vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CHIMICA DEL RESTAURO
Fluorescenza X
EDXRFS Energy despersev per ray Fluorescense Spectroscopis – Spectroscopia di
– fluorescenza X in dispersione di energia.-
Raggi X incidendo sul manufatto eccita gli atomi: alcuni isotopi vengono portati fuori e poi
– si ha questo vuoto e ritorno indietro (orbitale più interno: esterno) di isotopi: produce
energia questo salto tra orbitali.
TUBO a raggi X e contatore di raggi X (divida raggi X di una certa emissione). Sullo
– schermo appaiono tanti picchi: rappresentativi dei vari atomi.
Inconveniente perché è una misura di superficie: interessa 20 – 30 millesimi di numero e
– non va oltre. Poi è sensibile non a tutti gli elementi:comincia a contare dallo zolfo. Gli altri
no perché troppo “leggeri” e si volatilizzano nell'aria. Con numero atomico inferiore allo
zolfo. L'analisi da gli elementi dei pigmenti non dà i pigmenti.
Per capire se un quadro è falso o vero: ritocchi a base di zinco, gli azzurri (è difficlie che i
– falsari usino lapis o azzurrite).
La sorgente eccita la superficie del dipinto poi c'è il contatore che separa le diverse
– emissioni di energia.
Analisi dei bronzi: si può utilizzare questa tecnica. La porta di S. Marco: dall'Enea.
– Fluorescenza ai raggi X, ha utilizzato elementi molto più antichi dell'epoca medioevale.
Analisi quantitativa dei bronzi: se si vuole fare una analisi completa si deve spatinare di
– qualche millimetro.
Si risale al colore mediante composizione chimica. Sinistra: nome del piq; destra:
– composizione chimica; al centro: quello che si legge alla fluorescenza.
Prelevare campione meterlo su vetrino e vederlo al microscopio perhcé tra 2 verdi a base di
– rame la fluorescenza X non sa riconoscerli.
L'oltremare non è rilevabile perché è un silicato ed ha piccolissime parti di zolfo.
– “La buona ventura” Caravaggio, giallo canarino (divisa del soldato) che emette stagno e
– zolfo.
“San Gerolamo” alla Valletta ocra scura (ferro, pionbo: potrebbe essere preparazone) e poi
– velature,
“Deposizione di Rafaello” anche prelievi distruttivi perché lapis solo col vetrino, non è
– proprio distruttivo.
Quello distruttivo è quello che si deve staccare fino alla preparazione per analizzare la
– tecnica pittorica. Sezione stratigrafica con resina poi levigata.
Resinati di rame e malachite.
– “Martirio di S. Lucia” Lorenzo Lotto, Jesi.Batuffolo e solvente che toglieva ridipinture
– accompagnata da questa anlisi e si diceva quando l'opera si doveva fermare. Si controllava
la superficie e il batuffolo. Zone coperte con ossido di zinco, blu di cobalto e giallo. Cromo:
ossido di cromo, bainco di titanio, velatura.
Prove non distruttive per i diversi materiali.Radiazioni luminose band di lunghezze d'onda.
– Lampade ad alogenuro (musei lo stanno adottando) : non hanno ultravioletti e infrarossi
– (lampade a luce fredda).
Millimicrom: millesimo di micron (millesimo di mm). Ultravioletto danno: ingrigimento
– scolorimento, inbrunimento. Infrarosso: dannoso perché tende a scaldare la superficie. La
luce bianca: accatastamento di tutti i colori. L'occhio umano è sensibile part. Al verde e al
giallo, si percepiscono le nuance più piccole.
Ultravioletto: vernici recenti, identifica pigmenti diversi. LA fluorescenza ultravioletto
– hanno il potere di eccitare i leganti e pigmenti diventano fluorescenti, eccitano gli atomi di
questi composti che emanano emettono nel campo visibile (giallo e verde di pià) ossido di
zinco è molto fluorescente. Le vernice antiche sono molto opache. Questa analisi esamina
solo la superficie. Infatti questa viene utilizzata in fase di restauro quando viene tolta la
vernice opaca che non farebbe vedere niente. Radiazioni ultravioletti sono pericolose per gli
occhi umani. Si fotografa la fluorescenza. Fluorescenza gialo – verde. L'ultravioletto riflesso
dal dipinto ci interessa. La pellicola verrà impressionata solo dalla fluorescenza dei
pigmenti. Tecnica di tipo fotografico.
Esame di infrarosso: tungsteno se si illumina 1 dipinto ci sarà una luce visibile e 1
– infrarosso. Gli infrarossi raggiungono gli strati più sottostanti del dipinto. Man mano che
aumenta la lunghezza d'onda delle radaizioni aumenta il grado di penetrazione delle analisi
nello strato pittorico.
Ma esistono anche tecnuche d tipo non fotografico ma elettronico.
– Si sparano gli infrarossi che imbalzano e vengono filtrati da un filtro per quelli visibili e
– mandano ad uno schermo fluorescente (più obiettivi non uno) l'immagine all'infrarosso
rilfessi. Riflettografia all'infrarosso: esamina strati sottostanti allo strato pittorico.
L'immagine infrarossa viene convertita in una immagine falso colore (il rosso può diventare
blu) o immagine in bianco e nero.
Raggi X: lunghezza d'onda, piccola di ultravioletti, ma penetrazione notevole perché hanno
– energia elecata. LA biacca non si fa attraversare dacilemnte dalle radiazioni, ma i raggi X ci
riescono. Si mette la pellicola dietro l'oggetto e si raccolgie la radiazione. Le radiazioni
vengono parzialmente assorbite dai vari strati del manufatto e poi assorbite dalla pellicola.
