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Cerca di descrivere le immagini, le situazioni, l'ambiente e la sua percezione di ciò che la circonda.
Emotivamente, questa scrittura, colpisce di più, ti fa sentire nel pezzo...è una scrittura più televisiva,
che cattura il lettore e che è difficile da gestire per il giornalista (che non deve prevalere su ciò che
racconta → è un equilibrio difficile da raggiungere). Montanelli è più distaccato (anche perché al
tempo la televisione non esisteva).
Lezione 4
Ryszard Kapuscinsky → (1932-2007) giornalista e reporter di guerra di origine polacca (nasce a
Pinsk, allora Polonia oggi in Bielorussia, nel 1932) lavora per tutta la vita per la PAP, agenzia di
stampa dello stato.
Viaggia molto, il suo primo viaggio è stato in India, non sapeva parlare neanche l’inglese (per
impararlo comprò e lesse molti libri di Hemingway, che ha uno stile di scrittura semplice); è stato
definito “descrittore del mondo”.
Suoi concetti fondamentali: esserci (essere sul posto, vedere con i propri occhi; critica soprattutto
quei giornalisti che se ne stanno comodi in albergo e raccolgono info di seconda mano, piuttosto
che andare sul posto di persona); vedere (con i propri occhi, per capire cosa sta succedendo);
sentire (ascoltare tutto ciò che sta attorno, aguzzare i sensi e recepire il più possibile); condividere
(ciò avere un atteggiamento di empatia che implica una presa di posizione; lui sta sempre dalla parte
delle vittime, dei più deboli, di coloro che non possono far sentire la propria voce).
Tra i suoi reportage più famosi c’è Shah-in-shah (nel 1978 andò in Iran, quando lo shah
abbandonò il paese e la successiva salita al potere di Komehini), Negus (imperniato sulla vita
dell’imperatore di Etiopia Selassiè).
La BBC ha prodotto e trasmesso un film su di lui, “your man”.
Nonostante l'ictus che lo colpisce continua a viaggiare, fino a quando nel 2006 il suo tumore al
pancreas peggiora ed è costretto a rimanere a Varsavia, dove morirà l'anno successivo. In questo
anno egli diventa cronista di se stesso (dopo tanto tempo passato a scrivere di ciò che gli stava
intorno; anche Terzani diventerà cronista di se stesso quando sarà vicino alla morte, anche lui
ammalato di tumore) e scrive un memoriale della degenza.
Dopo la sua morte K. Viene accusato di essere una spia comunista, nonché di aver inventato e
costruito ad hoc le situazioni da lui descritte (soprattutto le testimonianze avute dagli ex membri
della corte di Selassiè, che non vollero che il loro nome fosse pubblicato, quindi rimasero fonti
anonime).
Per lui la diretta televisiva era il massimo della manipolazione (perché può essere manipolata, le
persone in tv si comportano in modo diverso); ha raccontato un fatto curioso, quando era in
Bulgaria un reporter della CNN che doveva andare in onda, in diretta, assunse delle comparse e gli
fece tenere in mano dei cartelli con scritto “down with the communism” come se stessero
manifestando e come se stessero succedendo grandi cose, ma era tutta una montatura.
Lezione 5
La tradizione della pagina culturale in Italia è molto forte, iniziata tra la fine dell’800 e l'inizio del
‘900: dal 1901 inizia a chiamarsi “terza pagina”, per la collocazione all'interno del giornale, al
tempo molto più piccoli di adesso. Questo nome è poi rimasto fino a pochissimo tempo fa come
nome generico di “pagina culturale” (l'ha tenuto ancora Il fatto quotidiano).
La prima terza pagina raccoglie soprattutto delle recensioni di spettacoli, per poi allargarsi ad altri
argomenti. Per la prima volta un giornale decide di dedicare uno spazio fisso a temi culturali. Dopo
pochi anni (1905), anche il Corriere della Sera apre una propria pagina culturale, con delle firme
importanti (come Grazia Deledda, Pirandello, D0annunzio ecc.).
Si tratta di pagine fatte prevalentemente da collaboratori del giornale, raramente da dipendenti
stessi, nel Corriere come nelle altre testate.
Il Corriere tratta temi legati a spettacolo e arte, ma si apre subito a reportage: il più famoso è quello
di Barzini e il radi Parigi- Pechino. La stessa cosa avviene per Il resto del carlino, giornale di
Bologna, e per La stampa di Torino.
La pagina culturale in Italia ha avuto il ruolo di scouting di nuovi talenti letterari, in cui lo scrittore,
più che il giornalista, prevaleva nettamente: ospitando firme così note, apre dei dibattiti importanti
ma resta confinata, per il linguaggio usato e per i temi, ad una cerchia ristretta di lettori.
In questa pagina, l'articolo più importante è l’elzeviro (prende il nome dal particolare carattere,
font, usato, molto elegante): un articolo di apertura che ospitava temi abbastanza vari, scelti sulla
base di chi scriveva e poteva essere un commento ad un fatto di cronaca o a un fatto culturale, ma
anche un racconto; questa libertà di scrittura si è rivelata soprattutto durante il fascismo: entro certi
limiti, il fascismo non interveniva con la censura, forse perché riteneva non fosse particolarmente
“pericoloso”. L'elzeviro c'è ancora, ma ha perso la propria centralità.
