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VILLE:

fra le immagini del Secondo Libro compaiono le riproduzioni di più di venti ville che Palladio

progettò per la nobiltà veneziana e vicentina. Il tipod ella villa di terraferma è una sua creazione

originale. Le ville di Palladio sono circondate da campi e vigne appartenenti alla villa e sono

produttive. Le tenute infatti includono a fianco della villa, nella quale il proprietario godeva della vita

di campagna durante la stagione calda, alloggi per i contadini, magazzini, cantine, granai e stalle.

Le modeste proprietà di terraferma non potevano competere con i giardini a terrazze, i labirinti, le

fontane e le grotte di Roma, ma l’eleganza e la semplicità dell’opera di Palladio conferirono loro un

fascino incomparabile, che può essere colto ancora oggi. Uno schema che Palladio segue nelle

ville è: c’è sempre un salone centrale quadrato, rettangolare, a T, a croce, circolare. Sempre un

portico di facciata e tergale. Quindi loggia in ingresso e uscita. Simmetria degli ambienti. Affianco

al salone centrale c’è sempre lo scalone. La casa patronale, di solito a due piani, ma talvolta un

piano solo, larga dalle cinque alle sette campate, si erge, come un’immagine autoritaria, su una

leggera salita, nella proprietà. generalmente è caratterizzata da un timpano su un vestibolo a

colonne o pilastri, con ai lati basse ali aperte che conducono alle dipendenze. Questa

sistemazione, come spiega Palladio, è studiata in modo da impedire che gli abitanti del corpo

centrale siano disturbati dai lavori all’aperto o che essi stessi vi interferiscano. Nella collocazione

di logge e timpani, ogni villa palladiana presenta alcune varianti: il timpano può sorgere al di sopra

del tetto o di fronte a esso; ci sono logge su due ordini o ordini giganti di fronte a due piani

sovrapposto; le ali di servizio possono essere parallele o perpendicolari all’asse della casa o

possono curvare verso l’esterno di fronte a essa. Gli impianti dell’intero gruppo sono sempre

simmetrici, come la disposizione delle piante degli ambienti della casa; al cui centro si trova il

salone. La lunghezza, l’ampiezza e l’altezza delle singole stanze, la loro geometria sono

determinate da un sistema di proporzioni razionali, proveniente da Vitruvio e da Alberti, che è tipico

dell’architettura di Palladio.

Villa Capra , anche detta ‘La Rotonda’ - Vicenza:

Palladio definìdi proposito ‘suburbana ’la sua villa più famosa, La Rotonda che fu progettata come

residenza di campagna di un dignitario ecclesiastico. Non è solo l’assenza di edifici di servizio a

distinguere la Rotonda dalle altre ville, la Rotonda è infatti l’unica opera di Palladio che corrisponde

esattamente alle illustrazioni dei Quattro Libri. Solo in questo caso l’architetto riuscì a realizzare

pienamente la sua visione del ‘bell’edificio’. Di solito le ville venete avevano la funzione di

soggiorno, di residenza non stabile e di presidio economico. Ci sono sempre stanze di servizio,

luoghi di conservazione di agricole e terrate alimentali. Questa villa non ha tutto questo, ha una

funzione abitativa e di ritrovo culturale. Risponde alle sue più intime condizioni a quelle che è la

sua villa circolare. Circolare e doppia assialità, con due assi con 4 ingressi e 4 logge. 4 scalinate,

l’orientamento in modo tale che la stanza possa godere dei privilegi di tutte le stagioni. Gli ambienti

sui 4 loggiati sono di conformazione diversa. A destra e sinistra due ambienti con due finestre che

guardano nel loggiato, mentre sopra e sotto sono 4 le finestre. Il disegno è un disegno all’antica;

conferisce a questo progetto e ad altri sei come se fosse un progetto di villa degli antichi. La pianta

, composta da figure geometriche più semplici e quindi più belle, il quadrato, il cerchio e il

rettangolo è simmetrica su entrambi i lati. Lo stesso portico con lo stesso timpano compare su tutte

e quattro i lati e anche il numero di gradini che portano alle logge è identico. In tal modo la

Rotonda presenta la stessa veduta da tutti i lati. È probabile che conoscesse la lettera a Leone X.

Nell’alto salone rotondo, al centro, cominciamo a capire che cosa intende Palladio quando

attribuisce al cerchio le qualità divine di unità e uniformità. Il fatto che la volta sopra la sala prenda

la forma di una cupola è dunque perfettamente conseguente. La cupola è preceduta da una

balconata interna. Una villa realizzata su alto podio, scalinata unica, un fronte templare per un

edificio civile. 4 fronti templari esastilo. Timpano colonne e la soluzione palladiana della chiusura

muraria con la lama. La cupola la vediamo sporgere con il tamburo non perfettamente emisferica

ma abbassata, però si vede l’intersezione tra la cupola e il cilindro. Si serve quindi di elementi

semplici sono soliti che distinguiamo tranquillamente. In pianta una soluzione planimetrica

semplice. Nello spazio figure geometriche semplici. Trabeazione che gira nell’edificio. Finestre

timpanate. Il timpano elemento ricorrente. L’identità tra categorie estetiche e teologiche, propria

della concezione dell’architettura del Rinascimento poteva essere raggiunta solo se il committente

era pronto, come nel caso della Rotonda ad accettare finalità e ideali dell’architetto, ed è questa la

ragione per cui la Rotonda è diventata il paradigma dell’architettura ideale.

