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5.3. IL PROCESSO DI TAGLIO
Figura 5.19: Illustrazione del kerf e di tutti gli elementi che lo caratterizzano
La qualità di taglio consiste in quello che nella figura 5.19 è indicato come bave angle,
ovvero l’angolo formato dal profilo di taglio con l’asse verticale. La normativa UNI EN
ISO 9013 è la normativa di riferimento sulla classificazione del taglio plasma e sulle
tolleranze relative alla qualità. In particolare si definiscono i range di taglio: il range è
definito come l’angolo al di sotto del quale è contenuto l’angolo di taglio su una lamiera
◦
mild steel spessa 10mm; ad esempio per un range 1 l’angolo di taglio è inferiore a 1 . Le
torce Hypertherm raggiungono range 3 mentre quelle Kjellberg raggiungono range 1,
dunque sono caratterizzate da una maggiore qualità di taglio.
La qualità di taglio è un parametro che varia in funzione dell’usura dei componenti
consumabili, dunque l’azienda costruttrice della torcia può fornire una previsione
dell’andamento del range di taglio in funzione del numero di tagli operati, secondo
condizioni operative specificate. La definizione del taglio è rappresentata dallo spessore
del kerf; ovviamente minore è tale spessore e minore è la quantità di metallo asportata
e persa dal pezzo. Dall’immagine 5.19 si nota che il kerf è anche caratterizzato dalla
presenza di striature sul profilo di taglio: maggiore è l’entità di tali striature e maggiore
sarà la rugosità superficiale del solco di taglio, per cui possono essere necessarie ulteriori
lavorazioni meccaniche se la rugosità ottenuta in fase di taglio è superiore rispetto al
limite richiesto. Vi è infine la formazione di bave sul bordo inferiore del taglio: queste
sono presenti a causa del metallo fuso che, procedendo verso il basso, si risolidifica in
parte sul pezzo tagliato. Anche in questo caso possono essere necessarie successive
lavorazioni meccaniche per migliorare la qualità della superficie del pezzo interessata
dal taglio. 53
Si definiscono torce da taglio in alta definizione quelle torce per le quali non è necessario
operare successive lavorazioni meccaniche sul pezzo tagliato.
5.4 I transitori di accensione e spegnimento
Un lavoro compiuto dal gruppo di Colombo è stato svolto per indagare il
comportamento dei catodi in Hf durante la fase di arco pilota a bassa corrente per
evidenziare i fenomeni che accadono durante la transizione da una fase fredda, isolata
e non emissiva ad una fase conduttiva, emissiva e calda per i materiali a base di Hf
utilizzati per la realizzazione di elettrodi per il taglio plasma (PAC). L’erosione del catodo
è un fenomeno che limita l’incremento delle prestazioni nel taglio plasma, soprattutto
quando l’Hf è utilizzato in catodi in combinazione con aria o ossigeno come gas primario.
Oltre all’erosione che si manifesta durante il periodo di sostentamento dell’arco plasma
per il taglio si ha un’addizionale erosione ad ogni formazione dell’arco. Questo
fenomeno diventa particolarmente importante quando la torcia viene impiegata per
piccoli cicli di taglio.
Lo studio compiuto del gruppo di Colombo ha utilizzato una torcia con catodo in Hf e
aria come gas primario; si è sfruttato l’uso di una telecamera high speed imaging in
modo da osservare i fenomeni che si verificano su una ridotta scala temporale.
La fase iniziale dell’arco è formata da più passaggi. Prima di tutto un segnale ad alta
frequenza attraversa la camera di plasma, come rappresentato nell’immagine 5.20a. In
seguito a ciò si stabilisce un arco a bassa corrente (circa 20A) tra l’elettrodo e il nozzle.
La colonna dell’arco è fatta uscire dal nozzle, formando un attacco a forma di occhiello
dell’arco sulla sua superficie esterno, come mostrato nella figura 5.20c. In questa fase
l’arco pilota opera in modo non trasferito.
Figura 5.20: Fasi di generazione dell’arco in processo PAC
Lo scopo dell’arco pilota è di creare un mezzo conduttivo nello spazio compreso tra
l’ugello e il pezzo da lavorare. Quando l’arco pilota tocca il pezzo il sistema di controllo
elettronico, presente nel generatore, isola il nozzle; si stabilisce così l’arco fra l’elettrodo
e il pezzo da lavoro in modo trasferito, come illustrato in figura 5.20d. La corrente
54 CAPITOLO 5. IL TAGLIO PLASMA
dell’arco principale ha un valore iniziale relativamente basso che viene poi aumentato
nel tempo fino al valore desiderato.
Osservando l’elettrodo si nota che l’arco inizialmente si forma sul supporto in
5.4. I TRANSITORI DI ACCENSIONE E SPEGNIMENTO
rame per poi muoversi sul contorno dell’inserto emettitore. Gli elettrodi nuovi sono
caratterizzati da una superficie liscia di Hf metallico mentre quelli usati, dopo essere
stati esposti ad un’atmosfera ossidante ad alta temperatura, sono caratterizzati da uno
strato superficiale di ossido di afnio (HfO ) avente uno spessore dell’ordine di 500µm.
2
Si è ipotizzato che l’erosione che ha luogo nella fase iniziale sia legata alla difficoltà che
l’arco incontra nel muoversi dalla regione di contorno della zona emettitrice al centro
della stessa. Questo si dimostra essere vero per gli elettrodi usati nei quali l’arco si
muove su uno strato solido di afnio ossidato che, a differenza della sua fase liquida, è
uno scarso conduttore elettrico e termico.