Dunque questa non è una tecnica a riflessione ma a paziale assorbimento.
PIGMENTI
Sostanze di diversa colorazione sono state usate dall'età della pietra. Ci sono colori inorganici
(potere coprente nella maggior parte dei casi) e organici (lacche, non coprenti).
I pigmenti identificanti in base ai colori e in base all'INDICE DI RIFRAZIONE. Minerali Macinati
sono caratterizzati dall'indice di rifrazione: radiazione che colpisce una superfcie, questa può
seguire un diverso cammino, può riflettersi totalemnte. Gli affreschi Romani compatti riglettevano
la luce perché usavano polvere di marmo rullata.
RIFLESSIONE: l'angolo di incidenza quando è uguale a quello di riflessione si riflette tutta
– la luce perché è liscia e compatta. Se ci sono delle fratture c'è una multirifrazione
(DIFFUSIONE: tipico dei dipinti su tavola e tela) che porta allo sbiancamento.
La luce viene rifranta internamente e devia il suo cammino.
– RIFLESSIONE DELLA LUCE: quando 1 fascio di luce bianca colpisce un dipinto, un po' di
– luce viene riflessa, un po' riassorbita e un po' dispersa. La luce che incide sulla superficie del
dipinto, dato che la superficie non è omogenea ma a scagliette si avranno tante riflessioni.
SCATTERING: riflessione della luce che altera i colori. Dato dai rifacimenti: verniciatura,
– da questo si ha lo sbiancamento, per evitare lo scattering (dispersione).
RIFRAZIONE: deviazione della luce, modificazione del cammino ottico, più il mezzo è
– rifrangente più è modificato il cammino. La luce assorbita se lo strato non è coprente opaco
si può arrivare alla preparazione, si viene a creare un cammino labirintico attraverso i vari
granuli dei pigmenti che hanno diverso potere rifrangente e alla fine la luce viene tutta
assorbita.
Le vernici ripristinano lo strato speculare del dipinto e enfatizzano la riflessione, e
– diminuiscono la diffusione. La verniciatura: serie di trucchi per evitare che il quadro spari
(fenomeno dello sbiancamento), altissima riflessione: appiattimento dei colori.Una
verniciatura troppo accentuata non va bene perché c'è troppa riflessione ma il contrario
anche. Non esistono vernici totalemnte trasparenti e incolori. Indice di rifrazione del
pigmento è legato al poter coprente. Es: lapislazzuli su fondo nero, se lapis è troppo sottile
(indice di rifrazione basso 1,5 1,6) prevale il colore più scuro che ha indice di rifrazione più
alto.
Se nello strato pittorico, il pigmento pittorico e il legante hanno lo stesso indice di
– rifrazione, la luce entra e viene assorbta. Legante e pigmento devono avere indice di
rifrazione diversi, cioè quello del pigmento deve essere superiore. Quando abbiamo lo stesso
indice di rifazione , il colore appare trasparente, la luce passa.
Pianco di pionbo: (non è più utlizzato perché fuori legge), ha alto potere coprente.
– Smato: lo usava Tiepolo, il pittore usava una preparazione molto porosa che poteva assorbire
– bene il colore, lo smalto è quasi trasparente (indice di rifrazione basso) e viene assorbito e si
ha maggiore profondità di questo colore, artificio, trucco pittorico. Il LAPISLAZZULI viene
macinato poco per renderlo meno trasparente. Non tutti i pigmenti si possono usare per tutte
le tecniche. Le proporzioni tra medium legante e pigmento sono definite, questi due non
devono reagire tra di loro. Non tutti i medium sono utilizzabili per tutti i pigmenti.
La pittura a fresco: la calce è molto alcalina, e il carbonato basico di piombo (biacca) con
– piccole quantità di medium diventa BRUNO. Anche il carbonato di rame non si può usare. Il
carbonato basico di piombo è sensibile all'ozono, con il temporale, scariche di fulmine, la
cupola può diventare bruno (es. ritratto di S. Francesco, chiesa inferiore assisi, “VIRAGGIO
DELLA BIACCA”). Con un procedimento ben preciso si è riusciti a riconvertire la biacca.
Ogni pigmento richiede una certa quantità di medium. Nel blu di prussia, aceto al 6%. se
sisbagliano queste proporzioni ci possono essere dei mescolamenti tra pigmento e legante.
L'opacità del pigmento è il potere coprente. Impermeabilità. Il legante avvolge e bagna tutta
le molecole del pigmento, ma riempie (punto critico) anche gli spazi vuoti del pigmento, non
c'è aria: più omogeneo, lo strato pittorico è più trasparente. La composizione influenza il
potere coprente. Tonalità dei colori è importante. Lo spessore, più è alto e più non fa passare
la luce. Presenza di vernice o meno. Più la lunghezza d'onda è maggiore più la radiazione
luminosa può entrare nella superficie.
Opacità (altro tipo di opacità): OTTUSITA' quando il colore ingrigisce, si appiattisce.
– Smescolamento, smiscelamento del legante dal pennello quando non c'è affinità tra medium
– e pigmento con effetto di affioramento del solo legante.
BLOOMING: fenomeno particellato dei sali di ammonio che tendono a formare con l'
– invecchiamento della vernice. Con questi sali di ammonio, la superficie tende a diventare
biancastra.
CHUKING: (microffaturazione) Gomma arabica (vegetale e molto fragile) e si
– microframmenta con il tempo, tanti cristalli spezzati. Dal punto di