali o sillabici brevi ripetuti),
perseverazioni (elemento lessicale appropriato in un certo contesto viene ripetuto
anche in contesti o compiti successivi) ed ecolalie (ripetere suoni o parole udite);
• fluidità dell'eloquio e prosodia, la prosodia fornisce delle informazioni sia di tipo
paralinguistico (informazioni emozionali legate al tono) che di tipo linguistico
(intonazione che fa capire se la frase è un'affermazione o una domanda, oppure
accentazioni lessicali enfatiche). I disturbi possono essere sia in produzione
(piattezza prosodica, intonazione inadeguata) che in comprensione (ad esempio
incapacità di identificare intonazioni interrogative). I correlati sembrano essere
bilaterali, con maggior implicazione dell'emisfero sinistro per i parametri che
convogliano informazioni linguistiche, e dell'emisfero destro per i parametri
paralinguistici (emozionali).
Tra le afasie non fluenti noi troviamo:
• afasia globale, la forma più grave;
• afasia di Broca, raramente il danno coinvolge solamente l'area 44 di Broadmann. In
questa afasia si ha una forte semplificazione della struttura frasale, con
compromissione della produzione e della ripetizione, ma non della comprensione. Si
può associare (spesso) ad aprassia buccofacciale, in cui si ha compromissione della
produzione di espressioni facciali. Dato che l'area di Broca è molto vicina alle aree
motorie, spesso si può anche associare ad emiparesi, soprattutto paresi dell'arto
superiore destro. Talvolta è possibile l'associazione con aprassia ideomotoria, ma non
con l'aprassia ideativa (più legata ad aree più occipitali), e neanche emianopsia destra
(stesso motivo). I pazienti non sono anosognosici inoltre, e questo talvolta può anche
portare a depressione;
• afasia transcorticale motoria, legata a lesione dell'area 45 di Broadmann, anteriore
rispetto all'area di Broca. I pazienti sono in grado di denominare, ma sono
caratterizzati da una forte inerzia: se spinti a denominare lo fanno, altrimenti non
producono spontaneamente. Non vi si associano anosognosia, aprassia buccofacciale
e aprassia ideomotoria o ideativa, mentre è possibile l'associazione con emiplegia
destra o aprassia dinamica. Non si manifesta emianopsia;
• afasia transcorticale mista, si ha deficit sia di comprensione che di produzione, con
relativo risparmio della ripetizione. È simile all'afasia transcorticale sensoriale, ma è
non fluente e con marcata ecolalia.
Le afasie fluenti, invece, sono:
• afasia di Wernicke, eloquio fluente, con produzione quasi intatta ma con tanti errori.
La ripetizione e la comprensione sono compromesse. A questa afasia non si associa
aprassia buccofacciale (l'area di Wernicke è più posteriore) ma si associa anosognosia
(i pazienti non capiscono perché non li capiamo) e aprassia ideomotoria, ma anche
aprassia ideativa (il paziente non sa cosa fare con un oggetto). È possibile, con
lesioni particolarmente posteriori, l'associazione con emianopsia destra o
33
quadrantanopsia superiore destra. Non vi si associa emiplegia;
• afasia di conduzione, dovuta a una lesione del fascicolo arcuato che non causa
anosognosia, e questo porta il paziente a essere sorpreso, in quanto comprende e
produce normalmente, ma non riesce a ripetere le parole che ascolta. L'aprassia
buccofacciale può essere presente se la lesione è particolarmente anteriore, così come
l'apressia ideomotoria. Più rara è l'aprassia ideativa, e molto difficilmente si riscontra
emiplegia destra. Se la lesione è posteriore, è possibile un'emianopsia laterale
omonima destra. Oltre a questo tipo di afasia di conduzione, detta afasia di
conduzione di riproduzione, si può avere afasia di conduzione di ripetizione: il
paziente ripete singole parole o frasi brevi, ma non riesce a ripetere sequenze di
stimoli nello stesso ordine di presen