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IL PROCESSO INTERPRETATIVO
Il modello informazionale. Una fonte emette un messaggio che viene decodificato
tramite un apparato trasmittente; questo segnale viaggia attraverso un canale lungo il
quale può essere disturbato da un rumore;alla fine vi è un ricevente che decodifica il
messaggio e lo rende chiaro per il destinatario. Il successo di tale modello (Shannon e
Weaver) sta nella semplice trasmissione di un messaggio nel modo più economico ed
efficace (senza distorsione del messaggio) possibile,tra due uomini, uomo e macchina o
due macchine. Per la teoria dell’informazione il contenuto di tali messaggi è irrilevante,
inoltre la nozione di codice varia dalla cibernetica alla semiotica. Diamo per scontato,tra
esseri umani,che il messaggio che ci giunge è intatto: ciò è assicurato dagli ingegneri
elettronici. Il fatto che non ci sia rumore, è la pre-condizione delle nostre conversazioni.
Modello semiotico informazionale. Deriva dal problema del significato del
messaggio,la decodifica. La comunicazione è inferenza (fare delle ipotesi,delle
deduzioni): Ci poniamo il problema del significato cui rispondiamo con inferenze.
L’emittente ha codici e sottocodici che possono essere diversi da quelli del ricevente. Se il
destinatario fa questo è attivo. L’attenzione passa dalla fonte al destinatario. È anche una
sorta di scambio simbolico. Problema della difformità (rumore) . L’unità comunicativa è
la singola frase. 4 Tipologie della decodifica difforme o aberrante.
1)problema di competenza linguistica (incomprensione per carenza di codice) tipo film
in altre lingue,arte moderna: il destinatario non comprende nulla. 2) quando viene
presupposto che l’altro condivida la mia decodifica:fraintendimento. A livello di massa ciò
si verifica quando ci sono differenze socio-culturali che creano interpretazioni diverse
(disparità di codici).
3)le persone hanno le competenze per capire il significato di quel significante ma
non si comportano come il significato che interpretano vorrebbe (se ti chiedo che ore
sono,tu capisci ma non rispondi,oppure se passi anche se il semaforo è rosso) e lo fanno
usando una scusa,inferenze circostanziali. Il messaggio è efficace a livello cognitivo ma
non pragmatico. 4)la non volontà da parte del destinatario di applicare ciò che quel
significante mi impone,per protesta. Ritengo che la fonte non sia legittimata a dirmi ciò
che sta dicendo. Es. guerre di liberazione coloniale, delegittimazione della fonte.
Ipotesi socio linguistica: si focalizza sulle “regole di contesto” ovvero ritiene che individui
appartenenti a differenti status sociali utilizzino codici differenti che portano a diverse
interpretazioni.
Guerriglia semiologica: quando si dà una codifica intenzionalmente divergente rispetto le
intenzioni dell’emittente:in tal modo può scoprirsi l’ideologismo nascosto nel messaggio.
Modello della codifica-decodifica secondo Eco. Una ragione potrebbe essere che il
destinatario non conosce bene il codice o sottocodice con cui è stato trasmesso il
messaggio(competenze linguistiche); oppure la fonte ha dato per scontato che il
destinatario faccia una determinata decodifica(competenze enciclopediche);non tutti
sono alfabetizzati alla stessa maniera: non tutti hanno accesso ai social
media(competenze comunicative).
Modello semiotico testuale: l’unità comunicativa con cui comunichiamo è il testo:
somma di messaggi che lo strutturano. Se l’unità comunicativa fosse il messaggio,
sarebbe limitante poiché rappresenta una sola sostanza (video,immagini,parole). Nel testo
invece ci sono più sostanze,posso dare più cose per scontato. Anche se non ho una
cultura enciclopedica,sono certo che riesco a comprendere almeno parte del testo. Questo
modello si applica quando guardiamo la tv, quando cambiamo canale in 2 secondi
vediamo cosa c’è. Se io riconosco una soap opera, l’emittente è stato bravo a farsi
riconoscere,cambio canale ed io mi fermo quando trovo quel che cerco. Gli altri canali
erano efficaci perché in poco ho capito cosa erano,ma mi soffermo su quel che voglio
vedere. Riusciamo a farlo grazie a competenze di genere,ci chiediamo “ a che genere
appartiene?” Per questo anche se guardiamo un tg in un altro paese capiamo che è un tg,
o ad esempio può verificarsi uno scambio di genere,come Orson Welles fece passare la
sua trasmissione radiofonica in reportage: gli ascoltatori riconobbero le caratteristiche
specifiche di quel genere. I canali all’interno dei generi creano vari format (talent). Qui sta
il carattere negoziale della significazione della notizia per cui non può essere determinata
a prescindere dal senso che lo spettatore le darà. Il fatto che alcune trasmissioni siano
spesso un mix di generi,crea un problema per il pubblico.
Media e opinione pubblica. L’ideologia è intesa come un sistema di regole che
modellano i contenuti che assorbiamo. Questa più che indurre qualcuno a fare qualcosa,
“rafforza idee” che già preesistono ed è soggiacente al pubblico ed ai mass media.
