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Esploriamo nella mente i vari stati di conoscenza: stadio iniziale cioè la domanda; stadio intermedio cioè lo

spazio problemico che via via si riduce fino a quando domanda e soluzione coincidono; stadio finale ovvero

la soluzione.

Modalità di soluzione dei problemi per euristiche (es. stazione).

Euristica: strategia economica ed efficace di risoluzione di un problema ma non sistematica (Simon, anni

’50). Le euristiche ci fanno concentrare sulle cose più importanti. Si chiamano scorciatoie cognitive,

economiche ed efficaci perché portano alla soluzione, ma sistematiche perché non sempre sono corrette.

Quindi si sceglie di usare delle strategie quotidiane e non più gli algoritmi, troppo complessi. Grazie alle

euristiche si può accorciare la distanza fra domanda e soluzione.

Sistemi esperti: programmi che risolvono problemi di una complessità tale da richiedere, se affrontati da

esseri umani, competenze specialistiche. Un sistema esperto è dotato di un database contenente

conoscenze specifiche relative ad ambiti specifici;un insieme di regole e di criteri inferenziali grazie ai quali

produce risposte sui dati che l’utente immette nella macchina. Sono dunque sistemi di ragionamento che

però devono avere delle regole precise sulle quali elaborare i dati (previsioni del tempo, diagnosi mediche,

giardinaggio, arte culinaria).

Critche all’IA: il sistema è in grado di affrontare problemi già stabiliti e dunque fragili di fronte ai contesti di

non facile definizione. Searle sottolinea la non computabilità degli aspetti interni della coscienza, e anche se

la macchina può dare risposte sintatticamente e formalmente corrette essa non comprende il significato

semantico. Searle condusse l’esperimento della stanza cinese. Se mettiamo un individuo che non parla

cinese in una stanza e gli consegnamo un plico con una lettera in cinese e un manuale. Il soggetto riuscirà

ad identificare i simboli grazie al manuale e li riproduce. Risponde e riceve altre informazioni da decifrare,

così i due stanno interagendo, ma il prima sta solo identificando dei simboli senza capire nulla di ciò che

scrivo, non annetto ai simboli nessun significato. “Come un calcolatore manipolo dei simboli ma non

annetto a questi alcun significato”. Anche se con la macchina di Turing non riesco a identificare chi sia la

macchina, non vuol dire che Turing è riuscito a riprodurre la mente umana. Godel nega la possibilità di

creare un modello della mente per la coscienza e per lo spirito; Parisi dice che le promesse dell’IA non sono

state mantenute per i tentativi di emulare e simulare la mente; Penrose afferma che nessun programma

potrà mai essere creativo.

Come possono esistere i ricordi? È impossibile che un ricordo sia registrato all’interno di un singolo

neurone, perché troppo piccolo e semplice, e poi i neuroni sono tutti uguali, come fare a individuare il

ricordo? È difficile immaginare un posto per i ricordi. Il Connessionismo, e in particolare Hebb, afferma che

il ricordo non si trova nel singolo neurone ma in una rete di neuroni (sinapsi). Il neurone attraverso le

sinapsi controlla gli scambi tra i neuroni. Rosenblatt crea le reti percettroni (perché si creano prima di

riprodurre la percezione) e così nascono le reti neurali che possono apprendere e possedere concetti in

maniera non simbolica. Riprodurre il funzionamento dei neuroni attraverso neuroni artificiali, che vengono

simulati tramite programma al calcolatore. Ogni neurone artificiale funziona in modo simile ma semplificato

a quello naturale. Una rete artificiale è composta da nodi interconessi, unità di input, unità di output, unità

nascoste, connessioni (connessione simile a dendriti e sinapsi) assoni. L’efficacia della sinapsi viene

espressa attraverso un valore numerico chiamato peso sinaptico. Gli input comunicano con gli stadi

intermedi che a loro volta interagiscono con l’output, ma non si può avere il contrario (basso verso l’alto).

La rete neurale può imparare e quindi può essere creativa, lo fa in modo sub-simbolico e quindi non

astratto.

Funzione di output: il segnale trasmesso dall’unità lungo il proprio assone. È sempre il risultato di un

calcolo.

Differenze tra IA e connessionismo

L’IA considera il pensiero umano come un procedimento di calcolo; il Connessionismo vede il pensiero

umano come un modello sub-simbolico. L’IA parla di informazione localizzata (modello simbolico); il

Connessionismo di informazione disturbata (modello sub-simbolico). Per l’IA il calcolatore è il modello della

mente; per il Connessionismo il calcolatore è solo uno strumento per simulare i comportamenti intelligenti.

Il connessionismo supera i limiti dell’IA, le reti sono flessibili e caratterizzate da una robustezza di base. Il

Connessionismo è ancora oggi in fase di evoluzione.

1)La mente è studiabile ma più complessa è la teoria, più complessa deve essere la mente che per prima

l’ha concepita. Posso comprendere la mente ma non elaborare una teoria. Craick vede gli essere umani

come elaboratori di informazioni. Egli ipotizza la creazione di una teoria della mente se si crea un modello

in scala ridotta della realtà, rappresentazioni di quest’ultima più semplici. Tali rappresentazioni non sono

esaustive ma definiscono le caratteristiche generali della mente. La mente è un apparato di regolazione

finalistica del comportamento di un sistema, sulla base di rappresentazioni. Costruisce, elabora e mantiene

rappresentazioni in modo orientato a uno scopo. È davvero difficile immaginare un’attività che si svolge

senza uno scopo. Le categorie essenziali della mente sono conoscenze e scopi, dipendenti una dall’altra.