Durante lo studio di questi fenomeni sono stati utilizzati tre differenti tipi di elettrodi:
• elettrodo nuovo con una superficie piana;
• elettrodo nuovo con una superficie concava di emissione;
• elettrodo usato con un recesso spontaneo generato sulla superficie di emissione
in seguito ad un dato numero di cicli di taglio.
La seconda soluzione è largamente l’attacco al catodo che si sposta molto
utilizzata poichè riduce gli effetti negativi velocemente verso il centro della
generati dalla naturale erosione della superficie di afnio, al pari di un collasso.
superficie in afnio; questa consente di Questo porta all’emissione di vapori di
ottenere una minore deposizione di afnio e, nel caso di elettrodi usati, anche
materiale emettitore all’interno del all’espulsione di particelle di metallo
nozzle, riducendo il rischio di formazione fuso.
dei doppi archi ed incrementando la
stabilità dell’arco e la qualità del taglio. I
risultati hanno mostrato che il processo
di arco pilota è formato da sue fasi
successive: nella prima l’attacco sul
catodo ruota attorno alla periferia della
superficie emettitrice, come mostrato
nell’immagine 5.21a; questa fase è
caratterizzata anche dall’emissione di
vapori di afnio. Nella seconda fase
l’attacco al catodo non è più rotante in
quanto si è stabilizzato al centro della
superficie di afnio, come mostrato
nell’imamgine 5.21b. La transizione tra le
due fasi avviene in modo improvviso, con
Queste due particolari fasi per l’arco pilota vengono confrontate per i tre diversi tipi
di elettrodi utilizzati.
• Elettrodo nuovo con superficie piana. L’arco esce dal nozzle in un tempo di 2ms;
in seguito a ciò l’attacco al catodo inizia a ruotare sulla periferia della superficie
in afnio creando un anello di afnio fuso. Al tempo di 6.56ms si ha la transizione
alla seconda fase con una durata di circa 1ms. In questo caso l’evento di
transizione è accompagnato dalla sola emissione di vapori di afnio e non appare
traumatico.
• Elettrodo nuovo con superficie concava. L’arco esce dal nozzle in un tempo
paragonabile a quello del caso di elettrodo nuovo con superficie piana. A
differenza di questo caso però l’evento di transizione inizia a 10ms, ovvero
all’incirca 3.5ms dopo rispetto al primo caso. Questo può essere dovuto alla
maggiore superficie di afnio che deve essere riscaldata. Anche in questo caso
l’evento di transizione dalla prima alla seconda fase si manifesta con la sola
emissione di vapori di afnio e si completa entro 12ms dall’inizio della fase di
arco pilota.
• Elettrodo usato. L’arco pilota esce dall’ugello a circa 3ms e l’attacco al catodo
ruota attorno alla superficie in afnio per un tempo molto più grande rispetto a
quello del caso di elettrodo nuovo, fino a circa 174ms. Durante la prima fase
l’attacco al catodo scalda un anello di ossido di agnio; a circa 173.5ms si ha la
transizione alla seconda fase. Questa transizione dura 1ms ed è accompagnata
dall’emissione di vapore di afnio e dall’espulsione di gocce di metallo fuso.
Prima di compiere tale lavoro di ricerca si immaginava che l’attacco del plasma al
catodo si muovesse radialmente verso il centro della superficie in afnio, mentre le
riprese in high speed imaging hanno consentito di vedere che l’attacco ruota lungo
un anello il cui spessore cresce progressivamente; nella fase finale questa espansione
progredisce molto velocemente determinando una specie di collasso dell’attacco al
centro della superficie emettitrice.
Si suppone che il differente comportamento fra elettrodi nuovi ed usati sia
principalmente influenzato dalla diffusività termica del metallo. Si hanno infatti i
seguenti valori: α = 1.4 × 10 m s α = 5.1 × 10 m s
e
Hf −5 2 −1 HfO −7 2 −1
2
56 CAPITOLO 6. I PLASMI RF
α
Il rapporto /α è circa pari a 25; questo è lo stesso ordine di grandezza del
Hf HfO
2
rapporto fra i tempi caratteristici della prima fase di arco pilota, calcolato per
elettrodo usato ed elettrodi nuovo, circa pari a 20.
In un altro lavoro del gruppo di Colombo, risalente al 2011, si fa uso di un sistema
integrato di diagnostica e simulazione con lo scopo di ottimizzare il funzionamento
delle torce da taglio. In questo lavoro viene impiegata la tecnica di high speed imaging
per osservare lo sviluppo dell’arco pilota e della fotografia
Schlieren per capire meglio l’interazione fra la scarica di plasma e la parte superiore
del kerf.
Sul mercato si trovano torce da taglio che possono avere due differenti modi di
innescare la scarica di plasma con un arco pilota: uno sfrutta l’impulso ad alta
frequenza mentre l’altro prevede una movimentazione meccanica dell’elettrodo che
inizialmente si trova a contatto con l’ugello. Esiste anche la modalità di accensione
ad arco trasferito. La modalità di accensione con arco pilota e impulso ad alta
frequenza è già stata descritta in precedenza, dunque in seguito si riporteranno
unicamente le specifiche condizioni dell’esperimento es