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Epentesi: sviluppo di una vocale o una consonante all'interno di una parola es,
• vidua>vedova.
Sincope: caduta di una vocale all'interno di una parola. La caduta di una vocale,
• consonante o sillaba all'inizio di una parola è detta aferesi, se si verifica a fine parola
è un'apocope o troncamento.
Assimilazione: progressiva o regressiva, una consonante asorbe l'altra es,
• septem>sette.
Più altre variazioni consonantiche minori.
•
Forme.
Nel latino volgare:
si perdono le declinazioni e i casi: la quarta e la quinta declinazione scompaiono
• quasi completamente. In italiano solo la prima e la seconda sono produttive. Le
desinenze scompaiono; questo determina la nascita di articoli e preposizione per
differenziare il ruolo delle parole in un certocontesto;
si perde il neutro: di cui in italiano rimane traccia solo in alcuni plurali femminili,
• come ossa;
si modifica il sistema verbale:da quattro coniugazioni, restano la I e la IV; alcune
• forme verbali sintetiche sono sostituite da forme analitiche (amor diventa amatus
sum); nasce il condizionale.
Lessico.
Il vocabolario del latino classico si trasforma: si preferiscono parole semplici,
morfologicamente più regolari, mentre altre parole si perdono; altre sono sostituite dai
propri diminutivi; altre ancora cambiano significato.
Latinismi:
Parole direttamente dal latino, non arrivate per derivazione.
Nella letteratura, il volgare e l'italiano mantengono a lungo una sintassi di impronta latina.
Nell'ambito giuridico e scientifico il latino rimane a lungo la lingua principale, e ancora
oggi esercita un peso notevole. Galileo è il primo a servirsi del volgare in ambito scientifico.
Anche la Chiesa se ne servirà a lungo, accostato però all'uso del volgare, specie nella
predicazione, in modo da essere comprensibile anche ad un pubblico non istruito, ovvero la
maggioranza dei fedeli.
Nascita dell' "italiano"
In seguito alla caduta dell'Impero romano avviene una frammentazione politica dell'Italia,
che corrisponde ad una frammentazione linguistica. Le prime testimonianze del volgare
scritto sono:
L'Indovinello veronese:
• "Boves se pareba
alba pratalia araba
et albo versorio teneba
et negro semen seminaba."
Non può essere considerato ancora scritto in una nuova lingua perchè non sappiamo
se lo scrittore aveva questa consapevolezza.
Abbiamo la caduta di alcune desinenze, ma la costruzione sintattica e il lessico sono
ancora di impronta latina. L'indovinello descrive l'aratura ma la associa per
similitudine alla scrittura.
Iscrizione di Comodilla:
• "Non dicere ille secreta a boce" = "non dire i segreti a voce".
Per segreti si intendono le preghiere; ille si trova in funzione di articolo. Qui c'è la
consapevolezza si usare una nuova lingua: i destinatari non avrebbero capito il latino;
Iscrizione di San Clemente: con elementi scurrili;
• Placiti Capuani: del 960; questa è la data canonica per la nascita della lingua
• italiana. Si tratta di un atto di giuramento in volgare all'interno di un documento in
latino sulla diatriba tra un convento benedettino e alcuni proprietari terrieri.
Per quanto riguarda il volgare letterario, bisogna aspettare il 1200. In Umbria si sviluppa,
con San Francesco, Jacopone da Todi e Santa Caterina, una letteratura religiosa.
Mentre in Sicilia, grazie all'opera uniformatrice di Federico II di Svevia, nasce la scuola
poetica siciliana. Quella di Federico è l'unica corte salda in Italia, e attira numerosi
intellettuali. Nasce un volgare illustre che per la prima volta è usato a corte, sul modello dei
provanzali.
Dal 1300 però si affermerà il volgare fiorentino, per varie ragioni.
Una è l'ascesa del ceto mercantile, che si serve del volgare per motivi pratici. I mercanti più
potenti erano quelli tosceni, in particolare i fiorentini. Si passa, nel sistema politico, dai
Comuni alle Signorie, e c'è necessità di tenersi in contatto; il fiorentino si diffonde sempre
di più.
Questo particolare volgare ha poi successo perchè autori come Dante, Petrarca e Boccaccio
sono visti come modelli linguistici sin dalla loro epoca.
Dante: nel "De vulgari eloquentia" afferma che il volgare illustre non coincide con nessuno
dei volgari presenti in Italia, ma va rintracciato nella lingua della tradizione letteraria dei
poeti siciliani e stilnovisti. Dante plasma il volgare e lo rende versatile: la ricchezza di stili
(plurilinguismo) si accompagna alla varietà di soluzioni linguistiche (plurilinguismo), nella
Commedia.
Petrarca: monolinguismo: nel Canzoniere usa una lingua selezionat, elegante, elevata;
riduce i tratti non toscani.
Boccaccio non ha alle spalle una tradizione di prosa narrativa volgare; si affida al parlato
delle persone colte per le novelle, mentre nella cornice usa uno stile più classico.
Il Cinquecento è il secolo della "questione della lingua": l'Italia è linguisticamente
frammentata ma con una tradizione letteraria condivisa. Varie tesi:
latino come lingua letteraria, verso il declino;
• sostenitori della lingua cortigiana;
• posizione italiana o italianista, di Trissino, che, in base ad una errata interpretazione
• del De vulgari eloquentia, sostiene che Dante e Petrarca avevano scritto non in
fiorentino ma appunto in italiano;
i fiorentinisti sostengono il primato del loro volgare; è la posizione di Machiavelli ;
• tesi classicista di Pietro Bembo in "Prose della volgar lingua"; nel volgare, bisogna
• imitare Petrarca per la poesia e Boccaccio per la prosa.
Petrarca viene preferito a Dante per il suo monolinguismo. La teoria di Bembo risulta
vincente.
Alla fine del 1500 la teoria di Bembo è ormai affermata, rimane il problema
dell'affermazione dell'italiano (parlato) come lingua normata. Varie tappe fondamentali per
la diffusione dell'italiano:
la Chiesa predica in volgare e, dopo il Concilio di Trento (1545-1563) in una lingua
• riducibile ad un italiano medio-alto;
nel 1591 avviene lo spoglio per il primo vocabolario della Crusca, pubblicato nel
• 1612: caratterizzato dal purismo: vengono individuati lemmi fiorentini del 1300 non
influenzati da altri dialetti;
nel 1691 esce una nuiva edizione del dizionario che si attesta per il modo in cui le
• parole sono presentate e spiegate, presenti anche i grecismi;
nel 1600 il volgare fa il suo ingresso nella prosa scientifica grazie a Galilei;
• tra il 1700 e il 1800 nesce e si sviluppa il romanzo, esplode la letteratura di
• consumo, aiutando la diffusione della lingua;
poco a poco il volgare si diffonde in tutti i generi letterari dediti alla divulgazione:
• teatro, melodramma, romanzo...
I diversi stili di prosa convivono con una tendenza purista ancora trecentesca.