Con il passare del tempo aumenta il numero delle fotografie e piano piano comincia ad entrare la
presenza di qualche articolo di gossip e di foto di qualche diva famosa di allora (si passa ad una
cultura un po' più popolare); con l'arrivo di Piero Ottone al Corriere (anni ‘70) la pagina si allarga
alla cronaca di attualità, in particolare a temi sociopolitici, e ai reportage, soprattutto quello di
Terzani sul Vietnam.
Nel 1956 viene fondato Il Giorno, poco tempo dopo gestito dall'Eni, giornale di “rottura”, scuola di
quasi tutti i maggiori giornalisti italiani: ha cercato di rinnovare i contenuti e il modo di scrivere, più
leggere e leggibile, ma pur sempre di alto livello. Abolisce la terza pagina, e i temi culturali
vengono trattati in pagine più centrali (spostamento = segno preciso della volontà di cambiamento),
e raccoglie molti intellettuali di centro-sinistra (mentre Il corriere e La stampa erano più
conservatori). Nelle pagine culturali del Giorno entrano i fumetti e i cruciverba, nonché l'oroscopo,
fatti innovativi per il tempo. Inoltre, inserisce un supplemento settimanale, chiamato Il giorno libri,
oggi di poche pagine, che veniva venduto a sé, e si occupava di libri e un po' più di coltura.
Nel '70 arriva Repubblica, giornale di sinistra, con una serie di innovazioni soprattutto grafiche: la
terza pagina non viene presa in considerazione, e le pagine culturali vengono spostate al centro del
giornale, fino al 2007/8, data di fondazione di R2, inserto del giornale che si occupa di cultura.
I temi culturali trattati si ampliano sempre più (cucina, viaggi): questo perché la società cambia e,
soprattutto, si tenta di fare una maggiore pubblicità; trattando più temi diversi, il pubblico si allarga
e si possono inserire pubblicità rivolte ad un pubblico mirato.
Con la fine degli anni '90 inizia a farsi sempre più presente la critica agli spettacoli, sia teatrali che
televisivi, nonché la presentazione di libri: molto spesso, soprattutto all'inizio, l'uscita di un nuovo
libro viene utilizzata per aprire un dibattito sul tema trattato nel libro (un modo per presentare titoli
ma mantenere un carattere più distaccato e serio dalla pura logica commerciale), ma più
frequentemente alla base di questi articoli c'è una strategia commerciale, in quanto, anche nel caso
di mostre, sono gli stessi enti che organizzano tali mostre (o che pubblicano tali libri) a pagare il
giornale per scrivere recensioni positive per riceverne pubblicità (la sponsorizzazione di libri ed
eventi toglie la “libertà” di scrittura, l' “obiettività” del giornale), impoverendo in parte questi
inserti. All'estero sono stati fatti dei tentativi di raccolta di fondi dal pubblico per cui alcune testate
hanno chiesto ai lettori di finanziare delle inchieste, o dei reportage su alcuni argomenti...si tratta di
pochi esperimenti fino ad ora, ed è difficile valutarne la validità. Può tuttavia essere un modo
interessante di operare.
Allo stesso tempo un altro tema che si pone oggi è quello di chiedersi che cosa sia la cultura oggi:
ha un'accezione molto più vasta di quella che aveva in passato (oggi ad esempio per cultura si
intende anche la cucina, folkloristica per noi).
Il corriere a partire dagli anni '60, ha iniziato a dedicarsi maggiormente alle cose un po' più frivole,
come il gossip sulle teste coronate o le dive del cinema. Negli anni '70 si sono invece affrontati i
temi sociopolitici degli attentati e della situazione dei giovani. Con gli anni '80 entrano in forza i
temi socioeconomici, in quanto anni dei boom, a cui si legano anche temi un po' più privati delle
persone. Con gli anni '90, il corriere di Paolo Mieli, la terza pagina si sposta al centro del giornale
(le prime pagine vengono utilizzate per i famosi “primi piani”, notizie importanti del giorno) e viene
molto vivacizzata: entrano a farne parte i dibattiti con una vis polemica molto forte su svariati temi,
con un linguaggio che rimane molto poco comprensibile.
Questo tentativo di migliorare la comprensione, anche graficamente, è tentato e riuscito da
Repubblica: nel 2007 arriva R2, accolto non benissimo (nel senso che non ha aumentato il numero
dei lettori), che presenta argomenti diversi.
Il foglio di Ferrara, nasce volutamente come giornale d'élite, che vende poche migliaia di copie, ma
che ha un audience di lettori molto qualificata: si rivolge alla classe dirigente politica, ed è
sostanzialmente un giornale culturale, fatto perlopiù di commenti che di notizie. Al sabato ha un
edizione più ampia delle altre.
Tra il 2001/2 un gruppo di editori avevano offerto al Corriere un gruppo di titoli di ottima fattura e
a basso prezzo. Non convinto, la stessa offerta è stata rivolta a Repubblica, che ha accolto il
progetto traendone un grandissimo successo per circa tre e quattro anni e incrementando di molto le
proprie vendite (si stimano circa 80 mila copie di libri venduti). Con il successo di questa strategia,
si è passati, in molti giornali, a vendere libri e dischi, anche se nessuno di loro ha fatto i numeri
della Repubblica.
Nel corso del tempo, ci si inizia a chiedere se la cultura non dovesse avere uno spazio a sé
settimanale: la cosa è stata risolta creando degli inserti settimanali, molti morti sul nascere, altri
sopravvissuti, come La lettura del Corriere, che esce la domenica e che riprende, come grafica, un
inserto che lo stesso giornale aveva