Bagnolo – Villa Pisani 1561-62:

Un portico d’ingresso a forcipe come Palazzo Massimo alle colonne. Un salone a T. spazi

simmetrici. Una soluzione semplice. Una parte centrale bugnata con paraste doriche, tre arcate,

scala convessa. In realtà il portico doveva essere semilunata con la scala convesso concava,

come quella del Belvedere. L’edificio nel retro enfatizza la parte centrale, affiancando due finestre

alla porta e la scala; la finestra è ridotta all’essenza. Palladio è visto come architetto moderno nel

600 e 700 poprio per questo. Il fronte bugnato da cui sporge di poco l’elemento verticale delle

paraste. L’interno della loggia. Volta a crociera e botte che segue. La lunetta (finestra) ci da la

dimensione del vano interno.

Villa Pisani:

piazza e strada di fianco. Enfatizza la porzione centrale, trattandola come un tempio, con dorico e

ionico al primo piano. Appena sporgente la porzione centrale rispetto alla porzione parietale. La

trabeazione tutto intorno diventa motivo ornamentale. Rifacendosi all’arco di Tito fa una

trabeazione che sporge. All’interno ordine dorico. Quindi corrispondenza con l’esterno. Dorico

all’antica. Tinteggiato di bianco. Niente affreschi.

Villa Poiana:

due elementi all’antica semplificati. Un timpano dentellato e una serliana con pilastri, senza basi e

capitelli, solo elementi fondamentali. I tondi vengono ripresi da Tribuna di Santa Maria delle Grazie

come ornamento. Finestre con semplici mensole.

Villa Cornaro:

grande salone e due loggiati. Pubblica nei sui 4 libri la soluzione architettonica. La pianta

simmetrica, con due spazi abitativi a destra e sinistra. Struttura della loggia resa più magnifica. La

porzione centrale la sporgenza sul fronte e le porzioni laterali complanari al piano di facciata.

Doppio loggiato dorico e corinzio. La loggia si spinge verso l’interno, quindi interna. Le campate

sono uguali tranne quella centrale. L’interno bianco con colonne ioniche. Corrispondenza interno

esterno.

Villa Badoer:

impianto rettangolare con salone rettangolare e una loggia frontale. Due portici semilunati e

ambienti di servizio curvi. Grande scalinata complessa con due porzioni laterali. Un fronte esastico

dorico con timpano dentellato. I portici laterali chiudono alla vista le balchesse. Lo ionico in

posizione più elevata e il dorico ai lati.

Villa Barbaro:

struttura modificata da Palladio con nuovi ambienti che si articolano intorno al salone crociforme. È

l’unica villa che ha un ninfeo nel giardino retrostante sotto la collinetta. La porzione di villa

patronale, le stalle, la tinaia. Nonostante sia una villa nobiliare è al servizio del territorio. Il giardino

a esedra come se fosse un impianto termale. Il prospetto con porzioni avanzate comprendente

delle coronarie. La porzione centrale è in forte aggetto verso l’osservatore. In corrispondenza del

primo piano, i timpani delle finestre sono tangenti all’intradosso dell’architrave. Colonna d’angolo. 4

colonne e una trabeazione con un interruzione nella porzione centrale (rif. san Sebastiano

Mantova- LBA). La continuità strutturale sembra ricostruita dai festoni. Gli stucchi nel timpano sono

dovuti a Calliari. La porzione del portico colombaria. E gli ambienti centrali dipinti. Palladio non

sopportava l’idea di un edificio affrescato anche se architettonicamente, infatti non ne parla mai.

Veronese, struttura architettonicamente gli interni, con semicolonne che sembrano vere, finti

marmi, una balconata sopra, stucchi per i timpani, dove le porte sono finti anche, una porta finta

dipinta che inganna la vista. Architettura dipinta e reale. Schemi che Palladio non avrebbe mai

usato perché rompe con i suoi volumi semplici. Ninfeo fuori con specchio d’acqua. Soluzione che

non esiste in nessuna villa palladiana.

Villa Emo:

portico e balchesse.

Villa Foscari – la malcontenta:

spazio centrale cruciforme, con spazio esastilo, colonnato ambienti simmetrici. Sembra fatto a due

livelli, uno con accesso al giardino e uno sopra che ha ingressi con le scale frontali e laterali. (Rif.

San Sebastiano Alberti). Fogli di rilievo. Un edificio che si ispira alle forme di un edificio

longobardo antico. La parte tergale è diversa da quella frontale, pare una villa inglese. Ornamento

composto solo dall’accostamento delle bugne. Finestra termale, tre aperture sotto; questa è la

parte abitativa. Gli spazi di servizio nel seminterrato e pian terreno.

Villa Sarego:

Le testate sono state eseguite in epoca tarda. Fabbrica giocata sulle colonne rustiche di pietra

gigante. Loggiato al piano terra e primo piano. Questi elementi sono portanti anche per le superfici

superiori. Ogni colonne ha addossato un pilastro. Villa non finita.

[rotonda , villa Barbaro e la Malcontenta (quelle che ci chiede all’esame sostanzialmente).!!!!]

Tempio di Maser:

circolare che si apre in piccole cappelle, e cappelle grandi maggiori. Preceduto da un pronao. (rif.

Pantheon). Frontalmente si mostra con due campanili. L’aspetto generale è quello di un tempio

circolare a cui Palladio si riferisce come alla forma perfetta. Materiali poveri con festoni che vanno

da una colonna all’altra come capitelli di terracotta tinteggiati. Capitelli corinzi.

Venezia – edifici sacri:

chiesa di s. Francesco della Vigna, Chiesa del Redentore (chiesa vo

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Publisher
A.A. 2013-2014
102 pagine
5 download
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/18 Storia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher CICE9292 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'architettura moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Torino o del prof Di Teodoro Francesco Paolo.