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Esercizi di formattazione del testo

ANFRATTO => [am’fratto]

BRIGLIA => [‘briʎʎa]

CHIAMARE => [kja’ma:re]

due punti indicano la lunghezza vocalica, si mettono sulla sillaba accentata quando non è l’ultima sillaba della parola e quando è una sillaba aperta (che non termina per vocale); l’accento va nella sillaba prima che ha l’accento (es. chiamàre => chia’mare).

CILIEGIA => [tʃi’lj∑:d3a]

due punti: accentata, non finale per consonante; ʃ

DIECI => [‘dj∑:t]

nella prima sillaba c’è solo una vocale (la i)

GIALLO => [‘d3allo]

nella prima sillaba ci sono due vocali (i e a)

IGNAVIA => [in’na:via]

gn: quando è tra due vocali si segna come doppio = nn (apparte quando è all’inizio es. gnomo); la i fa parte di un dittongo (due sillabe separate) non un dittongo quindi non si scrive con la j

INDIGERIBILE => [indid3e’ri:bile]

la G si

Formattazione del testo

scrive con la d con parole- come (indigeribile) si scrive invece con la g con parole come (gatti,gloria).

ʃSCENARIO => [ sillaba tonica NA; la parte finale è uno iato- e’na:rio] =(RIO)SVITIAMO => [zvi’tja:mo] = è sonora; la J la scriviamo solo quando- siamo in presenza di dittonghi ascendenti (sequenza di due vocali) =es.TIAIn presenza di dittonghi discendenti invece si segnano le vocali normali.

ESERCIZI:BUGIARDO => [bu’d3’ardo] = non ci vanno i puntini perché la sillaba- finire con la R (consonante)SCIOPERO => [‘∫ɔ:pero] = la i non si scrive perché non si sente (al- contrario di sciare)ACCECATO => [att∫e’ka:to]- INCHIOSTRO => [in’kjɔstro]- STRACCIO => [‘strattjo]- INFLIGGERE => [iɱ’flidd3ere]- PIOGGIA => [‘pjɔdd3a]- GIUNGNO => [d3unno]-21 marzo 2023

FONETICA ARTICOLATA INTERSEGMENTALENella fonazione i foni non sono prodotti isolatamente l'uno dopo l'altro,

ma sono concatenati in una rapida successione ininterrotta, in cui il passaggio da una configurazione articolatoria alla successiva avviene senza soluzione di continuità. Gli organi che si stanno disponendo in una determinata configurazione articolatoria conservano ancora in parte gli atteggiamenti delle precedenti articolazioni e nello stesso tempo già iniziano a prepararsi per quelle successive.

COARTICOLAZIONE: fenomeno di reciproca interferenza tra foni vicini in una sequenza

Regressiva: gli effetti della coarticolazione si trasmettono all'indietro

Progressiva: gli effetti della coarticolazione si trasmettono in avanti

L'assimilazione può essere totale o parziale.

COARTICOLAZIONE

Il fenomeno della coarticolazione è dovuto all'interazione tra:

  • i meccanismi centrali che governano la produzione della parola, cioè la funzione neuromotoria del sistema nervoso centrale
  • l'inerzia degli organi articolatori, che non sempre

Riescono a modificare la propria forma e posizione abbastanza rapidamente per eseguire la corretta sequenza di movimenti. Manifestazioni evidenti della coarticolazione sono fenomeni di mancato raggiungimento della posizione prevista (detta bersaglio) da parte dell'organo articolatore oppure il superamento del bersaglio.

Un grande peso nel determinare i fenomeni di coarticolazione va attribuito all'attività di programmazione temporale dei comandi neuromotori.

Al (velo palatino che si alza per il fonoconsonantico e si abbassa per quello vocalico) per le strutture centrali si tendenza spontanea al minimo sforzo.

Oppone la fonetica articolatoria soprasegmentale, caratterizza più segmenti o l'intero pronunciato.

La comunicazione audioverbale si realizza attraverso la produzione di blocchi fonici di varia grandezza (frase, gruppo di parole, singole parole o loro frammenti).

I blocchi sono modellati al loro interno da una certa intonazione.

Da variazioni di velocità, dalla posizione degli accenti.

Questi fenomeni sono denominati prosodici o soprasegmentali, perché riguardano l'intera sequenza.

Sono di grande importanza per la comprensione del messaggio.

Le caratteristiche soprasegmentali dei foni si differenziano da quelle segmentali anche perché esse hanno sempre un carattere relativo rispetto ai foni circostanti (si guarda l'intera sequenza, non riguarda solo il singolo fono).

CARATTERISTICHE:

- Variazioni di durata di foni vocalici e di foni consonantici e le conseguenti variazioni nella velocità di eloquio (la misurazione avviene quanto veloce sto parlando contando le unità pronunciate - foni o sillabe - in una unità di tempo).

- Quanto è forte la pressione dell'aria espiratoria.

Intensità: contro l'ostacolo o gli ostacoli che essa incontra, più forte è la pressione.

più forte sarà l'intensità del fono emesso

Intensità relativa: si misurano le differenze di intensità tra i diversi elementi (foni, sillabe ecc.) all'interno della stessa sequenza.

