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FRATELLI COEN
Joel e Ethan Coen vengono associati alla commedia del passato poiché la utilizzano riprendendo la nostalgia
e la storia. Lavorano citando il noir che però spesso si presenta violento. Alla fine dei film tornano le
canzoni anni ’60 e ’70. L’elemento meta cinematografico sta nei titoli di coda ai quali vengono aggiunte le
gaffe fatte durante le riprese, le prove e le registrazioni; viene quindi creato il c.d. ‘backstage’.
-“Arizona Junior” (1987): ‘screewball comedy’. Recupero moduli scatenati della commedia. Riprende “Ma
papà ti manda sola” di Bogdanovich.
-“Fratello,dove sei?” (2000)
-“Ladykillers” (2004): film costituito sulla commedia nera inglese. Con TOM HANKS.
- GENERE WESTERN –
È il genere americano per eccellenza. È la più grande epica che sia mai stata raccontata dopo l’epica romana
e quella cavalleresca. Il comportamento del maschio nei confronti della donna è di timore e paura ciò
testimonia che la formazione dell’uomo americano medio avviene attraverso certi processi di crescita per
cui l’uomo desidera rimanere adolescente (‘sindrome di Peter Pan’). L’uomo ha paura della donna perché lo
vincolerebbe ad un rapporto di coppia che lo ingloba nella società costituita mentre lui non vuole, vuole
rimanere libero, vivere nella campagna fatta di spazi aperti, immensi (metafora dello spazio brullo da
scoprire nel western). Il ragazzo/uomo si sposta da solo, libero e i suoi amici sono pochi e di solito
incontrati in questo viaggio solitario. Spesso si viene a creare la coppia giovane/adulto (coppia tipica della
Grecia antica) oppure dei gruppi di più persone composti da soli maschi.
Meccanica dell’avventura: fuga, viaggio verso uno spazio aperto e libero, gli amici vengono trovati lungo il
viaggio oppure sono degli indiani che non fanno parte della società e quindi non li costringono ad entrare
nei meccanismi sociali e incatenarli in schemi precostituiti.
EPICA WESTERN il CAVALIERE arriva in una piccola città o una fattoria e si ferma per fare una sosta
mentre viaggia senza una meta precisa. Viene a contatto con quella realtà: una banda di delinquenti tiene
la cittadina soggiogata sia con la connivenza di alcuni, anche dello sceriffo, sia perché nessuno è in grado di
debellarli. Spesso se si tratta della fattoria vuole il terreno perché gli serve per far pascolare la sua mandria.
Il protagonista è un eroe solitario all’inizio (elemento lirico tipico dell’epica) e nessuno si fida di lui, è lo
straniero. La connotazione lirica è che l’eroe western viaggia ma non torna mai a casa. Lui è in viaggio
perché vuole essere libero, non vuole fissarsi in un posto, vuole esplorare e giocare con lo spazio
(‘avventura’ = dal latino ‘ad ventura’ cioè andare senza meta seguendo l’estro del momento). Spesso il
cavaliere dà al cavallo la scelta della strada da percorrere, facendosi guidare ciecamente, perché essendo il
cavallo a contatto con la natura è lui il vero tramite tra cavaliere e spazio. Un movente intrinseco che lo ha
spinto a viaggiare è spesso una COLPA da espiare o una VENDETTA da compiere (perché ha subito una
grave ingiustizia o si è fatto degli anni in carcere) e sta cercando il modo di riscattarsi. Il tutto si fa con l’uso
improprio dell’arma. In questa cittadina spesso l’eroe entra a contatto con una donna che può essere o una
MAESTRINA, che viene dalla Costa Atlantica (elemento culturale nello spazio selvaggio) o una BALLERINA/
CAMERIERA del saloon. Spesso può capitare che le donne siano due e di tutti e due i prototipi (= Amor
Sacro vs Amor Profano, Amore vs Libido) e spesso sono caratterizzate da un elemento etnico con riscontro
nel colore dei capelli (la prima è bionda e la seconda è mora).
La bionda viene dalla civiltà della cultura e la mora non un anglosassone bensì messicana. La donna poi
spesso può essere la figlia del fattore e di solito ha dei figli oppure è la moglie stessa del fattore.