Il modello semiotico enunciazionale. (Da quello testuale). Parte dalla constatazione
ovvia che nella comunicazione di massa non c’è possibilità di interazione come negli
scambi interpersonali. Funziona attraverso un testo (foto,video..) enunciato che viaggia da
solo,dunque la comunicazione è nel testo. Ciò che i destinatari ricevono non sono
messaggi singoli ma insiemi testuali che interpretano. Perché una comunicazione di
massa sia efficace devo simulare nel testo mass-mediale la situazione di enunciazione
(cioè faccia a faccia). Il testo è prodotto da un enunciatore empirico (redazione,persona
singola,regista) che sceglie il contenuto e il modo,pone il simulacro di sé stesso in
esso,quello del destinatario (immagina eventuali dubbi o aspettative di questo)e il loro
rapporto. Il testo è efficace quando il destinatario si identifica nel simulacro del
destinatario e comprende. Un esempio possono essere il pubblico nei talk show, o uno
spettatore che chiama una trasmissione,o la semplice menzione “chi ci guarda”.. È una
competenza semantica e modale (di manipolazione). Ho più possibilità di essere chiaro se
i destinatari sono simili tra loro,così posso porre un simulacro simile nel testo, se no devo
segmentarlo in vari messaggi per varie tipologie di persone. Quindi prima di produrlo
devo pormi il problema di chi sia il destinatario.
(Semiotica di Eco) Il topic è uno schema abduttivo,un’inferenza del destinatario per
comprendere il testo (pragmatico); l’isotopia è necessaria a livello semantico per la lettura
uniforme della storia.
Testo efficace. Un testo ha bisogno di un destinatario che vi dia un’apertura,un senso,ma
anche di una struttura che lo preservi da interpretazioni devianti,poiché un testo ha infinite
interpretazioni. La teoria della cooperazione interpretativa in quanto dialettica tra intetio
operis e intetio lectoris, sottolinea che il lettore può “resistere” a qualsiasi intento
manipolatore dell’autore del testo, e dall’altro lato l’autore,se vuole che il testo sia
efficace,deve prevedere quali possono essere le possibili interpretazioni di esso.
La pubblicità. Il modello comunicativo di Chabrol e Charadeau sottolinea un’antitesi tra
ricevente empirico e ricevente ideale del messaggio pubblicitario. Ad es. nelle pubblicità si
scelgono spesso personaggi appartenenti all’elite,anche se è rivolta più ampiamente a
coloro i quali aspirano a far parte dell’elite. Il carattere enunciatario proposto nelle
pubblicità mette in scena un discorso persuasivo che incita il destinatario, rappresentato
come “mancante” di qualcosa facendo passare il prodotto come un aiutante nell’esaurire
questa mancanza. Seduzione e provocazione sono strategie essenziali.
Tramite le strategie enunciative possiamo distinguere due grandi tipi : strategia della
complicità e della distanza. Con la strategia della complicità si interpella il lettore, o il
protagonista di una situazione. Avviene una messinscena di un dialogo tra enunciatario ed
enunciatore in cui si instaura un senso di comunione di valori per cui si tende ad usare il
“noi” inclusivo. C’è poi la strategia della distanza. La distanza pedagogica: C’è un
distanziamento tra enunciatore,che spiega,guida,consiglia,l’enunciatario riguardo ciò che
vuole sapere (es,nelle guide turistiche.) La distanza non pedagogica: una sorta di
reportage oggettivo su come ci si pone di fronte un determinato problema in terza persona
dove l’enunciatore illustra affermazioni. Non ha un intento fattivo ma una veicolazione di
sapere. Di solito il destinatario è uno che vuole informarsi più che risolvere un problema.
(Giornalismo d’inchiesta) una testata scegliendo l’una o l’altra trasmette qualcosa di essa.
Consumo televisivo: negli anni ’80 i Cultural studies spostarono l’accento dal testo al
contesto di fruizione del messaggio,concentrandosi soprattutto sul consumo televisivo . La
prima ricerca dei Cultural studies è la “Nationwide Audience” dove Morley ha tentato di
capire la differenza tra le varie letture che vengono fatte di uno stesso testo all’interno di
una popolazione. due punti: analisi del testo, analisi del contesto di lettura. Ha
evidenziato che il testo (in questo caso televisivo) era polisemico, ci sono vari modi di
interpretarlo nonostante una lettura preferita: il significato che l’emittente ha dato. I testi di
fiction sono interpretati in modi molto diversi quindi ha poco senso parlare di lettura
preferita. Il contesto di fruizione : la decodifica è un processo che fa riferimento alla
selettività di attenzione , le interpretazioni in base alla propria storia: non è un processo
di lettura ma un processo in cui chi guarda mette molto di sé, interpreta. Nel suo studio
“Family television” Morley evidenzia che gli uomini quando sono a casa impongono i
propri programmi a tutti e pretende silenzio; la fruizione delle donne è “spezzettata”: si
segue mentre si fanno i servizi di casa. Quando in casa si cambiava il televisore (B/N
eccetera) quello precedente veniva messo in cucina, dove la donna la vedeva. Quindi i
legami in famiglia vengono riprodotti nella fruizione televisiva. La fruizione televisiva è
una visione di gender. Le analisi di Morley coprono l’analisi dell’audience e del
contenuto. Non ha analizzato gli effetti.
L’etnografia: relativa all’audience è un’attività tramite cui si tenta di afferrare,tramite
osservazione,interviste e coll