L'intensità (relativa = le diverse intensità all'interno della stessa frequenza) di un fono dipende anche dalle sue caratteristiche articolatorie: a parità di spinta espiratoria (l'aria che possiamo respirare) i foni si collocano lungo una scala (scala di sonorità intrinseca) di intensità in funzione del grado di apertura dell'articolazione.

ALTEZZA (O FREQUENZA)

Il numero dei cicli di apertura e chiusura della glottide per ogni secondo corrisponde alla frequenza fondamentale della voce e determina nell'ascoltatore la sensazione di altezza (o "acutezza")

Quanto più brevi e veloci sono le vibrazioni della glottide, tanto più alta è la frequenza

fondamentaleL'unità di misura della frequenza fondamentale è lo Hertz (Hz) => numero dei cicli per secondo. La velocità con la quale si ripete il ciclo di apertura e chiusura della glottide è tanto maggiore quanto più alta è la pressione subglottidale, e tanto minore quanto più forte è la tensione muscolare. Ciascun parlante ha una sua frequenza media di base, determinata dalle sue caratteristiche anatomiche. LA SILLABA=> è un'unità prosodica costituita da uno o più foni agglomerati attorno ad un picco di intensità. Ogni sillaba è caratterizzata dalla presenza di un picco di sonorità, ovvero di un elemento che ha un volume maggiore rispetto agli altri e su cui pertanto questi ultimi si appoggiano. Tale picco di sonorità è detto NUCLEO DELLA SILLABA, che può essere preceduto e seguito da eventuali elementi marginali. Il margine che

precede il nucleo è detto ATTACCO SILLABICO (O TESTA)

Il margine situato dopo il nucleo prende il nome di CODA SILLABICA

La sillaba minima è formata dal solo nucleo: a.mo.re

Il nucleo può essere preceduto da un attacco formato da una o più consonanti: ra.na, tra.ma, stra.da

Il nucleo può essere seguito da una coda formata da una (in italiano) o più consonanti (altre lingue): an.da.re

Il nucleo può essere preceduto da un attacco e seguito da un nucleo: mon.do

Sillaba aperta (o libera): sillaba priva di coda - [ˈtaː.vo.lo], [ˈspεː.ro], [u.ˈmaː.no]

Sillaba chiusa (o implicata): sillaba che ha una coda - [per] in [per ˈdjaː.mo], [trat] in ['trat.to], [strin] in [ˈstrin.dʒe.re]

L'unico elemento foneticamente necessario è il nucleo della sillaba, che può essere prodotto e percepito anche in isolamento

Il nucleo sillabico può essere occupato da un qualsiasi fono che abbia

Formattazione del testo

una sufficiente sonorità: quindi innanzitutto da vocali, ma anche da sonoranti e in condizioni eccezionali anche da fricative

ACCENTO=> Data una parola composta di più sillabe, si intende con accento la maggiore prominenza di una di queste sulle altre

L'accento è quindi l'insieme delle caratteristiche fonetiche che mettono in rilievo una sillaba nella sequenza

DUE TIPI DI ACCENTO:

Accento intensivo: una sillaba può essere messa in rilievo rispetto a quelle adiacenti mediante un aumento della intensità con cui è prodotta (italiano e maggior parte delle lingue europee). La sillaba che corrisponde al picco di intensità più elevato è chiamata tonica. Le sillabe non toniche, e le vocali che esse contengono sono dette atone.

Accento musicale: una sillaba può essere prominente rispetto a quelle adiacenti perché le sue componenti sonore sono prodotte con una maggiore frequenza della vibrazione laringea.

dunque con una maggiore altezza – lingue a toni

Esistono inoltre lingue a toni modulati che prevedono variazioni di altezza all'interno stesso della sillaba.

Il cinese mandarino ha quattro diversi toni: alto, ascendente, discendente, discendente-ascendente:

  • [mā] 'madre' (con tono alto)
  • [má] 'lino' (con tono ascendente)
  • [mǎ] 'cavallo' (con tono discendente-ascendente)
  • [mà] 'ingiuriare' (con tono discendente)

INTONAZIONE => è la dinamica prosodica complessiva dell'enunciato, il suo andamento melodico, una sequenza di toni.

Si tratta di una curva melodica che conferisce all'emissione fonica nel suo complesso una certa curva melodica.

Dal punto di vista intonativo, un enunciato è uno susseguirsi di movimenti ascendenti o discendenti.

In generale si osserva una tendenza a una graduale diminuzione o dell'altezza nel corso dell'enunciato, detta declinazione.

naturaleIntonazioneNelle lingue ad accento intensivo la principale funzione dell'altezza o all'intonazione della frase musicale è legata opposizioni come frasedichiarativa vs frase interrogativa sono espresse con differenti andamenti melodici (variazioni dell'altezza nel corso della frase) - forte aumento di altezza nella parte finale della interrogativa vs una normale declinazione dell'altezza nella dichiarativa

Le modulazioni della curva melodica melodica possono indicare:

  • la modalità della frase - quali sono le
Dettagli
A.A. 2022-2023
137 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher rebecca.strano4 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Istituzioni di linguistica italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof D'argenio Elisa.