L’atteggiamento dell’eroe provoca inizialmente lo scherno e la reazione dei banditi o uomini del fattore che
voglio impadronirsi delle sue terre. Spesso lo scherno finisce in un massacro. L’eroe evita sempre di usare la
pistola perché la sua colpa proviene da un vecchio omicidio, oppure tiene la pistola perché i colpi devono
essere utilizzati solo ed esclusivamente contro il capo dei briganti che soggioga l’intera cittadina. L’eroe
spesso viene picchiato violentemente dai cattivi e si nasconde e si rimette nella casa della donna. A metà
film di solito l’eroe riacquista la capacità di utilizzare l’arma, addestramento o utilizzo al quale aveva
rinunciato o che aveva destinato alla sola vendetta. Può capitare che il capo dei banditi sia un ex amico
dell’eroe che inizialmente cerca di attrarlo tra i suoi uomini ma al quale l’eroe si ribella per un sentimento
di giustizia. Viene quindi solitamente assoldato un killer per far fuori l’eroe ma che viene fatto fuori a sua
volta. Se l’uomo poi, finita la diatriba, si ferma solo se decide di sposare la ragazza, la maestrina e diventa
un agricoltore o un contadino. Mette quindi su famiglia e amplia la società facendo quello da cui all’inizio
stava fuggendo; oppure viene eletto sceriffo. Se l’eroe decide di riprendere il suo viaggio, mantenendo
quindi una coerenza con se stesso, promette un ritorno (con questo finale abbiamo di solito la stessa scena
ovvero dell’eroe sul suo cavallo che si allontana al calar del sole oppure troviamo la scena del figlio della
donna che lo segue per un pezzo o che piange stringendo la madre). Tra gli altri personaggi troviamo anche
spesso un UOMO DEL SUD, perdente, intriso di romanticismo e di ideali, che è un signore e ha il senso della
vita ma a fare da contraltare c’è la sua posizione servile perché nero. Se c’è un UOMO DEL NORD spesso è il
personaggio più efficiente ma anche cinico. La coppia però può anche essere formata da un uomo del nord
e uno del sud, un bianco e un nero, differenziati spesso dalle divise, i neri infatti le avevano celestino chiaro
in contrapposizione a quel blu spendente delle divise ufficiali. Il cavaliere solitario si associa sempre con
ragazzo più giovane di lui che talvolta ha un atteggiamento di sfida nei suoi confronti ma l’adulto lo
redarguisce e lo istruisce; se la coppia si amplia a 4 il numero diventa perfetto. Tra gli altri personaggi soliti
troviamo anche il LOWNER (viaggiatore solitario, senza famiglia), il LOOSER (il perdente, che alla fine del
film non ha niente di più e parte), il SEARCHER (colui che è in viaggio per cercare qualcuno, qualcosa o più
spesso sé stesso). L’INDIANO poi rappresenta l’elemento naturale e selvaggio dell’America, e per selvaggio
si intende un concentrato di libertà naturale e allo stesso tempo feroce. Avviene però una trasformazione
dell’Indiano da elemento negativo, nei primi film western, a elemento positivo, nei film più ragionati e
sentimentali che di azione, negli anni ’50. Nei film indiani c’è sempre l’accostamento tra uomo giovane
(ribelle che vuole combattere contro i visi pallidi o anche detti lunghi coltelli) e uomo adulto o anziano
(saggio).
Nel Western quindi non c’è altro che contrapposizioni tra buoni e cattivi, grandi e piccoli, magnati contro
lavoratori. Nel western sono preminenti le armi, in particolar modo la PISTOLA, è un simbolo fallico e quindi
le donne sono attratte da tutti coloro che la detengono e la sanno usare.
Se l’EST rappresenta la civiltà, l’OVEST (West) rappresenta la frontiera. In mezzo c’è il MIDDLE WEST (spazio
western per eccellenza) che vede come capitale CHICAGO (meta per lo spostamento di grandi mandrie,
grande mercato della carne attorno al quale si è sviluppata la città). L’unione tra est e ovest è stata
costituita grazie alla costruzione della ferrovia chiamata ‘UNION PACIFIC’. La differenziazione di solito è
anche tra NORD (bianchi, magnati) e SUD (neri o indiani, schiavi). Il MESSICO invece rappresenta l’estremo
sud. È l’esatto contrario degli USA (efficienti,operativi,costituiscono l’industria del mondo) mentre il
Messico (indolenza, violenza, istinto di inerzia, violenza innata e gratuita). Ma è anche visto come il paese in
cui tutto è possibile, scavalcare la frontiera infatti significava liberarsi dalle regole, dalle leggi, dalle
restrizioni seppure si entrava nel paese della violenza e della ferocia per eccellenza.
JOHN FORD
Viene anche chiamato ‘l’Omero dell’epica western’. Il fratello Jack era un attore di teatro e un regista di
piccoli western; nel 1910 aveva preso il posto in scena di un attore che si era assentato all’ultimo minuto
così venne creduto per quello e decise di tenere il cognome di quell’attore, Ford, il cui cognome era già
scritto sul cartellone. Così anche Jack decise di prendere il cognome del fratello (il loro era Sean). Era un
uomo di poche parole ma precise, faceva parte del sindacato dei registi di New York. Era un uomo spiccio
nei modi e nelle parole.
Non fu il regista solo di film western ma anche di commedie, drammatici e di guerra. In Ford è molto forte il
sentimento del ‘CREPUSCOLARISMO’, che si verifica quando il western inizia la ricerca introspettiva
portando al crepuscolo il grande spazio aperto libero e diventando sporco e corrotto.
-“Il cavallo d’acciaio” (1924): film sulla costruzione della grande ferrovia ‘Union Pacific’. Il treno deve essere
costruito sul territorio degli indiani. Lento degrado del popolo indiano e poi depennati dal territorio. Sono
stati uccisi dei bisonti (per farne pelli e cibo) per una maggior fonte di guadagno; sono stati uccisi per sport,
per mangiarli, per privare gli Indiani della loro base di vita. Nel film è illustrato tutto ciò in forma epica.
È un film in cui Ford ci mostra la grande espansione bianca. Le dinamiche interne dei lavoratori le descrive
con veridicità come anche i rapporti tra i capi generali e i subalterni e tra i subalterni stessi.
-“Ombre Rosse” (1939): è un western classico. Il protagonista sta in questo spazio aperto e libero ma lui è
prigioniero del fatto che deve scontare una pena e si trova a fare un viaggio in diligenza (si stacca dello
schema). Il film è caratterizzato dai personaggi che sono dentro questa diligenza. Lui deve applicare una
vendetta e cerca di raggiungere il posto. Troviamo come personaggi: la ragazza del saloon, un
rappresentante di liquori, un politico integerrimo ma che si rivela corrotto (verr&