Gli scopi: le azioni sono guidate da scopi. Le azioni quindi vengono eseguite rispetto allo scopo e al loro

esito. Il modello di riferimento è l’unità TOTE o lo “schema del termostato”(Miller, Galanter, Pribram).

TOTE: Test Operated Test Exit. Se le azioni e lo scopo coincidono posso uscire dal test e smettere di

operare.

Un’agente cognitivo ha più scopi indipendenti attivi contemporaneamente, coordinate le azioni semplici si

arriva alle più complesse.

Stato regolatore: rappresentazione a cui il sistema cerca di adeguare il mondo (termostato temperatura

data).

Stato percattivo: rappresentazione che ho del mondo a cui cerco di adattarmi (termostato temperatura

esterna).

Regolazione cognitiva: il punto di partenza è una rappresentazione che viene confrontata con un’altra, se

c’è una discrepanza devo risolvere il problema.

Due formati delle rappresentazioni mentali: le rappresentazioni percettivo-motorie (immagini che sono

modificabili), le rappresentazioni simboliche concettuali o proposizionali (parole). Rappresentazioni mentali

intese come ragionare. Ragionare per immagini o parole.

Un sistema regolato da scopi sceglie quale scopo perseguire, sceglie lo scopo con più valore, CV

(coefficiente di valore), che dipende dal grado di soddisfazione procurata dalla sua realizzazione e dal CV

dei sovrascopi che esso permette di raggiungere o compromettere.

Un sistema cognitivo ha credenze esplicite su scopi, azioni e strumenti, ad esempio X può essere dannoso

per lo scopo S. Si effettuano scelte cognitive tra diverse alternative.

Scopi strumentali: in vista di un sovrascopo

Scopi terminali: non in vista di un sovrascopo, riguardano principalmente i bisogni primari, sono scopi innati

e appresi socialmente.

La soddisfazione personale da scopo strumentale può diventare scopo terminale attraverso il processo di

terminalizzazione. Uno scopo può essere strumentale in una mente e terminale in un’altra. Possiamo avere

scopi generici (amare il prossimi), scopi specifici, scopi fissi (evitare il dolore), scopi validi in una

determinata situazione.

Credenze e scopi: scelgo lo scopo in base alle credenze, ma se mi ricredo posso ricredermi anche sullo

scopo. Vi sono delle credenze necessarie per giustificare uno scopo.

Credibilità delle credenze: è importante la fonte (attendibilità), la fonte deve essere credibile; il numero di

fonti; la certezza delle credenze da cui deriva (l’affidabilità del processo di inferenza). Le fonti possono

essere percettive, sociali, inferenziali, percettive di sé (introspezione cognitiva). Le fonti percettive hanno

maggiore affidabilità, le credenze sociali sono attendibili in base a chi me le comunica, le inferenze possono

essere più o meno certe.

Resistenza al cambiamento: resistenza a rigettare le credenze meno rilevanti.

PSICOLOGIA COGNITIVA 8NOVEMBRE2010

PROBLEM SOLVING

La soluzione di un problema deve essere raggiunta con mezzi intellettuali e non con abitudini o tentativi ed

errori. Abbiamo due tipi di problemi: è noto il metodo ma non la soluzione, è noto l’obiettivo ma non il

metodo. Il problem solving è un’attività utile nel momento in cui è necessario superare un ostacolo.

Attività di ricerca: attività di ragionamento.

Problema di organizzazione: ho i mezzi ma non so come utilizzarli (anagrammi, bisogna formare parole di

senso compiuto).

Un grande contributo al problem solving viene dai Gestaltisti con la distinzione tra pensiero riproduttivo e

pensiero produttivo. Pensiero riproduttivo quando ho un problema che già conosco e non produco una

conoscenza nuova, ma una regola già memorizzata; pensiero produttivo quando si presenta un nuovo

problema e ho bisogno di una nuova regola per arrivare alla soluzione.

Le prime ricerche Gestaltiste furono quelle di Kobler sull’intelligenza delle scimmie superiori e dimostra che

anche questi animali sono in grado di mettere in atto comportamenti intelligenti, come ad esempio il

detour (aggiramento degli ostacoli, è un comportamento intelligente perché momentaneamente metto da

parte l’obiettivo per superare l’ostacolo) e l’impiego di strumenti ovvero utilizzo un elemento che serve per

uno scopo con una funzione diversa. Il problema diventa come aggirare l’ostacolo e non come raggiungere

l’obiettivo (ristrutturazione del campo cognitivo).

Insight immediato: illuminazione (la scimmia che deve prendere le banane). Wertheimer (wertaimer) si è

concentrato sul momento in cui il soggetto passa dall’incomprensione alla comprensione di una situazione

data. Per risolvere il problema è necessario riorganizzare le sue parti in una struttura, occorre una

ristrutturazione, un modo nuovo di porre in relazione le singole parti. Gli esperimenti hanno ideato 5fasi

per la soluzione produttiva:

1-cerchiamo di utilizzare un pensiero riproduttivo;

2-il problema viene accantonato se non riusciamo ad utilizzare il pensiero produttivo;

3-incubazione:ragionamento inconsapevole;

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher venera19 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia cognitiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Gangemi Amelia.